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Stele funeraria in calcare nummulitico, formata da una lastra con timpano posta sopra ad uno zoccolo modanato a tre listelli Il timpano reca al centro una corona

Nel documento La collezione de Reali. Genesi e sviluppi (pagine 185-189)

I DOCUMENTI EPIGRAFIC

32. Stele funeraria in calcare nummulitico, formata da una lastra con timpano posta sopra ad uno zoccolo modanato a tre listelli Il timpano reca al centro una corona

d’alloro, chiusa da un bottone ovale ed in basso è stretta dal nodo di una tenia; lateralmente sono presenti due acroteri a doppio ordine di palmette, mentre al centro rimane la base, decorata da rami d’edera, che doveva sostenere l’acroterio andato perduto. Il retro è sbozzato. La cornice è modanata con listello e gola rovescia. 171 x 96 x 31; specchio ; alt. lett. 5,5-2,8. – Rinvenuta ad Altino tra la fine dell’ ‘800 e gli inizi del ‘900, fu assegnata come quota spettante allo Stato in data 20 giugno 1930 e trasportata al Museo Provinciale di Torcello, ove è attualmente conservata (senza nr. inv). – Ghislanzoni 1930, pp. 473-475, n. 20, fig. 16; Ghedini- Rosada 1982, pp. 77-79, 23; AE 1993, n. 751; Buchi 1993, p. 138; Rosada 1993, p. 137-138, n. 10; Zampieri 2000, pp. 146-148, n. 16; Cresci Marrone 2005, p. 314, fig. 24; Mazzer 2005, pp. 106-107, n. 90. Cfr. Craighero 1966-1967, pp. 57-58, n. 44; Pivetta 1997-1998, p. 134, n. 353; Magon 2002-3, pp. 19-20, n. 15; Mosole 2002- 2003, pp. 16, 51-52, n. 9; Nicolini 2005-2006, p. 38, n. 15; Schivo 2011-2012, pp. 37- 40, n. 5.

Magia Q(uinti) f(ilia) Tertia

sibi et M(arco) Terentio C(ai) f(ilio) Homuncioni viro

et Terentiae M(arci) f(iliae)

5 Tertullinae filiae.

‘L(ucio) Mamilio Trophimo, Caetroniae P(ubli) f(iliae) Maximae, L(ucio) Ostorio Secundo,

L(ucio) Licinio Fortunato, Liviae L(uci) l(ibertae) Primigeniae, L(ucio) Quinctio Ianuario, Aemiliae Eglogi et

10 C(aio) Maecenati Lillaeo,

T(ito) Olio Ianuario, Satriae C(ai) l(ibertae) Eglogi, C(aio) Iulio Helici, Appuleiae C(ai) l(ibertae) Nomad(i), L(ucius) Mamilius Trophimus hunc locum sodalibus dedit. In fr(onte) p(edes) XXV, ret(ro) p(edes) LXXV’.

2 M(ARCI) Ghislanzoni; 5 TERTULLIANAE Ghislanzoni; 11 F(ILIAE) Ghislanzoni. L’iscrizione è incisa per la maggior parte all’interno della cornice aggettante, mentre le ultime due righe si trovano al di sotto della cornice, sopra allo zoccolo. L’iscrizione ha ductus discendente nelle righe 1-5; il modulo è quadrato; Q ed R con coda allungata. – Il testo dell’iscrizione, facendo riferimento anche all’impaginazione, può essere suddiviso in tre parti: la prima, scritta in caratteri maggiori, ricorda il nome di

Magia Tertia, la quale aveva fatto apprestare il monumento per sé, per il marito

Marcus Terentius Homuncio e per la figlia Terentia Tertullina423. La seconda parte è occupata da un elenco di dodici nomi di individui, sette uomini e cinque donne,

sodales di Lucius Mamilius Trophimus, citato nella terza parte del testo, nella quale

viene ricordata la donazione dello spazio funerario da parte dello stesso ai sodales. Infine vengono riportate le misure del recinto sepolcrale di venticinque per

settantacinque piedi, notevolmente maggiori rispetto alla media altinate424. La

lettura più plausibile risulta dall’individuazione di un primo nucleo del testo, autonomo e precedente in ordine temporale, composto dalle righe 1-5, e di un secondo, aggiunto in un momento successivo, formato dalla seconda e terza parte del testo, dalla riga 6 alla 14. Magia Tertia avrebbe perciò provveduto alla sepoltura dei soli componenti della sua famiglia, ossia il marito e la figlia, mentre L. Mamilio avrebbe forse acquistato da Magia una parte del sepolcro per sé e i suoi sodales. Questa ipotesi collimerebbe anche con la scelta della formula hunc locum dedit e giustificherebbe la spaziatura e la diversa realizzazione nel ductus. Lo spazio lasciato al di sotto dell’elenco era forse riservato all’aggiunta successiva di ulteriori nomi. Due spazi anepigrafi sono lasciati anche dopo l’onomastica di due uomini, alle righe 7 e 10, forse per un’aggiunta futura dei nomi delle mogli. Alle righe 6, 8, 9, 11 e 12, infatti, sono indicati i nomi di uomini, seguiti ciascuno da un nome di una donna, forse da identificare con le rispettive mogli (anche se la presenza di un et alla riga 9 tra il nome di donna e il nome di uomo successivo potrebbe far vacillare quest’ipotesi). Per quanto riguarda lo status sociale dei sodales, i sette uomini sono

tutti ingenui, solo Mamilio425 non esplicita la sua condizione, forse libertina dato il

cognomen grecanico426; delle cinque donne due sono di nascita libera, due di condizione libertina e una di condizione non esplicitata. Un Lucius Mamilius

Trophimus compare su di un’altra stele427, dotata della medesima tipologia decorativa, sulla quale, però, egli figura come unico promotore della propria

423 Sull’aspetto del formulario epigrafico dell’associazione funeraria in area altinate, si veda M

OSOLE

2002-2003, pp. 55-62. Per il caso specifico cfr. Ibidem, pp. 51-52. Per i casi di donne promotrici del

sepolcro in area altinate, cfr. NICOLINI 1007, pp. 327-332.

424 La media altinate è di 20 x 15 piedi, cfr. M

AZZER 2005, p. 174. Sulle formule di pedatura si veda

BUONOPANE –MAZZER 2005, pp. 325-341.

425

Per il gentilizio cfr. SCHULZE 1966, p. 442.

426 Trophimus cfr. S

OLIN 2003, p. 1047.

427

CRESCI MARRONE 2005, p. 314: L(ucius) Mamilius / Trophimus / sibi et / Sex(to) Titio Martiali /

Sextilio Aglao / Caetroniâe Maximâe / Laberiae Modestae / Caetroniae Secundae / Mamiliae Ingenuae / v(ivus) f(ecit).

sepoltura e di quella di altri individui, che non sono però gli stessi sodales indicati nella stele analizzata. Non si comprende, perciò, quale potesse essere il rapporto tra

le due stele e se esse appartenessero al medesimo recinto sepolcrale428. Per quanto

riguarda invece i tre membri della stessa famiglia, i due coniugi, così come la figlia,

risultano tutti ingenui. Il gentilizio Magia429, di probabile origine celtica430, ricorre

altre due volte in contesto altinate, una delle quali riferibile ad un decurione431; il

cognomen Tertia è estremamente diffuso e indica solitamente la nascita come terza

figlia432. Il marito presenta un cognomen che lo connota fisicamente, Homuncio433,

già presente ad Altino con un’attestazione434. Il cognomen della figlia, Tertullina, ha

lo stesso significato di Tertia435, in questo caso è forse diminutivo derivato dal

cognomen della madre. La gens Terentia436 risulta essere un’importante famiglia legata alla produzione, in particolare di lana, ceramiche, laterizi e tegole, e al commercio; tra i membri della gens si annoverano inoltre diversi esponenti dell’élite

municipale437. – Per la paleografia e il tipo di monumento, la datazione può essere

fissata alla seconda metà del I sec. d.C.

428

Si veda l’associazione proposta in CRESCI MARRONE 2005, p. 314.

429 Per il gentilizio cfr. S

CHULZE 1966, p. 184.

430

HOLDER 1904, coll. 378-379; oppure di origine etrusca cfr. SCHULZE 1966, p. 184.

431

AL 34758: Sex(tus) Magius/Sex(ti) f(ilius) Serenus/decurio sibi/et Hermero/ti delicato/v(ivus)

f(ecit); la seconda attestazione si trova su di un cippo ora disperso cfr. sch. ep. n.18.

432

KAJANTO 1982, pp. 30, 74-75, 78, 292.

433

KAJANTO 1982, pp. 62, 222.

434 C

RESCI MARRONE 2011a, p. 78.

435

KAJANTO 1982, p. 292.

436

Per il gentilizio cfr. SCHULZE 1966, pp. 107, 278.

437 Per un approfondimento sulla gens Terentia ad Altino e nella X Regio si veda S

33. Blocco squadrato parallelepipedo in calcare d’Aurisina, lesionato ai margini e

Nel documento La collezione de Reali. Genesi e sviluppi (pagine 185-189)