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Il gruppo di lavoro è costituito, per il Politecnico

ANNALAURA ALFANO

1. Il gruppo di lavoro è costituito, per il Politecnico

di Torino, da P.Mellano, M.Vaudetti, V.Bruni; per l'U- niversità degli Studi di Torino da C.Sarzotti, M.Mira- valle, C.Blengino. All'interno dell'iniziativa Arcatelier un apporto professionale specifico è stato fornito dall'Arch. C.Burdese, esperto in materia carceraria. Al programma spazi violenti ha collaborato il Dott. M.Perini, psichiatra, psicoanalista. Il lavoro di coor- dinamento è stato svolto in particolare nella fase rea- lizzativa da Valeria Bruni e Stefania Manzo. Studenti che hanno partecipato al gruppo di lavoro “ spazi violenti”: Martina Bertazzini, Giulia Cerrato, Irene Cossu, Mauro Crescenzo, Dimitri Michele Daniele, Claudia Fioretti, Valerio Fogliati, Giulia Fulizio, Anna Gagliardi, Marta Grignani, Isabella Laura La Rocca, Stefania Manzo, Jose Luis Reyes Mesias, Angelica Pasteris, Attilio Gabriele Piano, Damiana Cosimina Rullo, Stefano Scavino, Martina Sciolis

L'attività ha valore formativo in quanto applicazione concreta del progetto architettonico in un ambito critico quale quello del carcere, tenendo conto del quadro giuridico di riferimento.

Il gruppo studentesco, a fronte dello stato di emergenza dovuto alla scarsità di risorse in cui versa l'istituzione carceraria, si pone l'obiettivo di individuare

soluzioni appropriate per il miglioramento qualitativo di alcuni spazi; l'intervento seguirà le linee guida ufficiali nazionali e europee, e sarà pertanto attuabile nel penitenziario.

Il progetto del gruppo di lavoro studentesco è collegato ad una ricerca di dottorato condotta all'interno del

Dipartimento di Architettura e Design, volta a formulare una “risposta critica all'emergenza degli edifici carcerari”; a tal proposito

l'intervento pratico sarà anche l'oggetto di un'analisi critica che porterà, nell'arco dei prossimi due anni, al compimento della ricerca1.

Il progetto “spazi violenti –interdisciplinarietà per la città ripensata” La violenza è in agguato sempre là dove all' accoglienza si accompagna il controllo; spesso quando varchiamo una soglia, il confine tra situazioni quali entrare, penetrare, irrompere, essere accolti, essere attratti, intrufolarsi, essere sequestrati, imprigionati - si rivela improvvisamente molto labile.

Quanta violenza si nasconde e spesso si manifesta apertamente negli spazi – aperti e chiusi, pubblici e privati- in cui viviamo?

Queste contraddizioni si rivelano con chiarezza nella dimensione del carcere, dove gli spazi sono organizzati in funzione dell'esigenza di controllo della persona, e influenzano pesantemente la qualità della vita di chi vi è detenuto e di chi vi lavora.

Soprattutto il carcere è un luogo chiuso, non accessibile ai cittadini, separato dalla città e dunque per lo più sconosciuto. Si evidenzia pertanto l'importanza di divulgare la situazione detentiva, aprendo il carcere alla città per renderne visibile lo stato dei luoghi.

L'obiettivo ultimo del progetto è quello di ottenere una sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al tema del carcere e degli spazi violenti della città nonchè un miglioramento della qualità della vita in questi luoghi.

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2. VAuDetti M., S. Canepa, Architettura degli interni e

progetto dell'abitazione, Utet Scienze Tecniche, To-

rino, 2011.

in primo luogo che2 la dimensione urbana

del cittadino è costituita dall'insieme dei comportamenti culturali della comunità in cui viviamo, comportamenti che si traducono in modi di usare lo spazio e di attribuirgli un significato.

Si tratta di spazi tipici dell'habitat dell'uomo contemporaneo, habitat visto come luogo di conflitti, anche acuti, tra libertà privata e responsabilità pubblica

In relazione a queste situazioni possiamo riconoscere l'esistenza di veri e propri “ spazi di relazione “: possiamo articolare gli spazi di relazione, sulla base del livello di privacy, nei seguenti quattro ambiti: pubblico/semipubblico/ semiprivato/privato, o meglio ancora, nella sequenza :

• pubblico-urbano • semipubblico-urbano • pubblico-di gruppo • privato-di gruppo • privato-familiare • privato-individuale

Gli ambiti non sono altro che passaggi graduali o anche bruschi da una situazione eminentemente pubblica alla sfera privata del singolo, passaggi realizzati mediante spazi di raccordo e di incontro tra la proprietà pubblica e quella privata, tra il comportamento collettivo e quello privato familiare.

Sovente si tratta di una sequenza di ambiti privati/pubblici che hanno il ruolo di marcare un distacco, oppure di rafforzare un legame, tra l'interno e l'esterno: (il marciapiede, l'androne, le pertinenze recintate della casa, il portone di ingresso…)

Il grado di accoglienza e di privacy dei vari ambiti porta di conseguenza a una diversificazione funzionale, psicologica e simbolica degli spazi aperti e chiusi, in territori separati tra loro da frontiere invisibili:

• il territorio del pubblico e del privato • il territorio del rappresentativo e dell'intimo • il territorio del celato e dello svelato

• il territorio dell'immaginario e del simbolico. Le frontiere sono molto evidenti in corrispondenza • delle zone di rappresentanza e le zone di servizio • delle zone aperte a tutti

• delle zone accessibili a pochi

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all'interno della Casa Circondariale, traggono indicazioni di metodo e di approccio dalle considerazioni sopra riportate.

Nel dettaglio, l'attività sperimentale del gruppo finanziato dal Politecnico prevede, di comune accordo con il Direttore della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, dott. Domenico Minervini, le seguenti fasi di lavoro:

• discussione e condivisione delle proposte da sviluppare all'interno del Lorusso e Cutugno in 2 aree esterne – una collegata al parlatorio e alle zone di accoglienza parenti e visitatori, l'altra dedicata al personale che opera all'interno della Casa Corcondariale – ; le iniziative previste e l'elenco delle problematiche edilizie e giuridiche da affrontare e risolvere sono considerate anche come momento formativo nell'esperienza degli studenti

• presentazione degli aspetti giuridici, storici, architettonici del Lorusso e Cutugno, con focus sullo stato dei luoghi interessati dalle proposte • bozza di quadro esigenziale per la definizione dei concept progettuali e

stesura di linee – guida per lo spazio dedicato ai colloqui e per lo spazio dedicato al personale

• sopralluoghi nel carcere Lorusso e Cutugno per definire i problemi di cantiere e incontri con il Direttore del carcere per mettere a fuoco aspetti normativi e procedure praticabili.

La nuova area colloqui all'aperto che al momento dell'inizio dei lavori versava in stato di abbandono, è riservata ad ospitare detenuti con i famigliari,e un'area gioco per i bambini.

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La necessità di privacy tra le varie postazioni ha dovuto adattarsi all'esigenza di controllo da parte del personale di sorveglianza;tutte le postazioni sono diverse tra loro e dotate di sedute e tavoli modulari disposti con schemi aggregativi differenti. I giochi dei bambini si inseriscono in maniera diffusa tra le postazioni e sono stati realizzati con materiali recuperati all'interno della struttura.

Nello pagine che seguono vengono riportati alcuni documenti che illustrano gli aspetti salienti del progetto:

• per lo spazio colloqui, planimetrie e immagini dello stato di fatto, antecedente ai lavori eseguiti,e planimetrie corredate da stralci di progetto, con l'indicaione degli interventi legati alle attrezzature e alle piantumazioni.

• per lo spazio del personale, linee guida per la progettazione.

Vengono inoltre riportati alcuni riferimenti a casi di studio, con particolare attenzione a interventi di autocostruzione.

Al momento della presente pubblicazione va ricordato infine che alle indicazioni progettuali ha fatto seguito un cantiere per la realizzazione delle proposte che, grazie al lavoro svolto nel periodo 2015-2016 sotto la Direzione della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, insieme al Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e al Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Torino,da parte di docenti, studenti, personale della Casa Circondariale e da reclusi, ha avuto una sua prima conclusione parziale, con l'inaugurazione avvenuta il 17 giugno scorso3.

Area 1 - Spazio Colloqui, area attrezzata scoperta per colloqui