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Amamen (v. 121): nel Du Cange il sostantivo è spiegato con un eloquente poliptoto: «Inquit

Auctor Breviloqui: “Amamentum, amasurus, omnia idem, id est, amatio”»1 .

Il termine è attestato soprattutto in opere grammaticali. Quelle antiche sono le seguenti: l’Ars

Grammatica di Papia (70-130 ca), le Artes Grammaticae di Mario Plozio Sacerdote (III-IV

sec.), gli Artis grammaticae libri V di Carisio (metà IV sec.), l’Ars Grammatica di Diomede (seconda metà IV sec.), l’Institutio de nomine et pronomine et uerbo di Prisciano (V-VI sec.). Nel Medioevo è ripreso altresì da Paolo Camaldolese (XII sec.) nel Donatus.

Cristicola (v. 304): neoformazione mediolatina, segnalata sia nel Niermeyer, con «chrétien -

Christian»2, sia nel Du Cange, con «Christianus, Cultor Christi»3.

Originato probabilmente dalla composizione di Cristus+incola, lett. ‘abitante di Cristo’, è interpretabile come ‘membro della cristianità’ e quindi ‘cristiano’. L’unica attestazione nella letteratura mediolatina è nel Liber de temporibus et etatibus di Alberto Milioli (1220 ca-1287 ca).

Decorabilis (v. 881): neoformazione mediolatina da decorus+abilis, plausibilmente per

analogia con il sinonimo honorabilis, segnalato con «ornatus, optime instructus»4. Nessuna attestazione nella letteratura latina classica e medievale.

Fundamen (v. 196): sinonimo di «fundus»5, possiede attestazioni in vari generi letterari. Per quanto riguarda la classicità, troviamo occorrenze nei Georgica di Virgilio, nei

Metamorphoseon libri XV e nei Fasti di Ovidio; per la letteratura cristiana ne danno esempi

Claudiano (IV-V sec.), nel De bello Gothico e nel De raptu Proserpinae, e Prudenzio (IV-V sec.), nella Psicomachia. Altre attestazioni si trovano nella prosa delle Epistulae e delle

Epitomae di Virgilio Marone il Grammatico (VI sec.), e nell’Ars Grammatica dello

Pseudo-Emilio Aspro. Per la letteratura mediolatina, troviamo attestazioni nell’Historia Veneticorum

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DU CANGE ET AL., Glossarium mediae et infimae latinitatis, Niort, L. Favre, 1883-1887, t. 1, col. 212a.

2 J.F.NIERMEYER, Mediae Latinitatis Lexicon Minus, Leiden, Brill, 1984, t. 2, p. 178.

3 DU CANGE ET AL.,op. cit, t. 2, col. 321a.

4 DU CANGE ET AL., op. cit., t. 4, col. 230a.

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di Giovanni Diacono (X-XI sec.), nelle Epistolae di Nicola da Rocca (XIII sec.) e in quelle di Stefano di San Giorgio (seconda metà XIII sec.).

Iterans (v. 461): nel Niermeyer questo sostantivo è segnalato con «voyageur - traveller»6. Si tratta infatti del participio presente sostantivato di itero, ‘ripetere’, utilizzato nel Medioevo anche come sinonimo di «iter facere»7 Qui, pertanto, Bonvesin si riferisce ai ‘viandanti’. Tale sostantivo, con questo significato, è attestato ad esempio nell’ Historia Veneticorum di Giovanni Diacono (X-XI sec.).

Iuvamen (v. 357): lemma assente sia nel Du Cange che nel Niermeyer.

Troviamo attestazioni in Rosvita di Gandersheim (935-973), in particolare nei Dramata, nei

Legenda e nei Carmina Historica. Lo Pseudo-Turpino (XII sec.), vi ricorre nell’Historia Karoli Magni et Rhotolandi, e Raimondo di Rocosello (XIII sec.) nel Certamen anime. Altri

esempi in un anonimo dell’XI sec., autore della Vita sancti Symeonis monachi, in Arnolfo di Milano (XI sec.), con il Liber Gestorum recentium, e in un anonimo del XII sec., autore del

Carmen de gestis Frederici I. imperatoris in Lombardia, nel Chronicon Vulturnense di

Giovanni di San Vincenzo al Volturno (XII sec.), nel Chronicon Farfense di Gregorio da Catino (1060 ca-1130 ca) e infine nell’Ars dictaminis di Guido Faba (1190 ca-1243 ca).

Placito (v. 666): nel Niermeyer, tra i molti significati di tale verbo, vi è anche quello di «juger

- to adjudicate»8, scelto qui in riferimento ai «verbera» e ai «verba» del maestro (v. 663). Il Du Cange, invece, non riporta questo verbo, ma segnala il sostantivo placitator come sinonimo di «judex, arbiter»9. Nella letteratura classica troviamo una sola attestazione, nelle

Bacchides di Plauto: «Neque placitant mores quibus video volgo <in> gnatos esse parentes»

(v. 1081). In discreta quantità gli esempi mediolatini: Arnolfo di Milano (XI sec.), con il

Liber Gestorum recentium, Paolo Camaldolese (XII sec.), con il Donatus, Giovanni di San

Vincenzo al Volturno (XII sec.), con il Chronicon Vulturnense.

6 J. F.NIERMEYER, op. cit., t. 2, p. 559.

7 DU CANGEET AL., op. cit., t. 4, col. 430b.

8 J.F.NIERMEYER, op. cit., t. 2, pp. 799-801.

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Refugo (v. 824): lemma assente sia nel Du Cange che nel Niermeyer.

Probabilmente, si tratta di una neoformazione da re+fugo, per analogia con refugio, ottenuto da re+fugio. Re- è prefisso indicante movimento a ritroso, per cui refugo significa “cacciare indietro. Rare le attestazioni nella letteratura mediolatina: la più curiosa è quella del Flos

Medicinae Scholae Salerni, opera anonima del XII sec., in cui si legge «Sal virus refugat, et

non sapidumque saporat.» (v. 289).

Serisco (v. 911): lemma assente sia nel Du Cange che nel Niermeyer.

Si tratta probabilmente di una neoformazione da adsero privato del prefisso ad- e munito del suffisso incoativo –sco. Non attestato nella letteratura latina classica e medievale.

Stultizo (v. 288): segnalato nel Du Cange con «insanire, in furiam verti»10.

Si tratta di una neoformazione mediolatina, ma il suffisso –izare somiglia a -issare dei neologismi plautini graecissat e atticissat (Menaechmei, Prol., 11, 12): possibile un richiamo? Quasi tutte le attestazioni di questo verbo appartengono alla Cronica di Salimbene de Adam (1221-1288).

Solamen (v. 847): dei due significati riportati nel Niermeyer, abbiamo scelto quello di «appui,

assistance – help, aid»11.

Sostantivo comunemente utilizzato nella poesia latina classica (Virgilio, Ovidio, Seneca, Lucano, Stazio), mentre per il Medioevo ritroviamo gli autori e le opere già menzionate per i termini più singolari. I primi sono Carisio (metà IV sec.), con l’Artis grammaticae libri V, Prisciano (V-VI sec.), con le Institutiones gramaticae, Rosvita di Gandersheim (935-973), con i Dramata, i Legenda e i Carmina Historica, l’anonimo dell’XI sec., autore della Vita

sancti Symeonis monachi, l’anonimo del XII sec. autore del Flos Medicinae Scholae Salerni12, Giovanni di San Vincenzo al Volturno (XII sec.), nel Chronicon Vulturnense, Raimondo di Rocosello (XIII sec.), nel Certamen anime, Nicola da Rocca (XIII sec.) e Stefano di San Giorgio (seconda metà XIII sec.) nelle rispettive Epistolae, Guido delle Colonne (1210 ca – 1280 ca), nell’Historia destructionis Troiae.

10 DU CANGE ET AL. op. cit., t. 7, col. 620b.

11 J.F.NIERMEYER, op. cit., t. 2, p. 975.

12 «§ 90. Zinziber. - Algores stomachi, thoracis, renibus aufert; | Idem conditum solamen zinziber affert. Idem conditum solamen zinziber affert.» (vv. 770-771).

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Sollicitamen (v. 797): lemma assente sia nel Du Cange che nel Niermeyer.

Non attestato altrove nella letteratura latina classica e medievale.

Taxillator (v. 821): segnalato nel Du Cange con «tesserarum ludo deditus»13, è un derivato da

taxillus, ‘dado’. Le uniche attestazioni del termine risalgono al Liber legum moralium e allo Speculum vitae di Bellino Bissolo (XIII sec.).

Turbamen (vv. 99, 463, 687): equivalente a «turba, motus»14. Attestato solamente nei

Carmina de Lamberti (X sec.) e nella Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne

(n. intorno al 1210 - m. dopo il 1280).

Vagitor (v. 194): indicato nel Niermeyer come derivato di vagor (frequentativo intensivo) e

con il significato «errer - to roam, wander»15.

Nelle banche-dati è segnalato solo vagito, analogo a «vagari, discurrere». La forma deponente, invece, non è attestata nella letteratura latina classica e medievale.

13 DU CANGE ET AL. op. cit., t. 8, col. 042c.

14 DU CANGE ET AL. op. cit., t. 8, col. 211a.

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