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6giovani che sono interessati a fare piccoli lavoretti, possono orientarsi verso la prestazione

occasionale, sempre che siano rispettati alcuni “paletti” dettati dalla legge: • non dev’essere un’attività abituale;

• l’attività dev’essere non professionale; • non deve svolgersi con continuità; • non dev’esserci una coordinazione.

Possono quindi essere considerati lavoratori occasionali coloro che si impegnano a svolgere un’opera o un lavoro in proprio dietro corrispettivo, senza che vi sia alcuna forma di coor-dinazione o di suborcoor-dinazione con il committente. Secondo la legge non hanno il carattere della continuità i rapporti tra un committente e un collaboratore che nell’arco dell’anno solare non durano più di 30 giorni e non prevedono un compenso complessivo superiore a 5.000 euro netti.

Questo tipo di contratto, che generalmente non è scritto, prevede al termine del lavoro semplicemente la presentazione di una ricevuta di prestazione occasionale al datore di la-voro. Quest’ultimo verserà, a sua volta, una ritenuta d’acconto sul compenso, pari al 20%. I collaboratori occasionali non hanno l’obbligo di versare i contributi per il lavoro svolto; questi andranno versati solo per coloro che ricevono, tramite collaborazioni occasionali, un compenso superiore a 5.000 euro annui.

Lavoro occasionale accessorio

Lo scopo di questo contratto è quello di regolarizzare quei lavori saltuari che spesso non vengono formalizzati (lavoro nero). Possono riguardare il lavoro occasionale accessorio:

• piccoli lavori domestici (baby sitter, assistenza agli anziani, ai malati o ai diversa-mente abili);

• lezioni private;

• piccoli lavori di edilizia, di giardinaggio e nel settore agricolo (limitatamente ai gio-vani ed ai pensionati);

• collaborazioni alla realizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali o cari-tatevoli;

• collaborazioni con associazioni onlus, volontariato e solidarietà.

Il datore di lavoro può essere un privato, un’azienda o un’associazione senza scopo di lucro. L’assunzione, che non prevede una forma scritta, avviene attraverso la comunicazione ai Centri per l’impiego o presso le Agenzie per il lavoro; la retribuzione avviene con l’acquisto di buoni

lavoro, al costo di 10 euro cadauno che vengono consegnati direttamente al lavoratore.

Ogni buono presentato alle Poste corrisponde a 7,50 euro netti, mentre i contributi previ- 87

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denziali vengono versati dal datore di lavoro. Il compenso percepito dal lavoratore da parte di tutti i committenti non deve superare 5.050 euro l’anno, mentre - se il committente è un professionista o un imprenditore commerciale - la retribuzione non deve essere superiore a 2.020 euro per ciascun committente.

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BOX 5 – Il Libretto formativo

Che cos’è? A cosa serve?

Il Libretto formativo del cittadino è uno strumento pensato per raccogliere, sintetizzare e documentare le diverse esperienze di apprendimento dei cittadini lavoratori, nonché le competenze da essi comunque acquisite: nella scuola, nella formazione, nel lavoro, nella vita quotidiana.

Il Libretto formativo è un documento istituzionale nazionale (istituito con un Decreto interministeriale del 10 ottobre 2005) e viene gestito e rilasciato a cura delle Regioni e Province autonome nell’ambito delle loro esclusive competenze in materia di formazione professionale e certificazione delle competenze.

Il Libretto formativo si pone come strumento di documentazione trasparente e forma-lizzata di dati, informazioni, certificazioni, utilizzabile dall’individuo nel suo percorso di apprendimento, crescita e mobilità professionale.

Questa concezione del Libretto è coerente con le strategie e le azioni dell’Unione europea finalizzate alla trasparenza delle competenze e alla mobilità delle persone tanto che il Libretto può essere considerato il corrispettivo italiano di Europass (www.isfol.it/europass). Se infatti Europass rappresenta il passaporto delle qualifiche e delle competenze che fa-vorisce la “portabilità” delle stesse in Europa, il Libretto rappresenta la carta d’identità per muoversi sia sul territorio nazionale, sia attraverso le diverse esperienze di appren-dimento e lavoro.

A chi può essere rilasciato?

Il Libretto formativo è pensato per i giovani, finalizzato a raccogliere informazioni relative al percorso di apprendimento realizzato dopo la scuola dell’obbligo.

Può essere rilasciato anche a persone adulte con esperienze pregresse per agevolarne, di volta in volta a seconda della tipologia del cliente/utente che lo richiede, il rientro in for-mazione, la mobilità interprofessionale o geografica, la transizione lavorativa.

Com’è fatto?

Il Libretto raccoglie informazioni di vario tipo relative sia ai percorsi di istruzione e di formazione certificati con un titolo di studio o di qualifica, sia alle esperienze effettuate

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in ambito educativo/formativo, in ambito lavorativo, in ambito sociale, ricreativo o fa-miliare.

Esso è composto da due parti (Sezione 1 e 2) organizzate in modo dinamico e selettivo, a seconda delle caratteristiche della persona che lo utilizzerà.

Nella Sezione 1 sono raccolti i dati relativi alle informazioni personali, alle esperienze la-vorative/professionali, ai titoli di istruzione e formazione ed alle esperienze formative. La Sezione 2 elenca e descrive le competenze significative derivanti dai dati preceden-temente raccolti.

Per tutte le competenze descritte, devono essere indicate le evidenze che supportano tale descrizione e che ne comprovano il possesso. Se non sono disponibili documenti di supporto si può non registrare la competenza oppure registrarla indicando che si tratta di un’autodichiarazione.

Per quanto concerne le competenze non certificate in ambito formativo, le evidenze a supporto, almeno in fase transitoria, non avendo un uguale livello di “certezza condivisa” assumeranno un “valore” diverso rispetto a quelle costituite da certificazioni (ovvero quelle la cui certezza è data da un sistema di regole condivise).

A tal fine, in questa sezione, possono essere indicate le seguenti tipologie di documenti: • titoli di istruzione e formazione rilasciati dal MIUR o dalle Regioni (diplomi nazionali del sistema scolastico o accademico, attestati di qualifica, certificati di specializza-zione tecnica superiore);

• certificazioni e attestazioni formative (certificati di competenze regionali, certifica-zioni riguardanti percorsi brevi o parziali, dichiaracertifica-zioni di competenze, attestati di frequenza);

• documenti rilasciati in ambito professionale o lavorativo (abilitazioni professionali, patentini, lettere di referenze, attestazioni o dichiarazioni del datore di lavoro); • altra documentazione (autodichiarazioni o altre evidenze).

Le attuali applicazioni

Con il Decreto legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013, è stata sancita formalmente in Italia la necessità di istituire un sistema nazionale per la validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certifica-zione delle competenze. In particolare, il Decreto prevede che la registracertifica-zione dei docu-menti di validazione e dei certificati rilasciati dagli enti pubblici di riferimento siano in conformità al formato del Libretto formativo del cittadino. Tale indicazione rende obbli-gatorio l’utilizzo del Libretto formativo come strumento formale ed istituzionale per la raccolta e documentazione delle esperienze.

L’avvio di questo servizio è pertanto imminente e le Amministrazioni regionali sono in-dividuate come le istituzioni-chiave per la gestione e il rilascio del Libretto formativo.

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Tuttavia una gran parte delle Regioni è ancora in fase di start up, ossia ha avviato spe-rimentazioni o tavoli di discussione a livello politico e strategico al fine di attivare una formalizzazione normativa dello strumento.

Sette Regioni (Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto) hanno invece già adottato normative che avviano la messa a regime del Libretto anche se il ser-vizio oggi non è ancora disponibile.

Una sola Regione, la Toscana, ha messo a punto ed avviato un’attività di diffusione dello strumento ad ampio raggio attraverso la rete dei Servizi per il lavoro: da marzo 2011 a ottobre 2014 sono stati rilasciati circa 42.000 Libretti. Chi abita in Toscana può quindi rivolgersi ai Centri per l’impiego e richiedere il Libretto.

Consigli utili

Il processo istituzionale di adozione del Libretto formativo del cittadino nelle Regioni italiane (ad eccezione della Toscana) è ancora in fase di avvio benché molte sperimen-tazioni siano state attuate e vi sia già un contesto maturo grazie al quale a breve sarà possibile richiedere un Libretto. Nel frattempo il consiglio è quello di tenere sempre ag-giornato il proprio Curriculum con ogni esperienza di apprendimento, lavoro, tirocinio, stage, volontariato, impegno sociale, hobby e di documentare le esperienze stesse il più possibile con documenti, attestazioni, lettere di referenze o altre evidenze che potranno essere poi utilizzate in forma di Dossier. Inoltre poiché la situazione è in costante evolu-zione conviene periodicamente informarsi direttamente presso gli uffici o sul sito web della propria Regione di appartenenza e cogliere il momento opportuno per avviare la richiesta.

Per ulteriori informazioni:

Piattaforma Isfol VaLiCo – Validazione Libretto Competenze http://librettocompetenze.isfol.it

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