37.1-2
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I Driopi erano una tribù di predoni, che abitavano in origine la regione confinante con la
Malide (Pherecyd. FGrHist 3 F 19
espulsi di lì da Eracle, si dispersero e migrarono in Eubea, nelle Cicladi, a Cipro e nel Peloponneso. Per una completa discussione delle fonti, FOURGOUS 1989; altro materiale utile in HALL 1997, 67 ss.; ZUNINO 1997, 275 ss.
Il re dei Driopi è chiamato Filante anche in Paus. IV 34.9 (a una possibile confusione col Filante re di Efira in Tesprozia pensa FONTENROSE 1959, 38), Laogora in [Apoll.] II 7.7. Diodoro non specifica la natura del sacrilegio commesso da Filante verso il santuario di Delfi: il fatto che egli agisca contrariamente al nomos ( ), tuttavia, basta a giustificare l’intervento di Eracle.
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In [Apoll.] loc. cit. il re è ucciso mentre banchetta dentro il recinto sacro di Apollo. Sui Driopi cacciati per opera di Eracle e dei Maliei dalla regione chiamata successivamente Doride, vd. Herodot. VIII 43.
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Secondo Paus. X 10.1-2, il nome della figlia di Filante era Meda e la statua di Antioco figurava a Delfi fra quelle degli eroi eponimi delle tribù ateniesi: Antioco, figlio di Eracle, era infatti l’eroe eponimo della tribù Antiochide, cfr. Dem. Epit. 31.
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Localizzando i Driopi d’Eubea a Caristo, Diodoro s’accorda con Thuc. VII 57.4 e [Scymn.] 577; per Stira, cfr. Herodot. VIII 46 e Paus. IV 34.11 (quest’ultimo però precisa che gli Stirei erano Driopi che non avevano parte alla battaglia contro Eracle).
La notizia diodorea sembra trovare riscontro in Erodoto, il quale fra gli ethne presenti a Cipro pone i Citnii (Herodot. VII 90), considerati altrove come Driopi (Herodot. VIII 46); la vocazione dei Driopi a mescolarsi con altre popolazioni è messa in rilievo da FOURGOUS 1989, 13 ss.
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Dapprima occuparono Asine in Argolide, poi, quando ne furono cacciati dagli Argivi, per concessione degli Spartani abitarono in Messenia, dove fondarono sulla costa una città (odierna Koróni) che aveva lo stesso nome dell’Asine argolica (Strab. VIII 6.11 e 13; Paus. IV 34.9). Paus. IV 34.11 c’informa che, ancora nel II sec. d. C., gli Asinei della Messenia si facevano un vanto della loro discendenza e continuavano a venerare l’eroe eponimo, Driope, con un santuario, un’antica statua e la celebrazione di misteri. Diodoro è l’unico ad attribuire ai Driopi anche la fondazione di Eione; per Ermione e la nuova Asine, cfr. già Herodot. VIII 73.
37.3
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I figli di Egimio (figlio di Doro, Diod. IV 58.6), Dimane e Panfilo, insieme con Illo, figlio di Eracle adottato da Egimio (Ephor. FGrHist 70 F 15; Strab. IX 4.10), diedero il nome alle tre tribù doriche dei Dimani, Panfili e Illei. Diodoro afferma che, al tempo di Egimio, i Dori abitavano la regione chiamata Estieotide, cioè il distretto nord-occidentale della Tessaglia, adiacente al Pindo, ma la sua testimonianza in proposito non sembra del tutto coerente con quella di altri autori: per un esame critico dei testi (ad es. Herodot. I 56, Andron FGrHist 10 F 16, Charax FGrHist 103 F 6), vd. SAKELLARIOU 1990, 223 ss. Episodi della guerra che Eracle combatté, come alleato dei Dori, contro i Lapiti erano probabilmente già narrati nell’Egimio, poema, di cui restano pochi frammenti, attribuito ora a Esiodo ora a Cercope di Mileto (cfr. SAKELLARIOU 1990, 232 ss., che vi scorge il riflesso di eventi storici; con diversa ricostruzione del contenuto, ROBERTSON 1980).
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Sui Lapiti, sulla loro genealogia e sulla lotta con i Centauri in occasione delle nozze di Piritoo e Ippodamia, cfr. Diod. IV 69-70.
37.4
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Gli Eraclidi richiederanno a Egimio la restituzione della terra affidatagli da Eracle in Diod. IV 58.6.
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Si conoscevano almeno due Cicni, uno dei quali, figlio di Poseidon e alleato dei Troiani, fu ucciso da Achille (cfr. Schol. in Pind. O. 2.147e; Schol. in Aristoph. Ran. 963). Contro il Cicno figlio di Ares, un bandito che trucidava i passanti volendo edificare un tempio con i loro teschi, Eracle si sarebbe scontrato due volte, e la prima dovette fuggire per l’intervento di Ares in favore del figlio (così la storia era riferita in un poema di Stesicoro, cfr. PMG fr. 207). Una parte della tradizione, probabilmente, ammetteva l’esistenza di due figli di Ares di nome Cicno: il primo, nato da Pirene, sfidò a duello Eracle sul fiume Echedoro in Macedonia ([Apoll.] II 5.11, quando cercava il giardino delle Esperidi), il secondo, nato da Pelopia, lo sfidò mentre passava per Itono ([Apoll.] II 7.7). Altre versioni, invece, presentavano un solo combattimento, nel quale Eracle uccideva Cicno e, assistito da Atena, feriva lo stesso Ares (Hes. Scut. 57 ss.). Anche Diodoro menziona un solo scontro, ma senza accennare ad alcun intervento divino, e ponendolo, come [Apoll.] II 7.7, nel territorio di Itono: per altre localizzazioni, cfr. Hes. Scut. 70, 477 (presso Pagase, dove, sulle sponde dell’Anauro, Cicno fu sepolto) e Paus. I 27.6 (presso il fiume Peneo). Sulle molteplici varianti del mito, cfr. JANKO 1986.
In [Apoll.] II 7.7 Ormenio è il nome della località (villaggio alle pendici del Pelio, cfr. Strab. IX 5 18), dove Eracle affronta e uccide il re Amintore che tentava di impedirgli il passaggio.
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Su Ctesippo figlio di Astidamia (figlia di Amintore), cfr. [Apoll.] II 7.8.
37.5
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Per il rifiuto da parte di Eurito di concedere a Eracle la mano di Iole, rifiuto che aveva già causato la morte di Ifito, cfr. Diod. IV 31.1-3 e nota. Poiché Diodoro parla di spedizione contro i figli di Eurito e di uccisione dei figli di Eurito, forse segue una tradizione secondo cui Eurito precedentemente era morto o fuggito da Ecalia. La distruzione della città a opera di Eracle, possibile invenzione post-omerica (GANTZ 1993, 434 s.), fu oggetto della Presa di
Ecalia del poeta epico Creofilo di Samo, databile al VII sec. a. C. (sul poema e il suo autore,
vd. PEG pp. 157-164; che la leggenda sia da interpretare come una rilettura in chiave epica della vittoria di Calcide su Eretria è stato sostenuto da TALAMO 1975). Per le fonti successive, cfr. ad es. Pherecyd. FGrHist 3 F 82; Bacch. XVI 13 ss.; S. Tr. 252 ss., 351 ss., 459 ss.; Herodor. FGrHist 31 F 37; Hyg. Fab. 31.9, 35; [Apoll.] II 7.7.
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Secondo [Apoll.] loc. cit., oltre agli Arcadi, combattevano insieme a lui i Maliei di Trachis e i Locresi Epicnemidi.
Lo Schol. in Soph. Tr. 266 riporta un passo di Esiodo (Hes. fr. 26 27-31 M-W) in cui il poeta cita, come figli di Eurito, Deione, Clizio, Tosseo e Ifito, e aggiunge che secondo Creofilo (Creoph., PEG fr. 3) i figli erano due, secondo Aristocrate tre, Tosseo, Clizio e Deione.
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La città di Ecalia era variamente localizzata, cfr. GANTZ 1993, 865 n. 95. Diodoro potrebbe averla collocata in Tessaglia o in Eubea, ma ciò non si può desumere con certezza da questo passo. Il gen. , infatti, non può dipendere da e la frase non può significare “partì dall‟Eubea verso il promontorio chiamato Ceneo”, dato che il Ceneo (odierno Capo Lithada) è l’estrema punta nord-occidentale della stessa Eubea: bisogna intendere “partì verso il promontorio dell‟Eubea chiamato Ceneo”.