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I generi letterari in Sweet Tooth

Tenendo conto del percorso letterario di McEwan, Sweet Tooth può essere considerato come una sorta di punto di approdo nella carriera dell’autore, che decide di misurarsi di nuovo con la mescolanza dei generi per rendere il romanzo complesso ed originale.

Nelle recensioni di tutto il mondo la nuova opera viene innanzitutto presentata come una spy story, definizione giustificata non solo dalla professione della protagonista, ma anche dall’intera epoca che fa da sfondo alla storia, quella della Guerra Fredda, ricca di intrighi e tradimenti.

Questo ritratto mette certamente in luce una componente essenziale del romanzo, anche se McEwan sembra avere una visione del tutto personale di ciò che deve essere interpretato come uno spy novel: il mistero a cui si riferisce non riguarda tanto lo spionaggio internazionale o le operazioni dei Servizi Segreti, quanto quel mondo complesso e affascinante che è la lettura. La spy story prende avvio nel momento in cui Serena entra nel mondo letterario di Tom prima ancora di conoscerlo di persona e l’enigma da risolvere chiama in causa la capacità di una lettrice attenta ed appassionata di distinguere ciò che è invenzione da ciò che è invece parte integrante della personalità dello scrittore.

[…] this is where I think the spy novel comes in. The essential question of the spy novel is who is in control of the narrative? I think that’s also a question in a love affair, or maybe it’s a question in all novels. Maybe all

2 Nella sua monografia Understanding Ian McEwan (Columbia, South Carolina, University of

South Carolina Press, 2002), David Malcolm ha prestato particolare attenzione a questo aspetto della fiction di McEwan.

novels are spy novels. Novelists leak information in a way that’s either

clever or irritating, but they control the flow of information.3

Le parole di McEwan focalizzano l’attenzione su una questione fondamentale ai fini dell’individuazione dei generi che caratterizzano e definiscono Sweet Tooth, poiché introducono l’aspetto metaletterario.

La metafiction è un genere particolarmente amato dall’autore, che, oltre a creare storie ed intrecci avvincenti, si sofferma spesso a riflettere sulle potenzialità della scrittura e del “medium romanzesco, interrogandosi sul rapporto che lega il narratore alla storia, l’autore ai personaggi, in altre parole l’arte alla vita”.4

Per dimostrare quanto detto, basti pensare ad Atonement, in cui, con un coup

de théâtre finale tipico di McEwan, il lettore scopre di avere tra le mani il

romanzo scritto e riscritto dalla protagonista Briony nel corso di tutta una vita, nel disperato tentativo di espiare le proprie colpe. L’opera stessa viene dunque messa in discussione, la prospettiva subisce un inaspettato cambiamento e il lettore si ritrova a sfogliare le pagine precedenti alla ricerca di quegli indizi che avrebbero potuto anticipare la rivelazione finale. Perché quando si parla di metanarrazione, non ci si riferisce soltanto al processo della scrittura, ma anche e soprattutto a quello della lettura: in Atonement, il lettore è costretto ad interrogarsi sul proprio ruolo e ad attribuire il giusto valore all’opera che ha tra le mani, ovvero la testimonianza coinvolgente di una love story, così come della Storia in generale. Una testimonianza che acquisisce significato soltanto se esistono lettori disposti a raccoglierla.

Le medesime riflessioni scaturiscono naturalmente anche durante e dopo la lettura di Sweet Tooth, che, sul modello proprio di Atonement, si conclude con un colpo di scena tale da far classificare l’intero romanzo come metafiction. In questo caso i processi metanarrativi sono forse ancor più accentuati, poiché nel corso del romanzo leggiamo le opere di Tom, conosciamo le riflessioni letterarie di Serena, attenta lettrice, ed entriamo in profondità nella mente dello scrittore.

A questo proposito, sono emblematiche le parole di McEwan, che così si è espresso in merito alla sua ultima opera: “This is a novel about reading, apart

3 Chai, Barbara, op. cit., corsivo mio. 4 Ferrari, Roberta, op. cit., p. 10.

from anything else. I know it’s about a writer and it’s about spying, but I’ve always wanted to write a novel about what it is to be a reader”.5 Il piano metaletterario ricopre un ruolo essenziale all’interno di Sweet Tooth e costituisce una sfida interessante sia per l’autore, che mette in discussione il proprio lavoro da un punto di vista tecnico, sia per il lettore, che riceve la chiave in grado di aprire le porte dell’universo letterario in generale. Pur essendo il tassello fondamentale del processo di creazione narrativa, il lettore resta infatti spesso all’oscuro dei suoi meccanismi più profondi, limitandosi a godere del prodotto finito. McEwan offre invece al pubblico la possibilità di affacciarsi dall’altra parte della barricata, dove, nel caso di Sweet Tooth, Tom lo accoglie a braccia aperte con tutti i racconti, le storie e le riflessioni che caratterizzano il mondo di un giovane e talentuoso scrittore.

Inoltre, dare spazio alla metafiction significa anche permettere al lettore di rendersi conto dell’effettivo potere della scrittura: in Atonement, il romanzo di Briony costituisce un rifugio sicuro in cui l’arte ha la meglio sulla vita ed è in grado di trasformarla per renderla migliore; in Sweet Tooth, Tom usa la macchina da scrivere per tentare di dare un senso alle cose e per riuscire ad affrontare le delusioni che rischiano più volte di sopraffarlo. Alla fine del suo viaggio, il lettore acquisisce la consapevolezza del fatto che “l’arte non può cambiare la vita”,6

ma può renderla, se non migliore, quantomeno più accettabile.

Come preannunciato, Sweet Tooth nasce però dalla contaminazione di generi diversi e, accanto alla spy story e alla metafiction, ne compaiono altri due che sono certamente significativi, sia nello specifico di questo romanzo che in generale nella produzione di McEwan.

Innanzitutto, pur non potendo parlare di romanzo psicologico, è evidente che l’autore delinea per i personaggi una certa evoluzione emotiva, che favorisce l’immedesimazione del lettore nonché la definizione dei sentimenti dei protagonisti. Del resto, la love story di Tom e Serena costituisce un elemento essenziale ai fini dell’intreccio e McEwan dedica ad essa lo spazio che merita all’interno del romanzo. Più volte, nel corso della sua produzione letteraria, egli si è cimentato con questo tipo di situazioni, dall’amore tormentato di Robbie e

5 Chai, Barbara, op. cit.

Cecilia in Atonement a quello perverso di Leonard e Maria in The Innocent. Inoltre, l’autore non trascura mai la componente sessuale di queste relazioni, in molti casi rivelatrice della vera natura dei personaggi. Anche in Sweet Tooth questo aspetto viene sottolineato, sebbene il sesso tra Tom e Serena non abbia niente della perversione che corrode i rapporti di altre figure di McEwan, specialmente quelle dei primi racconti, con cui l’autore si è guadagnato il soprannome di “Ian Mcabre”.

In ogni caso, i rapporti umani tra i personaggi rivestono sempre un ruolo di primo piano nei suoi romanzi, anche perché sono spesso il riflesso del background storico corrispondente, secondo un continuo intrecciarsi della sfera pubblica e di quella privata.

A partire da questa considerazione, per terminare la definizione del quadro dei generi che caratterizzano Sweet Tooth, è necessario menzionare anche l’historical novel. McEwan si è sempre dichiarato affascinato dalla Storia e lo ha dimostrato rendendola spesso protagonista dei suoi romanzi, facendola interagire con i personaggi e dialogare con gli elementi frutto della sua immaginazione. Un background storico preciso e affidabile costituisce una solida base su cui costruire un romanzo e offre continui ed interessanti spunti di riflessione. L’abilità di McEwan risiede nel trovare ogni volta il giusto equilibrio tra questa componente e l’intreccio, creando quella contaminazione tra fact e fiction che è l’oggetto del presente studio.

Gli esempi dei romanzi in cui l’autore ha scelto di adottare questa soluzione sono veramente numerosi: si citano per tutti ancora un volta Atonement, in cui la Seconda Guerra Mondiale toglie la vita e le speranze ai giovani protagonisti, e soprattutto The Innocent, che con Sweet Tooth ha in comune

[…] the Cold War element; the protagonist’s underestimation of the seriousness of spying and intrigue; the Christmas return to home, parents and stuffy, unchanging world; the big love affair with someone on the “other” side that might or might not jeopardize the project.7

7 Sutcliff, J.C., “With Sweet Tooth, McEwan is at the top of his form”, The Globe and Mail, 31

August 2012, http://www.theglobeandmail.com/arts/books-and-media/book-reviews/with-sweet- tooth-mcewan-is-at-the-top-of-his-form/article4511694/ (ultimo accesso: 18/06/2014).

La componente storica è dunque da sempre fondamentale per McEwan e la sua rilevante presenza anche in quest’ultimo romanzo conferma l’interpretazione di Sweet Tooth come punto di approdo della carriera dell’autore, che ha qui raccolto tutti i tasselli più significativi del suo universo letterario.

Perché la comprensione di tale universo sia completa, manca però la terza colonna portante che, insieme alla metafiction e all’historical novel, sorregge l’intero apparato di Sweet Tooth e apre la riflessione su un altro importantissimo genere letterario all’interno dell’intero macrotesto. Si tratta dell’autobiografia, che nel romanzo in questione è strettamente correlata al genere del racconto, attraverso il quale crea costanti occasioni di confronto tra la figura di Tom e quella di un giovane Ian McEwan.