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Prova a fare un bilancio della tua esperienza di tirocinio, indicando tutto ciò che hai appreso in termini di:

Competenze professionali

Competenze sociali o organizzative

Utilizzo di strumenti/apparecchiature/macchinari, ecc.

Conoscenze relative alla struttura e al funzionamento di un’azienda

Indicazioni utili per orientarti nella scelta del lavoro

Dal punto di vista dell’inserimento e dell’integrazione con il gruppo di lavoro, sei soddisfatto del tuo tirocinio?

 Sì  No  In parte 70

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Sei stato adeguatamente seguito e supportato durante il tuo percorso formativo?

 Sì

 No

 In parte

Qual è la tua valutazione sulla capacità del tutor aziendale di assisterti, supportarti e for-marti?

 Ottimo  Buono  Sufficiente  Insufficiente

Hai avuto a disposizione tutti gli strumenti e le informazioni necessari per svolgere ade-guatamente il tuo lavoro?

 Sì

 No

 In parte

Hai svolto le attività previste dal Progetto formativo?

 Sì

 No

 In parte

Dal punto di vista dei contenuti formativi, il tuo tirocinio è stato:

 Ottimo  Buono  Sufficiente  Insufficiente

Hai avuto dei riscontri da parte del soggetto ospitante sulla qualità del tuo lavoro?

 Sì

 No

 In parte

Pensi che il soggetto ospitante sia soddisfatto del tuo contributo?

 Sì  No  In parte 71

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Se hai avuto dei problemi nel corso del tirocinio, ne hai parlato con il tuo tutor aziendale? Se sì, sei riuscito a risolverli?

Se non sei riuscito a risolverli parlando con il tutor aziendale, ne hai parlato con il tutor del soggetto promotore?

Se sì, sei riuscito a risolverli?

Qual è la tua valutazione sull’attività del tutor del soggetto promotore?

 Ottimo  Buono  Sufficiente  Insufficiente

 Non l’ho mai visto né contattato

Qual è la tua valutazione complessiva della qualità del tuo tirocinio?

 Ottimo  Buono  Sufficiente  Insufficiente

Il rapporto con il soggetto ospitante è proseguito al termine del tirocinio?

 No

 Sì, con una proroga del tirocinio  Sì, con una collaborazione occasionale  Sì, con un contratto a progetto

 Sì, con un contratto a tempo determinato  Sì, con un contratto a tempo indeterminato  Sì, in altra modalità (specificare)

Eventuali osservazioni: _________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ 72

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Box 4 - Il linguaggio aziendale

Cos’è un’azienda, che differenza c’è fra azienda privata e azienda pubblica, cosa significa organizzazione aziendale, empowerment, employer branding, briefing, clima aziendale, cos’è un organigramma, cosa sono le Risorse umane o Human Resources (HR)? Qual è il significato di bilancio, brand, business plan, capitale, cash flow, concorrenza, core

business, benchmarking, fatturato, mercato, mission, profitto, margine operativo, utile?

Cosa vuol dire rischio d’impresa?

Hai mai sentito parlare di knowledge management e di learning organization? Hai familiarità con le sigle HQ (Headquarters), B2B (Business to Business), B2C (Business

to Consumer), B2E (Business to Employees)?

Prima di mettere piede in azienda è indispensabile acquisire una certa familiarità con una serie di termini che costituiscono l’ossatura del linguaggio aziendale e apprenderne il corretto significato facendone propri i contenuti, per non rischiare brutte figure sia durante il primo colloquio di selezione che nel momento in cui si entra in azienda. Anche prima di firmare il proprio Progetto formativo è indispensabile comprenderne in maniera il più possibile approfondita i diversi elementi, che spesso potrebbero sembrare espressi in maniera troppo sintetica, a volte ovvia e scontata: non lasciarsi ingannare dalle appa-renze aiuta a non avere spiacevoli sorprese durante il tirocinio.

Per fare questo si consigliano una serie di strategie che possono comprendere: • approfondire attraverso una piccola ricerca personale i diversi significati dei termini

economico-finanziari e di quelli legati all’organizzazione aziendale (area, compiti, mansioni), presenti nell’annuncio di tirocinio o nella descrizione ufficiale dell’azienda che lo offre;

• ricorrere ad una serie di fonti facilmente accessibili online, come ad esempio i nu-merosi dizionari specializzati sui termini aziendali ed economico-finanziari maggior-mente in uso, sia in italiano che in inglese;

• esibire durante il colloquio di selezione un minimo di conoscenze sulla struttura aziendale, sia mostrando di comprendere chiaramente i compiti da svolgere, sia ri-spondendo e ponendo correttamente eventuali domande al proprio interlocutore. Per verificare il posizionamento della potenziale azienda ospitante si consiglia inoltre di visitare il sito www.registroimprese.it, l’anagrafe pubblica delle imprese italiane iscritte alla Camera di Commercio.

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In caso di esito positivo del colloquio, appena entrati nell’organizzazione, è opportuno familiarizzare velocemente con il clima aziendale, la sua filosofia e le sue regole, che de-vono essere seguite non soltanto nei comportamenti e negli atteggiamenti da assumere in azienda (Cap. 5, par. 5.1), ma anche nel linguaggio da utilizzare e nelle espressioni da evitare con il proprio tutor, i colleghi e durante le riunioni di lavoro.

Ad esempio, se vengono utilizzati più spesso termini inglesi (anche italianizzati) o addi-rittura sigle, per riferirsi a funzioni organizzative, posizioni interne, strumenti/sistemi uti-lizzati, obiettivi da raggiungere, ecc. è necessario non solo comprenderne correttamente il significato nello specifico contesto aziendale, ma anche imparare ad utilizzarli, senza strafare, dopo pochi giorni dal proprio ingresso in azienda.

6. Valorizza la tua esperienza

6.1 Il progetto professionale

L’elaborazione del proprio progetto professionale può essere avviata fin dai tempi della scuola ed è spesso legata alla scala di valori della propria famiglia, ai propri sogni e alle proprie attitudini individuali.

La revisione della scala di valori di partenza e la rielaborazione delle aspettative familiari, nonché l’accettazione o il superamento delle contingenze esterne, fanno parte del processo di crescita di ciascuno, a cui si aggiungono passioni, motivazioni, attitudini caratteriali o ma-turate nel tempo, capacità personali e performance. Durante questo percorso, non sempre facile, sarà spesso necessario riadattare i propri obiettivi alle proprie reali capacità, senza però rinunciarvi del tutto, magari scegliendo una strada che permetta di rimanere comunque nell’ambito professionale che meglio rispecchi il complesso insieme di desideri e aspettative. L’elaborazione di un progetto professionale è dunque, senza dubbio, il primo passo concreto per chi cerca lavoro: è un processo in fieri che si organizza e si ridefinisce in funzione dei risultati che mano a mano vengono raggiunti.

Il punto di partenza per la progettazione, è quello di porsi una serie di domande: • A cosa ho imparato a dare valore?

• Cosa accende la mia motivazione? Conosco le mie reali attitudini e capacità? • Quali sono le mie competenze forti?

• Quali sono quelle che dovrebbero essere potenziate?

• Quali strategie posso mettere in atto alla luce di questa valutazione? • Cosa mi interessa fare?

• Cosa cerco in un’attività professionale?

L’elaborazione delle risposte porterà alla stesura del proprio progetto di vita e di lavoro. Tutte le informazioni raccolte su di sé, sui propri interessi e capacità, sul percorso formativo, sulle opportunità occupazionali e quant’altro dovranno essere riordinate ed utilizzate per costruire il progetto e identificare un piano di azione personalizzato.

Prima di metterlo a punto, è necessario infatti aver raggiunto una certa consapevolezza di sé, delle proprie capacità e competenze acquisite anche durante un tirocinio; in questo pe-riodo ci si è infatti sottoposti al giudizio di persone che le hanno verificate sul campo e ci

hanno aiutato, eventualmente, ad aggiustare il tiro, indicandoci come farlo, trasmettendoci

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know how, saperi, linguaggi, conoscenze e attitudini che non avevamo prima e che abbiamo

appreso in azienda, investendo un certo bagaglio di risorse personali.

Mettere a fuoco il proprio progetto professionale potrebbe essere dunque la conseguenza più importante di un tirocinio ben fatto, più ancora dell’eventuale offerta di lavoro alla fine dello stage, che può rappresentare una contingenza favorevole, ma, spesso, circoscritta nel tempo. Sì, perché il progetto copre più piani di azione in un arco temporale in teoria più lungo. L’essere soddisfatti del tirocinio appena concluso già di per sé rappresenta un primo passo per arrivare alla definizione del nostro progetto: se lo stage ci è piaciuto saremo propensi a proseguire la nostra carriera in quello stesso ambito professionale e, possibilmente, in quello stesso tipo di azienda; in caso contrario potremmo ritenere che quel determinato tipo di lavoro non fa per noi per una serie di motivi e che dovremmo indirizzarci verso un altro settore oppure un’altra funzione anche all’interno dello stesso settore.

Proviamo a fare qualche esempio:

Dopo il tirocinio potresti scoprire che, pur essendo diplomato in ragioneria, lavorare nell’area amministrativa delle risorse umane non fa per te, ma ti piacerebbe molto di più lavorare nel commerciale e marketing, pur consapevole che avrai bisogno di arricchire il tuo bagaglio formativo. A questo punto devi decidere se iscriverti alla Facoltà di Economia e commercio o Economia aziendale, affrontando un iter più impegnativo e oneroso, ma che offrirebbe in seguito opportunità di inserimento ad un livello più alto, oppure frequentare dei corsi di formazione specialistica, con la possibilità di un risvolto operativo più immediato. Se i dubbi ti attanagliano, puoi attingere all’agenda di contatti che ti sei fatto durante il tirocinio e scrivere o telefonare al tuo ex tutor per chiedere consigli. Starà poi a te decidere se cercare un’opportunità di lavoro oppure se proseguire gli studi.

Immaginandoti in tutt’altra situazione, dopo aver fatto ad esempio un tirocinio per l’orga-nizzazione di una mostra come neodiplomato classico, scopri invece di non essere portato per gli aspetti organizzativi che ti creano ansia e stress, ma che avresti preferito molto di più preparare le schede delle opere esposte (come è accaduto a Carmen, vedi Cap. 8, par. 8.1): in questo caso ti renderai conto, dopo aver parlato con i curatori della mostra, che per acquisire le competenze utili a svolgere questo tipo di lavoro, dovrai necessariamente iscri-verti ad una Facoltà di Storia dell’arte, informandoti prima bene sull’iter seguito dalle per-sone che hanno svolto i compiti a cui ti saresti voluto dedicare durante lo stage. Nel caso in cui invece, volendo approfondire concretamente le problematiche legate alla migrazione, hai accettato un tirocinio di semplice inserimento dati presso una onlus, che si

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