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Paramentali ed altre som m inistrazioni pel servizio religioso

Nel documento RIMEMBRANZA DI UNA SO LEN N ITÀ (pagine 30-38)

Noi eravamo pressoché alla vigilia della Consacrazione e ci mancavano ancora quasi tutti gli oggetti necessari pel servizio religioso. Ma Dio, che è padrone dei cu ori degli uom ini, inspirò a più persone di farci avere quanto occorreva. Senza che ne fosse rich iesto com inciò uno a m andarci un calice veram ente elegante. La coppa è di argento col gambo di bronzo dorato di notabile altezza con vari lavori di m olto pregio. È questo un dono del Dottore T an cion i professore di m edi­

cin a e chiru rgia alla Università R o­

m ana. Per grave m alattia trovandosi a l­

l’estrem o della vita, perduta ogni spe­

ranza ne’ mezzi u m a n i, venne dagli am ici incoraggiato a fare una novena a Maria A usiliatrice con promessa di fare qualche dono alla Chiesa di V al- docco se guariva. Dalla promessa al­

l ' esser fuori pericolo passò appena la m età della novena. Compiva fedel­

mente il suo voto e voleva che sopra il calice fosse ricordato il celeste fa­

vore da lui ricevuto con queste parole:

F a m ilia e Tancioni R om an ae v otum MDCCCLXVIII. Sopra il calice era una elegante e ricca palla ovvero anim etta coll'im m agine del R edentore. Essa è lavoro delle m onache del Bam bino Gesù in Aix la Chapelle città di Prussia, a spese della contessa Stol- berg m oglie del celebre Luterano ed ora fervoroso cattolico conte Stolberg Vernigerode membro ereditario della cam era dei Signori in Prussia.

Ora o per grazie ricevute o per di­

vozione sem brava che ci fosse uno che andasse a significare a ciascuno quanto occorreva per quella solennità. Una signora francese di alto lignaggio, la Duchessa d i.... inviò a sufficienza ca­

m ici, cotte, am itti, corporali, tovaglie e tovaglini con alcune pianete. Un si­

gnore torinese provvide i candelieri, croci, c a r te -g lo ria per tutti gli altari, d i poi volle aggiungervi la cera. Man­

cavano ancora le candele per due al- tari, e ci furono inviate da un insigne benefattore di F irenze. Altra signora fiorentina offeriva un elegante in cen ­ siere con navicella. Mancavano can ­ dele piccole per le messe lette, ed una signora torinese le provvide.

Leggete con pazienza, o am ici, e facciam one le m araviglie col Signore.

P iviali, tu nicelle, pianete, m essali, in ­ censiere, navicella, cera, lampade pel­

le solennità, lampade ord inarie, olio per le m ed esim e, cam panello per la sacrestia, cam panelli per i singoli al­

tari, tovaglie di vario g enere, le am ­ polline e perfino le funi delle cam ­ pane vennero in breve tempo provve­

dute, ma in modo e m isura che nem ­ m eno un oggetto restò duplicato, senza che neppure uno di essi ci fosse m an­

cato nel bisogno. Riguardo al campa­

nello della sacrestia avvenne quanto segue.

Un signore torinese, travagliato da m ale di capo che si estendeva alla nuca con m inaccia della stessa spina dor­

s a le , portavasi in questo giorno alla

novella chiesa per supplicare l ’ augusta R egina del Cielo a volersegli dim o­

strare suo aiuto presso Dio. Giunto vicino alla sacrestia intese che fra le a ltre cose si difettava ancora di un cam panello. Se ottengo qualche sol­

lievo nei m iei m ali, egli disse, prov­

vederò im m ediatam ente tale oggetto.

Detto questo entrò in c h ie s a , fece breve preghiera e con grande sua con­

solazione si trovò perfettam ente gua­

rito. Con trasporto di gioia com piè su l­

l’ istante la sua prom essa, ed ora con p iacere va raccontando a’ suoi am ici la grazia che d ichiara avere dalla co­

m une Madre celeste ricevuta.

C A P O V I I I .

I pranzi.

Le m araviglie della bontà del S i­

g nore n el provvedere quanto occorreva pel divin culto non vennero meno in tutto ciò che era necessario ad onesto sostentam ento di que’ g io rn i.

Molti personaggi o perché di rim oti paesi, o perchè im pegnati nelle sacre funzioni, com e i vescovi colle persone che li assistevano nel servizio religioso, non potevano di qui allontanarsi senza grave loro disturbo. Ma la povera no­

stra condizione ci rendeva incapaci di provvedere quanto era necessario per tan ti illu stri personaggi. Ecco com e fummo provveduti.

Un agiato signore pose a nostra di­

sposizione posate, porcellane, e quanto faceva m estieri pel servizio di tavola;

altri poi inviarono vino in botti, cassette di bottiglie; m oscato di Strevi, passe­

retta di Canelli, barbera e nebiolo di Asti, bracchetto di Mombaruzzo, dol­

cetto di Prasco, bianco di Caluso, m al­

vasia di Monferrato furono vini spon­

taneam ente regalati da varie persone di distanti e diversi paesi. Alcuni altri spedirono m ortadelle da Bologna; sa­

lati e strachini di Milano, Gorgonzola, lodigiano, salam i, frutti confezionati, p ollastri, uova, pesci e carne non ci m ancarono m ai. Caffè, cioccolato, zuc­

chero, kiffer, briossi e pani di sem ola,

biscotto fino furono la provvidenza quo­

tidiana. Un giorno avevamo a m ensa tre eleganti e grosse focacce giunte poco prim a del pranzo. Una proveniva da M ilano, l ’ altra da Genova, la terza da T orino. Un confettiere di questa città som m inistrò gratuitam ente ogni giorno confetti e dolci di ogni genere per tutto l ’ottavario. Ma la m araviglia fu che tra tante offerte fatte da paesi cotanto distanti l’uno dall’ altro non fu m ai che un oblatore offerisse cose of­

ferte da a ltri o cose in u tili. Di mano in mano che quelle offerte giungevano, si collocavano im m ediatam ente al loro posto. Quelli stessi che furono testi­

m oni ocu lari non sapevano darsi r a ­ gione di tanto trasporto e di tante op­

portune oblazioni senza che si fosse fatta dimanda. Anzi m olti oblatori e- rano affatto sconosciu ti e non ebbero m ai alcuna relazione collo stabilim ento.

In questa guisa guidati dal solo spirito di carità m olti concorsero ad onorare la santa Vergine nella persona di chi si adoperava per prom uovere le sue glorie. Un venerando p re la to , osser­

vando la provenienza delle cose che im bandivano la nostra m ensa, ebbe ad esclam are commosso: Chi dicesse che gli oblatori di tante e svariate offerte non siano stati mossi dallo spirito del Signore, negherebbe la luce del sole in pieno mezzodì.

CAPO IX .

Me rco ledì 1 0 giugno, 2° gi orn o d e l l’o tta vario .

Funzioni religiose.

F ra i venerandi p relati già perve­

n u ti all’O ratorio era m onsignor Ghi- lard i vescovo di Mondovì che doveva p redicare e prendere parte alle fun­

zioni religiose.

Alle 6 1 2 del m attino esso com inciò il servizio religioso che doveva avere luogo ogni m attino dell’ottava. Nostro scopo era di dare un segno di g rati­

tudine verso tanti benem eriti oblatori della chiesa e dello stabilim ento in ­ vocando le celesti benedizioni sopra di loro e sopra le loro fam iglie.

Questo eravamo tanto più in dovere di fare, perchè m olti di quelli essen­

doci ig n o ti, dovevamo alm eno colla p reghiera dim ostrare loro la nostra riconoscenza. Dio poi che vede ogni opera segreta avrebbe c ertam ente la r­

gito ai m edesim i il m eritato guiderdone.

Questo servizio religioso consisteva in pubbliche preghiere, corona del ro ­ sario recitata dai giovani delle tre case riu n iti con altri fedeli che num erosi concorrevano. Term inate le p reghiere, il prelodato m onsignor Ghilardi pro­

nunziò un fervoroso serm oncino in preparazione alla s. com unione dimo­

strando la necessità della frequente com unione sia per attestare la presenza reale di Gesù Cristo n ella santa E u ­ caristia; sia per ravvivare la nostra fede in Gesù Cristo che è il più saldo sostegno contro i nem ici di Dio e della Chiesa e la più soave consolazione nei g iorn i del dolore.

Dopo celebrò la santa Messa, infra cui com unicò lunga schiera di fedeli.

Alle ore 1 0 la Messa fu pontificalm ente cantata dal vescovo di Casale assistito

dai canonici della SS. T rin ità rapp re­

sentati dai canonici M arch isio , Giu- stetti, T alu cchi, Berteu e dal sacerdote L em oyne direttore del collegio di Lanzo che suppliva il canonico Zorniotti.

Alle 6 di sera m onsignor Ghilardi pontificava n ei vespri, dopo cui il ve­

scovo di Casale montava in pulpito e com inciò il secondo suo discorso in ­ torno alla necessità dell’insegnam ento cattolico nelle scuole, e com e questo insegnam ento deve avere per base la dipendenza dall’in fallibile m agistero della Chiesa. (V . in fine del libro).

CAPO X.

FATTI PARTICOLARI.

Nel documento RIMEMBRANZA DI UNA SO LEN N ITÀ (pagine 30-38)