• Non ci sono risultati.

Gap. XXIV.

Nel documento Digitized by Google (pagine 33-40)

Gap. XXIV.

.

Seilcorvoha con malo augurio gracidato, non tilasciar traportare dalla immaginazio-ne,

ma

tostodistinguibenefra testessoe di;

nulla d’infaustoa

me

sipresagisce,

ma

$1 aliniocorpieciuolo, oalle mie coserellc,o allamiaglorietta,oaifigli

,oallamoglie;

anzi altroame,nonsi annunzia che bene, s’io’lvorrò:poiché,qualunque ditalicose avvenga,sta in

me

iltrarne frutto.'

yGoogle

MANUALE

24

C

A P.

XXV.

-I

Puoi serbartiinvitto,senon discenderai in lizzaveruna nellaqualenonsiainpoter tuola vittoria.

C

AP.

XXVI.

Veggendoalcunoinpreminenzad’onori o ingran potereoaltrimenti salitoin istima,

bada bene nontu, stravoltodalia immagina-zione,'ildica felice.Perocchésela sustàn-zadel benesta nellecoseche dipendonda noi,nèastionègelosiaavrà luogo.

E

tunon vorrai già esserenè GeneralenèPrefettonè Console,

ma

liber’uomo:ed aquesto avvi unasola via,ildisprezzo diciò chenonè inpoternostro

.

C

a p.

XXVII.

Tieni amentechel’oltraggiononvien già daluichesvillaneggiaobatte,

ma

si dall’opi-nione intornoatali cose comeoltraggiose

.

Perciò,quandoalcunot’irriterà,sappichela tua propria opinione èquellachet’ha irri-tata. Sforzatidunqueinprincipio dinon la-sciartitrasportaredalla-immaginazione; per-chèsetivien fattounavolta difrappor tem-poeIndugio,facilmentepoia temedesimo

comanderai. ./

D’

EP1TTETO

ao

C

ap.

XXVIII.

Lamorte,loesilioequant’altre cose han-noterribileaspetto,tistienogiornalmentedi' nanziagli occhi:

ma

piùdituttelamorte:

eniun bassopensierot’entrerànell’animo,

nècosa alcuna agognerai soverchiamente*ni

C

ap.

XXIX.

Bramidartiallafilosofia?Preparatiaesser tostoil risoe’Idileggio«li moltiche diran-no:

E

dondeauntrattocièscaturitoquesto filosofo?Guatasopracciglio!

— Tu

però non tenersopracciglio,ina inciò cheparrattiil

meglio,serbati fortecomesedaDio mede-simofussiposto inquellataleordinanza.

E

avvertichesein ciòpersevererai,coloroche dianziti deridevano,posciat’ammireranno;

dovesetiLiscismuovere,ne verrai doppia-, menteschernito.

C

AP.

XXX.

Set’avverràgiammaidi volgerti al di fuo-ri per conformartial geniod’alcuno, sappi cheseidal-tuo stato caduto.Contentati per-ciòintuttod’esserfilosofo:sepoibrami an-cordiparerlo,apparisci tale,coll’esserlo in fatti,agliocchi tuoi;e?ciòtibasti.

DigitizedbyGoogle

26

MANUALE

C

AF.

XXXI.

Non

t’attristinosiffattipensieri:iomi Vi-vròinonoratoedanulla.Seilvivere inono-ratoèmale,nonpuò ilmalevenirtida al-trui,nonpiòcheilvizioe lacolpa.

E

egli intuamanol’ottenercomandooesser rice-vuto aconvito?No.;

Come

dunque è ciò disonoranza?

E

come saraida nullatuche dèicercarestimainsolequelle coseche sono intuopotere<*din cuitiliceesser dipregio grandissimo?

Ma

gliamici(tusoggiungi) re-steranno per

me

senz’ajuto. Chevuoitu dir, senz’ajuto?chenon avrannodate danaro?

che nonpotraifarlicittadini romani?

E

chi t’hadettochetalicose sieno inpoternostro, enon operazioni altrui?Chi può dareagli altriciòch-’eistessonon ha?

Fanne acqui-stodunque(dicongliamici)ondenoipure n’entriamo quindia parte.

Seposso farne acquistoserbandomi morigeratoe fedele e ma-gnanimo, mostratemenela viaediofarollo:

ma

se voi volete ch’ioperdaibeni miei pro-priperchèvoiposcia acquistiate coseche non.

son beni, vedetelodavoiquantoingiusti sia-teedirragionevoli.

Or

che amate voi

me-D’

EPITTETO

27 glio?Ildanaro odunamicoben costumato efedele?

A

questo ajutatemidunque,nèini chiedeteeh’ io facciacose,per cuiioperda que’beni miei.

— Ma

lapatria(tu soggiu-gni )sirimarràcosìperpartemiasenza gio-vamento.

Qual èquestogiovamento? ri-piglioio.Nonavràellada tenèporticinè bagni?

E

che perciò?

Nemmeno

haella» scar-pe dalferra jo,nè armi dalcalzolajo.

E

ab-bastanza,seognuno.adempieilproprio ufli-cio.

E

setu lepreparassi un qualchealtro cittadinofedele e morigerato,nulladunque legioverfesti? Sìcertamente.Duaqueueppur tusarai inutileallamedesima.

— Ma

intan-toqual posto (dirai)terròionella città?

Qualunque tu potrai,purché tiserbi

insie-me

fedeleed onesto. Chese,volendo gio-varle-,posterghicodestipregj,diche vantag-giolesaraitu,perdutai’ooestade elafede?

, .

c

41»

xxxii.

,

••

Tivietieglianteposto alcunonel convito

,

nelsaluto, 0 nell’esser presoa consiglio?Se veramentequestisonbeni,tudèi rallegrar-tiperchècoluigliottenne; seinali,nonti

dolga l’esserne rimasto privo.Sovvengati

DigitizedbyGoogle

che senzafar lostessoch’eipurfeceper ot-tener cose poste inaltruimano,tunon puoi conseguirlealparodilui.Conciossiachè,

co-me

puòavere altrettantochinon frequenta le altruiporte,quautochilefrequenta?chi non accompagna,quantochi accompagna? chinon loda,quantochi loda?Ingiusto sei dunque ed incontentabile,se non pagando queltantochesivendono quelle cose

,

pre-tendiaverleperniente.

Or

via,quanto Ven-desilalattuga?Ponghiamo,un obolo.Se alcunodunque, mettendofuor l’obolo, pi-gliasilalattuga,e tu,non «pendendolo,non laprendi, nonpensartid’avermancodi lui:

poichécome quegli ha la lattuga, cosi tu nonhaidato l’obolo. Nel modo stessoqui val’affare.

Tu

nonfosticonvitato?Perchè nondesti all’invitatorequantosivendela ce-na.Lavende perlode, lavende per servi-tù.Paga dunque,s’ellafaperte

,quanto costa.

Ma

sepretendi ricevere senzadare

,

tuse’ingordoescemo.Perlacenadunque non hai tucompensaménto?Sichelohai:

poiché nonhailodatochinonvolevinè sof-fertoneil fastonella sala.

29 D’

EPITTETO

C

ar.

XXXÌIT.

Lointendimentodellanaturapuò

conoscer-sidaquellecose, sullequali noitutti siamo avicendaindifferenti.Per esempio,quando

ilservodel vicinorompeunatazza,subito tiviendetto: èunode’solitiaccidenti. Ap-prendidiquiadunquechequandosi rompe-ràlatua,dèipuresserqualeriallorché rom-pevasil’altrui.Stendil’esempioacose mag-giori.

È

mortol’altruifiglioolamoglie? Cia-scundice: èumanacosailmorire.

Ma

quan-dopoimuoread alcunoil figlioola moglie propria,eisciamasubito:oimè!

me

infelice1

Orqui bisognerebbeche costuisiricordasse comesiamodispostinell’udirelastessacosa accadutaadaltri

.

C

ar.

XXXIV.

Come

nonsipiantaunbersaglioper isfal-lirlo,cosinelmondolanaturadelmale non esiste.Se alcuno mettesseiltuocorpoin ba-liadelprimo chepassa, tuneproveresti sde-gnoedolore;e didartu stessoinpreda a chicchessial’animotuo,cosicchéper oltrag-gioseparoleessosiconturbies’attristi,di questopoinontivergogni?Di ciascunacosa

.00

MA N UAL E

Nel documento Digitized by Google (pagine 33-40)

Documenti correlati