56 tutti gli effetti un problema stock38 mentre gli aerosol hanno una durata misurabile
in settimane39. A riprova di ciò, si noti come le concentrazioni di Diossido di Carbonio
siano drasticamente aumentate negli ultimi anni e come anche il rapporto tra le emissioni di Diossido di Carbonio e il consumo energetico sia andato ad aumentare fortemente nel periodo 1990–2014 (Fig. 19). La CO2 è un prodotto legato in modo diretto alla combustione di combustibili fossili e le emissioni sono suscettibili di aumenti significativi poiché, in assenza di forti ed eclatanti azioni politiche, i combustibili fossili tenderanno sempre – o quanto meno per molto tempo – a fornire la maggior parte dell'energia in tutto il mondo e al contempo il consumo di energia stesso si prevede continuerà a crescere essendo correlato con i sistemi economici.
Pertanto, è probabile che la CO2 continui a posizionarsi sul più alto gradino del podio40 di questa infausta gara sulla diffusione di emissioni nocive nell’ambiente.
A differenza di altri inquinanti, tale Gas è inoltre molto difficile da eliminare con l'uso di tecnologie end–of–pipe. Le soluzioni attualmente più realizzabili dal punto di vista tecnologico sono però particolarmente controverse, costose ad alto consumo di energia, come ad esempio la cattura della CO2 ed il deposito di questa in bacini oceanici o geologici, o addirittura approcci nuovi ed in gran parte non testati come l'utilizzo di flue gas al fine di far crescere alghe che ne riducano le concentrazioni aeree41.
Questa oggettiva mancanza di misure standard di contrasto alle emissioni di CO2 rappresenta il principale motivo, dunque, per cui si ritiene che tale gas sia, e sarà, il più difficile da abbattere tra tutti i GHG a meno che non si mettano in atto diverse policies finalizzate a scongiurare scenari molto pericolosi (vedi Fig. 20).
38 Novakov, T., et al. "Large historical changes of fossil‐fuel black carbon aerosols." Geophysical Research Letters 30.6 (2003).
39 Andreae, Meinrat O., Chris D. Jones, and Peter M. Cox. "Strong present–day aerosol cooling implies
a hot future." Nature 435.7046 (2005): 1187–1190.
40 Sarofim, Marcus C. Climate policy design: Interactions among carbon dioxide, methane, and urban
air pollution constraints. Diss. Massachusetts Institute of Technology, (2007).
57 Figura 20 – Previsioni sviluppi futuri GHG Emissions42
Contrastare l’inquinamento
La Conferenza di Rio del 1992 è generalmente considerata il punto di inizio di uno sforzo globale per combattere i cambiamenti climatici atmosferici43. Un totale di
172 governi parteciparono al convegno che si tenne a Rio de Janeiro. Un risultato fondamentale della conferenza fu che venne concordato il trattato UNFCCC (United
Nations Framework Convention on Climate Change). Il trattato ha avuto l'obiettivo di
stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera a un livello tale da impedire pericolose interferenze antropogeniche con il sistema climatico. Limiti specifici ai gas
42 Rogelj, Joeri, et al. "Paris Agreement climate proposals need a boost to keep warming well below 2
C." Nature 534.7609 (2016): 631–639.
43 Mulder, Arnold. CO2 Emissions Trading in the EU: Models and Policy Applications. Diss. PhD thesis, Rijksuniversiteit Groningen, 2015.
58 serra non furono specificatamente menzionati nel trattato, ma fu fornito un quadro di riferimento per ulteriori negoziati.
Le parti dell'UNFCCC sono tornate al tavolo delle trattative per un totale di 20 volte tra il 1995 e il 2004, presso le cosiddette Conferences of parties. Nonostante questi anni di negoziati e la crescente consapevolezza del ruolo che l’umanità ha nel cambiamento climatico atmosferico44, non esiste attualmente alcun accordo a livello
mondiale efficace su un obiettivo o su uno strumento e finalizzato a ridurre le emissioni di gas serra. Il protocollo di Kyoto ha rappresentato probabilmente il tentativo più riuscito di realizzare un insieme completo di obiettivi giuridicamente vincolanti per la riduzione dei gas serra. Il protocollo prevedeva, infatti, obiettivi di riduzione di gas serra per 41 nazioni, da raggiungere entro il 2012.
La maggior parte dei paesi però non ebbe alcun obiettivo di riduzione fissato poiché considerati paesi in via di sviluppo. Gli Stati Uniti d'America inoltre rifiutarono di ratificare il protocollo di Kyoto, non caricandosi quindi obiettivi di riduzione giuridicamente vincolanti. All’avvicinarsi della scadenza del 2012, ulteriori negoziati per un periodo di rinnovato impegno successivo al 2012, si dimostravano difficili.
I maggiori emettitori di gas serra come gli Stati Uniti, la Russia e la Cina non accettarono le riduzioni, mentre molti altri paesi vollero mantenere il loro status di paese in sviluppo, per il medesimo motivo. Alla fine, dopo lunghe trattative, un rinnovato impegno meno ambizioso fino al 2020 è stato concordato, con un minor numero di nazioni partecipanti. Tuttavia, sulla base del processo durato oltre vent’anni, un impegno davvero globale finalizzato a contrastare il cambiamento climatico sembra, ad oggi, difficile da raggiungere.
Durante l’intero processo di negoziazione, l'Unione Europea (UE) è rimasta una forte sostenitrice e fautrice di rigorosi obiettivi di riduzione delle emissioni globali
59 di gas serra. Il Trattato di Maastricht, firmato nel 1992 da tutti gli Stati membri dell'UE, include l'obiettivo che la politica ambientale dell'Unione europea dovrebbe contribuire alla promozione di misure a livello internazionale finalizzate ad affrontare i problemi dell'ambiente a livello regionale o mondiale45.
Figura 21 – Emissioni C02 da Idrocarburi Gli impatti della produzione di petrolio, del trasporto, della raffinazione e del consumo sono significativi e diffusi. Dagli effetti ambientali sugli ecosistemi fragili, agli impatti culturali sui gruppi indigeni, all'impatto sulla salute dei lavoratori e delle comunità, fino agli impatti climatici globali ed ai conflitti militari, il petrolio è forse la merce singola più controversa e influente nel mondo. Questa breve analisi di alcuni
45 Sbragia, Alberta M. "10 Institution–Building from Below and Above: The European Community in
Global Environmental Politics." European integration and supranational governance (1998): 283.
0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
CO2 Emissions by source
60 semplici dati mostra la rilevanza ma anche gli effetti negativi di petrolio, attraverso la sua capacità di generare Diossido di Carbonio nelle varie fasi di produzione.
È inoltre interessante notare come tutti i principali idrocarburi abbiano arrecato un danno ecologico sempre maggiore in termini di CO2 negli ultimi 25 anni (Fig. 21). Tale fenomeno deve far riflettere non più semplicemente sul “Come” ma anche sul “Perché”, infatti il fenomeno dell’inquinamento da energia riflette una necessità, del contesto di riferimento, di soddisfare esigenze che sono via via crescenti con il progressivo sviluppo socio–economico. In poche parole, l’impressione che si ha è che maggiore sviluppo porta con sé maggiore richiesta di energia e ciò determina inquinamento. Un’idea, quest’ultima, in qualche modo in contrasto con quanto visto nel paragrafo precedente, per cui era la mancanza di regolamentazione ed il basso livello di sviluppo che determinavano opportunità di lavorazioni più economiche.
Anche se numerosi studi hanno analizzato i singoli impatti discreti del crude oil, poche analisi disponibili riguardano la valutazione della distribuzione complessiva o degli impatti cumulativi del petrolio. I dati attuali mostrano comunque come il petrolio sia chiaramente al centro dell’attuale fase di sviluppo industriale delle attività economiche. Tuttavia, l'Oil è anche al centro di alcune delle più preoccupanti problematiche inerenti l’ambiente, la salute e la società nel suo complesso, che oggi i governi ed i cittadini si trovano di fronte. Capire come gestire sia i benefici sia i costi del petrolio, contribuirà a determinare la ricchezza, la salute e la sicurezza del pianeta. Comprendere la distribuzione degli impatti del petrolio e l'efficacia degli attuali sistemi di regolamentazione è fondamentale per portare avanti un controllo maggiore e più democratico su questa risorsa e per massimizzare i benefici della stessa, minimizzandone al contempo gli effetti negativi.
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