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CAPITOLO IV. LE SCULTURE FRONTONALI: UNA NUOVA EDIZIONE DEI FRAMMENT

§ IV.2 C ATALOGO DEI FRAMMENT

1. Gruppo Teseo-Antiope

M.E. 18053

Furtwängler 1906, 321-323, fig. 259-260; Kouroniotis 1901; Kouroniotis 1926; Touloupa 2002, 12-14, cat. I.1.

Altezza max. 95; largh. max. 47.

Il gruppo presenta una figura femminile (Antiope) e una maschile (Teseo). Questa, posta più in basso, circonda con il braccio sinistro il torso della donna, stante, avvinghiandola a sé. Realizzato da un ampio blocco parallelepipedo di cui è ancora possibile intuire la forma, il gruppo si conserva in ottime condizioni; alcune alterazioni della superficie originaria sono sul tratto inferiore della schiena dell’uomo. Il frammento è fratto alla base del collo della figura femminile, all’inserzione della coscia di quella maschile e all’altezza della rotula di quella femminile. In corrispondenza della frattura superiore il muscolo sterno-cleido- mastoideo non è indicato, né risultano evidenti particolari asimmetrie: la posizione originaria della testa non è ricostruibile a partire dal collo.

La figura femminile poggia il braccio destro, conservato fino a metà circa dell’avambraccio, sulla spalla di quella maschile: considerando l’orientamento dell’incasso del perno per l’inserzione del polso si può immaginare che la mano, lievemente sollevata, coprisse in parte il collo di Teseo. La posizione del braccio sinistro, fratto con un taglio obliquo in corrispondenza dell’ascella, è ricostruibile con difficoltà. Il tratto conservato, interrotto dalla frattura nel passaggio fra il

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deltoide e i muscoli del braccio, non riporta tracce di un sollevamento marcato. Quanto conservato del bicipite consente di ricostruire un leggero scartamento verso l’esterno dell’arto: questo non poteva però scendere parallelamente al corpo, altrimenti avrebbe coperto la mano maschile.

Osservando il torso femminile dal retro, è nel complesso riscontrabile un lieve abbassamento della spalla sinistra con un conseguente innalzamento della destra. Pur coperti dalla veste, i muscoli delle spalle sono accentuati, in particolare il trapezio e il deltoide, separati da un passaggio di piano sfumato, ma nettamente percepibile: la testa era quindi volta a sinistra.

La gamba destra è fratta a metà del femore e non si presenta caratterizzata, essendo coperta dalla figura maschile e dalla veste. La sinistra conserva invece il ginocchio, ma in una posizione anatomicamente insolita: è presentato di profilo, contrariamente a tutto il corpo in cui predomina una visione frontale. La rotula, quasi in corrispondenza della frattura, e l’epicondilo interno del femore sono accentuati: risaltano di conseguenza il punto d’inserzione del vasto mediale e del muscolo sartorio. Più sfumato è invece l’epicondilo esterno del femore, a causa della posizione nello spazio frontonale.

La donna indossa una veste con una scollatura arrotondata sul collo che scende quasi fino alla metà della coscia, dove disegna dieci pieghe dagli occhielli molti sollevati. Sopra questa veste porta un corsetto stretto, con una scollatura a V e un margine inferiore reso da una linea sollevata: dell’originaria policromia

sono percepibili soltanto alcune tracce279. Sull’avambraccio destro si vede il lembo

inferiore di una manica aperta, da attribuire alla veste.

Un foro circolare di piccole dimensioni (prof. 0,8 cm) è sul seno destro della figura femminile, poco sotto la scollatura, mentre due altri fori sul seno sinistro si vedono sopra l’orecchio di Teseo. Questi due fori, anch’essi di piccole dimensioni,

279 Una proposta di ricostruzione della policromia sulla base della documentazione visibile a

infrarossi è stata proposta da V. Brinkmann; già in precedenza E. Touloupa aveva cercato di ricostruire il motivo della veste (Touloupa 1983, tav. 7).

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sono paralleli, ma soltanto quello esterno è stato effettivamente scavato (per una profondità di circa 1,8 cm), l’altro è solo una lieve depressione.

Sul limite distale dell’avambraccio destro, conservato in parte, è visibile, in sezione, l’incasso del polso. Nel tratto terminale esterno si possono vedere due piccoli fori di trapano e l’ampio alloggiamento per il perno (h. 1,9 × prof. 3,4 cm). Tracce del canale verticale per l’immissione del piombo si conservano in corrispondenza della terminazione interna dell’incasso (diam. 0,9 × prof. 2,4 cm). L’interno dei fori è contraddistinto da tracce parallele dello strumento usato.

La figura maschile, ammantata, cinge con la sinistra il fianco di Antiope: la sua mano aperta spunta sotto l’ascella sinistra della donna. La spalla sinistra è sollevata, mentre quella destra, perduta, doveva essere inclinata verso il basso e in avanti. La statua è fratta all’altezza delle vertebre lombari, sopra le natiche e la base del pube: l’attaccatura della gamba destra, piegata e sollevata a coprire il sesso, è accennata. La posizione insolita della figura, per metà schiacciata dal corpo della donna e parzialmente coperta dal braccio destro portato avanti, consente comunque osservazioni anatomiche e formali.

La testa è conservata e presenta una capigliatura accurata. La calotta cranica è interamente coperta da fitte linee ondulate, disposte radialmente dalla sommità del capo fino alla fronte e alla nuca. Qui i capelli sono acconciati in maniera diversa: sulla fronte la massa è ripartita in quattro compatte file orizzontali di riccioli. I tre ordini superiori sono parzialmente scheggiati, meglio conservata è invece la fila inferiore, protetta dalle alterazioni perché meno aggettante. I riccioli si dispongono simmetricamente rispetto al piano sagittale del cranio e sono organizzati a partire dai due boccoli centrali divergenti. Nel tratto superiore della capigliatura, fra la calotta centrale e la massa esterna dei riccioli, è conservato un foro per l’inserzione di un elemento bronzeo, di cui rimane soltanto traccia. Differente è il retro della chioma, con elementi cilindrici giustapposti e movimentati da linee oblique a scalpello, la cui funzione era probabilmente quella di accentuare la volumetria. Queste circonvoluzioni rappresentano la piega dei capelli intorno al cerchietto metallico costituente l’asse dell’acconciatura.

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Il volto, quadrangolare, è robusto: le arcate sopracciliari, ricurve, convergono con un profilo ad arco ribassato sul naso, massiccio e mancante della punta. Gli occhi, ampi e globulari, sono coperti da palpebre voluminose; la caruncola lacrimale è allungata e indicata con cura, è rappresentata perfino la plica semilunare che la separa dai bulbi oculari. Sul viso l’osso zigomatico è accentuato e sfuma, con un passaggio di piano delicato, sulla guancia e fino alla bocca. Gli angoli della bocca sono delimitati da una breve linea ondulata verticale, che indica il passaggio fra il muscolo orbicolare della bocca e quello triangolare del labbro (muscolo depressore dell’angolo della bocca). Le labbra sono allungate: sottile e spezzato alla radice del naso il labbro superiore, espanso quello inferiore. La caratterizzazione delle orecchie è accurata, sono resi con attenzione l’elice, il trago e l’antitrago; soltanto le due radici dell’antelice sono meno dettagliate.

Il collo, forse un po’ troppo possente per le dimensioni della testa, presenta una corretta (seppure attenuata rispetto a quanto sarebbe stato necessario) caratterizzazione dei muscoli sterno-cleido-mastoidei: quello destro, contratto, è appena percepibile, mentre quello sinistro in estensione a causa del movimento della testa, presenta un passaggio di piano netto.

Sulla spalla, nel tratto di schiena non coperto dal mantello, è indicata la colonna vertebrale, resa con una solcatura ampia; due passaggi di piano marcano il deltoide e il trapezio. La colonna vertebrale compare anche nel tratto inferiore del torso, dove un inspessimento segnala l’inserzione del gluteo grande. Seppur con una minore estensione (a causa della posizione in secondo piano) anche la natica sinistra presenta un’accentuazione volumetrica.

Tutta la sezione destra del torso, dal collo al pube, è resa con cura, la frattura sull’anca compromette però l’esatta ricostruzione delle gambe. La clavicola è indicata da un rilievo e il limite inferiore del gran pettorale, in posizione contratta, da un forte passaggio di piano. Il gran dentato e l’obliquo dell’addome, fusi assieme, sono sfumati, mentre è accentuato, forse troppo, l’arco della cassa toracica, digradante verso il retto dell’addome di cui sono chiaramente distinguibili tre fasci muscolari.

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Per il tipo di movimento compiuto, è posta particolare attenzione alla caratterizzazione del gran obliquo, reso da una massa accentuata contigua al retto dell’addome. Passando sopra la cresta iliaca, una profonda solcatura marca l’attaccatura della gamba, evidentemente sollevata. L’ombelico, sull’asse di simmetria della linea alba e nascosto da Antiope ed è solo accennato.

Un ampio mantello disegna un semicerchio sulle spalle di Teseo: un lembo doveva ricadere davanti, come attesta la lacuna conservata sopra il pettorale destro. Il mantello è costituito da tre ampie e pesanti pieghe orizzontali sovrapposte: la superficie del tessuto è movimentata dal lembo rovesciato superiormente con cinque pieghe oblique convergenti verso l’asse di simmetria della veste. Queste soluzioni di continuità, che attenuano l’omogeneità del mantello, non sono però frutto di un mero calligrafismo di superficie, ma interessano tutta la struttura del tessuto.

Il retro del blocco, con i due corpi saldati, deve aver presentato problemi tecnici non trascurabili. Rispetto alla statua di Atena (cat. 4) si può notare come la lavorazione sia più avanzata, con uno sgrossamento dei volumi. Qui il retro delle due statue, anche per la necessità di tenere la misura del braccio dell’uomo (invero deformato), è portato a un maggiore livello di finitura. Si possono cioè intuire i volumi delle due figure e sono chiaramente riscontrabili le tracce degli strumenti usati: quelle di gradina interessano quasi tutto il tratto superiore del frammento, mentre la sezione di raccordo fra le superfici polite e quelle a gradina è costituita da un’ampia fascia a raspa.

Nel punto di massimo spessore del blocco, sopra il bacino di Antiope e poco sotto il braccio di Teseo, è presente un incasso quadrangolare (circa 7 cm di lato) per l’alloggiamento di una trave di connessione con il fondo del timpano. L’incasso, la cui lunghezza è di circa 12 cm, all’interno era lavorato a subbia, con pesanti tracce di scanalature. L’incasso dell’elemento ligneo avveniva in modo differente rispetto a quanto attestato nel caso di Atena (cat. 4): si conservano due canali cilindrici comunicanti con l’esterno e al cui interno doveva esser colato del piombo, ancora ben conservato nel cavo di sinistra. Il canale destro (diam. ca. 2

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cm), è lungo 5 cm; quello di sinistra, conservato pressoché nella sua interezza presentava un diametro di 1,2 cm per una lunghezza di 6,5 cm.

Un ampio intervento ha asportato entrambi i fianchi dell’alloggiamento giungendo a scoprirne il fondo: questo taglio interessa esclusivamente l’incasso, si può pertanto ipotizzare che sia stato finalizzato allo smontaggio della scultura.