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NELLE GRANDI AREE URBANE ITALIANE

Nel documento Focus su IL SUOLO, IL SOTTOSUOLO E LA CITTÀ (pagine 113-117)

EDI CHIARINI, CHIARA D’AMBROGI, MAURIZIO D’OREFICE, FABRIZIO GALLUZZO, ELENA LA POSTA, MARIA TERESA LETTIERI, LUCIO MARTARELLI & MARIA GRAZIA ROSSI

ISPRA – Dipartimento Difesa del Suolo - Servizio Geologico d’Italia

Premessa

Già nei rapporti precedenti è stata evidenziata l’importanza della cartografia geologica per la conoscenza del territorio, fondamentale per la programmazione e pianificazione (predisposizione di piani regolatori, piani di assetto idrogeologico, piani paesistici, ecc.), per l’individuazione e il corretto sfruttamento delle georisorse, prima tra tutte l’acqua, per la previsione e prevenzione dei rischi naturali, a cominciare da quelli derivanti dal dissesto idrogeologico che caratterizza il nostro paese. Solo una profonda conoscenza dell’ambiente fisico e una corretta programma-zione territoriale possono mitigare gli effetti, spesso dannosi e a volte catastrofici, degli eventi naturali che interessano il paese. Questo è particolarmente vero nelle grandi aree urbane dove, per la densità abitativa, l’intensa antropizzazione e la concentrazione di infrastrutture, si aggra-vano le problematiche ambientali ed aumentano le situazioni di rischio.

Il Progetto di Cartografia geologica alla scala 1:50.000 (Progetto CARG)

Il Progetto CARG è coordinato dal Dipartimento Difesa del Suolo/Servizio Geologico d’Italia dell’ISPRA e realizzato attraverso la collaborazione con le Regioni e Province Autonome, con i Dipartimenti universitari di Scienze della Terra e con vari istituti del CNR. Le risorse economiche resesi finora disponibili hanno permesso di finanziare circa il 40% del totale dei fogli alla scala 1:50.000 che coprono il territorio nazionale.

Il Progetto prevede che il rilevamento geologico venga effettuato alla scala 1:10.000; i dati vengono restituiti alla scala 1:25.000 e stampati alla scala 1:50.000 (in fogli completi di nota illustrativa). Tutti i dati raccolti, di superficie e del sottosuolo, vengono informatizzati e orga-nizzati in una banca dati alla scala 1:25.000. Nel caso di fogli nei quali ricadono grandi centri abitati, in particolare le maggiori aree urbane, è necessario acquisire, oltre ai dati superficiali – generalmente scarsi - una gran mole di dati del sottosuolo, derivanti da pozzi, sondaggi, gallerie, indagini geofisiche, ecc., che permettono di avere un quadro generale non solo della situazione geologica di superficie ma anche di quella profonda. Vengono inoltre raccolti ed elaborati i dati esistenti riguardanti l’idrogeologia, le caratteristiche geotecniche dei terreni, la subsidenza e, più in generale, tutte quelle situazioni di particolare rilevanza dal punto di vista dei rischi natu-rali (sismico, vulcanico, idrogeologico), derivanti dalle attività antropiche (inquinamento e/o sali-nizzazione delle falde, instabilità dei versanti, erosione costiera), o che sono conseguenza di una scarsa conoscenza del sottosuolo urbano (es., crolli per la presenza di cavità sotterranee). Sintesi delle conoscenze

La sintesi delle conoscenze geologiche relative alle città di Torino, Venezia, Genova, Modena, Bologna, Roma, Foggia, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari, derivanti

palmente dai dati raccolti dal Progetto CARG, sono già state pubblicate in forma più estesa nel II e nel IV Rapporto sulla “Qualità dell’ambiente urbano”. In questa sede vengono riproposte (Tabella 1), sotto forma di schede riassuntive, solo le sintesi dei principali rischi geologici che interes-sano le varie città, già riportate nel IV Rapporto (2007).

Per altre città non sono riportati i dati o perché esse non ricadono in fogli geologici in corso di realizzazione oppure perché i dati finora disponibili non sono sufficienti per avere un quadro esau-stivo.

Bibliografia

Chiarini E., D’Ambrogi C, D’Orefice M., Galluzzo F., Martarelli L., Rossi M., 2007. La cartografia geologica delle grandi aree urbane: città di Torino, Modena, Foggia, Reggio Calabria e Palermo. Qualità dell’ambiente urbano. IV Rapporto APAT, Edizione 2007.

Galluzzo F. 2005. La cartografia geologica delle grandi aree urbane. Qualità dell’ambiente urbano. II Rapporto APAT, Edizione 2005.

Tabella 1 – Principali rischi geologici in alcune aree urbane italiane

Area Urbana Descrizione dei rischi

TORINO L’area metropolitana di Torino si colloca in un territorio caratterizzato da una sismicità strumentale di basso grado e anche il rischio connesso ad eventi alluvionali sembra essere relativamente modesto.

Nel versante NO della Collina di Torino è presente un rischio idrogeologico da tenere sotto il dovuto controllo, essendo stati rilevati diffusi accumuli di frana. Il sottosuolo di Torino è sede di un acquifero multifalda ed in pressione, su cui giace un primo acquifero superficiale a falda libera che mostra tracce di degradamento qualitativo.

VENEZIA Il problema principale di Venezia è l’abbassamento relativo del suolo rispetto al livello del mare, conseguenza di tre concause: l’eustatismo e la subsidenza antropica e naturale. Tali fenomeni hanno provocato l’aumento della frequenza e dell’intensità dell’acqua alta nonché l’erosione dei litorali e dei bassi fondali lagunari. Dal punto di vista sismico, l’area urbana di Venezia risulta priva di sorgenti sismiche di rilievo.

GENOVA L’aspetto orografico, la forte urbanizzazione e il clima fanno sì che il problema principale di Genova, in termini di rischi naturali, sia quello delle alluvioni dei corsi d’acqua che l’attraversano; anche se diffuso e rilevante è il rischio idro-geologico da frana.

MODENA La città di Modena è soggetta al fenomeno della subsidenza connesso sia a cause naturali sia a cause di tipo antropico. I risultati del monitoraggio effet-tuato dall’ARPA Emilia-Romagna mostrano un netto miglioramento di tale feno-meno negli anni compresi tra il 2002 e il 2006; in particolare gli abbassamenti intorno a Modena risultano non significativi o limitati

BOLOGNA A Bologna le condizioni della falda risentono dell’impermeabilizzazione del suolo e degli altri interventi antropici, nonché della presenza di aree depresse (cave, trincee, scavi, ecc.) e di bacini idrici.

ROMA A Roma la presenza di cavità ipogee, in alcune aree molto estese, al di sotto del tessuto urbano crea pericoli di crolli e voragini. Il rischio esondazione, cui Roma è stata spesso soggetta in passato, è stato notevolmente ridotto con la realizzazione di varie infrastrutture (dighe e muraglioni). Infine Roma risente anche dei terremoti nelle aree limitrofe.

FOGGIA Per Foggia, localizzata in un territorio caratterizzato da un’idrografia a regime stagio-nale e da condizioni climatiche a carattere semiarido, assume enorme importanza la disponibilità di riserve idriche sotterranee. L’acquifero principale è tuttavia soggetto ad un uso incontrollato che ne determina il depauperamento, il rischio di inquinamento e la progressiva contaminazione salina. La città, interessata in tempi storici da numerosi terremoti, è stata classificata a medio grado di sismicità. REGGIO CALABRIA Localizzata nell’area dello Stretto di Messina, Reggio Calabria presenta elevato

rischio sismico, essendo stata colpita nel passato da molti terremoti distruttivi. Inoltre l’area urbana può essere soggetta a forti piene, in autunno ed inverno, in occasione di eventi meteorici intensi e concentrati. Le opere di regimazione dei corsi d’acqua e la mitigazione degli effetti di piena hanno comportato una diminuzione degli apporti solidi, con conseguente aumento dell’erosione costiera e riduzione della fascia litorale.

PALERMO La città di Palermo è soggetta a rischio sismico e, dato che i terreni su cui poggia il centro storico possono variare anche a distanze di pochi metri, ne consegue una differente vulnerabilità degli edifici.

Inoltre è interessante la morfologia dei fondali marini del Golfo di Palermo, caratterizzata dalla presenza di canyon sottomarini, alle cui testate si notano nicchie di frane che interessano la piattaforma.

MESSINA L’area dello Stretto di Messina è una delle zone a più alta pericolosità sismica d’Italia, essendo stata colpita nel passato da molti terremoti distruttivi. Inoltre dal punto di vista idrogeologico, l’abbassamento delle falde, a causa degli eccessivi prelievi, ha provocato l’ingressione di acqua marina negli acquiferi, suscettibili all’inquinamento soprattutto nelle zone a ridosso del litorale. CATANIA Catania, oltre che ad alta pericolosità sismica, è soggetta anche al rischio

vulcanico per la vicinanza dell’Etna.

Inoltre, attualmente è intensa anche l’erosione dei litorali. Infine, gli acquiferi sono vulnerabili all’inquinamento soprattutto in corrispondenza della costa. CAGLIARI A Cagliari, potenziali situazioni di rischio derivano dalla presenza di cavità

sotterranee al di sotto del tessuto urbano e, in condizioni meteoclimatiche parti-colari, dalle esondazioni, almeno in alcune aree. Inoltre è intensa anche l’erosione costiera.

RISCHIO DA FRANA NELLE AREE URBANE

Nel documento Focus su IL SUOLO, IL SOTTOSUOLO E LA CITTÀ (pagine 113-117)