• Non ci sono risultati.

Prigione di Oslo Edificio A, corridoio destinato a attività comun

SPAZIO E CORPO

7. Prigione di Oslo Edificio A, corridoio destinato a attività comun

6

52

di principi: rendere il condannato consapevole e responsabile, accompagnarlo al reinserimento, non limitare altro diritto che quello della libertà, rispettare la dignità garantendo spazi, condizioni di vita adeguate e percorsi trattamentali di qualità. Tutti questi principi non sempre trovano negli spazi facile applicabilità e, come accade proprio in questo Istituto, spesso le condizioni reali sono ben più dure. Nelle tre unità che compongono il complesso sono previsti percorsi trattamentali diversi, riferiti alla tipologia di detenuti ospitati.

Il carcere sorge in una zona della città divenuta oggi molto centrale, in origine un'area verde periferica, ha vari accessi, quello all'edificio storico mantiene il lungo viale alberato, dal quale si accede, attraverso una sorta di tunnel, a un piccolo cortile che annuncia l’ingresso all’interno del corpo principale. Il prospetto dell’edificio sul cortile ha le caratteristiche severe dell’architettura scandinava, con un corpo centrale più alto sormontato da un orologio, ed è interamente rivestito con i tradizionali mattoni scuri. L'area del carcere è in realtà divisa in due parti, nella prima è l'edificio storico perimetrato da un muro che segue la sua forma particolare, nella seconda – che corrisponde all'ampliamento – sono presenti gli altri edifici riuniti intorno ad uno spazio centrale. Il carcere è collegato agli uffici della polizia direttamente attraverso un tunnel sotterraneo, che arriva all'interno del corpo ex-birreria, dove sono immatricolati tutti i detenuti.

La struttura antica originale, che ospita 170 detenuti, è riconducibile al Panottico, con il volume centrale a tutta altezza dal quale si dipartono i quattro bracci, con i ballatoi che servono i diversi piani e le sezioni; questo è stato di recente completamente restaurato ed adeguato alle norme di sicurezza. Le celle sono singole, i corridoi (anche se con una struttura vecchia ma con pareti ridipinte) sono in alcune sezioni attrezzati per attività comuni e per la socialità, con la cucina, i lunghi tavoli per pranzare insieme anche con il personale, il tavolo da biliardo e uno da ping-pong. Lo stare in gruppo con questa organizzazione dello spazio e della quotidianità facilita molto il percorso di trattamento fondato sulla motivazione, sulla responsabilizzazione, sulla cooperazione. Nell'edificio della ex-birreria, sono portate le persone appena arrestate e vi si trovano i detenuti in attesa di giudizio, anche pericolosi e in isolamento; questi sono ospitati in celle singole, spartane con bagno a vista, durante il periodo di isolamento non svolgono alcuna attività. I corridoi/ballatoi sono stretti e con impianti a vista e la luce è scarsa, anche lo spazio per l’ora d’aria posto all'ultimo livello dell'edificio è decisamente soffocante, suddiviso in spazi piccoli, circondati da mura e con reti metalli in alto quindi solo parzialmente aperti.

53

Halden Prison, Halden (2010)

Si tratta della seconda più grande casa di pena della Norvegia ed è un carcere maschile di massima sicurezza per detenuti con pene superiori a 10 anni. L’area complessiva è di 27.000 mq, è stato realizzato su un progetto dello studio Erik Møllers Tegnestue AS, con Samoo Architects and Engineers e Rikke Hansen e completato nel 2010; attualmente sono presenti 258 detenuti mentre il personale è di 290 unità con uno staff aggiuntivo esterno.

Tra le prime richieste fatte ai progettisti c'è stata quella di ridurre al minimo i posti di controllo, così da favorire lo stare insieme delle guardie e dei detenuti e la socializzazione fra loro. All'esterno si utilizzano telecamere e i detenuti spesso si muovono senza essere accompagnati; all'interno delle celle, nella scuola, nei luoghi di lavoro, nelle sale comuni non ci sono telecamere, tutto si basa sul senso di responsabilità dei detenuti.

Halden è stato il primo complesso penitenziario progettato e realizzato dopo l'ultima riforma, ed è quind interamente basato sui nuovi principi detentivi; le celle sono aperte dalle 7,30 alle 20,30, durante la giornata si studia e si lavora, si fa sport, il tempo è sempre impegnato.

L’impianto del complesso è circolare, tra gli edifici si snoda una strada a senso unico ad anello che connette e collega le varie funzioni e i diversi corpi, questo consente una circolazione periferica e alternativa che crea un circuito autonomo che non interrompe la vita routinaria del carcere e consente anche a soggetti esterni di circolare senza creare problemi; la forma sinuosa del complesso è esaltata dal muro di cinta visibile da ogni punto. La zona centrale è destinata allo sport e attorno a questa si dispongono i diversi corpi, come il grande edificio che ospita le attività (lavoro e studio) diviso per sezioni, al cui interno la luce è filtrata da finestre e lucernari che portano dentro anche il paesaggio. Di fronte a questo c'è l'edificio della palestra e dello sport, che ospita anche lo spazio sacro per i diversi culti. A nessuna finestra dell'Istituto ci sono sbarre di nessun tipo, solo vetri di sicurezza che rendono completamente diversa la percezione dell'esterno e la relazione con esso.

Il carcere di Halden è costruito in un bosco, c'è silenzio fuori e silenzio dentro, non si sentono chiavi. L'architettura degli edifici è estremamente lineare e minimaliste. Il concetto del tempo nel progetto di questo Istituto è esaltato dalla natura, la foresta che lo circonda racconta il ritmo delle stagioni attraverso il cambiare dei colori; ma il paesaggio è portato anche all'interno del muro di cinta alto 8 metri, il costruito e gli spazi liberi e verdi si alternano in un ritmo che esalta lo spazio naturale, internamente ci sono quasi 50.000 metri quadrati di foresta, parte della quale di mirtilli. Secondo Gudrun Molden, membro del team di progettisti, la foresta di mirtilli rappresenta per i norvegesi un paesaggio