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GENESI E NOVITÀ DEL BREVE PACIS NUNTIUS DI PAOLO VI NELLA CHIESA DEL ’

1. Il XIV centenario della morte di San Benedetto (1947) e la sua mancata

proclamazione a Patrono d’Europa

Il 9 giugno 1946 l’abate di Montecassino Ildefonso Rea in piena fase di prima ricostruzione del monastero dopo il tragico bombardamento del 1944, inviava a cardinali e vescovi della Chiesa cattolica la lettera circolare (vedi Appendice 1) con la quale invitava ad indirizzare postulatorie a Papa Pio XII « ut sanctum Patriarcham Benedictum Europae Patronum dare et pronunciare dignetur », sot- tolineando subito dopo che nell’opuscolo annesso alla lettera erano contenute

summatim le linee di quell’azione apostolica e quindi evangelica di San Benedetto,

che specialmente rese cristiana e civile insieme l’Europa. Quell’opuscolo anonimo intitolato De beneficiis a S. Benedicto Europae collatis, che contiene una sorta di inclusione: San Benedetto « Moyses renascentis Europae » nell’esordio (p. 2), San Benedetto « Moyses novi populi » nella conclusione (p. 11), era stato compilato nel 19461 da un valoroso storico e monaco di Montecassino, don Tommaso Lecci- sotti2, che in quei mesi si apprestava a fondare la rivista Benedictina, dopo aver contribuito tra il ’43 e il ’44 in modo determinante a salvare archivio e biblioteca di Montecassino favorendone così la custodia in Vaticano3. La circolare dell’abate

1Opuscolo di 11 pagine (mm 130 × 92), pubblicato per i tipi di Sansaini, Roma. 2Su di lui cf. [T. L

ECCISOTTI], Memorie della Famiglia Leccisotti, Tipografia Pontone Cassino,

Torremaggiore 1978, pp. 45-48; Tommaso Leccisotti monaco e scrittore (1895-1982). Bibliografia e scritti

vari, a cura di F. Avagliano, Pubblicazioni Cassinesi, Montecassino 1983 (Miscellanea Cassinese 49);

F. AVAGLIANO, Tommaso Leccisotti fondatore di “Benedictina”, in « Studia Monastica », XXV (1983),

pp. 371-388; G. PENCO, Don Tommaso Leccisotti storico della Congregazione di Santa Giustina (1895-

1982), in Riforma della Chiesa, cultura e spiritualità nel Quattrocento veneto. Atti del convegno per il VI centenario della nascita di Ludovico Barbo (1382-1443) (Padova - Venezia - Treviso, 19-24 settembre 1982), Centro Storico Benedettino Italiano, Cesena 1984 (Italia Benedettina 6), pp. 505-518; Don Tom- maso Leccisotti (1895-1982) storico della civilà monastica del mezzogiorno d’Italia. Atti del Seminario di studio (Torremaggiore, 8 maggio 1983), a cura di F. Avagliano, Pubblicazioni Cassinesi, Montecassino

1987 (Miscellanea Cassinese 54); A. LINAGE CONDE, La familia benedictina universal, vista desde

Montecasino, en la historiografía de Dom Tommaso Leccisotti, in « Studia Monastica », XXXI (1989),

pp. 149-166; G.G. FAGIOLIVERCELLONE, alla voce in Dizionario Biografico degli Italiani, 64, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2005, pp. 271-273.

3Cf. Il bombardamento di Montecassino. Diario di guerra di E. Grossetti - M. Matronola con altre testimonianze e documenti, a cura di F. Avagliano, Pubblicazioni Cassinesi, Montecassino 1988 (Miscel-

lanea Cassinese 41), pp. 109-133 (“Diario di Tommaso Leccisotti”); L. KLINKHAMMER, Tra furto e tutela.

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di Montecassino, forte delle risultanze storiche tutte a vantaggio di una procla- mazione del titolo di patrono d’Europa, non a caso rimarcava il fatto che l’unità dell’Europa cristiana era da ascrivere a merito di innumerevoli monaci apostoli, animati dal carisma di San Benedetto. Leccisotti andava anche oltre, definendo San Benedetto, proprio a conclusione del suo denso opuscolo, « Pater civilis Euro- pae, Pater Ecclesiae » (p. 11). Le risposte di cardinali, vescovi, uomini di Chiesa furono numerose ed entusiaste. Ne cito tre fra tante. Il futuro beato Giacomo Alberione invia a Papa Pio XII una lettera postulatoria datata « Roma, 29 ottobre 1946 »4, con sottoscrizione autografa (« Sac. Giacomo Alberione Superiore Gene- rale »), dove in terza persona scrive:

« Facendo eco alle domande di tutto il mondo perché San Benedetto venga pro- clamato Patrono d’Europa, unisce la sua voce a quella di tutti i suoi figli, ed implora dalla Santità Vostra questa grazia. Le benemerenze dell’Ordine di San Benedetto sono ben note, ed in questi tempi così calamitosi è bene che il Patriarca dei Monaci divenga “defensor et tutela Ecclesiae Sanctae Dei” ».

Non diverse le motivazioni addotte dal cappuccino Girolamo Bortignon allora vescovo di Belluno e Feltre, pastore coraggioso di fronte alle efferatezze della rappresaglia dell’esercito nazista, nella postulatoria datata « Belluno, 27 luglio 1946 »5, in cui scrive:

« La proposta di proclamare San Benedetto “Patrono dell’Europa” mi sembra quanto mai opportuna e vantaggiosa. Chiamato dalla divina Provvidenza ad infondere nei suoi tempi calamitosi il lievito evangelico, ottenne prodigi nei barbari che venivano da ogni parte e nella stirpe romana infrollita. Nel cozzo dei due elementi, nordico e latino, che avrebbe condotto il mondo all’abisso, si librò, angelo di pace e di amore, san Benedetto. “Coepit facere et docere”. I suoi monasteri furono ovunque focolari non solo di scienza e di coltura, ma specialmente di virtù e di santità. Furono la culla del nuovo mondo cristiano. I nostri tempi non sono dissimili dai suoi, e forse sono più angosciosi per la raffinatezza del vizio e l’irruenza dell’empietà. San Benedetto, “Patrono dell’Europa” tanto infedele a Dio, otterrà quelle grazie di rinnovamento di cui abbiamo bisogno ».

Le biblioteche nel quadro dell’occupazione tedesca dell’Italia (1943-1945), in Le biblioteche e gli archivi durante la seconda guerra mondiale. Il caso italiano, a cura di A. Capaccioni, A. Paoli e R. Ranieri,

Edizioni Pendragon, Bologna 2007, specialmente pp. 151-155.

4Montecassino, Archivio privato, Lettere postulatorie per San Benedetto Patrono d’Europa 1947. Originale; un foglio di carta da lettere con a stampa l’intestazione « Pia Società San Paolo / Via Grot- taferrata 58 - Tel. 570-012 / Roma »; dattiloscritto nel recto; sottoscrizione autografa corredata del timbro circolare ad inchiostro recante la legenda da sinistra a destra: « Superior Generalis Piae Societatis S. Pauli ».

5Montecassino, Archivio privato, Lettere postulatorie per San Benedetto Patrono d’Europa 1947. Originale; un foglio di carta da lettere; dattiloscritto nel recto; sottoscrizione autografa («✠ Girolamo Bortignon Vescovo di Belluno e Feltre ») corredata del timbro circolare ad inchiostro recante al centro lo stemma episcopale e la legenda da sinistra a destra: « Fr. Girolamo B. Bortignon Vescovo e Conte di Belluno e Feltre ».

46 Mariano Dell’Omo

NOMELAV: SAN BENEDETTO E L’EU PAG: 3 SESS: 6 USCITA: Fri Mar 11 10:49:15 2016 SUM: 553EAFA3 /first/TIPOGRAFIA/LIBRI/LEV−SAN−BENEDETTO−E−L−EUROPA−NEL−50o−DELLA−PACIS−NUNTIUS/06−Dell−Omo

Ugualmente pregnante la richiesta indirizzata dal padre Agostino Gemelli con postulatoria datata « Milano, 25 novembre 1946 »6 da lui personalmente sotto- scritta (« fra Agostino Genelli O.F.M. »), con la quale si rivolge in questi termini a Papa Pacelli:

« Beatissimo Padre, nell’avvicinarsi del XIV Centenario della morte di san Bene- detto, anche questa Università Cattolica del Sacro Cuore unisce la sua voce a quella di quanti – da ogni parte del mondo cristiano – invocano umilmente che Vostra Santità proclami Patrono d’Europa il glorioso Patriarca di Montecassino, al quale tanto deve la storia della civiltà e della cultura europea. Anche in questi tempi, come allora, rovina immane di uomini e di cose è attorno a noi; nazioni sconvolte, città distrutte, smarrito nell’egoismo il senso stesso morale; dolori inenarrabili percuotono gli animi che ancora una volta si rivolgono alla Chiesa, la sola da cui possa venire una parola serena di sicuro conforto, di vera pace, di non fallace speranza. Un grandissimo Papa, Gregorio Magno, additò al mondo la figura di Benedetto in una mirabile vita di cui s’è nutrita e a cui tanto deve la spiritualità cristiana del Medio Evo. Si degni dunque Vostra Santità, che siede sulla stessa Cattedra di Pietro a quattordici secoli di distanza, ma fra eguali sventure, fra eguali miserie, fra eguali bisogni, dare come celeste Patrono a quanti attendono nel nome di Cristo al compito sovrumano della rinnovazione della vita euro- pea, il glorioso Patriarca Benedetto ».

Papa Pio XII pubblicava finalmente il 21 marzo 1947 in occasione del XIV centenario della morte di San Benedetto la sua decima lettera enciclica Ful-

gens radiatur7, nella quale per sette volte ricorre il termine “patriarca” riferito al santo, e per tre volte si cita la parola “Europa” con riferimento in particolare all’azione missionaria dei monaci benedettini, ma nessuno specifico titolo o patro- cinio è conferito a Benedetto.

Perché dunque Pio XII non diede corso a quanto domandavano illuminati testimoni della Chiesa come quelli che ho testualmente ricordati? Allo stato attuale si possono formulare solo delle ipotesi, e una di queste, alquanto plausibile, mi sembra quella legata al contesto internazionale di quei mesi, specialmente carat- terizzato dai due blocchi, quello occidentale filo-americano e quello orientale agganciato all’Unione Sovietica, le cui relazioni erano ancora estremamente fluide su uno sfondo gravido di ombre. Alcuni eventi politici di quell’anno non a caso definito “delle grandi svolte”8 per l’Italia, l’Europa e il mondo, sono di per sé eloquenti. Il 10 febbraio del ’47 a Parigi le nazioni europee sconfitte nella seconda guerra mondiale, ad eccezione della Germania, firmano i definitivi trattati di pace.

6Montecassino, Archivio privato, Lettere postulatorie per San Benedetto Patrono d’Europa 1947. Originale; un foglio di carta da lettere di quattro pagine di cui dattiloscritte la prima e la terza; la prima pagina reca l’emblema a stampa dell’Università Cattolica di Milano con la legenda iscritta in un cerchio: « Universitas Catholica / Sacri Cordis Iesu / Mediolani ».

7Cf. « Acta Apostolicae Sedis », 39 (1947), pp. 137-155. L’edizione italiana apparve nello stesso anno per i tipi della Libreria Editrice Vaticana (pp. 16).

8Cf. G. ANDREOTTI, 1947. L’anno delle grandi svolte nel diario di un protagonista, Rizzoli, Mi- lano 2005.

47 Genesi e novità del breve Pacis nuntius di Paolo VI nella Chiesa del ’900

NOMELAV: SAN BENEDETTO E L’EU PAG: 4 SESS: 6 USCITA: Fri Mar 11 10:49:15 2016 SUM: 4DE457C5 /first/TIPOGRAFIA/LIBRI/LEV−SAN−BENEDETTO−E−L−EUROPA−NEL−50o−DELLA−PACIS−NUNTIUS/06−Dell−Omo

Nel frattempo il 4 marzo Francia e Gran Bretagna firmano a Dunkerque un trat- tato di alleanza militare in base ad un accordo concepito come mezzo di difesa contro nuove aggressioni tedesche, che diviene presto la base di più ampie intese in funzione anticomunista. Ancora tra marzo e aprile (10 marzo - 24 aprile) si tiene a Mosca la conferenza dei ministri degli esteri di Francia, Gran Bretagna, USA e URSS, per discutere il problema della Germania che ne uscì divisa in quattro zone sotto il controllo delle potenze vincitrici; tutto ciò avviene in un clima di tensione, aggravato dalla enunciazione della dottrina Truman, dal nome appunto del pre- sidente degli Stati Uniti d’America che teorizza “il contenimento” del comunismo garantendo al tempo stesso il sostegno americano ai paesi che ne fossero minac- ciati; la conferenza si arena non a caso sul disaccordo tra Unione Sovietica, decisa a pretendere forti riparazioni di guerra, e occidentali, preoccupati di assicurare il rilancio dell’economia tedesca. Né si può omettere di ricordare che tra il 12 e il 15 luglio di quell’anno delegati di sedici nazioni europee discutono a Parigi un programma di ricostruzione economica presentato dal segretario di stato ameri- cano George Marshall, appunto il piano Marshall9. E qui si tocca con mano la divisione che si profila sempre più sinistra tra Occidente e Oriente: da una parte gli Stati Uniti si impegnano a contribuire con ingenti finanziamenti alla ripresa economica dell’Europa; dall’altra l’Unione Sovietica e, dietro di essa, i Paesi del- l’Est rifiutano di partecipare a detto programma.

Di fronte ad un tale quadro di relazioni internazionali ed intereuropee per niente roseo era opportuno proporre un modello così cristallino e solido, come quello di Benedetto, al cospetto di un’Europa dal futuro ancora così poco chiaro e dal presente ancora così instabile? La figura di Benedetto, uno dei principali artefici della cristianità occidentale, non rischiava in quel momento di accentuare la divisione in atto tra Oriente e Occidente, o almeno di indebolire le Chiese cristiane, in special modo quelle ortodosse, così esposte a persecuzioni e pressioni ad opera di regimi totalitari? D’altra parte le ferite della II guerra mondiale erano ancora aperte specialmente in quella Germania il cui passato religioso forse più di altre nazioni vantava radici benedettine profonde, ma aveva ancora bisogno di tempo per riflettere sulla sua storia recente tanto tormentata e sulle responsabilità di chi l’aveva governata. Non a caso quell’anno esule da tempo negli Stati Uniti per opposizione al regime nazista, Thomas Mann pubblica il suo ultimo grande capolavoro, Doktor Faustus, che nel diabolico patto stretto dal musicista Lever- kühn, alla ricerca di nuove e illecite fonti di creazione, simboleggia e scandisce i tempi della distruzione pratica e morale della Germania stessa lanciata nella demo- niaca avventura hitleriana.

Nondimeno a distanza di soli 6 mesi dall’enciclica Fulgens radiatur, giovedì 18 settembre 1947, si tiene a San Paolo fuori le Mura in occasione del centenario

9Cf. Il piano Marshall e l’Europa, a cura di E. Aga Rossi, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1983.

48 Mariano Dell’Omo

NOMELAV: SAN BENEDETTO E L’EU PAG: 5 SESS: 6 USCITA: Fri Mar 11 10:49:15 2016 SUM: 5D461FE9 /first/TIPOGRAFIA/LIBRI/LEV−SAN−BENEDETTO−E−L−EUROPA−NEL−50o−DELLA−PACIS−NUNTIUS/06−Dell−Omo

benedettino la solenne Cappella papale per la commemorazione di San Benedet- to10, nel corso della quale Pio XII tiene un’omelia in latino nella quale dichiara espressamente: « Se qualcuno scorra e indaghi negli annali della storia, come potrebbe negare quanto stiamo per affermare, in che modo potrebbe mettere in dubbio quanto stiamo per asserire? San Benedetto è padre dell’Europa (Europae

pater S. Benedictus est) ». Quello che lo stesso Papa aggiunge subito dopo può

fornirci la chiave per tentare di comprendere meglio quali motivazioni siano alla base del suo mancato pronunciamento sul patronato europeo di Benedetto, pur in presenza di tante autorevoli postulatorie, tra le quali, oltre alle già menzionate, possono qui aggiungersi quelle del padre Jean Baptiste Janssens Preposito gene- rale della Compagnia di Gesù11, del padre Paolo Dezza futuro Cardinale e allora Rettore della Pontificia Università Gregoriana12, e ancora di monsignor Honoré Van Waeyenbergh Rettore dell’Università Cattolica di Lovanio13. Lo sguardo del pontefice si fa dolente nel rievocare da una parte il carisma benedettino racchiuso nel sintagma ora et labora diffusosi in passato dal Mediterraneo al Baltico « Cruce, libris, aratro », mentre dall’altra non può non rievocare il tragico spettacolo della deviazione dell’Europa dal retto cammino: il paesaggio gli appare desolato e deve suo malgrado sottolineare che « l’Europa si è allontanata dalle regali vie di San Benedetto e, dopo gli oltraggi a Cristo e alla Chiesa, e la negazione di Dio da parte di non pochi, si è fatta maestra anche alle altre nazioni di spietatezza e iniquità ». Di qui le calamità e le miserie ancora brucianti dell’ultima guerra! Ecco finalmente il passaggio chiave: ciononostante – dice il Papa – « non sembri inopportuno e inutile ripensare all’Europa una nella fede cattolica, quando il centro di tale unità era la Sede Apostolica, il cui capo visibile, il vescovo di Roma successore del principe degli Apostoli, era considerato quale padre di tutta la grande famiglia dei cristiani. E non senza un disegno divino, Benedetto, nato a Norcia, educato a Roma, iniziata la vita religiosa a Subiaco e raggiunti i più alti splendori a Mon-

10Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, IX, Nono anno di Pontificato, 2 marzo 1947 - 1º marzo 1948, Belardetti Roma, Città del Vaticano 1948, pp. 237-241. Cf. I Papi e l’Europa. Documenti,

a cura di P. Conte, Elle Di Ci, Leumann, Torino 1978, pp. 57-59; inoltre B. DELPAL, San Benedetto,

un patrono per l’Europa, in Il fattore religioso nell’integrazione europea, a cura di A. Canavero e

J.-D. Durand, Unicopli, Milano 1999, pp. 55-68; PH. CHENAUX, Pie XII. Diplomate et pasteur, Éditions

du Cerf, Paris 2003, p. 342.

11Montecassino, Archivio privato, Lettere postulatorie per San Benedetto Patrono d’Europa 1947. Originale; un foglio di carta da lettere di quattro pagine di cui dattiloscritte la prima e la terza, datato « Romae, die 30 octobris 1946 »; sottoscrizione autografa (« Io. B. Janssens »).

12Montecassino, Archivio privato, Lettere postulatorie per San Benedetto Patrono d’Europa 1947. Originale; un foglio di carta da lettere di quattro pagine di cui dattiloscritta la prima, datato « Romae, Dominica I Adventus A.D. MCMXLVI »; sottoscrizione autografa (« Paulus Dezza S.I. »).

13Montecassino, Archivio privato, Lettere postulatorie per San Benedetto Patrono d’Europa 1947. Originale; un foglio di carta da lettere con l’emblema a stampa dell’Università Cattolica di Lovanio in forma di navetta recante la legenda da sinistra a destra: «✠ Univ. Cathol. Lovaniensis ✠ Sedes Sapien- tiae »; sottoscrizione autografa (« Van Waeyenbergh »).

49 Genesi e novità del breve Pacis nuntius di Paolo VI nella Chiesa del ’900

NOMELAV: SAN BENEDETTO E L’EU PAG: 6 SESS: 6 USCITA: Fri Mar 11 10:49:15 2016 SUM: 4AA0143F /first/TIPOGRAFIA/LIBRI/LEV−SAN−BENEDETTO−E−L−EUROPA−NEL−50o−DELLA−PACIS−NUNTIUS/06−Dell−Omo

tecassino, mai si trovò ad operare lontano dalla Sede Apostolica ». Pio XII dà così un’interpretazione storica dell’unità europea vedendola nella prospettiva di una convergenza tra Benedetto e Pietro, tra l’opera pastorale culturale e spirituale dei monaci e la Sede Apostolica, e non teme di riconoscere che tale convergenza si scontra, nella presente congiuntura storica del periodo postbellico, con quella stessa Europa che ha rigettato la mirabile sinergia di cui sopra, a tutto vantaggio della divisione, della confusione e del labirinto morale. Forse davvero, in quel momento, Pio XII non poteva fare e dire di più. Del resto lo stesso abate Ilde- fonso Rea nella nuova circolare inviata a cardinali, vescovi e uomini di Chiesa il 6 agosto 1964 (vedi Appendice 2) sollecitante nuove postulatorie in vista della pro- clamazione di San Benedetto a Patrono d’Europa – questa volta con successo –, con chiare parole offriva egli stesso una interpretazione dell’operato di Pio XII, dell’aver cioè il Papa differito ad altro momento la proclamazione (« hanc rem censuerit ad aliud tempus differendam »); e per quali ragioni? La risposta del- l’abate ai suoi innumerevoli destinatari mette in evidenza, a parte le rovine per così dire ancora fumanti di Montecassino, soprattutto le divisioni tra i popoli e le loro difficilissime relazioni reciproche (« populorum divisiones eorumque difficillimas inter se communicationes »), che si registravano tra il ’46 e il ’47. In tale prospet- tiva emerge tutto il peso dell’enciclica Fulgens radiatur e di quelle parole di Papa Pacelli risuonate solenni sotto le volte della basilica di San Paolo quel 18 settem- bre 1947: « Europae Pater S. Benedictus est ». Da esse prese un nuovo slancio il cammino che avrebbe raggiunto finalmente la meta con Papa Paolo VI il 24 otto- bre 1964. Ma prima di questa data altri protagonisti chiedono ancora d’essere illuminati sulla scena del percorso, primo fra tutti il predecessore di Papa Paolo, Giovanni XXIII quando ancora era cardinale patriarca di Venezia. La genesi del breve Pacis nuntius annovera difatti in lui un anello fondamentale che accresce, se ce ne fosse bisogno, il valore, e arricchisce direi la genealogia ideale di quel documento.

2. L’apporto del Patriarca di Venezia cardinale Angelo Giuseppe Roncalli

al patronato europeo di San Benedetto

Nel 1957, esattamente dieci anni dopo l’enciclica Fulgens radiatur di Pio XII, il Cardinale Roncalli rivela in forma esplicita il suo interesse e la sua viva solle- citudine perché la Chiesa universale, in special modo quella d’Europa possa rico- noscere in Benedetto il protettore del progetto europeo, alto e provvidenziale disegno di civiltà spirituale e culturale prima ancora che politica ed economica. Da Venezia il 3 giugno di quell’anno scrivendo all’abate benedettino di San Paolo fuori le Mura, il vescovo Cesario D’Amato suo antico alunno, così si esprime: « Eccellenza carissima, Grazie dell’ultima Sua del 31 maggio, cui faccio seguito semplicemente per annunciarLe che la sera del 10 corrente sarò a Roma, dove mi sarà lieto incontrarmi con V.E., ed intrattenermi con Lei anche del progetto di far procla-

50 Mariano Dell’Omo

NOMELAV: SAN BENEDETTO E L’EU PAG: 7 SESS: 6 USCITA: Fri Mar 11 10:49:15 2016 SUM: 5B04C3B4 /first/TIPOGRAFIA/LIBRI/LEV−SAN−BENEDETTO−E−L−EUROPA−NEL−50o−DELLA−PACIS−NUNTIUS/06−Dell−Omo

mare San Benedetto, che senza possibilità di discussione lo merita, Protettore di Europa e della Civiltà occidentale »14.

Per valutare quanto il Cardinale Roncalli tenesse a fare di Benedetto il motore spirituale del progetto Europa, è interessante leggere quel che ancora l’abate D’Amato il 18 giugno successivo scriveva ad un suo confratello benedettino, il vescovo di Assisi Placido Nicolini, già abate di Praglia e quindi della Santissima