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Base parallelepipeda di statua onoraria, integra, in calcare d’Aurisina, con zoccolo e coronamento modanati Lo specchio epigrafico è ribassato e riquadrato da una

Nel documento La collezione de Reali. Genesi e sviluppi (pagine 133-137)

I DOCUMENTI EPIGRAFIC

3. Base parallelepipeda di statua onoraria, integra, in calcare d’Aurisina, con zoccolo e coronamento modanati Lo specchio epigrafico è ribassato e riquadrato da una

modanatura composta da un listello e da una gola rovescia. Sono presenti incrostazioni ed erosioni dovute all’esposizione diretta agli agenti atmosferici. Sono ben visibili, sulla faccia superiore della base, due fori di fissaggio in corrispondenza

dei quali doveva essere piombata la statua, evidentemente pedestre258. Il retro è

rozzamente sbozzato. 190 x 91 x 75; specchio 103 x 54; alt. lett. 8 - 1,8. – Rinvenuta ad Altino prima del 1893, in località e circostanze sconosciute, venne poi trasferita nella villa de Reali a Dosson (TV), ove è attualmente conservata esposta nel parco (collezione privata Guarienti, nr. inv. GR 50). – Autopsia 6 dicembre 2011. – Valentinis 1893, p. 32, tav. V, n. 3; Ganzaroli 2011, pp. 209-211, figg. 1-2; Cresci Marrone 2011b, p. 132, nt. 85, fig. 11. Cfr. Pivetta 1997-1998, pp. 268-270; Zanatta 2002-2003, p. 9-11, n. 2; Ganzaroli 2009-2010.

Q(uinto) Carminio

Q(uinti) fil(io) Sca(ptia tribu) Asiciano

ob merita eius

5 quod [- - -] col(legii/um) cen(tonariorum)

Altinat(ium) [- - - cum b]ase

in[- - -]nib(us)

rest(ituit) [- - - HS] XIII(milia) [n(ummum) - - -]I

[- - -] ob

10 d[- - -] HS VI(milia) n(ummum) ded(it)

b[- - -] ra[- -]ubat qu[- - -]dam p[- - -] ad

h[- - -]m[- - -]tem

15 n[- - -].

L(ocus) d(atus) d(ecreto) d(ecurionum).

258

Sulle statue della Venetia et Histria cfr. ALFÖLDY 1984. In particolare sui fori di fissaggio cfr. ALFÖLDY

1984, pp.164-170.

5 [- - - -]10 Valentinis. Modulo quadrato e ductus oscillante: si registra, in

particolare, una notevole riduzione nelle undici righe centrali, al contrario, vengono sottolineati dall’altezza delle lettere il nome del dedicatario e la formula di chiusura. La terza riga risulta centrata. Coda della Q allungata, occhiello delle R chiuso. Solco triangolare con leggere apicature, segni di interpunzione tondi. – La base di statua, posta per Quintus Carminius Asicianus, venne collocata su suolo pubblico, concesso gratuitamente dall’ordo decurionum. Nelle undici righe centrali erano verosimilmente riportate le motivazioni della dedica, introdotte dalla locuzione ob

merita eius259. Quinto Carminio, libero di nascita come attestato dal patronimico,

doveva essere originariamente un esponente della famiglia degli Asicii260, in seguito

adottato da un membro della gens Carminia261; le tracce di quest’adozione sono

conservate nel cognomen Asicianus262. Esponenti della gens Carminia sono attestati

ad Altino da altri due titoli: una stele funeraria che ricorda un P(ublius) Carminiu[s] /

T(iti) f(ilius)263 ed un’etichetta plumbea opistografa con inciso il nome di Tertia

Carminia264. È riportata inoltre l’appartenenza dell’onorato alla tribù Scaptia, alla

quale era ascritto il municipio di Altino265. La statua fu eretta su suolo pubblico,

come si evince dalla formula finale l(ocus) d(atus) d(ecreto) d(ecurionum); l’articolazione della formula segnala anche che il dedicante doveva essere un soggetto privato e non l’intera comunità o il senato locale, poiché, in tal caso, la

datio loci sarebbe avvenuta automaticamente e sarebbe stata segnalata dalla

formula “abbreviata” d(ecreto) d(ecurionum), talvolta rafforzato dall’avverbio

259

Sugli onori concessi dall’ordo decurionum, ed in particolare sui casi pertinenti all’ambito altinate si

veda GANZAROLI 2009-2010.

260 Si segnala la menzione di un’esponente femminile della gens Assicia in un'iscrizione funeraria su

di una stele in calcare, conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Altino nr. inv. AL 6924.

261 Non è ancora chiara l’origine di questa gens: gli studi propendono o per una provenienza centro-

italica CASSOLA 1991, p. 29 e CHIABÀ 2003, p. 92, ed in particolare etrusca SCHULZE 1966, p. 174; o per

un’origine veneta cfr. UNTERMANN 1961, pp. 109-110, 151, 176 e PELLEGRINI –PROSDOCIMI, I, pp. 109,

131; II, pp. 112-113. Sulla famiglia e sul suo ruolo all’interno della Venetia si veda ELLERO 2009-2010,

pp. 57-70.

262

Funzione del suffisso –anus KAJANTO 1982, p. 32 “cognomina of adoption”. È però necessario

ricordare che i cognomina derivati da gentilizi non sempre sono la traccia di un'adozione cfr.KAJANTO

1982, p. 33. In particolare il cognomen Asicianus viene citato in KAJANTO 1982, p. 33, nella forma al

femminile Asiciane, tra i cognomina derivati dal gentilizio di uno dei genitori, in questo caso della madre, molto diffusi in età imperiale.

263 S

CARFÌ 1969-1970, pp. 237-238, n. 18 = AE 1981, n. 419

264

ELLERO 2009-2010, pp. 61-62.

265

Per un approfondimento sulle tribù della X Regio si veda LUCIANI –PISTELLATO 2010, pp. 254-255; in

publice266. Alla quinta riga viene citato il collegio dei centonari altinati267; risulta perciò verosimile ipotizzare un coinvolgimento di quest’ultimo quale promotore dell’erezione della statua, forse perché beneficiario di donazioni da parte di

Carminius. L’ipotesi è peraltro avvalorata dall’ormai dimostrato coinvolgimento

della gens Carminia nella lavorazione e nel commercio della lana altinate268. La

presenza ad Altino del collegio dei centonari è attesta anche dalla menzione dello stesso in un’iscrizione pertinente ad un monumento funerario appartenente a Lucio

Ogio Patroclo269. A supporto dell’ipotesi che vedrebbe Carminio in veste di

evergete, si registra la presenza alla riga 8 del verbo res(tituit), il quale implica l’opera di restauro di un apprestamento (signum, imago, statua?) dotato di

basamento ([cum b]ase)270; a tale finalità dovevano essere destinate le somme di

denaro menzionate alle righe 8-10. La sezione di testo corrispondente alle linee 11- 15, la più compromessa, poteva forse ospitare generiche formule di riconoscenza

([ob pieta?]tem). La statua doveva essere posta con buona probabilità nel foro271,

addossata alla parete di un edificio, o comunque visibile solo da tre lati, come segnalato dal retro rozzamente sbozzato. – Databile alla metà del I sec. d.C. sulla base delle caratteristiche paleografiche, per la corrispondenza tra prenomi di padre e figlio e per la tipologia del supporto.

266

Questa differenziazione nel formulario è stata riscontrata, per quanto riguarda la X Regio, da BANDELLI – CHIABÀ 2008, p. 30.

267

Sul collegio dei centonari: MAUÈ 1886; WALTZING 1895-1900; GATTI 1900, pp. 180-182; PETRIKOVITS

1981, pp. 92, 124, 127; MENNELLA-APICELLA 2000. Per nuovi studi sul ruolo del collegio dei centonari

cfr. KNEISSEL 1994, pp. 141-143; LAFER 2001, pp. 55-56; VICARI 2001,pp. 12-13,76. In particolare per

quanto riguarda la X Regio cfr. BUCHI 1987, pp. 136-137; SALAMITO 1990, pp. 163-177 e BASSO-BONETTO-

GHIOTTO 2004, pp. 49-78.

268 Cfr. B

UONOPANE 2003, pp. 285-297; COTTICA 2003, pp. 261-283; CRESCI MARRONE-TIRELLI 2003, pp. 12- 13 e 15; per un quadro riassuntivo si veda CIPRIANO 2011, p. 148, n. 44. Sui lavoratori della lana si veda inoltre Ceccato 2007-2008, pp. 163-175.

269 Monumento parallelepipedo a pseudoedicola in calcare d’Aurisina CIL V 2176 = ILS 8369.

270 I confronti sono molto numerosi, si vedano, a titolo di esempio: cum base: EDR081319,

EDR093900; signum cum base: EDR015999, EDR032766, EDR093836; imaginem cum base: EDR007122.

271 Cfr. E

4. Stele funeraria a pseudoedicola in calcare d’Aurisina. Due pilastrini, con basi e

Nel documento La collezione de Reali. Genesi e sviluppi (pagine 133-137)