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Genesi dell’opera Il problema della guerra e le vie della pace

CAPITOLO II: Norberto Bobbio: l’“illuminista pessimista”

II. “Il problema della guerra e le vie della pace”: la risposta di Bobbio alla guerra e al pacifi-

II.1 Genesi dell’opera Il problema della guerra e le vie della pace

Il piccolo volume Il problema della guerra e le vie della pace è probabilmente il saggio più im- portante sul tema che Bobbio abbia scritto e questo perché, oltre ad essere un’esaustiva opera sulle teorie giustificative della guerra e le possibili tipologie di pacifismo, mette in luce tutta la vastità e complessità del “filosofo del dubbio”: come vedremo più avanti, questo breve testo ebbe diverse edizioni che corrispondo pressappoco a momenti importanti della storia mondiale del secolo scorso e pose lo stesso Bobbio a confrontarsi con le sue idee e addirittura a scontrarsi con alcuni illustri in- tellettuali a proposito del tema della “guerra giusta”. Ma procediamo con ordine e partiamo dalla nascita di quest’opera.

La sua gestazione fu lunga e complessa. L’idea era nata almeno cinque anni prima, come testimo- nia una lettera di Bobbio a Carocci del 1 novembre 1961, nella quale il filosofo torinese, dopo aver respinto la proposta di scrivere un articolo sulla filosofia del diritto in relazione ai mutamenti sociali del proprio tempo, così proseguiva:

Argomenti tecnici alle riviste tecniche; argomenti scottanti alle riviste militanti. E che argomento più scottante oggi che quello della guerra e della pace? Perché non pensate piuttosto ad un fascicolo su questo tema? In fondo non mi dispiacerebbe scrivere qualche cosa sull’umanità di fronte alla possibile catastrofe atomica137.

136N. BOBBIO, Teoria generale della politica, op. cit, pp. 467-471.

137 Centro studi Piero Gobetti, busta 1368, fascicolo 1964. Di seguito si farà riferimento per questi elementi (lettere e

fascicoli privati) al sapiente ed analitico lavoro di G. SCIROCCO,L’intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la «guerra giusta», cit.

La risposta del direttore di «Nuovi Argomenti138» era immediata e positiva, chiedendo però a Bob- bio di stilare un questionario sul quale avviare la discussione, cosa che egli fece, non senza alcune perplessità, il 27 novembre 1961, elencando una serie di domande, che risentivano dell’eco della re- cente Marcia della pace ed erano comunque indicative dell’impostazione da lui data al problema139:

1) Si va dicendo insistentemente che la possibilità di una guerra mondiale atomica ponga il problema della pace e della guerra in modo completamente nuovo rispetto al passato. Ritenete che questa affermazione sia giusta? E se la ritenete giusta, in qual senso la intendete? Quali conseguenze ritenete di poterne trar- re rispetto al giudizio sul valore della guerra? Rispetto al giudizio sulle correnti pacifistiche di ieri e di oggi? Rispetto al giudizio sull’azione che ciascuno di noi è tenuto a compiere nel momento presente? 2) Nel corso della storia della nostra civiltà, filosofi, moralisti, teologi hanno elencato teorie giustificatrici

della guerra, distinguendo guerre giuste da ingiuste o considerando la guerra ora come fatto inevitabile, ora come male necessario o addirittura come molla del progresso e quindi come valore positivo. Che cosa pensate di questa, ed eventualmente altre, ideologie della guerra? Ne condividete qualcuna? Qua- le? Oppure le condannate tutte e per quale ragione?

3) In contrasto con le ideologie della guerra sono apparse, soprattutto dall’inizio del secolo scorso in poi, teorie e correnti pacifistiche che han proposto di volta in volta rimedi di carattere morale, economico, sociale, politico, giuridico contro lo scatenarsi delle guerre. Credete nel pacifismo? Quale forma di paci- fismo ritenete più giusta e più utile? In altre parole, quali rimedi ritenete più efficaci per l’instaurazione di una pace duratura? Tanto per citarne qualcuno, la predicazione della non-violenza, una trasformazio- ne radicale della società classista, l’eliminazione di ogni governo dispotico non controllato dal basso, il rafforzamento dei rapporti tra gli stati sino alla creazione di uno stato universale?

4) Prescindendo da ciò che ritenete necessario o desiderabile che avvenga, ritenete che ciascuno di noi possa compiere qualche azione rilevante per la causa della pace universale? Quali manifestazioni, rag- gruppamenti, movimenti ritenete giusto promuovere o appoggiare? In particolare ritenete oggi opportu- no promuovere un movimento pacifista internazionale non contro, ma al di fuori dei partiti, indipenden- te da ogni governo, o per lo meno coordinare e unificare le iniziative sempre più numerose che si vanno prendendo in questo campo, dal momento che il fine, pur nella differenza delle ideologie e dei mezzi proposti, è unico?140

La proposta fu però evidentemente fatta cadere da Carocci, cosicché, dopo un anno, il 16 no- vembre 1962, Bobbio gli scriveva nuovamente, cogliendo il pretesto dell’adesione all’associazione di amicizia Italia-Algeria141:

Ma perché non vi occupate, una buona volta, del problema della pace? Avevamo iniziato un breve dialo- go, l’anno scorso, su questo argomento, ma poi è stato interrotto. Era evidentemente un tema che non vi andava a genio. Vedo ora dall’“Unità” che il 14 novembre ha avuto luogo a Roma un convegno per il di- sarmo e la pace, cui tu stesso hai partecipato insieme con alcuni nostri amici142. Questa è la strada giusta,

non quella, permettimi di insistere, dei comitati pro-questo o pro-quello. Rimango fedele alle idee esposte nei saggi pubblicati alcuni anni or sono su “Nuovi Argomenti”: di fronte all’urto delle potenze l’unica funzione degli intellettuali è quella di fare i mediatori. Né con l’una né con l’altra. E tanto meno, è il caso di fare questa aggiunta, con la terza143.

Dopo una immediata, ma interlocutoria risposta144, Carocci tornava alla carica alcuni mesi dopo, il 27 giugno 1963145:

138 Nuovi Argomenti è una rivista trimestrale fondata a Roma nel 1953 da A. Carocci e A. Moravia. 139G. SCIROCCO, L’intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la «guerra giusta», op. cit., p. 36. 140 Centro studi Piero Gobetti, busta 1368, fascicolo 1964.

141G. SCIROCCO, L’intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la «guerra giusta», op. cit., p. 38.

142 In realtà ebbe luogo il 18 novembre al Teatro Adriano di Roma, con l’adesione, oltre a Carocci, di C. Arnaudi, C.

Bo, A. Capitini, R. Gattuso, V. Foa, C. Levi, G. Manzù, A. Moravia, C. Musatti, S. Quasimodo, B. Segre, M. Soldati ed E. Vittorini. Cfr. M. Alicata, Iniziativa di pace, in «l’Unità», 18 novembre 1962; cfr. anche G. SCIROCCO, L’intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la «guerra giusta», op. cit., nota 5, p. 38.

143 Centro studi Piero Gobetti, busta 1368, fascicolo 1964.

Caro Bobbio, so di essere molesto ma non cesserò di tormentarti fino a che non otterrò la tua collabora- zione a “Nuovi Argomenti”. È una cosa della (sic) quale Moravia ed io teniamo troppo. Come sai, un saggio al quale terrei molto sarebbe un saggio sulla evoluzione della filosofia del diritto in parallelo con la evoluzione del rapporto sociale. Un altro saggio che mi interesserebbe molto sarebbe una specie di prole- gomeno sulla filosofia della pace e della guerra. È un problema intorno al quale l’uomo è andato medi- tando da millenni, ma che ha fatto un salto qualitativo con l’invenzione dell’energia nucleare. Già quando scoppiò la bomba di Hiroshima che era di 20 kiloton, Einstein disse che una guerra combattuta con quelle bombe avrebbe ricondotto l’umanità all’età della pietra. Oggi con le bombe termonucleari che si misurano in megaton, e delle quali esistono interi arsenali, ho l’impressione che l’uomo non tornerebbe più all’età della pietra: come ogni forma biologica evoluta verrebbe cancellata dalla faccia della terra e occorrerebbe qualche milione di anni perché i molluschi del mare giungano a produrre di nuovo qualche cosa di simile all’uomo. È una svolta che pone nel nulla tutto quello che l’uomo ha pensato fino a ieri sul problema della pace e della guerra. Una meditazione su questo problema deve essere incominciata, e penso che tu potre- sti utilmente gettarne le basi146.

I rapporti epistolari tra i due si interrompono per qualche anno, probabilmente in coincidenza del passaggio dalla prima alla seconda serie della rivista147, che vide anche un cambiamento nella sua impostazione editoriale, dall’inchiesta alla pubblicazione di testi e saggi, che si adattava indubbia- mente meglio al modus operandi di Bobbio, che il 13 novembre 1965 riprendeva quindi i contatti con Carocci148:

Non ci crederai ma questa estate ho scritto una ventina di pagine sulla filosofia della guerra di cui tante volte abbiamo insieme parlato: ma poi l’ho piantato e non l’ho più riguardato. Può darsi che lo riprenda ma non ora, perché sono molto occupato coi corsi e con due lavori urgenti, che devo finire assolutamente prima della fine dell’anno. Vedi ad ogni modo che non avevo dimenticato la promessa149.

A quel punto, però, contrariamente alle previsioni di Bobbio, le cose andarono velocemente in por- to. Il 21 gennaio 1966 Carocci gli poteva scrivere, ringraziandolo per l’invio del saggio e annun- ziando con soddisfazione l’imminente invio delle bozze150:

Caro Bobbio, so di essere stato molesto durante tanti anni ma vedo che la mia insistenza ha dato un buon frutto: il tuo saggio. Mi sembra una cosa molto importante, direi che è la prima volta in cui si fa un serio invito a ripensare ex novo il problema della guerra e della pace. Tutto quello che è stato pensato del passa- to non serve più. Quanto alla lunghezza non ti preoccupare. Io sono di avviso che sarebbe un errore fare dei tagli. Ciò che invece non credo possibile è di inserire questo saggio, così lungo, nel primo fascicolo che è già in gran parte composto, perché per trovare lo spazio necessario non sarebbe sufficiente esclude- re uno o due degli altri scritti, ma bisognerebbe escluderne una mezza dozzina almeno. D’altra parte, il saggio non invecchia (questo è un buon segno)151.

145G. SCIROCCO, L’intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la «guerra giusta», op. cit., p. 39. 146 Centro studi Piero Gobetti, busta 1368, fascicolo 1964.

147 La prima serie della rivista, che va dal 1953 al 1965, fu bimestrale ed era stampata dall’Istituto Grafico Tiberino di

Roma; la seconda, edita da Nuovi Argomenti, va dal 1966 al 1981 e vide cambiare la periodicità nel 1972 diventando trimestrale, per ritornare, nel 1976, nuovamente bimestrale. La terza serie, uscita nel gennaio del 1982, diventa nuova- mente trimestrale. [fonte www.nuoviargomenti.net].

148G. SCIROCCO, L’intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la «guerra giusta», op. cit., p. 40. 149 Centro studi Piero Gobetti, busta 1368, fascicolo 1964.

150G. SCIROCCO, L’intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la «guerra giusta», op. cit., pp. 40-1. 151 Centro studi Piero Gobetti, busta 1368, fascicolo 1964.