V E S C O V O D I L U N I
Q u a n d o il V e s c o v o Giovambattista Saivago, che resse la C h ie sa di Luni-Sarzana dal 1590 al 1 6 3 1 , fece dipingere
« nella sala episcopale.... la maggior parte de’ Vescovi e di
» altri uom ini illustri della . . . città e provincia », affi
dando la scelta de’ personaggi e le iscrizioni dichiarative, da m ettersi a ciascun ritratto, al canonico sarzanese Ippo
lito Landinelli ( 2 ) , sotto a quello del Vescovo Francesco fu s c r itt o : Franciscus Petrasancta, mediolanensis, electus fu it a foanne X X I I I , confirmatus a Martino V Concilio Constantiae, etc.
Il L an din elli anche nelle sue Storie manoscritte di Luni e Sarzana to rn a a sostenere che Francesco era un « nobile milanese » e che apparteneva all’ illustre famiglia de’ Pietra
f i ) A p a g . 1 7 6 Γ A p r o s i o consiglia allo Stigliani la lettura dei buoni scritto ri « s i c c o m e l ’ h a copiosissima di cattivi ».
(2) « O p e r a fatta da m e, in grazia di mons. Saivago, nostro V esco vo ,
» s eb b e n e c o l d a na ro de’ poveri preti », la dice il Landinelli stesso
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santa ( i ) ; opinione che venne pure abbracciata, con calore g r a n d e , da Bonaventura D e ’ Rossi e dal Sem eria, e contra
detta dall’ U g h e lli.
E c c o che cosa scrive quest’ ultim o: « Franciscus ex oppido
» Petresanctae, tuscus, canonicus lucensis, et Joannis X X I I I
» cubicularius, ab ipso Episcopus creatus pridie nonas martii
» anno 1 4 1 5 . V ix it usque ad N icolai V tempora, qui Eccle-
» siam L u n en sem cum Sarzanensi perpetuo univit cum
» utriusque Ecclesiae denominatione (2) ». Il D e ’ R o s s i, al co n tra rio , esce a dire : « essendo stato promosso all’ Arci-
» v e s c o v a t o di N apoli da G iovanni X X I t i Giacom o » de’
R o ssi, p arm igian o, « nostro V es co v o , l’anno del Signore 1414,
» co ntro l ’ opinione dell’ U g h e lli, che dice aver retta questa
» C h ie sa sin all’ anno 1 4 1 5 , gli fu dallo stesso papa Gio-
» vanni X X I I I dato per successore nella Chiesa episcopale
» di L u n i Francesco Pietrasan ta, nobile m ilanese, che dal-
» Y U g h e lli suddetto viene impropriamente descritto per na-
» tiv o di Pietrasanta, terra nobile di T o s c a n a ; ma nella ge-
» rarchia ecclesiastica, dipinta nella sala del V escovato nostro
» di Sarzana, si descrive per milanese della famiglia Pietra-
» santa. E che per verità questo prelato fosse assunto alla
» cattedra episcopale di L u n i li 4 marzo 1414, e non del
» 1 4 1 5 , si p rova dal possesso del suo V es co v ato p re so , a
» n o m e suo e com e suo commissario, li 29 aprile dell’ istesso
» anno 1 4 1 4 , da G iaco m o di Sarzanello , suo Vicario gene-
» rale, c o m e consta dagli atti di A ndrea del q. Giacobino
» G r iffi, no taro sarzan ese, e nel suo protocollo di detto
(1 ) La n d i n e l l i, O rigine dell’ antichissim a città d i L u n i e sua distruzione-, della città d i S a rza n a e d i tutte le cose p iù notabili appartenenti alla detta citta , a tutta la Provincia d i L u n i, alici Chiesa Lunese ed a’ suoi V esco v i ; c a p . 47.
(2) Ug h e l l i, Ita lia sacra. R o m a e , M D C X L I I I I ; to m . I, c o l. 923.
G i o r n . L i g u s t i c o . Anno X I X .
» anno a c. 51 terg o ; com e anco dalla patente ove deputa
» detto G iaco m o da Sarzanello, canonico, per il suo Vicario
» nella Chiesa Lunese , con li soliti carichi et onori ( 1 ) ».
Il S e m e r ì a , alla propria v o l t a , afferma che Francesco « era
« nato in M ila n o , dell’ illustre famiglia di Pietrasanta, della
» quale scrive il M uratori ne’ suoi A n nali (all’ anno 1313)
» con m o lta erudizione , e non già nativo della ricca terra
» di P ie t r a s a n t a , com e asserisce Ughelli. Provasi la sua
» p ro m o zio n e alla Ch iesa di Luni nell’ anno 1 4 1 4 , dal pos-
» sesso del V e s c o v a d o , che in nome di lui prese Giacomo
» da Sarzanello il 29 aprile dell’ indicato anno. C o s i pre-
» cisam ente Bonaventura D e’ R o s s i, citando gli atti no-
» tarili di A n d rea Griffi (2) ».
In questa controversia chi ha ragione è 1’ Ughelli, chi ha torto in tutto e per tutto è il D e ’ Rossi e il suo copiatore Sem erìa. A p ro infatti il registro n. 3 degli atti del notaio A n drea G r if f i , che va dal 26 maggio 14 14 al 19 febbraio 1421 e si conserva nelF A rchivio Notarile di Sarzana, e trovo a c. 42 tergo - 44 un monitorio di Agostino de’ Fran- ciotti di C a r r a r a , de’ 18 marzo 1415 , col quale, nella sua qualità di V icario generale di Giacomo de’ Rossi Vescovo di L u n i, cita G io vanni, arciprete della chiesa di S. Stefano di Marinasco, a comparirgli dinanzi, dentro sei giorni, per dar conto d’ alcune gravi colpe che aveva commesso. Ecco dunque posto in sodo che il 18 marzo del 1415 Giacomo de’ Rossi era sem pre V es c o v o di Luni. Di più; l’ atto che il cronista D e’ Rossi asserisce del 29 aprile 1414, è invece del 29 aprile 1 4 1 5 ; e gli atti poi sono due, e di questi uno è realmente
(1) De’ Ro s s i, Collettanea copiosissima di memorie e notifie istoriche ap
partenenti alla città e P rovincia d i L u n i; ms. presso il cav. A lessandro M a g n i-G riffi di S a r z a n a ; to m . II, c. 561 tergo e seg.
(2) Se m e r ì a, Secoli cristiani della L ig u r ia ; II, 87.
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del 29, l’ altro del 28 d’aprile, e stanno a c. 50 tergo - 51 e 51-52 del registro suddetto. In forza del primo di questi a t t i , essendo congregato nella sacrestia della chiesa m a g giore di S. Maria di Sarzana il Capitolo lunense , composto dell’ arcidiacono Baldassare da M oncigoli e de’ canonici Iacopo da Sarzanello, Guglielmuccio da Fosdinovo , Biagio de’ M e r cati di Sarzana, Antonio da Viano, Giuliano de’ Benedetti di Pisa e Giuliano degli Alfieri di Pontremoli ( 1 ) , il giureconsulto
( 1 ) Q u e s t a fa m ig lia fin dal 29 aprile del 1384 era stata insig nita da V e n c e s l a o R e de’ R o m a n i del titolo di conte e del p r i v i le g i o di l e g i t t i m a re b astardi e di creare giu dici e notai. Il dip lom a si l e g g e a c. 99 t e r g o del re g is tro n.° i , seg nato A , de’ contratti di ser C o r r a d in o Bei- m e sse ri dal 1 4 1 7 al 14 2 0 , che si co n se rv an o n e l l ’ A r c h i v i o N o t a r ile di P o n t r e m o l i . E sse n d o inedito, qui lo tra s c riv o :
« V e n c e s la u s , D e i gratia, R o m a n o r u m R e x sem p er a u g u stu s et B o em ie
» R e x , nob ili A l e x a n d r o filio q uondam Fra n cisc h ini de A l fe r i i s de b u r g o
» P o n t r e m u l i , nostro et im perii sacri fideli d ile c to , g r a t ia m n o i t r a m et 0 o m n e b o n u m . E x ig u n t tua m erita probitatis et fidelitatis o b seq u ia , n ec
» non h a b itu s scientifici fam a, quibus in conspectu nostre ce lsitudinis, que
» d ignis d ig n a consu evit rependere multipliciter co m m e n d a r is ut te de
» b e nig n itate solita ad m un ificen tiam liberales reddam ur teque dignis h o -
» n o r u m fastig iis e x t o l l a m u s , supplicationibus itaque tuis seren itati nostre
» pro te n u p e r exhib itis favorabiliter ann uentes, volentes q uod te p re m is -
» so ru m m e r i t o r u m intuitu nobis et sacro im p erio per in defessi laboris
» c o n sta n tia m reddere pro m p tiorem , tibi et heredibus tuis , p er m ascu-
» lina m li n e a m descendentibus, ut natos quoslibet ex ille g itim o , adulterino
» et in c estu o so concubitu utriusque sexus, h o m in es p leb e ios d u m ta x at ac
» in ferioris seu co m m u nis status, in civitatibus, c a s te llis , b u r g is , castr is,
» oppidis et villis m a n e n t e s , et nullo m o d o nobiles seu s u b lim e s per-
» s o n a s , quas nostre potestati reg a li o m n im o d e r e s e r v a m u s , le g it im a r e
» ad le g i t im a iura, h o n o r e s , actiones, iurisdictiones et successio n es t e m -
» p orales in bonis p a r e n t u m , a g n ato ru m et co g n a to ru m , a bsqu e t a m e n
» le g i t im o r u m he re d u m preiuditio, re d u ce re ; nec non t a b e llio n e s seu no-
» tarios p u b lic o s ac iudices quoslibet ordinarios cr eare et c o n stitu e re re-
» gali auctoritate nostra valeas, tenore presentium, de certa n ostra scientia
» d am us et con ced im u s p len am liberam a u c to rita te m , b a y l i a m et o m n i
-N ic c o la o da M o n cigoli « exibuit... licteras in form am brevis
» reverendi in X rispto patris et d o m in i, domini Francisci
» de P etrasan cta, D ei ac A p osto lice sedis gratia Episcopi
» Lunensis et C o m itis , directivas dictis dominis Capitulo et
» canonicis » insieme con più altri docum en ti; e il Capitolo, dopo matura d e lib e ra z io n e , riconobbe e accettò come com
missario e vicario del nuovo Eletto il collega Iacopo da Sarzanello. Il quale poi nel giorno successivo, appunto nella sua qualità di com m issario e vicario di Francesco da Pietra
santa, a n o m e e per conto di lui, pigliò possesso della Chiesa di L u n i « coram cleri et populi moltitudine copiosa », a suono di campane e con tutte le formalità e i riti voluti dai canoni.
C o m e si rileva poi da un altro strumento, rogato dal me
desim o notaio, che si legge a c. 70-72 del protocollo stesso, il A,7esco vo Francesco andò ad abitare nella casa degli eredi di ser G io van n i de’ Bonaparte, e li appunto il 18 agosto del 1 4 1 5 , alla presenza del suo Vicario Antonio de’ Macchia velli di M odena ( 1 ) e di altri testimoni, elesse procuratore suo e della C h iesa Lunense A resm in o de’ Ferrari q.m Cresoli di Mi
la n o , per chiedere e esigere ciò che gli era d o v u to , anche occaxione doane salis.
» m o d a m p o te s ta t e m teque et hered es tuos h o n o re creationis et consti-
» tu tio n is h u iu s m o d i lib eraliter in signim us ; c o n stitu entes, facientes et
» crea n te s te n o s tr u m et sacri im p erii com item p a l a t i n u m , quacumqu e
» l e g e c o n tr a r ia n on o b s t a n t e , presentium sub regie nostre maiestatis
» s i g illo t e s t im o n io literaru m . D a t u m P r i g e , anno D o m in i millesimotre -
» c e n t e sim o o c t u a g e s im o q u a r t o , indictione v i j , tercio kalendas m a ij,
» r e g n o r u m n o s tr o r u m B o e m ie x x j , R om anoru m ve ro octavo. A d man-
» d a tu m d o m in i R e g is , etc. »
(1) II 19 n o v e m b r e del 14 18 il V e s c o v o F rancesco esonerò il Macchia- v e l l i d a ll’ ufficio di suo V i c a r i o generale e pro cu ratore in spiritualibus et temporalibus.
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In tutti questi atti è sempre chiamato Franciscus de Petra
sancta ( i ) , che era non già il cognome della famiglia , ma il nom e del paese nativo, come prima di ogni altro affermò Γ U gh elli, colla scorta delle carte dell’Archivio Vaticano, che ricevono larga e pienissima conferma da quelle degli A r c h iv i di Pietrasanta e di Lucca.
V in cen zo Santini, tenendo appunto a guida i documenti pietrasantesi, cosi scrive di lu i: « Veniva nominato nel 1404
» dagli Anziani della T erra » di Pietrasanta « e confermato
» dal V e s c o v o » di Lucca, Niccolò Guinigi, « Rettore degli
» altari di S. Antonio e di S. Lucia, posti nel nostro duomo;
» onde mi do a credere che fosse in quei giorni ordinato
» sacerdote. Indi fu eletto canonico della cattedrale » di Lucca. « Era frattanto vacata nel 1410 la chiesa di S. Fe-
» licita » di Pietrasanta, « onde i canonaci, preti e cappel-
» lani della medesima si riunirono e lo nominarono P ie -
» vano, e commisero al venerabile prete Piero di Bartolom eo
» Ser Pieri di Pietrasanta, uomo di fama onesta e di lodevol
» vita e c o s t u m i, di recarsi in Lucca come loro procuratore
» acciò il V es co v o assentisse a riunire la Pieve alla prebenda
» del canonico Francesco ; lo che avvenne il ventidue di-
» cembre » (2).
Il padre del nostro V e s c o v o , per nome G u i d o , era figlio di Manfredo di L an duccio, e in una carta dell’ A rchivio di Pietrasanta del 1396 così si trova sottoscritto : « E go Guido
» quondam Manfredi de Petrasancta , lucanus civis, notarius
» et cancellarius Lucani Comunis ». E per essere figlio d’ un Manfredo (che il Santini vuole, non so per altro con quanto fo n d a m e n to , « discendente dei Nobili di Corvaia e V a
l-(1) S o lta n to in un atto de’ 5 dicembre 1415 è c h ia m a to F ra n ciscu s ser G uidonis de Petrasancta.
(2) Sa n t i n i, Commentarii storici sulla Versilia centrale; V I , 12 e seg.
» lecchia » ) , ora vien chiamato Guido da Pietrasanta, ora Guido Manfredi. C o m in c iò col servire il C o m u n e della terra n a tiv a , « trovandosi ad esso pagate nel 137 7 delle rate per
» tenere le scritture di quello ». L ucca gli aprì largo campo a far mostra del suo ingegn o, atto singolarmente nel trattare i pubblici negozi, onde non solo venne eletto Cancelliere del C o m u n e e im piegato in diverse ambascerie, ma scelto a se
gretario e tenuto com e il più caro de’ favoriti e de’ confi
denti da P a o lo Guinigi, dopo che divenne Signore di Lucca.
G u id o era per giunta buon le tte r a to , com e stanno lì a pro
v a r l o , non tanto le lodi de’ contem poranei, quanto i docu
m en ti del g o v ern o di Paolo , in gran parte di mano di l u i , e che « possono dirsi, per il tempo che correva, assai lode-
» v o lm en te ed elegantemente scritti » ( 1 ) .
A l l ’ influenza grande del padre e al favore de’ Guinigi dovette Fran cesco la mitra lunense; e il padre in occasione appunto che venne creato V esco v o bisognò che mettesse m ano alla b o r s a , non senza disagio. N e fa fede il curioso d o cu m en to che qui trascrivo (2).
Nota de’ libri che io Guido de Petrasancta assegnai a ser Jahanni T u r c h i, mio genero, a dì primo octobre 14 2 0 , per li fiorini dugento d’ oro, li quali io li debbo dare, che me ne ser
vine lu i et messer Urbano, suo fra tello, quando messer Fran
cesco, mio figliuolo, f u fatto Vescovo di L u n i, che li depuoseno in sul Banco de’ Guinigi. L i libri sono questi:
2. Paulo Orosio.
14. L e Genealogie Deorum.
8. Secunda secunde beati Tome.
10. Uguccione, bellissimo.
( 1 ) Bo n g i, D i Paolo G u in ig i e delle sue r icch e n e, discorso; p. 23.
(2) A r c h i v i o di S t a to in Lucca. G o ve rn o di P a o lo G u in ig i; filza B , di n. 37.
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4. Psalterio chiosato.
12. Josepho de Antiquitate Judaica.
12. Augustino de Civitate Dei.
6. L e pistole familiari del Petrarca.
1. Buccolica del Petrarca.
4. Virgilio Eneidos.
3. Claudiano Magiore.
20. Tragedie di Seneca, bellissime.
6 . Valerio Maximo.
2. Oratio.
2. Catelinario et Ingurtino.
3. Macrobio de Somnio Scipionis et de Officiis.
4. Piero de Crescentiis.
2. Cantica Canticorum et Ecclesiastes.
2. Epistole beati Pauli.
5. Terentio.
1. D e Secreto conflictu curarum suarum.
5. Tullius de finibus bonorum et malorum.
5. De natura Deorum et alia opera.
2. Boccaccius de fluminibus et montibus.
6. Aristoteles de Animalibus et alia plura eius opera.
2. Priscianus Maior.
6. Plures orationes Tullii.
3. Rethorica vetus, de Officiis et de Amicitia.
9. Plura opera T ullii in uno volumine.
3. Tullio de Tusculanis questionibus.
5. De Partitione oratoria, de Legibus et de Celo et Mundo.
2. Oratione di Demostene et alia opera.
2. Oratione di Eschine.
2. Cas sio doro.
2. Le Confessioni d’ Agustino et alia opera.
2. D e fato et fortuna Colucci.
2. Vita Marcii Antonii.
2. P bedon de Imm ortalitate anime.
2. Bcrtoliniis super Retborica nova.
2. Sta tius Tbebaydos.
2. Cecbus de Eschulo.
2. O vidio de Ponto et de Tristibus.
2. P salterium cum gìosis.
G u i d o d e P e t r a s a n c t a ad fidem et testimonium promissorum subscripsi manti propria ( i ) .
A n c l i e n e l suo te s ta m e n to , rogato in L u c c a il 9 ottobre del 1 4 1 9 , r ic o rd a le g r a v i spese fatte per il figliuolo V e s c o v o e l’ o b b l i g o c h e a q u esto c o r r e v a di pagarle. « Judicavit, dixit
» et m a n d a v it » ( s o n p a ro le del testam en to ) « quod in casu
» q u o d r e v e r e n d u s pater dom in u s L u n e n s is E p is c o p u s , filius
» suus , n o lle t s o lv e r e et satisfacere his q u i , ad instantiam
λ dicti testatoris , de certis pecuniis pro impensis dicti Epi-
» sco p a tu s o b t i n e n d i , sibi s u p e r v i v e r u n t , sicut apparet in
» q uad am v a c c h e tt a m an u dicti testatoris, qui iure et realiter
» per d ictu m E p is c o p u m solvi debent, cum pro c o persol-
» v e n d o in C u r i a taxas et alia ordinata fuerint per ipsum
» t e s ta to r e m m u tu o acquisita, tunc et eo casu, ne conscientia
» dicti te s ta to ris g ravata r e m a n e a t , et hi qui superviverunt
» e x in d e n o n recipiant d e trim e n tu m , debeant prcdictos suos
» h e r e d e s de bonis hereditariis prout unicuique contingent
» p r o rata so lv i et restitui his qui recipere deberent ( 2 ) ».
(1) I n u m e r i posti in fronte a ciascuna delle opere indicano il pre zzo in fiorini d ’ o r o . S ta m p a i g i à q uesto d ocum ento a pp. 36*38 de ll' Epistola P e r e g r i n i de B e l m e s s e r i s pontrem ulensis. L u cae , typis Josephi J u s t i , M D C C C L X X X ; la qual Epistola è appunto indirizzata a G u id o da P i e t r a s a n t a . S i to c c a in essa anch e del V e s c o v o F rancesco :
E r ig it insignem te nati maxima virtu s, Praesute quo gaudet diruta Luna pio.
(2) A r c h i v i o N o tarile di Lucca. Contratti di ser A nto n io Moro velli.
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Nel ricco carteggio di Guido , che era in corrispondenza amichevole con Coluccio Salutati, col Donato, arcivescovo di Candia ( i ) , con Francesco Barbaro e con altri de’ letterati d’ allora; carteggio che si conserva a Lucca nel R. A rc h iv io di Stato (2 ) , parecchie son le lettere del nostro Francesco.
Per saggio ne trascrivo una alla madre, Margherita de’ B u z
zolini ; ed è la sola che sia dettata in volgare.
C a r i s s i m a e honoranda madre. A questi di ò sentito in quanto p e r ic h o lo è stata M a d a le n a nostra ; della qual cosa, oltra li grandi affanni e m alan- ch o n ie c h e io ò , n’ ò preso grandissim o dispiacere in fino a questo d ì , dapoi é t o rn a to lo m io f a m i g l i o , che m ’ à tucto c o n f o r t a t o , d ice nd o m i co m e e lla è fu o ra dì pericholo, e che è per guarita ; e c o s ì D i o li presti gratia. P r e g o v i la confortiate per m ia parte. B envenuto vie n e co stà per quelle cose c h e altra vo lta vi mandai a dom andare : p r e g o v i g lili diate.
E perch é lui r ’ i dice che voi avete uno la v o r o di seta, c h e serebbe b u on o a qu e llo c e r c h o di fare, vi pregilo caram en te vi piaccia di m a n d a r m e l o : a v i z a n d o v i , c h e se m e lo m a n d a r e t e , arete la parte v o s t ra d e lle Messe e delti O f l k j si diranno 0 faranno con quelli. A l tr o per q u e sto n on ci è a dire. X p o vi gu ard i. Salutate tucta la nostra brigata per m ia p arte. D at.
in S a rz an a , a di x x v i j febraio.
(1 ) Il D o n a t o in una lettera de’ 20 m arzo 1418 lo c h ia m a « lette ra
tissim o ». C f r . Bo n g i, op. c i t ., p. 24.
(2) È c o m p r e s o in undici f i l z e , e dal 1397 arriva a tutto l ’ anno 14 2 1.
Si trova nella serie intitolata : Governo di Paolo G u in ig i, n. 19-29. In una filza d ’ A ffa ri diversi della stessa serie, che ha il n u m e ro d ’ ordin e 35, si le g g o n o alcune Inform azioni sul Vescovato di L u n i , scritte a ric h iesta di G u id o .
(3) A t e r g o di questa lettera si leg g e , di m ano del V e s c o v o : Honorande alque h o iu sk domine D . Margarite de B u{olinis de Luca matri carissim e.
Fu stam pata dal S a n t i n i (op. cit. V I, 13-14) una lettera del N o s t r o , scritta da S arzan a il 6 novem bre del 1418 e indirizzata agli A n z i a n i d e l C o m u n e di Pietrasanta.
Fr a n c i s c u s Ep i s c o p u s Lu n e n s i s e t Co m e s
A f f e r m a il D e ’ R o s s i, e co n buon fo n d a m e n to , che il V e s c o v o F r a n c e s c o v e n n e « co n firm ato nelle sede » da papa M a r t in o V . E rr a p erò n el s o s te n e re ch e dallo stesso P on te
fice tu , in pari t e m p o , « o m n in a m e n te esclu so » il V e sco v o s c is m a tic o A r a g o n i o o A r a g o n e M alaspin a ( i ) . Q u e sta
esclu-( i ) A r a g o n e , fig lio di A n t o n i o M a lasp ina del ra m o d e ’ M arch esi del T e r z i e r e o s sia di B a g n o n e e V a i v e r d e , per testim o nia n za del L i t t a (F a m ig lia M a la sp ina ; tav. X ) , e letto can o n ico di V e r o n a nel 13 8 9 , venne fatto p r o t o n o t a r i o a p o s t o lic o n e l 1 5 9 5 e fu altresì arciprete di A lb e n g a e n o t a r i o a p o s t o l ic o . A queste d ig n ità un' altra è da a g g i u n g e r e , quella di P i e v a n o di M a s s a di L u n i g i a n a . In un in tere ssan te ms. d e l l' A r c h i v i o C a p i t o l a r e di L u c c a , se g n a to O . F. 8, pluteo X I X , e in tito la to : Liber et M e
m oriale om nium et singularum domorum, v in ea r u m , terrarum , possessionum et ceterorum prediûrum et bonorum im m obilium , tu e non aliquorum nego
tioru m m ei L e o n a r d i f i l i i emancipati ser F rancisci quoiulam ser S t e f a n i de M assa L u n e n s i. . . . fa ctu s et factum . . . . anno N . D . M C C C C si l e g g e :
« N o t a q u o d ex p a c t o h a b ito c u m d o m in o A r a g o n e M arch io n e Malaspina
» de T e r z e r i o , P r o t o n o t a r i o a p o sto lic o et P le b a n o Ple b is sancti Petri Je
» M a ss a L u n e n s i , dictus A r a g o n e debebat ren um ptiarc dictam P leb em in
» C u r i a R o m a n a et dari face re presbitero B a r t h o l o m e o , g e rm a n o m e o ;
» et h a b itis b u l l i s , dictus p re sb ite r B a rth o lo m eu s debebat dare dom in o
» J o h a n n ! M a n z in i de M otta de F i v i z z a n o , re cipiinti pro dicto dom in o
» A r a g o n e , f lo re n o s duc en tos auri, qui depositati fuerunt Laurentio T rente
» c i v i et m e rc a to r i lu ca n o. Q u i L a u r e n t iu s , visis bullis dicti beneficii
» col lati d ic to presbitero B a r t h o lo m e o bonis et sufficientibus et recipicn-
» tib us, d icto s florenos e id e m d o m in o Iohanni dare debet, prout pro pacta
» h a b ita c u m d icto d o m in o J oh an n e clare patet. D ic x x v ianuarii I4°5*
» h a b it is d ictis bullis per d ictum presbiterum de m ense septembris I4°4>
» dicti d e n a r i i , v id elice t floreni ducenti a u ri, licentia ser Guidonis de
» P e t ra s a n c t a , eid em d o m in o Johanni per dom inum Laurentium dati fue-
» runt per b a n c u m suum . » L ’ antipapa Benedetto XIII (P ietro de Luna) sul p rin c ip io del 1407 si re cò a G e n o v a e quindi a P o r t o v e n e r e , do ve fece d im o r a per quasi sei mesi. F u da lui che A r a g o n e venne consa crato V e s c o v o della C h ie s a di L u n i , della quale era leg ittim o pastore frate A n d r e a d e ll’ O r d i n e di S. D o m e n i c o ; e prima a l u i , poi al suo succes
sore G i a c o m o D e ’ R o s s i , A r a g o n e contr astò la sede episcopale, forte d e ll’ a p p o g g i o d e ’ propri c o n g iu n t i, potentissimi in Lunigiana.
G I O R N A L E L I G U S T I C O 4 3
sione non è opera di Martino V , ma bensì del suo prede
cessore Giovanni X X I I I , il q u ale , per ridare la pace alla sconvolta Chiesa di Luni , il 28 gennaio del 1 4 15 nominò arcivescovo di Brindisi Γ intruso Aragone ( 1 ) , e poi il 6 di m arzo ( 2 ) del medesimo anno trasferì all’ arcivescovato di N apoli il legittimo Giacomo de’ Rossi e nello stesso giorno nom inò Francesco da Pietrasanta V es co v o di Luni.
P er oltre mezzo secolo governò esso la C h ie s a , ma per verità senza che niente facesse in questo lungo periodo di tempo da raccomandarne ai posteri la memoria. N e l primo anno del suo governo pastorale, per testimonianza del D e ’ R o ssi,
« nella chiesa parrocchiale di C a n etto , terra di questa dio-
» cesi L u n e s e , posta nella giurisdizione del Capitanato di
» F iv iz z a n o , avendo monsig. Antonio di P e r a , V e s c o v o e
» Visitatore Apostolico, fatto aprire Γ aitar maggiore di detta
» chiesa, per vedere se quella parrocchia era veramente
con-» sacrata, furono il dì 25 di n o v e m b r e ...tro v a te, con
» molte altre, alcune reliquie del corpo di S. A^enanzio lunese
» A bate di Ceparana, che furono a quell’ altare nuovamente
» riposte. Et essendovi concorso molto popolo, v ’ intervenne
» ancora a venerarle il V escovo Pietrasanta. »
Il C o m u n e di Nicola, già padronanza de’ V escov i di Luni, e che fino dal 1406 si era dato alla Repubblica di Firenze ( 3 ) ,
(1) D o p o tre anni, A r a g o n e da papa Martino V , il 26 febbraio del 14 18, v e n n e trasferit o a l l ’A r c i v e s c o v a t o d ’ O t r a n t o , m a , co m e asserisce P U g h e l l i ,
« pau cis m ensib u s sedit. »
(2) L ’U g h e l l i (Italia sacra; V I , 202) afferma che il D e ’ R o ssi « N e a -
» p o lita m s e d e m adeptus est C o n stan tiae prid. non. m aii 14 15 »; m a quel « m aii » è senza dubbio un errore di stampa e deve le g g e r s i « m a rtii ».
» p o lita m s e d e m adeptus est C o n stan tiae prid. non. m aii 14 15 »; m a quel « m aii » è senza dubbio un errore di stampa e deve le g g e r s i « m a rtii ».