2.3 Fase 3: Approccio alla progettazione partecipata
2.3.1 Gestione delle librerie
La preparazione di un template prevede sia la definizione di stan-dard grafici, illustrati nella fase precedente, sia la predisposizione di alcuni dati riguardo agli oggetti contenuti nel modello. Essi compren-dono sia informazioni riguardanti gli elementi architettonici, come le stratigrafie ed i profili delle murature impiegate, che sono già state analizzate assieme alla generazione, dall’algoritmo alla piattaforma BIM, degli elementi stessi, sia quelle relative agli oggetti d’arredo ap-partenenti alle librerie. La gestione di queste ultime è di fatto parte integrante dell’allestimento di un template, ma in questa tesi di ricer-ca trova la sua colloricer-cazione nella terza fase, in quanto risulta affine ai temi di condivisione e coinvolgimento degli attori all’interno del pro-cesso progettuale, oltre che a quelli della modellazione, che caratteriz-za la fase precedente.
La modalità con cui vengono organizzate le librerie deve essere fi-nalizzata agli obiettivi del modello. È infatti consuetudine, in un team di progetto, salvare gli oggetti impiegati nel modello in una li-breria esterna, cioè in una cartella, condivisa mediante la piattaforma di teamwork in dotazione con ArchiCAD. In questo modo, qualora un membro del team apportasse delle modifiche ad un elemento, gli altri professionisti con cui è condiviso il modello, gioverebbero dell’oggetto aggiornato senza dover cambiare file né ricaricare l’elemento. Nel caso in analisi però l’obiettivo non corrisponde ad una regolare condivisio-ne, ed anche la metodologia adottata è differente. Si ricorda infatti che il modello BIM della degenza, generato grazie all’algoritmo del softwa-re di visual editing ed il template, ha come obiettivo quello di essesoftwa-re inserito all’interno di un modello BIM di una struttura sanitaria prin-cipale, comprensivo di differenti altri componenti ed elementi-stanza come quello in questione. È pertanto necessario fare una distinzione tra gli oggetti che sono propri della singola funzione della degenza e quelli che invece possono essere distribuiti nell’intero modello ospe-daliero. Supponendo che il modello sia generato annettendo il servizio igienico alla degenza, esso contiene, infatti, al suo interno due tipi di oggetti, legati alle diverse tipologie di ambiente. Quelli appartenenti alla degenza possono essere considerati come oggetti “unici”, appar-136 - Schema
metodo-logico della fase 3. Per una visione d’insieme vd. diagramma di flus-so dell’intera metodo-logia (fig. 24)
Progettazione partecipata: Fase3 Professionisti settore edile Committenti Specialisti settore sanitario
Algoritmo
Modello BIM
(accuratezza Test elemento) No
Soluzione cooperativa Template
(Piattafor ma BIM) Geometria
Informazioni
...Fase 4 Sì
130 2.3 Fase 3: Approccio alla progettazione partecipata
TITOLO 1
TITOLO 2
TITOLO 1
TITOLO 2
tenenti alla specifica funzione a cui sono assimilati, mentre i sanitari sono, ipoteticamente, reperibili in altre zone del modello. Si ritiene quindi fondamentale gestire questi oggetti in librerie differenti e separate, in quanto una deve contenere arredi il cui collocamento è previsto solo all’interno delle degenze, oggetto di studio, mentre l’altra include oggetti comuni all’intero modello della struttura sanitaria.
La libreria predisposta ad assolvere la funzione di contenitore di oggetti specifici di un singolo modello è quella interna, che può quin-di essere adottata per tutte le attrezzature sanitarie da collocare nella degenza. Questo tipo di libreria viene condivisa assieme al file del tem-plate (.tpl), senza quindi dover creare un documento (.pln) di Archi-CAD. Di contro, proprio per questa sua caratteristica, è consigliabile mantenere al suo interno solo gli oggetti effettivamente impiegati nel modello poiché, con l’aumentare della dimensione della libreria, si può incorrere in un appesantimento del file .tpl. Un particolare bene-ficio di questo sistema è rappresentato dalla semplicità con cui si può aggiungere informazioni ad un oggetto. È infatti sufficiente, dopo aver apportato le modifiche desiderate, salvare l’oggetto nella libreria per poterlo poi impiegare nel modello.
Le attrezzature igienico-sanitarie possono invece essere organizza-te all’inorganizza-terno di una libreria esorganizza-terna di studio, comune all’inorganizza-tero ipotetico team di progetto che lavora al progetto ospedaliero, come è abitudine nell’ambiente di condivisione dei dati (Common Data Envi-ronment). Una valida alternativa, che porta a simili risultati, benché comunque diverso e più contorto nella gestione delle modifiche, è l’ac-corpamento degli oggetti impiegati, all’interno di un file .lcf, anch’esso da collegare al modello. Lo svantaggio di tale procedimento è che per poter gestire completamente un oggetto esterno è quasi inevitabile sa-perne modificare il codice GDL che lo contraddistingue. Esportando infatti un oggetto .gsm da ArchiCAD, per poterlo collocare nella car-tella condivisa, esso perde molte delle proprietà immesse dall’inter-faccia delle impostazioni. È perciò necessario che le informazioni, come il prezzo o il peso di un oggetto, debbano essere “scritte” diretta-mente fra i parametri dello script che compone l’elemento. Nel caso in analisi, sia per questa criticità, sia per la non specificità delle attrezza-ture sanitarie, che si suppongono comuni all’intero macro-modello,
137 – Procedimento per il salvataggio di un oggetto all’interno della libreria interna di ArchiCAD
2 Metodologia 131
tali oggetti possiedono un livello di dettaglio assimilabile ad un LOD C. Essi infatti risultano particolareggiati nella loro geometria, ma privi di informazioni di altro genere, ed è per questa ragione che l’abaco degli elementi, analizzato nei capitoli precedenti, risulta incentrato sui soli oggetti contenuti nella zona della degenza, a cui è associabile inve-ce un LOD D.
Nell’ottica di una progettazione partecipata efficiente, si ipotizza il coinvolgimento sia di tecnici specializzati, come un ispettore sani-tario che si occupa della verifica degli standard all’interno della strut-tura ospedaliera, sia di utenti meno “esperti”, come un committente che vuole esaminare invece aspetti economici o estetici del progetto.
Per soddisfare le esigenze di entrambe le eventuali tipologie di attori è quindi necessario inserire una serie di informazioni chiave all’in-terno delle attrezzature sanitarie impiegate nel modello. È pertanto fondamentale la ricerca di analoghi oggetti sul mercato che trasfor-mino un comune componente tridimensionale nella rappresenta-zione di un oggetto reale. Questo permette di fornire a tutti gli utenti che navigano il modello un’idea molto più chiara e veritiera di ciò che visualizzano. Si ritiene tuttavia superflua la modifica della ge-ometria dell’oggetto modellato, che viene quindi mantenuta generica, in quanto la definizione dell’attrezzatura sanitaria è spesso oggetto di frequenti rivisitazioni, che comporterebbero numerose ore di lavoro per ogni modifica. Tale decisione costituisce la motivazione di un livel-lo di dettaglio che non raggiunge l’oggetto specifico (LOD E), ma che si ferma a quello di un oggetto dettagliato (LOD D). È infatti suf-ficiente, anche per un utente non specializzato, prendere visione del sito a cui l’oggetto 3D fa riferimento, grazie all’inserimento del link, che porta alla pagina internet del suo produttore, fra le informazioni dell’elemento stesso. Le proprietà di un oggetto di ArchiCAD consen-tono inoltre di inserire molti dati legati al prodotto, alla sua fabbrica-zione ed alla sua manutenfabbrica-zione nell’arco del suo intero ciclo di vita. In questa ricerca questi aspetti non vengono presi in considerazione, no-nostante la loro potenzialità, e quindi, per ogni attrezzatura sanitaria, sono inseriti modello, produttore, prezzo e link alla scheda tecnica.
138 – Gestione delle li-brerie impiegate all’in-terno del template per la generazione del mo-dello della degenza
132 2.3 Fase 3: Approccio alla progettazione partecipata
TITOLO 1
TITOLO 2
TITOLO 1
TITOLO 2
Con l’aggiunta delle informazioni agli oggetti e l’organizzazione di questi ultimi all’interno delle librerie, si chiude l’elenco di impostazio-ni che compone il template del modello della degenza. A questo punto è possibile svuotare il file dagli elementi generati attraverso l’algorit-mo del software di visual editing e salvarlo come formato .tpl, per po-terlo impiegare come template per ogni generazione della stesso tipo-logia. Aprendo un nuovo documento di ArchiCAD e selezionando il file .tpl creato, si potrà quindi accedere a tutti gli standard analizzati ed impostati.