• Non ci sono risultati.

Le forze di Polizia nell’OZAK

L’apparato repressivo tedesco nell’OZAK

3.2 Le forze di Polizia nell’OZAK

Con l’esercito, l’altra istituzione incaricata della sicurezza del territorio era la polizia, la cui struttura fu organizzata in modo simile ad a quella di altre zone occupate dai tedeschi.

Le formazioni della polizia tedesca si articolavano in due rami principali: la Ordnungspolizei – ORPO – polizia d’ordine e la Sicherheitspolizei und Sicherheitsdienst – Sipo/SD – la polizia di sicurezza e servizio di sicurezza.

Questi organi della polizia nell’OZAK non dipendevano direttamente dai comandi centrali di Berlino, se non a livello organizzativo, bensì dai rispettivi comandi in Italia: Befehlshaber der Sipo/SD in Italien51 – BdS Italien – fu Wilhelm Harzter, Befehlshaber der Orpo in Italien52 – BdO Italien - fu Jürgen von Kamptz. Questi organi di comando dovevano fungere da «anello di congiunzione» fra gli organi centrali di Berlino e i comandi dell’OZAK.

Dal punto di vista operativo nel territorio i comandi della Sipo/SD e dell’Orpo dipendevano dal Höherer SS- und Polizei-Führer in der OZAK – HSSPF OZAK53 – il comandante superiore delle SS e della Polizia nel territorio, al quale spettava il comando su tutti gli organi e unità di polizia e di ordine pubblico, sia tedeschi che locali, sia la competenza per la lotta agli oppositori del Reich. Il 13 settembre 1943 Himmler nominò a tale compito l’SS Gruppenführer und Generalleutnant der Polizei Odilo Globocnick.

Anche se la carica nominalmente comprendeva tutto il territorio dell’OZAK la Provincia di Lubiana fu affidata al comando dell’SS-Obergruppenführer und General der Waffen-SS und der Polizei Erwin Rösener come Höherer SS- und Polizei-Führer im Wehrkreis XVIII, indicato più spesso come HSSPF Alpenland o Laibach. Per quanto riguarda il loro incarico nella zona d’operazioni sia Globocnick che Rösener erano subordinati all’Obergruppenführer der SS Karl Wolff Höchste SS- und Polizeiführer in Italia – capo supremo della SS e della polizia in Italia – il rappresentante di Himmler in Italia.

51 Comandante della polizia di sicurezza e del servizio sicurezza in Italia. 52 Comandante della polizia d’ordine in Italia.

3.2.2 L’Ordnungspolizei

L’Ordnungspolizei54 era composta essenzialmente dalla Schutzpolizei – SchP. o solamente Sciupo – si trattava della polizia di protezione, e la Gendarmerie – Gend. I suoi compiti, costituivano nel mantenimento dell’ordine pubblico, nella lotta alle bande partigiane e, dove fosse necessario, nella difesa di importanti siti.

La Schutzpolizei era composta principalmente dalle forze di polizia in uniforme. Organizzata in reparti simili a quelli dell’esercito (Rgt. – Btl., dal febbraio del 1943 SS-Polizei-Rgt.), era impiegata nella operazioni di rastrellamento. La Gendarmerie, invece, veniva impiegata per lo più fuori le principali città, con delle piccole stazioni di polizia nei comuni o nei distretti. In caso di necessità anche questi piccoli reparti vennero organizzati in battaglioni, plotoni o compagnie per poter essere impiegati nelle operazioni contro le bande. Se i reparti Schutzpolizei erano ben organizzati e addestrati stessa cosa non si poteva dire per le unità della Gendarmerie:

si trattava spesso di unità formate da classi anziane, in parte da appartenenti ai Volksdeutsche (comunità di etnia tedesca viventi al di fuori dei confini del Reich) o stranieri collaborazionisti, poco motivati e dal morale basso, spesso addestrati ed armati in maniera carente e talvolta comandati da ufficiali non troppo competenti; le loro prestazioni in combattimento lasciarono perciò frequentemente a desiderare. Ci furono però anche delle eccezioni, con reparti ben addestrati e armati, e impiegati efficacemente nella lotta anti-partigiana.55

Il comandante della polizia d’ordine nell’OZAK era il Befehlshaber der Ordnungspolizei Triest – BdO Triest – che nonostante la dicitura Trieste era responsabile di tutte le forze dell’OZAK, esclusa la Provincia di Lubiana. A ricoprire questa carica dal 22 settembre 1943 sino alla fine della guerra fu l’SS- Obersturmbannführer und Oberstleutnant der Sciupo Hermann Kintrup.

Kintrup56, nato nel 1891, fu per molto tempo uno stretto collaboratore di Globocnick. Dal 1 agosto del 1941 ricevette l’incarico di Beauftragter des RFSS für die Einrichtung der SS- und Polizei-Stützpunkte im neuen Ostraum, incaricato del

54 L’ufficio centrale dell’ORPO a Berlino era guidata da Alfred Wünnenberg. 55 S. Di Giusto, Operationszone Adriatisches Küstenland cit., p. 171.

RFSS per l’installazione delle stazioni delle SS e della polizia nei nuovi territori dell’est, incarico precedentemente affidato a Globocnick. Successivamente lo si trova vice comandante di un reggimento di polizia, per poi avere l’incarico di comandante della polizia per l’ordine pubblico nel distretto di Lublino, al fianco di Globocnick.

Per assistere Kintrup nelle gestione dell’OZAK fu allestito un vero e proprio stato maggiore, come quelli dell’esercito, composto da una trentina di uomini e circa dieci ufficiali57. A capo di questo vero e proprio Stab fu posto prima Werner Mundhenke e a partire dall’autunno del 1944 Wilhelm Kurth. Sotto l’autorità dello Stab si trovarono oltre a tutti i reparti della Ordnungspolizei, tutte le unità della RSI con compiti di ordine pubblico e le unità di volontari stranieri.

Il comando aveva poi dei comandanti in tutte le province del territorio, detti Abschnittskommandeur/Einsatzkommandeur der Orpo (la denominazione cambiò più volte)58. Un comando si trovava a Udine, responsabile per la Provincia del Friuli, a Gorizia, a Trieste, a Fiume. In Istria operarono per molto tempo due comandi, uno a Pisino (il primo ad essere istituito, nel gennaio del 1944), responsabile per l’Istria settentrionale, e uno a Pola (sembrerebbe dal maggio del 1944), responsabile per l’Istria meridionale. Nel gennaio del 1945 non risulta più operante il comando di Pisino, e a partire da febbraio del 1945 anche quello di Pola non fu più operativo. Questo per il fatto che le forze delle SS/Polizei iniziarono ad abbandonare l’Istria man mano che il fronte si avvicinava, lasciando il territorio nelle mani unicamente delle unità della Wehrmacht.

I compiti di questi comandanti provinciali furono essenzialmente gli stessi di quello centrale. Da questi dipendevano tutte le forze di polizia e per l’ordine pubblico che si trovavano nel loro territorio di competenza, e la loro conduzione operativa nelle varie operazioni antipartigiane.

57 Per vedere tutta la struttura dello Stab di Kintrup cfr.: S. Di Giusto, Operationszone

Adriatisches Küstenland cit., p. 179; oppure T. Ferenc, La polizia tedesca cit., pp. 40-41.

58 Nel novembre del 1943 la dicitura di tali comandanti fu Stabsoffizier (ufficiali di stato

maggiore), stessa dicitura che essi avevano presso le province del Reich. Dal gennaio del 1944 divennero Verbindungsoffiziere, ufficiali di collegamento, dopo breve tempo presero la dicitura di Abschnittskommandeure, cioè comandanti di settore, e dalla metà del 1944 la definitiva dicitura di Einsatzkommandeure, comandanti operativi.

A partire dal giugno del 1944, anche la Schutzpolizei istituì dei comandi territoriali nelle diverse province: a Trieste oltre al Kommando der Schutzpolizei (Comando della polizia di difesa) vennero creati quattro Polizeireviere (distretti di polizia), mentre nelle città di Udine, Gorizia, Fiume e Pola furono insediati dei Schutzpolizeidienstabteilung (reparti di servizio o operativi).

Secondo lo storico Tone Ferenc alle dipendenze dell’Ordnungspolizei, nel settore settentrionale dell’OZAK, al confine con il Reich tedesco, si trovarono alcuni reparti della gendarmeria, «organizzati allo stesso modo che nel Reich e nelle regioni occupate che i tedeschi si proponevano di annettere al Reich» come ad esempio la Stiria e il Gorenjsko59.

Se nel primo periodo dell’occupazione, la presenza nel territorio di forze di polizia fu assai limitata, a partire dall’inizio del 1944 le forze andarono aumentando sempre di più, in parte per compensare la partenza di numerose unità della Wehrmacht, in parte per la continua crescita del movimento di liberazione. Come si è visto precedentemente per le forze dell’esercito, anche per quanto riguarda le unità della Polizia e delle SS queste subirono continui trasferimenti in base alle necessità del momento. Non si riuscì a mantenere una forza sempre stabile nel territorio, pronta ad arginare le bande partigiane.

Tra i primi reparti a giungere nel territorio il II e il III Btl. del SS-Pol. Rgt. 19, comandati dal tenente colonnello Willi Hertlein, che operò solamente nei mesi di settembre e ottobre prevalentemente in Istria; la più importante unità fu sicuramente il SS-Pol Rgt. 10, giunto nel giugno del 1944, direttamente dall’URSS, vi rimase sino alla fine della guerra; a metà gennaio del 1945 giunse l’SS-Pol. Rgt Alpenvorland – il Reggimento di SS-Polizia Prealpi - (a partire dal marzo 1945 verrà rinominato SS- Pol. Rgt. 9); il I. Btl./SS-Pol. Rgt. Bozen – I Battaglione del Reggimento di SS- Polizia Bolzano -, dal febbraio 1944 si fermò sino alla fine della guerra; sino alla fine si trovarono anche il III. Btl./SS-Pol. Rgt. 12 (dal novembre del 1944) e il III.Btl./SS- Pol. Rgt. 15 (dal novembre 1943)60.

59 T. Ferenc, La polizia tedesca cit., pp. 42-43; non si è riusciti a trovare alcuna informazione al

riguardo.

60 Qui sono stati citati solo i reparti principali, per approfondire periodo e permanenza di tutti i

reparti cfr. schema dei reparti in S. Di Giusto, Operationszone Adriatisches Küstenand cit., pp. 804- 807.

3.2.3 La Sipo/SD

La Sicherheitspolizei und Sicherheitsdienst61 comprendeva la Kriminalpolizei – Kripo – la polizia criminale, responsabile per i reati comuni, la Gestapo – Geheime Staatspolizei – la polizia segreta di stato ed in fine il Sicherheitsdienst, il servizio di sicurezza delle SS, facente parte del Reichssicherhaitshauptamt (RSHA)62. Dalla primavera del 1944 funzionò anche come servizio di informazioni militari, in appoggio alla Wehrmacht.

L’incarico di Befehlshaber des Sipo/SD in der OZAK (esclusa sempre la provincia di Lubiana), fu assegnato all’SS-Obersturmbannführer Ernst Weimann, che vi rimase in carica sino al maggio del 1944, quando fu trasferito in Romania. Il suo posto fu preso dall’SS-Brigadeführer und Generalmajor der Polizei Wilhelm Günther che proveniva dalla Polonia, dove aveva già collaborato a Lublino con Globocnick. Anche lui venne sostituito, questa volta per malattia, nel gennaio del 1945, e vi rimase sino alla fine della guerra, dall’Oberführer und Oberst der Polizei Emanuel Schäfer63.

Le funzioni esercitate dal comandante della Sipo/SD erano simili a quelle dei suoi colleghi nei paesi occupati: la «vernichtung» di tutti i nemici del nazismo e del Reich. La lotta agli oppositori del nazismo, l’individuazione e l’annientamento delle organizzazioni legate al movimento di liberazione, tutte le misure repressive nei confronti degli ebrei, la repressione della criminalità comune. Per quanto riguardava la repressione partigiana, che, come analizzato in precedenza, dal punto operativo e militare era affidato principalmente all’Orpo, si limitava alla raccolta di informazioni e ad operazioni di più spiccato carattere poliziesco, tra cui interrogatori, deportazioni e rappresaglie. A volte unità parteciparono ad operazioni antipartigiane tramite nuclei che, a fianco delle forze militari interrogavano i partigiani e i prigionieri. Secondo Carlo Gentile spesso queste unità consigliavano i comandanti sulle sanzioni da

61 Interessante in merito al ruolo della Sipo/SD il saggio di E. Collotti, Documenti sull’attività

del Sicherheitsdienst nell’Italia occupata, in «Il Movimento di Liberazione in Italia«, n. 83, aprile- giugno 1966, pp. 38-77.

62 Si tratta dell’Ufficio centrale per la sicurezza dello stato diretto da Ernst Kaltenbrunner. 63 Schäfer proveniva da Belgrado, dove dal 1942 al 1944 era stato Befehlshaber der Sipo/SD in

comminare e sull’applicazione delle misure di rappresaglia64. Compito delle forze della Sipo/SD era piuttosto quello di precostituire le premesse per la concreta azione repressiva, ciò garantiva alle sue unità uno spazio di azione e penetrazione in tutti i settori della società, senza limiti.

Vista la difficile situazione del territorio, ed il crescente pericolo rappresentato dal movimento di liberazione, la questione della «Bandenkampf» divenne per la Sipo/SD l’occupazione principale; vennero concentrate tutte le forze in questa lotta, lasciando agli organi di polizia italiani, ancora operanti, il compito di perseguire i reati comuni.

Il comando centrale della Sipo/SD aveva sede a Trieste, comprendeva circa 7 sezioni, che si occupavano dei problemi organizzativi, quelli economici, del personale sino ai problemi attinenti alla polizia segreta. La sezione più importante che riguarda la lotta al movimento di liberazione fu la Sezione IV, che aveva il compito di ricercare e reprimere gli avversari e la gestione degli arresti65. L’importanza e la responsabilità che ricoprì questa sezione in un territorio così difficile e pericoloso come fu l’OZAK, lo si può dedurre anche dal fatto che a capo della sezione non fu incaricato un capitano o tenente come nelle altre sezione ma un maggiore delle SS66. La IV sezione fu guidata sino all’ottobre del 1944 da August Schiffer, proveniente da Berlino, e poi da Hermann Metzker.

64 C. Gentile, La repressione antipartigiana tedesca nel Veneto e nel Friuli, in A. Ventura (a

cura di), La società veneta dalla Resistenza alla Repubblica. Atti del convegno di studi. Padova 9-11 maggio 1996, Padova, 1997.

65 Le sezioni A e B erano quelle impegnate direttamente nella persecuzione dei nemici del

Reich: IV A1 si occupava del comunismo, marxismo e fiancheggiatori, la IV A2 della lotta contro i sabotaggi, la IV A3 del liberalismo, opposizione, emigranti, la IV A4 della protezione e notifica degli attentati, la IV B1 del cattolicesimo politico, la IV B2 del protestantesimo, la IV B3 delle altre chiese e della massoneria, la IV B4 della questione ebraica. Tone Ferenc descrive così invece la sezione IV C 2: «Il Referto IV C 2 è il referato per le prigioni del comandante della polizia di sicurezza di Trieste. L’incarcerazione e la scarcerazione dei prigionieri passa di regola dal Referto IV C 2, dove si tiene anche uno schedario dei prigionieri che vengono rinchiusi in carcere, schedario ad uso del comandante della polizia di sicurezza. Le proposte di scarcerazione, le richieste per i campi di concentramento e per il lavoro nel Reich devono essere di regola presentate al capo della IV Sezione, che decide in merito»; in T. Ferenc, La polizia tedesca cit., p. 35.

Anche la Sipo/SD istituì nelle diverse province delle sue sedi, chiamate prima Aussendienststelle (sezione esterna o distaccamento) in un secondo momento Aussenkommando (comando esterno).

Per la provincia di Trieste fu responsabile inizialmente il Comando centrale della Sipo/SD dell’OZAK, poi, sembrerebbe a partire dalla metà del 1944, venne istituita un ufficio distaccato67. Presso l’Aussenkommando Görz si susseguirono ben tre comandanti: il capitano delle SS Kossek, poi il tenente delle SS Andreas Cerne e dal giugno del 1944 sino alla liberazione il capitano delle SS Herbert Wuth. A Fiume furono comandanti il tenente delle SS Zörnen, il capitano delle SS Heinrich Schlünzan (poi assegnato alla pubblica accusa presso il Tribunale Speciale di Trieste) e in fine il capitano delle SS Fritz Hinays. Presso la sede di Pola rimase per tutto il periodo dell’occupazione il tenente delle SS Helmut Prasch, tristemente conosciuto in tutta l’Istria. Austriaco di nascita, operò nella Gestapo nell’est a Kamnik, fu l’unico nell’OZAK a ricevere il «distintivo d’oro per la lotta contro le bande», per il suo grande impegno nelle lotta antipartigiana. L’Aussenkommando di Udine, responsabile per tutto il Friuli, fu il comando più grande, diretto prima dal tenente delle SS Binder, poi dal tenente Paul Möller e in fine dal capitano Heinz Schmiedtke. Nel territorio furono poi create delle piccole stazioni – Stützpunkte – che dipendevano dai diversi comandi provinciali.

3.2.4 Odilo Globocnick

Per meglio cogliere la politica tedesca di repressione nell’OZAK non si può prescindere dalla storia di uno dei principali protagonisti di quelle vicende. Tra le figure che guidarono la lotta contro il movimento di liberazione nel territorio, infatti, Odilo Globocnik68 fu certamente la personalità più significativa, soprattutto per il suo

67 Dai dati raccolti dallo storico Tone Ferenc, tale comando ebbe sede a Barcolla (periferia nord

di Trieste) in via Bonafata 3. Responsabile dell’ufficio fu, sempre secondo lo storico sloveno, il capitano delle SS Günther Labitzke.

68 Sulla figura di Globocnik cfr. il fascicolo personale come appartenente alle SS in BA, BDC,

microfilm 016A; si possono vedere poi l'articolo di M. Williams, Friedrich Rainer e Odilo Globocnik. L'amicizia insolita e i ruoli sinistri di due nazisti tipici, in «Qualestoria» n° 1, giugno 1997;

passato, e allo stesso tempo più intrigante. Figura di rilievo nella storia del nazionalsocialismo, egli fu da sempre molto legato al Reichsführer SS Himmler, che ne fece uno degli uomini più utilizzati, sia per la fedeltà al nazismo che per la forte personalità e capacità di azione, qualità che lo resero adatto anche ai compiti più difficili e particolari.. I risultati, però, non furono sempre eccellenti, la sua storia politica è ricca di trasferimenti per motivi di speculazioni illegali o frodi ai danni sembra persino del partito, che ne preclusero la carriera69. Alla fine del conflitto fu considerato come uno dei maggiori criminali nazisti della Seconda Guerra Mondiale.

Odilo Globocnik nacque a Trieste nel 1904 (la città all’epoca si trovava sotto l’Impero austro-ungarico) da una famiglia di lingua tedesca di piccoli impiegati dello Stato. In origine il cognome era Globotschnig, ma nel 1925 venne slovenizzato in Globocnik da un sacerdote. Il crollo dell’Impero austriaco lo portò in un istituto tecnico in Carinzia dove ottenne la cittadinanza. A Klagenfurt dette poi gli esami di stato per architetto, ma la sua carriera fu molto breve a causa delle sue scelte politiche. Fin dai 18 anni aveva aderito al partito clandestino nazionalsocialista, attività che gli procurò un anno di galera, la perdita del lavoro e la persecuzione politica della famiglia. Si iscrisse ufficialmente al Partito Nazista nel 1931 e poi a partire dal 1934 nelle SS. È in questo primo periodo di militanza che Globocnik conosce l’amico Rainer: nel 1934 i due lavorarono assieme al servizio informazioni delle SS come luogotenenti di Hubert Klausner (comandante dei nazisti carinziani). Colleghi e subito amici i due ebbero molto in comune: «entrambi provenivano da una famiglia di ceto medio dalle zone periferiche della Germania culturale.

l'interessante monografia di S. J. Pucher, In der Bewegung führend tätig. Odilo Globocnik- Kämpfer für den Anschluss, Vollstrecker des Holocaust , Klagenfurt, 1997; J. Poprzeczny, Odilo Globocnik. Hitler’s man in the east, Jefferson (NC), 2004; P. Black, Odilo Globocnik – Himmler Vorposen im Osten, in R. Smelser – E. Syring – R. Zitelmann, Dir Braune Elite 2, pp. 64-75; G. Reitlinger, Storia delle SS, Milano, 1965, pp. 360-365, e dello stesso autore La soluzione finale. Il tentativo di sterminio degli ebrei d’Europa, Milano, 1962, pp. 298-381 e 165-185; un interessante saggio è anche quello di E. Apih, Le rose di Globocnik, in «Il Bollettino dell’Istituto Regionale per la storia del movimento di liberazione di Trieste» (in seguito Bollettino) a IV, n 1, aprile, 1976.

69 Riguardo ai suoi problemi disciplinari cfr.: Reitlinger, La soluzione finale, Milano, 1962, pp.

Erano assillati dalla questione della razza, erano ambiziosi ed ebbero un ruolo attivo nel partito austriaco ai tempi dell’illegalità»70.

Prima che l'Austria venisse inglobata nella Germania nazista (1938), Globocnik era stato nominato nel 1936 capo del Partito della Carinzia. Divenuto uno dei più importanti membri del partito della sezione austriaca dopo l'annessione dell'Austria al Terzo Reich, il 22 maggio 1938 Hitler decise di nominarlo Gauleiter di Vienna. Quello che doveva essere un incarico di prestigio si rivelò invece l'inizio della fine della sua carriera politica: di fatto Globocnik sfruttò la sua posizione per arricchirsi e questo gli alienò le simpatie dei funzionari del partito, in particolar modo dell'ala cattolica. I continui scontri all’interno del partito nazista austriaco e gli scandali finanziari lo portarono ai margini del partito. Il 30 gennaio 1939, venne sospeso dall’incarico e al suo posto venne nominato Josef Bürckel.

Dal marzo al novembre del 1939 entrò come volontario nella divisione delle Waffen-SS «Das Reich», con il grado di SS-Untersturmführer, per prendere parte alla Campagna di Polonia. Tuttavia Himmler decise di richiamare Globocnik ad un nuovo importante incarico, e il 9 novembre 1939 venne nominato SS- und Polizei Führer (Comandante delle SS e della Polizia) del distretto di Lublino, nel Governatorato Generale (il nome assunto dalla Polonia tra il 1939 e il 1945). In questo incarico Globocnik mise in pratica la politica di espansione nazista, fatta di repressione, deportazione, germanizzazione e sfruttamento economico a fini di guerra. Numerosi furono i compiti a lui assegnati durante il suo soggiorno in Polonia: egli fornì un contributo determinante alla creazione ed all'organizzazione delle Selbstschutz, gruppi di autodifesa costituiti da uomini di etnia tedesca, e, a partire dal marzo 1943, venne nominato da Himmler capo operativo della «Ostindustrie», organizzazione che gestiva l'impiego degli ebrei nelle fabbriche di munizioni della SS e raccoglieva e gestiva i beni dei deportati. Fino al 1942 Globocnik, pur in netto contrasto con il governatore generale Frank, si dedicò alla

Documenti correlati