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Halden Prison La falegnameria 13 Halden Prison La sala di registrazione

SPAZIO E CORPO

12. Halden Prison La falegnameria 13 Halden Prison La sala di registrazione

14. Halden Prison - Lo spazio dei diversi culti religiosi 15. Halden Prison - La bottega del carcere

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familiare necessario alla crescita, al cambiamento e alla serenità della memoria. In questi stessi spazi i detenuti sono liberi di girare durante la giornata. Il muro è visibile da ogni parte del complesso, ha volutamente un'altezza molto maggiore degli edifici ed il ruolo di memento costante per chi sta dentro. Gli edifici alti non più di due piani sono, dunque, inseriti in un contesto profondamente naturale che i progettisti hanno lasciato inalterato il più possibile; i detenuti escono all'aperto per raggiungere i diversi luoghi della loro quotidianità.

Il materiale utilizzato principalmente è il mattone di cotto annerito, che richiama la scura pietra della zona, e i pannelli di acciaio zincato che ricordano la durezza della detenzione, così come il legno di larice non trattato, con le sue diverse tonalità, richiama la riabilitazione e la crescita. Semplici forme monolitiche artificiali si contrappongono ai magnifici alberi e al paesaggio verde ondulato. Il primo edificio, a ponte, ospita gli uffici e gli spazi per lo staff, le stanze per i colloqui identificabili con una grande lettera dell’alfabeto sulle porte esterne sono curate con pareti decorate, attrezzate anche per bambini (spazio giochi, fasciatoio, ecc.), arredate con un tavolo e una zona salotto; ciascuna sala colloqui ha uno spazio esterno attrezzato di pertinenza delimitato da una cancellata. Collegato al primo edificio c’è uno spazio esterno con percorso di accesso unico a 6 spazi a raggiera il cui disegno è basato sull’interpretazione degli esercizi spirituali di Sant’Ignazio da Loyola; è un’area di passaggio

destinata essenzialmente a coloro che non hanno ancora deciso di collaborare al loro recupero attraverso le attività proposte dal trattamento.

Le unità residenziali sono divise in appartamenti comuni dove i

detenuti vivono in gruppi da 10 a 12, le stanze sono singole, ognuna con un arredo diverso, ogni gruppo ha una cucina, per preparare il cibo insieme o separatamente, ed uno spazio di soggiorno comune dove passare il tempo, molto spesso insieme allo staff che condivide così la vita con loro. C'è grande cura ed enfasi della relazione e interazione tra lo staff e i detenuti, e molte guardie sono donne. Gli utensili e gli oggetti in generale sono normali, ordinari, ci sono bicchieri di vetro, piatti in ceramica, posate e coltelli da cucina in metallo, pentole, tutto ciò che si trova in una qualunque cucina; la sorveglianza è molto discreta e realizzata grazie ad un box in vetro attiguo alla sala comune.

Leggermente discostata a sud c'è la cosiddetta pensione, un corpo in legno non trattato con il suo giardino tipicamente norvegese, è l'edificio dove i detenuti possono ricevere le famiglie e avere un tempo da trascorrere insieme. Ciscuna delle unità residenziali ha uno spazio esterno diviso in un’area sportiva (campo da hockey, canestro, ecc.) e un’area attrezzata con tavoli in legno coperti. Questi spazi sono delimitati da reti e si trovano in prossimità del muro di cinta

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ma comunque si tratta di uno spazio gradevole che non trasferisce senso di soffocamento e chiusura.

Danimarca49

In Danimarca sono attualmente detenute circa 4000 persone, su una popolazione di circa cinque milioni di abitanti. I problemi principali della criminalità nascono dall'alto numero di di migranti e ciò comporta un significativo numero di stranieri nelle carceri. Il sistema penitenziario danese prevede una netta separazione tra le Case Circondariali e gli Istituti per detenuti definitivi, questa divisione si incrocia con quella tra carcere aperto, la norma, e carcere chiuso, l’eccezione. In realtà le Casa Circondariali sono di fatto sempre chiuse, mentre le carceri aperte ospitano detenuti con pene più brevi e persone con basso tasso di pericolosità, la maggioranza in Danimarca. Nelle carceri chiuse finiscono invece i detenuti con pene più lunghe o quelli che si sono rivelati pericolosi.

La differenza tra il regime aperto e quello chiuso è nella maggiore vigilanza delle mura perimetrali ed in un più significativo controllo all'interno (durante il giorno negli istituti aperti ci si può muovere liberamente, osservati solo dalle telecamere), i detenuti nel carcere chiuso non possono accedere a misure premiali o alternative. L’amministrazione si riserva la facoltà di spostare i detenuti dall’uno all’altro tipo di istituti.

Non esistono separazioni tra detenuti, anche se di fatto spesso si creano sezioni di soli stranieri. Negli anni ’70 non vi era nemmeno la separazione tra uomini e donne (che sono il 5% della popolazione detenuta), ma si è ritenuto necessario in seguito organizzare sezioni separate per ovviare ad “incidenti”, pur continuando gli uni e le altre a svolgere insieme le attività trattamentali. Le madri possono tenere i bambini in Istituto, se ne hanno la potestà, fino a 3 anni di età.

Il principio su cui si fonda l’esecuzione penitenziaria danese è quella del necessario impegno del condannato in una attività risocializzante, che viene perciò comunque pagata, sia che si tratti di lavoro, di scuola, di un programma di disintossicazione dalle dipendenze. La paga è comunque al massimo dell’equivalente di 2 euro all’ora. Se ci si rifiuta di lavorare, nelle 37 ore si viene condotti in un locale comune sotto vigilanza e non si riceve la paga.

Vestre Prison, Copenaghen (1895)

La casa circondariale di Copenaghen è stata costruita nel 1895 ed è la più grande prigione della Danimarca, con una capacità di circa 600