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francesco e Leonida Attar

2.2. Eruditi

2.2.1. francesco e Leonida Attar

I decenni che segnarono il trapasso politico dal regime dei Lusi-gnano alla nuova dominazione sotto il vessillo di san Marco sembrano coincidere per Cipro con un periodo di profonda crisi culturale186. La situazione iniziò però a cambiare dall’inizio della terza decade del XVI secolo. La prima testimonianza scritta del nuovo clima intellettuale che andò diffondendosi nell’isola è costituita da un breve trattato composto da un esponente dell’erudizione locale e dedicato ad un rappresentan-te della classe dirigenrappresentan-te veneziana: il Discorso intorno l’isola di Cipro di francesco Attar. Membro di una famiglia cipriota di probabile origine siriaca, Attar offrì la propria opera al luogotenente veneziano Sebastiano Moro, in carica dal 1519 al 1522, inserendovi ampi ragguagli sulla storia, sulla geografia e sull’economia dell’isola, nonché precisi riferimenti al suo

186 Cfr. Grivaud 1996a, p. 1128: «`H kat£stash st¾n KÚpro enai qol¾ tÒso, éste ¹ per…odoj poÝ kalÚptei t¦ œth 1480-1520 n¦ mbore‹ n¦ carakthrisqe‹ sunolik¦ æj mi¦ per…odoj kat¦ t¾n Ðpo…a basileÚei mi¦ baqÚtath kr…sh tîn gnèsewn».

passato classico e alle testimonianze di esso che all’epoca erano ancora visibili187.

La versatilità dell’opera di Attar è ben rispecchiata dai diversi titoli che la identificano nei numerosi codici in cui essa è tràdita188. Ampiamente dif-fusa nelle biblioteche di Venezia e di molte altre città europee, essa fu pub-blicata per la prima volta da Louis de Mas Latrie nella sua monumentale Histoire de l’île de Chypre sous le règne des princes de la maison de Lusignan189. Lo storico francese non procedette però ad una collazione dei vari testimoni manoscritti, ma scelse anzi con criterio discutibile l’esemplare da cui ricavare la propria edizione, per altro solo parziale190. Soltanto di recente è stata data alle stampe una versione integrale del Discorso di Attar: quella che il giovane Alessandro Magno accluse all’interno della narrazione della sua prima per-manenza a Cipro191.

Dimostrando una profonda familiarità con il territorio dell’isola, qua-lità che difficilmente avrebbe potuto guadagnare un pellegrino durante le brevi soste di un itinerario devozionale, Attar inserì nella propria opera

nu-187 Sul Discorso di Attar e sulla sua datazione vd. Grivaud 1988; Grivaud 1996a, pp. 1128-1133; Cavazzana Romanelli - Grivaud 2006, pp. 21-23. per i riferimenti crono-logici della magistratura ricoperta a Cipro da Sebastiano Moro vd. Arbel 1995, p. 533. Il luogotenente risiedeva a Nicosia, dove espletava le funzioni di viceré di Cipro (il titolo regale spettava al doge di Venezia); la sua carica costituiva il grado più alto dell’amministrazione civile dell’isola negli anni in cui essa fu governata dalla Serenissima.

188 Cfr. a titolo dimostrativo: BMCVe, ms. Cicogna 3182/13: Descrizione dell’isola

di Cipro; BL, Royal ms. 14.A.XIII, ff. 701r-718v: Discorso dell’isola di Cipro; BMCVe, ms.

Cicogna 3187/3: Discorso intorno l’isola di Cipro; BMCVe, ms. Donà dalle Rose 45, ff. 211r-236v: Informacione dell’isola di Cipro; BL, Egerton ms. 1087, ff. 233r-243r: Informatione

dell’isola di Cipro; BMCVe, ms. Cicogna 3187/2: Instrutione del regno de Cipro; BMCVe,

ms. Cicogna 3596/7: Relatione del regno di Cipri; BMCVe, ms. Cicogna 3596/14: Relatione

di Cipro; BNf, ms. It. 1230: Relatione et particolare raguaglio dell’isola di Cipro; BMCVe, ms.

Correr 398: Storia di Cipro; BMCVe, ms. Cicogna 3186/1, ff. 1r-42v: Storia compendiosa del

regno di Cipro; BNM, ms. It. VII, 918 (8392), ff. 251r-269v: Trattato di Cipri.

189 La sezione principale del Mémoire fu edita in Mas Latrie 1855, pp. 519-536; cfr. anche Mas Latrie 1855, pp. 493-513.

190 Sulla base delle riserve espresse da Grivaud 1988, si è deciso di non ricorrere all’edizione del Discorso pubblicata da Mas Latrie, ma di utilizzare come testo di riferimento l’esemplare manoscritto conservato in BMCVe, ms. Cicogna 3187/3, contenente al f. 94v la dedica al luogotenente Sebastiano Moro e ritenuto più aderente alla stesura originaria dell’opera.

merosi riferimenti ai più celebri episodi della storia antica di Cipro e ai topo-nimi locali attestati dagli autori classici. Questo sforzo intellettuale induce a considerare il Discorso dell’erudito come una delle fonti di maggior interesse per la conoscenza dei siti archeologici dell’isola in epoca rinascimentale. Esso costituisce inoltre un esempio paradigmatico del singolare amalgama cultu-rale che si creò a Cipro negli anni della dominazione veneziana192.

L’opera si apre con un elenco degli scrittori greci e latini che Attar uti-lizzò come proprie fonti. In esso figurano, in ordine di menzione, Tolomeo, plinio, Strabone, Erodoto, Giustino, plutarco, Isocrate, nonché, più generi-camente «altri istorici et etiam poeti greci et latini»193. L’erudito si sofferma poi a ricordare come Salamina facesse parte del novero dei leggendari luoghi natali di Omero194, additando al tempo stesso l’errore di molti suoi contem-poranei che, non avendo «visto ptolomeo, né considerado li gradi», crede-vano che la città fondata da Teucro si trovasse presso il moderno abitato di Saline e ne identificavano i resti con quelli dell’antica Cizio195.

In questa sezione dell’opera le informazioni riportate da Attar si dimo-strano nel complesso corrette e ben argomentate: per quanto concerne la storia antica si può dunque temperare il giudizio che la critica più recente ha espresso sulla produzione dell’erudito cipriota196. Rimane tuttavia da chiari-re il rapporto che lega il Discorso agli Annali veneti di Domenico Malipiero (diarista veneziano morto nel 1515), al cui interno figura un capitolo intito-lato Acquisto del regno di Cipro, il cui contenuto coincide spesso alla lettera con quanto riferito da Attar197.

192 Sul panorama culturale dell’isola nel periodo veneziano vd. Grivaud 1996a, pp. 1109-1204.

193 BMCVe, ms. Cicogna 3187/3, f. 95r.

194 Questa tradizione è attestata principalmente da paus. X, 24, 3. Cfr. Chavane-Yon 1978, p. 95, n. 202; Serghidou 2006, pp. 169-170.

195 BMCVe, ms. Cicogna 3187/3, f. 95r: «Quantunque molti che non han visto pto-lomeo, né considerato li gradi, né come Salamina è notata ne la facia orientale de l’isola, s’ingannano, credendo che Salamina sia stata dove è hora Larnica a Saline, nel qual loco soleva essere una cità chiamata Citio».

196 Cfr. Grivaud 1996a, p. 1133.

197 La sezione degli Annali di Malipiero relativa a Cipro si trova edita in Sagredo 1843-44, pp. 589-613. Sul rapporto fra l’opera di Malipiero e quella di Attar vd. Grivaud 1996a, p. 1133, nota 49, dove viene giustamente ventilata l’ipotesi di un influsso esercitato dal Discorso sulla seconda redazione degli Annali, curata post mortem dal senatore veneziano francesco Longo; cfr. Sagredo 1843-44, pp. xix-xxiii.

Dopo un inciso sulla prima età cristiana ed un lungo excursus di matri-ce annalistica sui secoli della dinastia dei Lusignano, Attar passa ad esporre alcuni argomenti di natura geografica, narrando con toni fantastici gli eventi connessi alla leggendaria fondazione di Nicosia. Segue una lista delle «altre cità et castelli al presente habitate» (famagosta, pafo, Kouklia, Cerinea e Limassol), per ognuna delle quali viene individuata una corrispondente de-nominazione antica198. Nei migliori testimoni manoscritti del Discorso dopo questo breve raffronto figura, senza soluzione di continuità, un secondo e più sostanzioso elenco di toponimi antichi, ciascuno dei quali è accompa-gnato da una proposta di identificazione con una località della Cipro cin-quecentesca199.

L’abbondanza di dettagli inerenti all’antico assetto geografico dell’isola tradisce la dipendenza di questa sezione da un’opera della letteratura classica. L’ordine di esposizione dei toponimi e la terminologia adottata da Attar con-sentono di determinare con certezza che l’auctoritas alla quale egli si rifece era costituita da una versione latina della Geografia di Tolomeo, opera che nei primi decenni del Cinquecento era ormai universalmente nota, grazie anche alle numerose edizioni a stampa che ne circolavano (fig. 13)200.

La conoscenza diretta del testo di Tolomeo è del resto esplicitamente riconosciuta dallo stesso erudito cipriota, allorché egli afferma:

È da notare come la descriptione de l’isola al modo di numeri dela longitudine et latitudine scripti nel ptolomeo vien ad esser falsa in più lochi, […] né è da maravigliarsi che così sia, imperoché in la descriptione de la costa de la Soria si vedeno molti errori, li quali o procedeno per la mala observatione de alcuno a chi forsi fu dato il carico de ptolomeo, overo per corruptione de numeri. Il ché più tosto iudico sia, ché ne ho visto in più ptolomei, etiam scripti a mano, gran diversità de numeri de l’uno a l’altro201.

198 BMCVe, ms. Cicogna 3187/3, f. 100v (cfr. Naar 2002, p. 553).

199 BMCVe, ms. Cicogna 3187/3, ff. 100v-102r. Altri esemplari dell’opera riportano questo elenco di toponimi antichi in posizione separata, solitamente a conclusione dell’in-tero scritto: cfr. Naar 2002, pp. 575-578.

200 Cfr. ptol. V, 14, 1. Sulle traduzioni latine dell’opera tolemaica e sulla loro diffu-sione a stampa vd. Baldacci 1992, pp. 521-524. Sulla conoscenza di Tolomeo nei circoli umanistici veneziani vd. Cattaneo 2004.

Cominciando dal promontorio di Acamante e proseguendo secondo lo stesso senso antiorario impiegato dal proprio modello, la lista di località compilata da Attar rappresenta il primo tentativo a noi noto di individua-zione sistematica di tutti i toponimi ciprioti attestati all’interno di una fonte geografica antica. Non è questa la sede per soffermarsi su ciascuna delle iden-tificazioni proposte dall’erudito: risulta comunque chiaro che, nell’insieme, Attar possedeva un’ottima conoscenza del territorio cipriota e una notevole capacità esegetica, resa evidente dall’approccio critico con cui egli utilizzò lo scritto di Tolomeo. Come avremo modo di vedere nel caso specifico della regione di pafo202, gli abbinamenti fra toponimi antichi e località moder-ne suggeriti dall’erudito risultano il più delle volte corretti. Allo stesso tempo l’elenco stilato da Attar può a ragione essere considerato come una vera e propria istantanea dello status in cui versavano i principali siti archeologici dell’isola nei decenni centrali della dominazione veneziana.

Compatriota e parente di francesco fu l’esperto di ingegneria idraulica e militare Leonida Attar. Attivo nella città lagunare nei primi anni ’40 del Cinquecento, egli fece più volte ritorno a Cipro per sovrintendervi al rileva-mento dei confini dei beni demaniali e, in un secondo tempo, per collabora-re alla ristrutturazione delle roccaforti di famagosta e Cerinea. Il suo nome è però ormai noto soprattutto per la monumentale mappa dell’isola da lui disegnata nel 1542, attualmente conservata al Museo Correr di Venezia203. Ritenuto un «eccezionale elaborato grafico di sintesi descrittiva»204, questo documento fu realizzato per Cosimo da Mosto, sindico veneziano in Levante dal 1541 al 1543, il cui operato politico ed amministrativo interessò prin-cipalmente la gestione dei possedimenti della Serenissima a Cipro205. Ricca di ben 623 toponimi, la pianta è caratterizzata da un articolato apparato di simboli che rispecchiano i differenti aspetti demografici, topografici e difen-sivi dell’isola.

A testimonianza del vivo interesse di Attar per il passato classico del-la sua patria, nel disegno sono presenti anche alcuni riferimenti a località

202 Cfr. infra, par. 4.2.5.

203 BMCVe, Cartografia, cart. 28 bis/21. Ampi ragguagli sulla biografia di Leonida, sul contenuto della mappa e sul contesto in cui fu prodotta in Cavazzana Romanelli - Grivaud 2006.

204 Cavazzana Romanelli - Grivaud 2002, p. 297.

205 Sul tema, oltre all’acuta analisi di Arbel 1988, vd. ora Cavazzana Romanelli - Grivaud 2006, part. pp. 30-40.

antiche. Leonida volle infatti segnalare graficamente l’ubicazione di cinque siti noti dalle fonti classiche o dai resti archeologici che ancora sopravvive-vano ai suoi tempi: pafo Nuova («paphos»), Amatonte («Limiso Vecchia»), Aphrodision («frodisia»), Soli («Santo Xifi fu cità») e Salamina («famagosta Vechia»)206. Ricorrendo al simbolo utilizzato per contrassegnare gli edifi-ci sacri, nella regione di pafo l’autore della pianta indicò inoltre i presunti resti dell’antico tempio di Afrodite («tempio Venus»). Quest’ultimo, però, risulta localizzato non in corrispondenza del villaggio di Kouklia, ma, se-guendo un’interpretazione erronea diffusa in epoca rinascimentale, ad Ovest dell’abitato di pafo Nuova, nei pressi di un edificio appartenuto alla casata veneziana dei Badoer207.

Anche per quanto riguarda Aphrodision l’identificazione proposta nel-la mappa risulta erronea: confondendosi forse con il santuario di Afrodite Acrea menzionato da Strabone, Attar localizzò infatti questa antica città sul-la sommità delsul-la catena dei monti Troodos. L’esul-laborata raffigurazione di un edificio religioso che contrassegna questo sito sembra inoltre indicare, più che un monumento antico, il complesso monastico della Madonna di Kyk-kos, che altrimenti risulterebbe assente dalla pianta208.

Corretta e visivamente d’impatto è invece la rappresentazione dei for-nici del celebre acquedotto bizantino che, partendo dalla regione di Chitria e attraversando la pianura della Mesaoria, garantiva l’approvvigionamento idrico di Costanza (fig. 14). Nelle vicinanze di questa città, il cui nome, all’epoca di Attar, si riferiva ormai solamente all’area palustre posta alle foci del pediaios, la mappa indica anche la mole della Torre dell’oca («L’oca»), nei cui pressi, come risulta dal diario di viaggio di Oldřich prefát, si trovava un tempo la chiesa rupestre di Santa Maria della Grotta209. per quanto concerne infine l’abitato di Salamina, una legenda posta accanto alla sua raffigurazio-ne ricorda sinteticamente, come già aveva fatto francesco Attar, che esso era ritenuto la città natale di Omero.

206 Cfr. Cavazzana Romanelli - Grivaud 2006, pp. 50-51.

207 Cfr. infra, par. 4.2.5.

208 Cfr. Cavazzana Romanelli - Grivaud 2006, pp. 50-51. Sulla città di Aphro-dision, ubicata sul tratto orientale della costa settentrionale di Cipro vd. Bekker-Nielsen 2004, pp. 157-158.

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