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4.1. Tell Hamoukar

Tell Hamoukar, localizzato nelle vicinanze della moderna città di Yarubiya, si trova ai confini nord-orientali del territorio siriano, in una regione che fa da spartiacque tra i bacini del Tigri e dell’alto Khabur. Coprendo un’estensione di circa 98 ettari, Ha- moukar costituisce uno dei maggiori centri alto-mesopotamici di BA.

L’indagine archeologica del sito e una ricognizione della regione circostante sono state condotte sulla base di un progetto siro-americano dell’Oriental Institute di Chi- cago sotto la responsabilità di M. G. Gibson, e della direzione generale delle antichità e dei musei di Siria, sotto la responsabilità di A. al-Azm.

Le più antiche attestazioni al momento risalgono al periodo tardo-calcolitico. Nel IV millennio a.C. costituisce un insediamento di grande importanza, e rimane abitato per tutto il III millennio a.C. Relativamente ai livelli di BA è disponibile una data al radiocarbonio (Hamoukar sample n. 17, area C, locus 77, strato 1: 2470-2210 a.C.) che potrebbe essere di riferimento per il periodo accadico (Gibson et alii 2002 a: 33), ma in massima parte la datazione dei vari livelli attestati si basa sui confronti ceramici con i repertori dei siti vicini. Per quanto riguarda la seconda metà del III millennio a.C., a causa della ricorrenza nel tempo di vari tipi ceramici, tutto il periodo che in- tercorre tra la fine della fase Ninivite 5 e l’inizio della fase Khabur è stato considerato unitariamente. La ceramica post-Ninivite 5 (periodo EJ III e IV) e la ceramica post- accadica (EJ V) vengono dunque valutate complessivamente sotto la denominazione di ceramica late III millennium (Ur 2002 a: 21)194. Gli ultimi livelli abitati, sempre sul-

la base del repertorio ceramico ed in particolare del confronto con Brak, vengono da-

194 Una distinzione tra tipi ceramici DA III, accadici e post-accadici, al momento non viene ritenuta iden-

tificabile. La maggior parte dei tipi infatti ha una forte continuità e specialmente nel caso di materiale non stratificato la datazione precisa è pressoché impossibile (Ur 2002 a: 21). Lo stesso concetto di ceramica ‘late III millennium’ viene impiegata da B. Lyonnet (2000); G. J. Stein e P.Wattenmaker (1990); T. J. Wil- kinson e D. J. Tucker (1995). Uno studio più recente sulla ceramica di Hamoukar, non visionato al mo- mento dell’elaborazione di questo testo, è attualmente in corso di pubblicazione da parte di C. Colantoni e J. Ur (Colantoni, Ur 2011).

tati al periodo post-accadico antico. Successivamente il sito sperimenta una lunga fa- se di abbandono che si prolungherà per circa un millennio: non sono attestati infatti tipi ceramici di periodo Khabur, né mitannici o medioassiri (Gibson et alii 2002 a, 2002 b; Ur 2002 a).

Livelli abitativi datati al periodo accadico e post-accadico sono stati individuati in diverse aree del tell (Tav. 61 a). Sulla pendice settentrionale del tell alcuni edifici sono stati messi in luce nella step trench A (60x3 m) (Tav. 61 b-c); nell’area C è stato rinve- nuto un edificio pubblico che ha subito numerosi rimaneggiamenti, con ceramica in situ ed impronte di sigillo (Tav. 62 a), mentre nell’area D, una trincea di circa 100 m di lunghezza localizzata vicino all’angolo nord-occidentale del tell, sono state indivi- duate tracce di un giacimento d’argilla sfruttato probabilmente per la produzione ce- ramica. Nelle aree E ed H sono stati rintracciati due quartieri abitativi: quello dell’area H in particolare comprende ampie abitazioni ben costruite, strade strette, e una grande piazza (Tav. 62 b; Tav. 63 a). L’edificio indagato maggiormente in esten- sione è stato messo in luce all’estremità sud-orientale dell’area, ed è composto da una serie di vani che si affacciano intorno ad un cortile centrale in mattoni cotti, al quale si accede attraverso una lunga entrata. Nell’angolo nord-occidentale è collocato un vano di rappresentanza (reception room), con banchine collocate lungo le pareti e fo- colare centrale.

Con ogni probabilità l’abitato ha subito una fine violenta. I materiali, tra cui si annoverano principalmente contenitori ceramici in frammenti, era concentrato all’interno di pochi vani, schiacciato sui pavimenti: è possibile dunque che gli edifici siano stati saccheggiati, gli oggetti accumulati in corrispondenza di punti strategici e lì vagliati. Perlopiù sono state rinvenute pentole e ciotole in ceramica e solo pochis- simi oggetti in pietra o metallo, ritenuti forse di maggiore valore e pertanto asportati. Da un angolo della sala di rappresentanza provengono almeno una cinquantina di bicchieri in ceramica fine in frammenti; il ritrovamento tra la ceramica anche di resti umani disarticolati induce a pensare che la popolazione abbia sperimentato una fine altrettanto violenta, abbandonando l’insediamento per causa di forza maggiore. L’elevato status sociale degli abitanti, nonostante l’assenza di qualsiasi oggetto prezio- so, sembrerebbe suggerita dall’impiego diffuso negli edifici del mattone cotto: se si considera la carenza sistematica di combustibile, tipicamente mesopotamica, la co- struzione e il mantenimento di strutture private e spazi comuni di questo tipo testi- monia per certo di una ricchezza diffusa (Ur 2002 c: 8).

La ricognizione di superficie sul sito ha rivelato l’esistenza di una serie di antiche vie di transito nella regione circostante e convergenti verso Hamoukar, che sembre- rebbe dotato di almeno quattro vie di accesso (Tav. 64 a). Il picco di massima esten- sione viene raggiunto in corrispondenza della fioritura urbana alto-mesopotamica a metà del III millennio a.C., contemporaneamente al periodo III d di Leilan. In questa

tati al periodo post-accadico antico. Successivamente il sito sperimenta una lunga fa- se di abbandono che si prolungherà per circa un millennio: non sono attestati infatti tipi ceramici di periodo Khabur, né mitannici o medioassiri (Gibson et alii 2002 a, 2002 b; Ur 2002 a).

Livelli abitativi datati al periodo accadico e post-accadico sono stati individuati in diverse aree del tell (Tav. 61 a). Sulla pendice settentrionale del tell alcuni edifici sono stati messi in luce nella step trench A (60x3 m) (Tav. 61 b-c); nell’area C è stato rinve- nuto un edificio pubblico che ha subito numerosi rimaneggiamenti, con ceramica in situ ed impronte di sigillo (Tav. 62 a), mentre nell’area D, una trincea di circa 100 m di lunghezza localizzata vicino all’angolo nord-occidentale del tell, sono state indivi- duate tracce di un giacimento d’argilla sfruttato probabilmente per la produzione ce- ramica. Nelle aree E ed H sono stati rintracciati due quartieri abitativi: quello dell’area H in particolare comprende ampie abitazioni ben costruite, strade strette, e una grande piazza (Tav. 62 b; Tav. 63 a). L’edificio indagato maggiormente in esten- sione è stato messo in luce all’estremità sud-orientale dell’area, ed è composto da una serie di vani che si affacciano intorno ad un cortile centrale in mattoni cotti, al quale si accede attraverso una lunga entrata. Nell’angolo nord-occidentale è collocato un vano di rappresentanza (reception room), con banchine collocate lungo le pareti e fo- colare centrale.

Con ogni probabilità l’abitato ha subito una fine violenta. I materiali, tra cui si annoverano principalmente contenitori ceramici in frammenti, era concentrato all’interno di pochi vani, schiacciato sui pavimenti: è possibile dunque che gli edifici siano stati saccheggiati, gli oggetti accumulati in corrispondenza di punti strategici e lì vagliati. Perlopiù sono state rinvenute pentole e ciotole in ceramica e solo pochis- simi oggetti in pietra o metallo, ritenuti forse di maggiore valore e pertanto asportati. Da un angolo della sala di rappresentanza provengono almeno una cinquantina di bicchieri in ceramica fine in frammenti; il ritrovamento tra la ceramica anche di resti umani disarticolati induce a pensare che la popolazione abbia sperimentato una fine altrettanto violenta, abbandonando l’insediamento per causa di forza maggiore. L’elevato status sociale degli abitanti, nonostante l’assenza di qualsiasi oggetto prezio- so, sembrerebbe suggerita dall’impiego diffuso negli edifici del mattone cotto: se si considera la carenza sistematica di combustibile, tipicamente mesopotamica, la co- struzione e il mantenimento di strutture private e spazi comuni di questo tipo testi- monia per certo di una ricchezza diffusa (Ur 2002 c: 8).

La ricognizione di superficie sul sito ha rivelato l’esistenza di una serie di antiche vie di transito nella regione circostante e convergenti verso Hamoukar, che sembre- rebbe dotato di almeno quattro vie di accesso (Tav. 64 a). Il picco di massima esten- sione viene raggiunto in corrispondenza della fioritura urbana alto-mesopotamica a metà del III millennio a.C., contemporaneamente al periodo III d di Leilan. In questa

fase Hamoukar potrebbe arrivare ad estendersi su un’area di almeno 105 ettari, nel qual caso sarebbe da ascrivere tra i maggiori siti del Khabur centro e orientale, secon- do solo a Mozan (Tav. 63 b). In base al materiale di ricognizione la stessa estensione viene ipotizzata per il periodo post-accadico (Ur 2002 a) 195.

La ricchezza e l’importanza del sito, insieme alla sua collocazione geografica, hanno suggerito l’identificazione di Hamoukar con l’antica città di Azuhinum, citata in uno dei nomi di anno di Naram-Sin196. Una città chiamata Azuhinum compare nei

testi accadici come centro hurrita, ed è da collocare secondo le interpretazioni di Fra- yne (Frayne 1993) e Steinkeller (Steinkeller 1998) tra il fiume Tigri e la città di Ur- kesh. La Azuhinum dei testi di II millennio a.C. provenienti da Rimah, Mari e Nuzi (Groneberg 1980), è identificabile in alcuni casi con un sito della regione di Nuzi (A- stour 1987: 16 n. 93) ed in altri con l’Azuhinum della Giazira (Ur 2002 b: 71). Le maggiori città che si trovano in questo periodo tra il fiume Tigri e la città di Urkesh, corrispondenti dunque alle candidate più probabili per l’identificazione del centro di BA, sono Leilan, Hamoukar e al-Hawa. Leilan si estende su un’area di 90 ettari, ma è con sicurezza identificata con Shehna (Whiting 1990 a); Hamoukar potrebbe esten- dersi per 105 ettari, e Tell al-Hawa su 66/80 ettari. Sia al-Hawa, che continua ad esse- re un centro considerevole nel II millennio a.C. (Ball et alii 1989: 34-35), sia Hamou- kar, nel caso in cui i riferimenti alla Azuhinum di II millennio a.C. siano da riferire alla città mesopotamica, costituiscono dunque delle candidate plausibili (Ur 2002 b: 71). Forlanini propone invece un’identificazione con Shimanum (Forlanini 2006: 157, nota 51).

Riguardo all’ordinamento economico e sociale del sito, le evidenze messe in luce non consentono di parlare di centralizzazione organizzativa, specializzazione del la- voro o coinvolgimento in linee commerciali, mentre la diffusione indifferenziata all’interno degli edifici di forni, ceramica da cucina, giare da conservazione e proba- bili recinti per animali indicano abbastanza chiaramente che la produzione di cibo si risolveva su base familiare. La ricchezza locale poteva risedere sia nella produzione artigianale sia nei commerci, ma la base economica viene comunque ritenuta agricola (Ur 2002 c: 9).

L’abbandono violento della città viene interpretato in via di ipotesi come conse- guenza dell’instabilità regionale, provocata dalla convergenza degli interessi nella

195 È opportuno ricordare però che la valutazione dell’estensione del sito si basa sulla ceramica di superfi-

cie, e che la ceramica post-Ninivite 5 (ovvero di periodo DA III e accadico) e post-accadica sono state considerate unitariamente (Ur 2002 b: 70).

196 «L’anno (in cui) Naram-Sin vinse una battaglia contro Subartu ad Azuhinum (e) catturò Tahiš-atili »

stessa area dei sovrani accadici dal sud, dei hurriti dal nord, e probabilmente delle éli- te locali (Ur 2002 c: 9).

4.1.1. La produzione ceramica

La ceramica della fase di abbandono viene datata sulla base del confronto con il mate- riale di Brak al periodo post-accadico antico o al periodo tardo-accadico. La caratteri- stica distintiva del repertorio è rappresentata dalle decorazioni a pettine, che hanno un’amplissima diffusione (Ur 2002 c: 9) (Tav. 67). Tra i tipi maggiormente rappre- sentativi viene indicata un’urna particolarmente profonda con orlo estroflesso e base a tre piedi (Gibson et alii 2002 a) (Tav. 67 a: 1). Oltre alle decorazioni a pettine è sicu- ramente degna di nota anche la presenza di ceramica metallica (stone ware) (Tav. 64 b: 17-10; Tav. 66: 9, 15 [?]197) e di ciotole in ceramica grigia con orlo ispessito ester-

namente, lisciate o brunite (Tav. 64 b: 11-13; Tav. 66: 12-13). Tra agli altri elementi si annoverano le olle ad ampia imboccatura con orlo a fascetta concava (Tav. 64 b: 1-2); olle ad ampia imboccatura, pareti scivolate e orli a nastro (Tav. 64 b: 6-7); ciotole lar- ghe con orlo tagliato piatto e prese esterne (Tav. 64 b: 14-16); bicchieri a base piatta o leggermente convessa (Tav. 64 b: 21-23); bacini con pareti estroflesse (Tav. 64 b: 8- 10); basi piatte ad anello ispessito (Tav. 64 b: 8-10) e basi leggermente concave tipo string cut (Tav. 64 b: 26-27).

4.1.2. Osservazioni

Il repertorio ceramico di Hamoukar potrebbe appartenere ad una fase post-accadica antica (inizio EJ V), come suggerisce la diffusione delle sottili decorazioni a pettine, ma la frequenza di tipi abbondantemente attestati nel periodo accadico (EJ IV), come già segnalato dagli scavatori, e la mancanza di alcuni elementi caratteristici del pe- riodo post-accadico nei siti del Khabur centro-orientale e della Giazira orientale, co- me le ciotole tipo Taya, le ciotole a parete alta-convessa o le ciotole carenate estrofles- se, potrebbero indicare anche una datazione alla fine del periodo accadico198. Il conte-

sto di scavo è di grande interesse, ma dal punto di vista cronologico non offre riferi- menti validi nella transizione tra il periodo EJ IV ed EJ V.

197 Non viene identificata come metallica ma la superficie è descritta come rosso-marrone, a tempera fine,

per cui potrebbe rientrare tra le metalliche di quella variante.

198 Si veda a titolo esemplare il repertorio della fase M di Brak, ma anche la fase Q di Barri. Il repertorio

della ceramica grigia trova ottimi confronti nella fase Q di Barri, come anche la tipologia delle basi tipo Tav. 64 b: 24-25 e la metallica (Tav. 64 b: 20).

stessa area dei sovrani accadici dal sud, dei hurriti dal nord, e probabilmente delle éli- te locali (Ur 2002 c: 9).

4.1.1. La produzione ceramica

La ceramica della fase di abbandono viene datata sulla base del confronto con il mate- riale di Brak al periodo post-accadico antico o al periodo tardo-accadico. La caratteri- stica distintiva del repertorio è rappresentata dalle decorazioni a pettine, che hanno un’amplissima diffusione (Ur 2002 c: 9) (Tav. 67). Tra i tipi maggiormente rappre- sentativi viene indicata un’urna particolarmente profonda con orlo estroflesso e base a tre piedi (Gibson et alii 2002 a) (Tav. 67 a: 1). Oltre alle decorazioni a pettine è sicu- ramente degna di nota anche la presenza di ceramica metallica (stone ware) (Tav. 64 b: 17-10; Tav. 66: 9, 15 [?]197) e di ciotole in ceramica grigia con orlo ispessito ester-

namente, lisciate o brunite (Tav. 64 b: 11-13; Tav. 66: 12-13). Tra agli altri elementi si annoverano le olle ad ampia imboccatura con orlo a fascetta concava (Tav. 64 b: 1-2); olle ad ampia imboccatura, pareti scivolate e orli a nastro (Tav. 64 b: 6-7); ciotole lar- ghe con orlo tagliato piatto e prese esterne (Tav. 64 b: 14-16); bicchieri a base piatta o leggermente convessa (Tav. 64 b: 21-23); bacini con pareti estroflesse (Tav. 64 b: 8- 10); basi piatte ad anello ispessito (Tav. 64 b: 8-10) e basi leggermente concave tipo string cut (Tav. 64 b: 26-27).

4.1.2. Osservazioni

Il repertorio ceramico di Hamoukar potrebbe appartenere ad una fase post-accadica antica (inizio EJ V), come suggerisce la diffusione delle sottili decorazioni a pettine, ma la frequenza di tipi abbondantemente attestati nel periodo accadico (EJ IV), come già segnalato dagli scavatori, e la mancanza di alcuni elementi caratteristici del pe- riodo post-accadico nei siti del Khabur centro-orientale e della Giazira orientale, co- me le ciotole tipo Taya, le ciotole a parete alta-convessa o le ciotole carenate estrofles- se, potrebbero indicare anche una datazione alla fine del periodo accadico198. Il conte-

sto di scavo è di grande interesse, ma dal punto di vista cronologico non offre riferi- menti validi nella transizione tra il periodo EJ IV ed EJ V.

197 Non viene identificata come metallica ma la superficie è descritta come rosso-marrone, a tempera fine,

per cui potrebbe rientrare tra le metalliche di quella variante.

198 Si veda a titolo esemplare il repertorio della fase M di Brak, ma anche la fase Q di Barri. Il repertorio

della ceramica grigia trova ottimi confronti nella fase Q di Barri, come anche la tipologia delle basi tipo Tav. 64 b: 24-25 e la metallica (Tav. 64 b: 20).

Le linee evolutive messe in luce ad Hamoukar delineano discontinuità tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.C. in quanto il sito, di dimensioni assolutamente cospicue nel DA e forse nel periodo accadico, è chiaramente sottoposto ad una di- struzione violenta e ad un abbandono improvviso. Rimane da verificare con più pre- cisione la datazione, ma apparentemente l’abbandono non sembrerebbe da datare ad una fase di molto posteriore alla fine del periodo accadico. In quest’ottica Hamoukar, invece che attestare continuità di insediamento alla fine del III millennio a.C., atteste- rebbe un abbandono violento verso la fine del periodo accadico, e un successivo e de- finitivo abbandono.

4.2. Tell al-Hawa

Tell al-Hawa, situato sulla riva sinistra dello Wadi al-Murr, si trova nella provincia di Ninawa, in Iraq. L’indagine, condotta tra il 1986 e il 1988 ad opera della British School of Archaeology in Iraq sotto la direzione di W. Ball, rientrava in un progetto più am- pio, il Tell al-Hawa Project, comprendente, oltre a una ricognizione di superficie su tutta l’estensione del sito, anche una ricognizione della regione circostante, corri- spondente alla porzione irachena della Giazira settentrionale199.

Si tratta di un sito molto ampio, e domina il paesaggio circostante per diversi chi- lometri. Si compone di un monticolo centrale, di circa 18 ettari di estensione per 30 m di altezza, e di una città bassa. Complessivamente dovrebbe estendersi su un’area di circa 80 ettari (Tav. 68 a).

L’occupazione ha origine nel periodo tardo neolitico. Sembrerebbe un centro ur- bano di primaria importanza nel periodo antico Uruk, ma il massimo livello di e- spansione viene raggiunto nel periodo accadico e nel periodo Khabur, quando diven- ta un centro cittadino di almeno 66 ha (Ball 1990 b). Successivamente al-Hawa rien- tra nelle sfere di potere mitanniche e medioassire, e diviene poi probabilmente la ca- pitale provinciale assira di Tillule. Rimane occupata fino al collasso dell’impero assiro in seguito al quale, se si eccettuano occasionali frequentazioni di periodo ellenistico ed islamico, resta sostanzialmente abbandonata. Per il periodo finale del III millennio a.C. è stata proposta l’identificazione di al-Hawa con la città hurrita di Azuhinum (Nashef 1991: 132), ma riguardo a tale localizzazione ci sono teorie discordanti200. F.

199 La ricognizione regionale è stata condotta da T. J. Wilkinson; la ricognizione di superficie del sito è

stata condotta da D. Tucker. Per i rapporti preliminari di scavo e di ricognizione si vedano: Ball et alii 1989; Ball 1990 c. Per i risultati definitivi della ricognizione regionale si veda Wilkinson, Tucker 1995. Ulteriormente si vedano: Ball 1990 a; b; Ball, Wilkinson 1989-90; Ball, Wilkinson 1989-90; Wilkinson 1989; 1990 c. Per una prima ricognizione dell’area si veda Lloyd 1938.

Joannès ha proposto un’identificazione con Razama-de-Yussan, ma non ha ancora ricevuto conferma (Joannès 1990: 45). Dal sito provengono alcuni testi amministrati- vi databili al periodo degli archivi di Mari che menzionano la presenza ad al-Hawa di ingenti quantità di rame, suggerendo inoltre la presenza di un complesso ammini- strativo a poca distanza dal luogo del rinvenimento delle tavolette (J. A. Black in Ball et alii 1989; George 1990; Eidem 1993).

In corrispondenza del periodo Ninivite 5 al-Hawa è un sito di dimensione urbana che si estende su un’area di circa 42 ettari, ed è circondato da un anello di insedia- menti satellite (Ball 1990 a: 14-5). L’espansione iniziata nel periodo Ninivite 5 conti- nua successivamente nel periodo accadico, quando l’insediamento raggiunge almeno i 66 ettari di estensione coprendo l’acropoli, già insediata nel periodo Uruk, e la mag- gior parte della città bassa. Relativamente a questo periodo nell’area D sono state rin- venute tracce di una fornace per ceramica, mentre nell’area E è stato messo in luce un edificio monumentale in mattoni cotti costruito su una piattaforma artificiale in terra battuta. Non sono state trovate tracce di muri di cinta, ma la concentrazione dell’insediamento sull’acropoli sembra comunque rispondere ad esigenze di difesa. Lo sviluppo di un complesso sistema di vie di transito attraverso la pianura circostan- te suggerisce un’intensificazione dello sfruttamento agricolo del territorio che, di pari passo con lo sviluppo urbano di al-Hawa, vede una riduzione degli insediamenti ru- rali, la maggior parte dei quali viene abbandonata. Altri centri di maggiore dimensio- ne invece, come Abu Kula, Kharaba Tibn e Tell as-Samir nella regione circostante, documentano uno sviluppo urbano parallelo a quello di al-Hawa (Ball 1990 a: 15).

Nel periodo Khabur l’estensione dell’abitato risulta analoga a quella del periodo accadico, ma la distribuzione dell’insediamento sembrerebbe cambiare, concentran- dosi in modo particolare sull’acropoli ed estendendosi solo secondariamente sulla cit- tà bassa. L’insediamento sulla città bassa, per come è attestato, è solo di tipo domesti- co: una serie di abitazioni private infatti è stata messa in luce nell’area D, mentre dalle aree C ed E l’unica traccia di frequentazione è la presenza di ceramica Khabur. Una tavoletta paleobabilonese è stata invece rinvenuta sul mound D. Tracce evidenti di una struttura monumentale, forse composta di più edifici, sono state in messe in luce nell’area AA, sulla cittadella, ed è probabile che tale struttura occupasse tutta la su-

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