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Relazione tra Obesità e DCA

2.3 Le Forme più Frequenti di DCA

Il DSM-5 classifica 8 differenti tipologie di disturbi alimentari, tuttavia le più frequenti come prevalenza all’interno della popolazione risultano essere: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da alimentazione incontrollata (BED). Le altre si possono considerare delle forme atipiche che hanno alcune delle caratteristiche tipiche di questi tre disturbi più comuni.

2.3.1 Anoressia

L’anoressia nervosa (AN) si caratterizza per:

- restrizione dell’apporto energetico che conduce ad una consistente perdita di peso corporeo;

- intensa paura di ingrassare anche se si è sottopeso; - disturbi della propria immagine corporea.

30 L’anoressia nervosa si manifesta comunemente durante l’adolescenza o prima dell’età adulta, tuttavia alcune osservazioni cliniche recenti hanno evidenziato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza.

L’esordio di questo disturbo è graduale ed insidioso ed è spesso associato ad un evento stressante. Il fattore scatenante è in genere una dieta con una progressiva diminuzione dell’introito alimentare, con una riduzione delle porzioni o attraverso l’esclusione di alcuni cibi e il salto dei pasti.

Come abbiamo detto questi disturbi alimentari sono egosintocini, nel periodo iniziale dell’anoressia si osserva una fase di benessere soggettivo, un senso di gratificazione dovuto alla perdita di peso, al miglioramento della propria immagine e anche al sentimento di onnipotenza prodotto dalla capacità di controllare la fame. Il soggetto si trova nella cosiddetta “luna di miele” con il disturbo, in questa fase la consapevolezza del problema è scarsa e manca una richiesta di aiuto (Bracci, 2015).

In seguito, le preoccupazioni riguardo alla forma del corpo e al peso diventano persistenti e marcate e la paura di ingrassare non diminuisce con la perdita di peso.

Diventano comuni alcuni atteggiamenti ossessivi, come: il ricorso a un esercizio fisico intenso ed eccessivo, la misurazione frequente del peso e il confronto continuo con lo specchio, con la taglia dei vestiti, con la bilancia e con il corpo delle altre persone. Comuni sono alcuni rituali alimentari, come tagliare il cibo in piccoli pezzetti e mangiare lentamente, ma anche collezionare ricette e contare le calorie.

Con il tempo le pazienti diventano più irritabili, depresse e isolate socialmente e nella maggior parte dei casi i sintomi ossessivo-compulsivi conseguenti alla riduzione dell’apporto calorico e del peso tendono ad aggravarsi.

Il rapporto con i familiari può diventare teso e difficile, talvolta ostile, e i commenti critici da parte dei familiari possono influenzare negativamente il decorso del disturbo contribuendo al suo mantenimento (Ministero della Salute, 2013) (Nizzoli & Barozzi, 2012).

2.3.2 Bulimia

31 - ricorrenti episodi di abbuffate9 alimentari;

- comportamenti di compenso volti ad evitare l’aumento di peso;

- stima di sé eccessivamente influenzata dalla forma e dal peso del corpo.

L’esordio della bulimia nervosa, come per l’anoressia nervosa è più frequente in età adolescenziale o nella prima età adulta. Le abbuffate iniziano in genere durante o dopo un periodo di restrizioni dietetiche ma possono precipitare l’esordio anche molteplici eventi stressanti, difficoltà personali ed emotive, e rappresentano un modo per sedare l’ansia e la tensione (Bracci, 2015).

L’antecedente più comune dell’abbuffata è un’emozione negativa. Altri fattori scatenanti comprendono la rottura delle regole dietetiche rigide ed estreme, stati di umore disforico, sentimenti negativi, conflitti, eventi stressanti, sentimenti di vuoto e di solitudine ma anche la noia.

Gli individui con bulimia nervosa tipicamente si vergognano dei loro problemi con l’alimentazione e tentano di nascondere i loro sintomi. Le abbuffate avvengono in solitudine, quanto più segretamente possibile (APA, American Psychiatric Association, 2013).

La maggior parte dei soggetti, per riprendere il controllo e compensare il disagio seguente all’abbuffata, e la paura di prendere peso, utilizza pratiche di compenso collettivamente denominate “condotte di eliminazione”. Il vomito rappresenta la condotta compensatoria inappropriata più frequentemente utilizzata, ma altre condotte comprendono l’uso di lassativi e diuretici, l’attività fisica eccessiva e il digiuno.

In un sottogruppo di persone affette da bulimia, sono presenti comportamenti autolesivi, talvolta finalizzati ad allontanare il disagio seguente alla crisi bulimica o come forma di punizione.

Alla persistente attenzione per il peso e la forma del corpo si aggiunge un’alimentazione molto irregolare, che alterna pratiche dietetiche estreme e rigide e abbuffate con o senza vomito autoindotto, seguite da sentimenti di autosvalutazione per la mancata capacità di auto controllo e di vergogna (Ministero della Salute, 2013) (Nizzoli & Barozzi, 2012).

9 Un episodio di abbuffata è caratterizzato: dall’ingestione di una quantità di cibo significativamente superiore a quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili e dalla sensazione di perdita di controllo (APA, American Psychiatric Association, 2013).

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2.3.3 BED

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED) viene definitivamente riconosciuto dal DSM-5 come categoria diagnostica distinta dei disturbi dell'alimentazione, dai quali si differenzia nettamente per l’epidemiologia e per il suo rapporto peculiare con l’obesità e i disturbi dell’umore.

Si tratta di una condizione caratterizzata da ricorrenti episodi di discontrollo alimentare causata da fattori psicologici in assenza di cause mediche o genetiche, spesso associata a grave sovrappeso.

Questa condizione condivide con la bulimia nervosa gli episodi di abbuffata ma si caratterizza per l’assenza di regolari comportamenti di compensazione volti al controllo del peso, per questo motivo i soggetti con disturbo da BED hanno mediamente un peso maggiore e una maggiore frequenza di sovrappeso o obesità.

I soggetti con BED, nelle abbuffate, mangiano grandi quantità di cibo, molto rapidamente fino a sentirsi spiacevolmente pieni anche se non hanno la sensazione di fame. Le abbuffate accadono in situazioni in cui è presente una tendenza generale a mangiare in eccesso piuttosto che di restrizione dietetica e ciò spiega la forte associazione di questo disturbo con l'obesità.

La frequenza del BED nei soggetti che si rivolgono ai servizi sanitari dedicati all’obesità è tanto maggiore quanto maggiore è il grado di obesità.

Inoltre, i soggetti che soffrono di questo tipo di disturbo hanno un’età di esordio più varia, dall’infanzia all’età avanzata (a differenza di anoressia nervosa e bulimia nervosa in cui l’età di insorgenza è soprattutto quella adolescenziale) e la prevalenza è maggiore nelle persone di sesso maschile (circa il 30-40% dei casi).

Nei pazienti con BED alle abbuffate si associa in genere un senso di colpa, di imbarazzo, di inadeguatezza e di disgusto per se stessi derivanti dalla perdita di controllo che si verifica nell’episodio. Un tratto ampiamente diffuso tra questi pazienti è la bassa autostima, con tendenza all’umore depresso e spesso coesistono con la malattia altri disturbi mentali, come i disturbi dell'umore, di ansia e da uso di sostanze (Ministero della Salute, 2013) (Nizzoli & Barozzi, 2012).

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Capitolo 3

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