FRANCO AJMONE-MARSAN
Di.Va.P.R.A.- Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Torino
Sappiamo da molto tempo quanto il suolo sia un elemento fondamentale dell’ecosistema terre-stre. Lo sviluppo dell’agricoltura, delle foreste e l’aspetto del paesaggio che ci circonda dipen-dono in larga misura dalla natura e dalla funzionalità del suolo. Esso appare senza dubbio come una risorsa indispensabile fintanto che su di esso si vive. Tuttavia, proprio nell’anno 2008, la proporzione di persone abitanti nelle città ha superato quella di chi vive nelle campagne. In Europa, più della metà della popolazione viveva in città già nel 1950 e si prevede che per il 2030 questa proporzione raggiungerà l’80% (United Nations, 2006).
Il suolo urbano è dunque differente da quello agricolo, o forestale, perché subisce l’intensa influenza delle attività umane che nelle città si concentrano. Nelle aree urbane la percezione del suolo si modifica o, più spesso, si diluisce in un paesaggio complesso, dal quale è difficile estrarlo se non con uno sforzo razionale. Invece occorre riconoscere che il suolo è parte essenziale dell’ecosi-stema urbano e contribuisce, direttamente o indirettamente, alla qualità di vita dei cittadini. Rispetto ai suoli agricoli, forestali o naturali, nelle aree urbane il suolo svolge alcune funzioni supplementari. In particolare è importante la funzione estetico-paesaggistica nei parchi e nei giardini, dove contribuisce alla conservazione della biodiversità, aspetto di estrema importanza in ambienti tanto artificiali come quelli urbani. Non è soggetto, normalmente, alle operazioni agro-nomiche ordinarie ma subisce rapidi cambiamenti d’uso che spesso si concludono con l’impermeabilizzazione, ciò che altera i rapporti con gli altri comparti ecologici. Può essere mesco-lato con materiali e sostanze diverse che ne alterano il funzionamento. Infine, le attività indu-striali, il traffico, l’uso di combustibili e lo smaltimento dei rifiuti hanno spesso come conseguenza la contaminazione. I suoli urbani infatti risultano quasi sempre più contaminati di quelli che si trovano all’esterno delle aree metropolitane. E questo è particolarmente preoccupante consi-derando la particolare vicinanza tra suolo contaminato ed esseri umani che si verifica in una città. Sembra quindi che tutte le minacce alla conservazione del suolo che sono state riportate dalla Commissione Europea nella Soil Thematic Strategy (2006) cioè l’erosione, la perdita di sostanza organica, la compattazione, la salinizzazione, l’impermeabilizzazione e la contaminazione, siano attive in ambito urbano.
Nonostante questa situazione piuttosto critica, lo studio dei suoli urbani ha preso corpo soltanto verso la fine del secolo scorso e iniziano adesso ad esser resi noti i dati su varie città del mondo. Un’analisi comparativa di 95 città in ogni continente ha rivelato che i metalli, e in specie il piombo, sono un contaminante tipico dei suoli urbani ad ogni latitudine. Altrettanto si può dire degli idro-carburi anche se i dati non sono così numerosi. Sembra dunque che lo stato di contaminazione renda i suoli urbani molto più simili tra loro di quanto non siano simili a quelli delle aree che circon-dano le città.
I suoli in ambito urbano presentano alcuni problemi specifici che spesso limitano l’affidabilità e l’utilizzazione dei risultati. La naturale variabilità dei suoli viene intensificata dalle attività
piche. Lo scavo, la redistribuzione e la miscelazione della matrice del suolo, l’aggiunta di mate-riale estraneo sono frequenti conseguenze dell’uso intensivo del territorio e dei rapidi cambia-menti d’uso. Se un’area viene impermeabilizzata le funzioni del suolo vengono limitate o bloc-cate e riprendono, modifibloc-cate, quando la copertura viene tolta. Le caratteristiche del suolo possono essere quindi dovute a fenomeni che sono ben lontani da quelli naturali.
Alla variabilità spaziale, orizzontale e verticale, si aggiunge una distribuzione solitamente discon-tinua. Gran parte della superficie di una città è coperta da edifici, strade e infrastrutture cosicché le superfici di suolo esposto sono di dimensioni molto variabili e sono distribuite in modo impre-vedibile. Il campionamento è quindi forzatamente limitato alle aree esposte. Può essere dunque difficile stabilire la rappresentatività di un sito rispetto all’intera area urbana.
Poiché, al contrario di altri comparti, come l’acqua o l’aria, il suolo è solitamente oggetto di proprietà privata accade spesso che in zona urbana certe aree siano inaccessibili per le indagini.
Infine, considerata l’elevata competizione tra usi diversi che è tipica delle aree urbane, l’uso del suolo cambia rapidamente e di tali cambiamenti è difficile che si riesca tempestivamente a tener traccia in mappe o foto aeree. Cosicché aree campionabili scompaiono e ne vengono esposte altre. Lo studio dei suoli urbani deve ancora percorrere un lungo cammino che passa attraverso l’elaborazione di nuovi approcci concettuali, nuove metodologie, linee di intervento comuni e, soprattutto, attraverso il rafforzamento di un approccio sistemico, in stretta collaborazione con tutte le discipline che trattano l’ambiente urbano.
Figura 1 – Tipico profilo di un suolo urbano (sx); genesi di un suolo urbano tramite riporti per la costru-zione di una aiuola artificiale (dx) (Foto Ajmone-Marsan)
Bibliografia
European Commission, 2006. Thematic Strategy for Soil Protection. COM(2006)231 final, 22.9.2006. Brussels, Belgium
United Nations, 2006. World Urbanization Prospects. The 2005 Revision. Data Tables and High-lights. United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division, New York, USA. 210 pp.
IL SUOLO E LE ACQUE METEORICHE
Un suolo in condizioni naturali è in grado, in funzione della sua porosità, permea-bilità e umidità, di trattenere una grande quantità delle acque di precipitazione atmosferica contribuendo a regolare il deflusso superficiale. Al contrario, in un ambiente antropizzato, la presenza di superfici impermeabilizzate, la riduzione della vegetazione, l’asportazione dello strato superficiale ricco di sostanza orga-nica e l’insorgere di fenomeni di compattazione determinano un grave scadimento della funzionalità del suolo. La diminuzione dell’evapotraspirazione e della capa-cità di assorbimento delle acque da parte del suolo generano un incremento dello scorrimento superficiale, con aumento dei fenomeni erosivi e trasporto nei collet-tori naturali di grandi quantità di sedimento, ed una riduzione dei tempi di corri-vazione. I valori riportati in Figura sono puramente indicativi. Essi variano, anche sensibilmente, in funzione di molteplici parametri (caratteristiche fisico-chimiche del suolo, topografia, geologia, durata e intensità delle precipitazioni, ecc.). (Immagine da: USDA, 2005 - Urban soil primer, ridis. e modificata; testo e grafica: F.Fumanti, ISPRA)