In questo giorno a motivo della so
lenne processione alla M etropolitana, non avendo più luogo alcuna religiosa
funzione dalle 9 del m attino fino alle 6 di sera, si ebbe m aggiore com odità di parlare con p arecchi forestieri che intervenivano a questa chiesa per rin g raziare Iddio de’ benefìzi ricevuti, o per supplicare la santa Vergine che venisse loro in aiuto nelle desolazioni da cui erano travagliati. Io in tra
prendo qui ad esporre alcuni dei m olti fatti che condussero i divoti a queste solennità.
Alle 1 0 di quel m attino con bel garbo si presenta in sacrestia un uomo per com p iere, egli diceva, la sua ob
bligazione.
— Chi siete voi, e donde venite, mio buon am ico, gli fu chiesto.
— Io sono Costamagna Luigi. Vengo da Caram agna con m ia m oglie.
— Con quale scopo?
— P er rin g raziare la santa Ver
g ine A u siliatrice di un gran favore a sua intercessione ricevuto.
— Si può sapere quale sia stato questo favore?
— Sì che si può sapere e ve lo racconto volen tieri.
Mia m oglie era am m alata da lungo tem po, e malgrado ogni cu ra dell’ arte m edica ella trovavasi all’estrem o della vita. Una sera circa alle 11 di notte pareva dovesse m andare l ’ ultimo r e sp iro. Non sapendo più nè che dire, nè che fare, le indirizzai queste pa
r o le : F atti coraggio, raccom andiam oci a M aria. Se tu g u arisci andremo poi a fare la nostra divozione nella nuova chiesa che si sta facendo in T orin o, e porterem o qualche offerta. L ’inferm a senza p arlare chinò il capo per in dicare che approvava la m ia proposta.
M araviglia a dirsi! P ochi m inuti dopo m ia m oglie riacqu istò la loqu ela, poi entrò in tale m iglioram ento, che in pochi giorni si trovò perfettam ente g u arita. — Ora noi siam o venuti a T orino unicam ente per com piere la nostra obbligazion e, cioè accostar ci alla santa com unione n ella nuova ch iesa con un offerta com p atibile al nostro stato.
— Potreste darmi per iscritto quello che m i avete racco n tato ?
— Ecco lo scritto che teneva pre
parato. Qui sono esposte le varie par
tico larità della m ala ttia ; servitevene pure per dare qualunque pubblicità a questo fatto nel modo che voi giudi
cherete m eglio per la g loria di Dio, e per onore della B eata Vergine Maria.
CAPO X III.
ALTRI FATTI PARTICOLARI.
Mentre in cotal guisa si parlava col divoto di Caram agna si avvicinò un uomo di povera condizione che senza pream boli d isse : Io pure son venuto da Bra per rin graziare la santa V er
gine A u siliatrice. Un mio figlio avea pressoché perduta la vista, i più va
lenti m edici non sapevano più che cosa su g g erirm i; ho fatto la novena con prom essa di venire a fare le m ie divozioni in questa ch iesa, e adesso sono venuto a com piere la m ia o b b ligazione, p erciocché mio figlio guarì pe rfettam ente. Lo guardi com e sta
b
ene e sono puliti g li occhi su o i!
Costui venne interrotto da una Signora m ilanese che prese a dire così : Sia lodato Iddio e benedetta la santa Ver
gine. Mio figlio da più anni trava
gliato da un o rrib ile cancrena ad una m ano è guarito perfettam ente. I m e
dici avevano poca speranza di g uari
gione eziandio coll’amputazione del b raccio. Fu benedetto e fu fatta no
vena a M aria A usiliatrice ed ora lo osservi. Si vedono le profonde c ica tric i che dim ostrano la gravità del suo m ale, ma è perfettam ente sano.
Con me sono anche venute altre p er
sone unicam ente per attestare la no
stra gratitudine alla Beata V ergine Maria.
In questo momento succedette un po’ di tafferuglio. Da diverse parti si voleva p arlare. Io ho potuto sola
m ente raccogliere le asserzioni di a l
cu n i.
I o , diceva uno, di nome Fea . . . vengo da Carignano per rendere grazie per la guarigione inaspettata di m ia m adre.
Un’ altra di nome Beruto Lucia lo
interruppe dicendo: Io vengo d a Chieri ed ho meco la relazione scritta con piccole oblazioni di varie persone che riconoscono da Maria A usiliatrice la guarigione de’ m alanni da cu i erano m iseram ente travagliati. Io era affetta da una pericolosa enfiagione ai piedi, e fatta la novena a Maria A usiliatrice, ne fui perfettam ente guarita.
Io pure, soggiunse un’altra giovane, sono venuta da Chieri pel medesimo motivo. Il mio nome è Adelaide e fui liberata da acuto mal di capo e da gastricism o, che mi portò sull’ orlo della to m b a; vissi quindici giorni a sola acqua. Maria A usiliatrice è quella che mi ha ottenuta la guarigione. Mentre tali cose succedevano avvenne un fatto che interruppe ogni altro ra g io n a mento.
Era una giovanetta in sui venti anni che veniva qua condotta nella speranza di guarire da una p aralisia, per cui aveva come morto un b raccio colla metà del corpo. Da un suo fra
tello e dalla sua genitrice fu traspor
tata in una cam era vicina. Di p o i,
com e meglio potè, si mise ginocchioni invocando colla voce e col pianto lo aiuto di Colei che santa Chiesa pro
clam a Aiuto dei C ristian i. Si fecero parecchie preghiere cogli astanti, se le diede la benedizione, quindi si rin novarono le preghiere. Mentre tutti pieni di fede invocano grazia e m i
sericordia, la p aralitica com incia a m uovere la m ano, di poi il braccio.
E lla ne rim ase talm ente commossa che gridando: Io sono guarita, cadde sve
nuta. La m adre ed il fratello la so
stennero, le fecero anim o, le porsero una bibita. La p aralitica riacquistò l ’ uso dei sensi e restò perfettam ente guarita dal male che da quattro anni la rendeva im m obile. Ognuno può im m aginarsi le voci d’ am m irazione e di ringraziam ento che s’ innalzavano da tutte parti.
Senza più nulla dire i parenti della m alata andarono in chiesa e dopo alquante preghiere uscirono; la for
tunata giovane montò allegram ente da sè sulla carrozzetta, e co’ suoi pa
ren ti rip artì.
In quel momento si aum entò la con fu sion e: da tutte parti si dim an
dava una special benedizione, m entre altri volevano racco n tare cose loro avvenute e fare offerte per grazie r i
cevute. P er questo motivo non si potè più prendere m em oria di m olti fatti, nem m eno notare il nome delle p e r
sone a cui questi si riferivano.
CAPO XIV.
Venerdì 12 giugn o, 4° giorn o d ell’otta vario .
Funzioni religiose.
Questo giorno essendo feriale vi fu più calm a, e le funzioni poterono farsi con m aggior regolarità. Il vescovo di Mondovì a ll’ ora solita fece la com u
nione g en erale, prim a di cui pronu n
ciò un tenero serm oncino. In esso prese a dim ostrare la grande conso
lazione che devono avere i C ristiani quando insiem e si raccolgono a ric e vere il divin Corpo del Signore.
La Messa fu pontificalm ente cantata da m onsig. Balm a, assistita dai paroci della città rappresentati dal teol. cav.
Gattino, curato di Borgo D ora; dal cav. teol. Ponzati, curato di s. Ago- stino; dal teol. Bruno, curato dei ss.
M artiri; dal padre Carpignano, curato e su p eriore di s. F ilip p o ; e dal teol.
T ru cch i, curato della SS. Annunziata.
Al mezzodì giunse all’ Oratorio m on
sig. Gastaldi Lorenzo, vescovo di S a - luzzo, che veniva per prendere parte alla predicazione e ad altre sacre fun
zioni. Alle 6 di sera egli pontificò ai vespri ed alla benedizione, m entre il vescovo di Mondovì con apposito ra
gionam ento parlò dei grandi tesori che si contengono nella Chiesa di Gesù Cristo, e degli strepitosi m iracoli che continuam ente si operano. N ella Chiesa Cattolica sono rinnovati in un modo assai più perfetto e sublim e i m ira
coli da Dio operati nei più celebri luoghi dell’antico e nuovo testam ento com e sono il Paradiso te r r e s tr e , l'Arca di Noè, il Tem pio di Salom one e tutta la P a le stin a , specialm ente ai tempi
del Salvatore. Ma che sono m ai que
ste m araviglie paragonate con quelle che noi vediamo ogni giorno operarsi n ella Chiesa di Gesù Cristo e sp ecial- m ente n ell’ am m inistrazione dei santi Sacram enti?
Conchiudeva anim ando il fedele c r i
stiano a conservarsi coraggiosam ente, a costo di qualunque sacrifizio, nel grem bo di questa santa Madre Chiesa finché vivrà sulla te rra , com e unico mezzo per assicurargli la somma fe
licità preparata in Cielo.
CAPO XV.
FATTI PARTICOLARI.