2.2 Fase 2: Generazione del modello parametrico di una degenza
2.2.3 Dallo script al BIM: opzioni di visualizzazione per la
2.2.3 Dallo script al BIM: opzioni di visualizzazione
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in modo logico i vari elementi all’interno del progetto e le loro combi-nazioni permettono di ordinarli in gruppi capaci di memorizzarne lo stato, ovvero le impostazioni che ne sanciscono ad esempio la visibili-tà o il blocco.
In questo caso si decide di creare dei nuovi lucidi per gli elementi generati dalla piattaforma di visual scripting, e di impiegare alcuni di quelli già presenti nel template fornito assieme alla versione di Archi-CAD 22 per gli oggetti di uso comune come le quote o le linee di sezio-ne, creando così una nuova combinazione personalizzata.
Il secondo aspetto fondamentale da affrontare per una corretta vi-sualizzazione del modello è quello dei set di penne. Ad ogni elemen-to, in ArchiCAD, viene automaticamente attribuito un valore numeri-co che serve a determinarne l’appartenenza ad una categoria di oggetti. Questo numero è visualizzabile all’interno delle proprietà di ogni elemento, ma è consigliabile non modificarlo in quanto il valore attribuito all’oggetto gli fornisce una specifica collocazione all’interno di una tabella, grazie alla quale è possibile gestire le penne.
Le colonne della tabella penne sono suddivise per elementi genera-li, a ciascuno dei quali è assegnato un gruppo di colori, ad esempio alla settima colonna c’è l’elemento “muri”, a cui, nella tabella soprastante, è assegnato il rosso. Ogni riga identifica invece la funzione ancora più
128 – Esempio di com-binazione di lucidi de-finito su ArchiCAD
129 – Tabella della definizione delle cate-gorie di elementi per la gestione delle penne [79]
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specifica del tipo di tratto che rappresenta l’elemento, ad esempio una linea assimilata ad un oggetto sezionato, che presenta quindi un mag-giore spessore. L’incrocio di righe e colonne porta al valore numerico che identifica l’elemento specifico, al quale è possibile assegnare una penna.
Le penne rappresentano quindi il modo in cui un elemento viene visualizzato, ovvero lo spessore ed il colore della linea che lo descrivo-no in una vista. È quindi sufficiente attribuire un differente colore ed uno spessore ad ogni specifico valore della tabella al fine di modificare la visualizzazione di un elemento senza doverne cambiare la categoria di appartenenza nelle proprietà dello stesso.
I set di penne, in analogia con la combinazione di lucidi, servono a salvare una serie di impostazioni che permettono di produrre veloce-mente disegni rappresentati diversaveloce-mente partendo dallo stesso mo-dello. Più set vengono personalizzati, più modalità di visualizzazione differenti possono essere ottenute.
Il set di penne impiegato nel file in analisi è pensato per ottenere documenti in scala di grigi, con spessori consoni alla scala grafica 1:100 con cui si desidera approcciarsi.
L’ultima questione affrontata riguardo al tema di visualizzazione per la creazione del template è quella delle sovrascritture grafiche.
Questo strumento è in realtà polivalente e può essere impiegato sia a scopi grafici, come in questo caso, che per verifiche o confronti visivi immediati riguardo alle informazioni degli elementi nel modello.
Una sovrascrittura è composta da una serie di regole, la cui prio-rità l’una sull’altra è definita dall’ordine in cui vengono posizionate.
Ciascuna regola possiede criteri e stili editabili: i primi rappresentano gli elementi oggetto della sovrascrittura, i secondi individuano invece l’aspetto vero e proprio della sovrascrittura. Grazie a questa combina-zione di impostazioni risulta quindi semplice rappresentare i differen-ti elemendifferen-ti in base al loro stato di ristrutturazione, individuare con co-lori diversi quelli che non rispecchiano determinati dimensionamenti, indicare con retini particolari stratigrafie che si desidera evidenziare o ancora contrassegnare gli elementi con determinate caratteristiche termiche, acustiche o antincendio.
130 – Esempio di set di penne realizzato su ArchiCAD
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Nel file in analisi sono pensate tre differenti sovrascritture, messe in pratica rispettivamente in pianta, sezioni e viste tridimensionali, al solo scopo di visualizzare il modello in scala di grigi, con tratteggi pie-ni nelle porziopie-ni sezionate.
Un template, oltre alla predisposizione di impostazioni di visua-lizzazione, necessita anche della preparazione di una serie di viste, abachi e tavole. I primi due costituiscono delle modalità di rap-presentazione di un modello BIM, le quali vengono poi organizzate all’interno di tavole che costituiscono il vero e proprio spazio carta digitale, pronto per essere stampato.
Le viste 2D che possono risultare utili al modello in analisi sono quelle delle piante, che vengono già generate automaticamente assie-me alla creazione dei livelli, e quelle delle sezioni. I prospetti in questo caso non racchiuderebbero informazioni utili, essendo la degenza per ora estrapolata dal contesto della struttura sanitaria a cui dovrebbe essere destinata. L’indicazione, in pianta, delle linee che originano le viste delle sezioni può essere soggetta a piccoli cambiamenti in base alle volumetrie generate da Grasshopper. Ciononostante effettuare tale operazione per la creazione del template risulta comunque conve-niente al processo di generazione degli elaborati. Le eventuali modifi-che da attuare richiederebbero infatti pochi secondi, dopo i quali le sezioni sarebbero automaticamente aggiornate senza spreco di ulte-riore tempo né risorse.
131 - Esempio di sovra-scrittura grafica rea-lizzata su ArchiCAD:
dettaglio di una rego-la, con i suoi criteri e stili
132 – Linee tracciate in pianta per la creazione delle viste di sezione 2 Metodologia 125
Per offrire una maggiore comprensione del modello potrebbe inol-tre essere utile realizzare una vista 3D della degenza, grazie alla qua-le avere una miglior visione d’insieme degli spazi. Come per i prospet-ti però, in questo caso non sarebbe d’aiuto fornire un’immagine tridimensionale che rappresenti il modello dall’esterno. Può infatti giovare maggiormente uno spaccato assonometrico che, sezionando-ne due pareti, possa mostrare la disposiziosezionando-ne degli arredi gesezionando-nerati all’interno. Per fare ciò è possibile impiegare lo strumento che pone dei piani di taglio sul modello, avendo cura, come per le sezioni, di modificarne la posizione all’occorrenza.
Gli abachi sono delle tabelle che descrivono dal punto di vista in-formativo, e non prettamente grafico come per le modalità di rappre-sentazione appena descritte, determinati oggetti del modello. In Ar-chiCAD essi sono suddivisi in tre tipologie in base al tipo di contenuto che elencano, ovvero se trattano elementi, componenti o superfici.
Ognuna di queste categorie comporta diversi criteri per la sua creazio-ne, per questo l’utente deve conoscere a monte quale tipo di abaco e quali informazioni intende restituire.
Per il template che deve contenere il modello della degenza si ri-tengono di rilevante importanza due abachi, entrambi atti a descri-vere categorie di elementi. Il primo racchiude le informazioni relative alle zone, comprendendo i campi di area, volume altezza e l’ultimo ag-giornamento effettuato dall’algoritmo di Grasshopper. Quest’ultimo campo è presente solo grazie all’installazione del plug-in che consente la live-connection col software, e risulta utile per comprendere se l’in-tero modello è aggiornato. Il secondo abaco riguarda invece gli arredi inseriti nella degenza, la cui motivazione e definizione verrà meglio spiegata nei capitoli successivi.
133 – Esempio di vista 3D del modello BIM:
spaccato assonometri-co
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Una volta definite l’insieme delle viste che descrivono il modello, in tutte le sue sfaccettature, è infine opportuno predisporre una tavola che le possa contenere. Per fare ciò, dopo aver salvato ogni rappre-sentazione come vista, applicando le modalità di visualizzazione sopra descritte, è sufficiente trascinarle in un layout. Questo può contenere un cartiglio, realizzabile attraverso una pagina master, che può conte-nere sia testo statico, che rimane quindi sempre costante, sia dinami-co, che invece varia in base al contenuto del layout stesso.
Anche in questo caso, come per alcune rappresentazioni, la dispo-sizione e la dimensione delle finestre contenenti le viste può variare in base a quelle del modello generato. Il template è tuttavia realizzato basandosi su un modello di una degenza con quattro posti letto e un bagno annesso. Questo dovrebbe scongiurare l’evenienza di realizzare un modello di maggiori dimensioni partendo dallo stesso algoritmo.
135 – Disposizione delle viste del modello all’interno di un layout di ArchiCAD
134 – Abaco delle zone, con dettaglio delle pro-prietà che ne definisco-no criteri e campi 2 Metodologia 127
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La terza, nonché ultima, fase analizzata nell’ambito della presen-te ricerca, si colloca all’inpresen-terno della presen-tematica della progettazione