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don Guerrino arnaldo Maria Gasparini luciano Barba e Giuseppe Corrà

san pietro in cattedra a marcellise

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mamma ebbe sempre una grandissima inluenza. alla sua morte provò un profondissimo dolore, an- che se si sforzò di non farlo pesare agli altri.

don Gasparini venne ordinato sacerdote il 16 aprile del 1939 e subito iniziò il proprio lavoro a San Zenone di Minerbe, dove rimase per un solo anno. di là venne trasferito a Cerea. Qui prestò la propria opera per due anni. nel novembre del 1942, il ve- scovo lo volle parroco nel paese di Santa teresa in Valle, frazione di Cerea, diocesi di Verona, ai coni- ni tra le province di Mantova e rovigo. dieci gli anni della sua permanenza nella parrocchia in mezzo a dificoltà di ogni genere: guerra, partigiani, brigate nere, ebrei ed oppositori del regime mussoliniano e tutti da salvare. Per loro don arnaldo procurò cibo e nascondigli, così come fece per i primi soldati in- glesi arrivati nella sua zona. Con questa attività ‘il- legale’ mise più volte a repentaglio la propria vita.

Santa teresa in Valle: una borgata limitata a Sud dall’acqua apparentemente stagna, festante di canna e di carice. il parroco è un giovane aper- to alle necessità dei suoi, che ama, e con i quali spezzetta volentieri la giovinezza. Bussano alla porta. «Sono il signor rimini, questa è mia mo- glie. Siamo ebrei ricercati. Potrebbe?». Un attimo di rilessione e poi?... «andiamo; ho una famiglia adatta che sarà felice di accogliervi». nei giorni successivi sbandati ed ex prigionieri cercano di lui e per tutti don Guerrino Gasparini trova un ri- fugio ed a tutti assicura un pane. Un giorno gli si fermano innanzi alla canonica 15 inglesi. Chiedo- no cibo, alloggio, una cartina topograica e del- le barche per raggiungere Comacchio. il lungo elenco non impressiona il sacerdote. nasconde ino all’imbrunire i 15 in un’aula delle scuole, adiacenti alla canonica. Con il favore delle tene- bre li conduce ad una fattoria perché vi passino tranquilli la notte. Procura il cibo e la carta ri- chiesta ed, al mattino, eccoli là con due barconi, che solcano il Canal Bianco513.

Ma, a guerra inita, don arnaldo riiutò riconosci- menti ed onori affermando che tutto quanto aveva compiuto l’aveva fatto per respirare aria di libertà.

tutte queste iniziative ci facevano respirare aria di libertà. Ci sembrava, facendole, di diventare migliori. le scene tristi di quei giorni ci ripresen- tavano in veste moderna la parabola del Buon Samaritano. Quando si scombiccherava qualcosa

di buono ci cantava dentro la nota voce: «l’avete fatto a Me»: voce che fugava la paura ed illumina- va il sacriicio514.

don arnaldo reputava di aver compiuto solo quanto il proprio dovere di cristiano e di prete gli richiedeva in quel preciso momento storico.

il suo trasferimento a Marcellise avvenne dopo che egli aveva chiesto a monsignor Gerolamo Cardi- nale, vescovo di Verona dal 1923 al 1954, di essere trasferito in una parrocchia di collina a causa della propria salute cagionevole. il vescovo gli rispose di averla pronta una parrocchia per lui, ma gli disse anche che era oberata di debiti che ammontavano a 3 milioni di lire.

il 29 giugno del 1952 don arnaldo fece il proprio ingresso a Marcellise e fu accolto dai parrocchiani in modo assai solenne. Ma la situazione debitoria si presentò subito ancor più grave di quanto gliel’ave- va descritta il vescovo: il vero buco nelle inanze par- rocchiali ammontava a 6.300.000 lire, cifra che calò subito dopo di un milione grazie ad un contributo ricevuto dallo Stato. il vescovo, informato di quella gravissima situazione, gli ordinò di sospendere ogni lavoro in progetto e di vendere la casa del sacrista adiacente al ristorante locanda, nonché metà delle poltrone del nuovo teatro.

in questo momento di dificoltà, molti privati prestarono alla parrocchia denaro senza interessi e tanti non lo ebbero più di ritorno. Così il debito, un po’ alla volta, venne estinto. in questo dificile frangente il contributo più generoso giunse al par- roco dall’ingegner angelo invernizzi che, il Giovedì Santo del 1953, arrivò da Genova, dove lavorava, gli portò una certa somma e promise di stargli sempre accanto in tutte le necessità della parrocchia.

i lavori vennero ripresi e, nell’autunno del 1953, fu avviata la costruzione del nuovo asilo parrocchia- le. Così scrive in una lettera aperta rivolta ai suoi fedeli, datata 1985 e in cui tracciava il bilancio dei suoi 33 anni di permanenza a Marcellise in qualità di parroco515:

Qualche parrocchiano, non vedendo terminare il lavoro dell’asilo, pensava che disprezzassi l’o- pera compiuta. io ho sempre amato quest’opera tanto necessaria perché sapevo quanti sacriici erano stati fatti dai parrocchiani. Quello che mi ha sempre turbato è la lontananza di quest’opere parrocchiali (campo sportivo, teatro e asilo) dalla canonica e dalla chiesa.

approfondimenti

Un vero disastro risultò, purtroppo, il restauro dell’antico organo amigazzi del ’700 presente nella chiesa parrocchiale. il lavoro venne eseguito dall’or- ganaro Guerrini di Bassano del Grappa al quale era stata recapitata anche una lettera proveniente dal Belgio in cui l’organista luigi Ferdinando tagliavi- ni descriveva i piccoli lavori che si sarebbero dovuti eseguire.

Ma, quando proprio questo maestro venne a Marcellise nell’autunno del 1958 per rendersi conto del restauro eseguito, si mise le mani in testa escla- mando: «arciprete, è un’infamia, è stato tutto rovi- nato». lo scontro con l’organaro arrivò ino quasi al processo, evitato solo per l’azione mediatrice di don arnaldo e della Curia vescovile. Ma il parroco venne violentemente attaccato dal settimanale l’Espresso516

perché accusato di manifesta incuria nei confronti delle opere d’arte presenti nella chiesa di Marcelli- se. non aveva, infatti, informato la Soprintendenza ai beni monumentali del lavoro che aveva program- mato di realizzare sull’organo. don arnaldo si difese da quelle accuse facendo rilevare che quest’ultimo non risultava catalogato tra le opere d’arte degne di attenzione e, quindi, non c’era alcun bisogno di informare la Soprintendenza. di certo, però, anche se in buona fede, non fece una gran bella igura in quella circostanza.

altri lavori importanti vennero eseguiti per la chiesa dedicata a San Pietro in Cattedra mentre don arnaldo ne era il parroco: nel 1958 fu realizzato il battistero, opera originale sia per la pittura realiz- zata dall’artista Zorzi, che per la struttura architet- tonica progettata dall’ingegner Spelta. nell’anno 1970 la struttura esterna della chiesa esigeva ancora

il timpano e l’interno la initura alta. Quando fu de- ciso di realizzare questi lavori, per volere della So- printendenza, a dirigerli venne chiamato l’ingegner lino invernizzi e la comunità di Marcellise non ven- ne meno neanche di fronte a questo nuovo impe- gno inanziario.

Una qualità occorre senz’altro sottolineare di don Gasparini: l’amore per la ‘sua’ chiesa per la quale esigeva ordine, pulizia, decoro nelle sacre fun- zioni e per le devozioni che, con il tempo, erano di- ventate parte della religiosità di Marcellise. Curava pure l’insegnamento del catechismo ai giovani e la predicazione, arrivando, durante le proprie omelie pronunciate dall’altare, a richiamare pubblicamen- te e per nome qualche giovane il cui comportamen- to lasciava a desiderare.

Certo, don arnaldo fu un uomo fermo nei prin- cipi, ma capace di adeguarsi con vero amore cristia- no alle circostanze e alle necessità. Ma fu anche il primo parroco che ebbe l’ardire di abolire i privi- legi di cui godevano in chiesa i cittadini ricchi di Marcellise. Prima del suo arrivo in paese in qualità di parroco, i nobili in chiesa non prendevano posto nei banchi come tutti gli altri fedeli, ma andavano a mettersi in bella mostra nella loggia sotto il pulpito. Un privilegio che a don arnaldo non andava pro- prio giù. Come non gradiva che, in occasione della raccolta delle elemosine, i ricchi, per mettersi bene in mostra, offrissero il proprio denaro sia quando il sacrista passava davanti a loro per iniziare il proprio giro della questua, sia quando ritornava indietro. infastiditi ed urtati da questa decisione del parroco, molti di essi non frequentarono più la chiesa di Mar- cellise per un lungo periodo.

documento 1

Il registro (formato cm 21,5x29) è composto di 28 pagine, originariamente scritte solo sul recto. Le sezioni occupano rispettivamente le p. 2-3 («N. 1. Paramenti Sacri»), p. 4-6 («N. 2. Vasi sacri , ed altri oggetti di metallo»), p. 7-10 («N. 3. Ornamenti ed Adobbi»), p. 11-12 («N. 4. Biancheria»), p. 13-16 («N. 5. Fornimenti di Altare ecc. ecc.»), p. 17-19 («N. 6. Quadri, Pitture»), p. 20 («N. 7. Messali e Libri»), p. 21-23 («N.8. Oggetti di varie specie»), le rimanenti bianche. In epoca successiva, probabilmente nella prima metà del Nove- cento, esso è stato utilizzato come canovaccio per un nuovo inventario. Ciò ha comportato il depennamento di alcune voci, l’aggiunta di altre, in qualche caso l’aggiornamento di quelle esistenti. Di tali interventi non si dà conto in questa sede. Per facilitare la consultazione si è introdotta una numerazione delle singole voci che non è presente nell’originale. Gli spazi lasciati in bianco dall’estensore vengono segnalati con ***.

inventario dei mobili della Chiesa Parrocchiale di San Pietro di Marcellise, eseguito li 20 settembre 1877, presenti il reverendo parroco don Giu- seppe Benvenuti ed i signori fabbricieri luigi albertini, Cavedini Giovanni Battista, Piazzi luigi.

n. 1. Paramenti sacri.

1. Baldacchino di seta bianca ricamato in seta ed oro, con sei mazze di legno dorato. 2. ombrellino di seta bianca, ricamato in seta ed oro.

3. Baldacchino vecchio di seta bianca indamascata, con quattro mazze di legno in cattivo stato. 4. ombrellino vecchio di seta iorata.

5. ombrellino assai vecchio di seta iorata.

6. Paramento in quarto di samis-oro ino, con velo umerale.

7. Paramento in quarto di samis-oro tessuto con iori di seta a colori, e igure di santi, lavorato in lione di (F)rancia, con velo umerale. 8. Paramento in quarto di seta, fondo bianco, iori di seta a colori, ed oro.

9. Paramento bianco in quarto di seta indamascata. 10. Paramento bianco in quarto di lana a piccoli iori. 11. Paramento bianco, feriale, in terzo, di seta, e velo umerale. 12. Paramento nero, in quarto, di seta indamascata, fornito in oro. 13. Paramento nero in seta ordinaria, in quarto, fornito in seta bianca. 14. Paramento rosso, in quarto, di seta a iori, fornito in oro.

15. Paramento rosa, in terzo, di seta, feriale. 16. Paramento violaceo di seta, in terzo, festivo.

17. Piviale bianco di seta con fornimento d’argento, uso ino. 18. Piviale fondo bianco di lana a iori, in pessimo stato. 19. Piviale bianco di seta indamascata in mediocre stato.

20. Piviale violaceo di seta, con fornimento in falso, in pessimo stato. 21. Velo umerale di seta bianca, ricamato in oro.

22. Velo umerale di seta ordinaria in pessimo stato. 23. Pianetta solenne in samis-argento, ricamata in oro.

24. Pianetta solenne fondo bianco di seta, ricamato in seta, ed oro. 25. Pianetta samis-oro con passamano d’argento.

26. Pianetta samis-argento con iori di seta. 27. Pianeta di seta bianca con iori gialli di seta. 28. Pianeta bianca di seta iorata.

29. Pianeta bianca di seta indamascata. 30. Pianeta bianca di seta indamascata. 31. Pianeta bianca di seta.

32. Pianeta bianca di seta.

33. Pianeta di seta, rossa, con iori di seta, fornita in argento. 34. Pianeta di seta, rossa, con iori di seta, fornita in argento. 35. Pianeta di seta, rossa, con passamano di argento.

36. Pianeta, rossa, di seta indamascata, feriale, in mediocre stato. 37. Pianeta, rossa, di seta, feriale.

38. Pianeta, rossa, di seta, feriale.

39. Pianeta, di seta, violacea, fornita in argento.

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40. Pianeta, di seta, violacea, a iori. 41. Pianeta, di seta, violacea, a iori. 42. Pianeta, di seta, violacea, feriale. 43. Pianeta, di seta, violacea, feriale. 44. Pianeta, di seta, violacea, con iori. 45. Pianeta, di seta, verde, fornita in argento.

46. Pianeta, di seta, verde, con iori di seta tessuta, fornita in oro. 47. Pianeta, di seta, verde, feriale.

48. Pianeta, di seta, verde, feriale. 49. Pianeta, di seta, nera, feriale. 50. Pianeta, di seta, nera, feriale. 51. Pianeta, di galetta, nera feriale.

52. Stollone violaceo, di seta, a iori, per la Settimana Santa. 53. Stola di seta, bianca, ricamata in oro, in mediocre stato. 54. Stola di seta, bianca, ricamata in seta ed oro, in mediocre stato. 55. Busta di samis-oro per riporvi il corporale, e la chiave del tabernacolo.

n. 2. Vasi sacri, ed altri oggetti di metallo.

56. Calice nuovo di argento, cesellato. 57. Calice di argento, minutamente cesellato. 58. Calice di argento, liscio.

59. Calice di rame, vecchio, dorato, cesellato. 60. Calice di rame, inargentato, in malo stato. 61. Scattoletta di argento, per portare il viatico. 62. tazza d’argento per un calice.

63. Vasetti due di argento per il Crisma, e l’olio de’ catecumeni. 64. Vasetti due di argento per l’olio Santo.

65. Cazzetta d’argento per battezzare. 66. Pisside di argento.

67. Pisside di rame, dorata, a cesello.

68. Pisside di rame, dorata, a cesello, più piccola.

69. Scattola di rame, inargentata, per l’ostia per la benedizione.

70. ostensorio grande di argento, di proprietà della famiglia orti, come risulta da lettera che si conserva in archivio parrocchiale, nelle

buste della Fabbriceria.

71. turribolo con navicella di argento di proprietà della famiglia orti, come apparisce dalla detta lettera. 72. ostensorio piccolo di argento.

73. reliquiario d’argento dorato, colla reliquia della santa Croce. 74. Chiave del tabernacolo di argento.

75. Corona di argento per la statua della Madonna che si porta in processione, con corona mobile di stelle d’argento. 76. ampolle due di vetro fornite di ilagrana d’argento.

77. Croce astile con fornimenti e croceisso di argento. 78. reliquiario a tempietto di metallo dorato. 79. reliquiario di rame, vecchio, in pessimo stato. 80. reliquiario di rame, argentato.

81. tabelle sei vecchie con veluto, e fornimento d’argento. 82. tecle per reliquie n. 8 di rame.

83. tecle per reliquie n. 4 di argento. 84. lampade n. 8 di rame argentate.

85. lampade n. 2 di ottone per l’altar maggiore. 86. lampade n. 2 di ottone, nuove, per l’altar maggiore. 87. lampade n. 8 di ottone in pessimo stato.

88. turibolo e navicella di ottone, vecchio. 89. Brocca e piatto di stagno.

90. Secchiello di stagno ed aspersorio, vecchio. 91. Patena di rame per communicare all’altar maggiore. 92. Vasi di stagno n. 3 con cassetta di noce antica per li olii Santi.

93. romana di metallo inargentato composta di candellieri grandi n. 6, piccoli n. 4, vasi per palme grandi n. 4, piccoli n. 2, tabelle n. 3,

croce con croceisso, e liturino.

94. Cuori di argento n. 7 al quadro di san Giuseppe.

95. Cuore di argento al quadro del Sacratissimo Cuor di Gesù. 96. Cuori di argento 2 al quadro del Sacratissimo Cuor di Maria. 97. Cuore di argento al quadro di san luigi.

98. Cuore grande di argento entro a cornice di legno dorato sopra il nicchio dell’altar di Maria Vergine immacolata.

99. Corona di dodici stelle di argento, e luna coperta di lama d’argento alla statua di Maria Santissima immacolata posta nel nicchio sopra

appendice

100. orecchini a pendolo con diamanti legati in argento n. 2. 101. orecchini d’oro n. 2.

102. Spillone di diamanti legato in argento.

103. anelli d’oro n. 8 per l’immagine della Madonna che si porta in processione.

104. Manile d’oro di n. *** ile, con croce d’oro, e passetto d’oro regalato da non nominato da porsi addosso alla Madonna. 105. Cuore grande d’argento al quadro di san Giuseppe regalato da non nominato.

n. 3. ornamenti ed adobbi.

106. Stendardone rosso con iori a mordente in oro, fatto dal signor allegri luigi di Verona indoratore, l’anno 1874. 107. Stendardi rossi di seta n. 6 in mediocre stato.

108. Stendardi rossi di seta n. 2 in pessimo stato.

109. abito di samis-argento ricamato in oro dalle giovani del Colleggio don nicola Mazza in Verona, e pagato dalle giovani dell’oratorio, e

di loro proprietà, fatto l’anno 1800.

110. Manto di seta celeste, e fodera di marcellina color rosa, ricamato in oro, per l’immagine della Madonna che si porta in processione,

fatto l’anno 1872, proprietà della Fabbriceria.

111. Velo di seta bianca con fornimento d’oro, regalato da persona ignota, per l’immagine della Madonna. 112. Manto vecchio di seta celeste per l’immagine della Madonna.

113. Velo vecchio con stelle di samis-oro.

114. tracolle n. 12 di seta celeste con iori di samis-oro, fatte dalle giovani del paese l’anno 1874, e che servono per le donzelle che portano

lo sgabello della Madonna nelle processioni. Sono proprietà dell’oratorio Femminile.

115. tracolle n. *** di veluto nero di cotone, con fornimento d’oro uso ino, pagate dalle giovani dell’oratorio, di loro proprietà, e che

servono per quelle che portano il feretro delle consorelle defonte.

116. tracolle n. 2 di damasco in seta, rosso, con fornimento oro uso ino per quelli che portano lo stendardone.

117. tracolle n. 2 di damasco in seta, rosso, con fornimento oro uso ino pei giovanetti che portano i iocchi dello stendardone. 118. tracolle n. 4 di velo colorato, per quelli che portano li stendardi.

119. Ceste n. 2 fornite, per i iori che si spandono in processione.

120. Confalone samis-d’oro, fornito in argento, con stemma di rame argentato. 121. Confalone bianco di seta, a iori di seta tessuti, con stemma di rame argentato. 122. Confalone rosso di seta, a iori di seta tessuti, con stemma di rame argentato. 123. Confalone rosso di seta, a iori di seta tessuti, con stemma di rame argentato.

124. Padiglioni n. 8 in cotone rosso, con ornati di stoffa inta oro, con frange uso oro ino, e con corone di iori dipinti relative. 125. Padiglioni n. 2 di velluto in seta rossa, con ornati, e frange uso oro.

126. Padiglioni n. 2 di velluto in cotone rosso, con ornati, e frange uso oro.

127. Padiglioni n. 2 più piccoli in cotone rosso, con ornati e frange uso ino pei due quadri laterali interni dell’altar maggiore. 128. Padiglione grande di ormesino per l’altar maggiore, con corona di legno.

129. Padiglione di seta celeste, con ornamenti e frange di argento uso ino, con fondo rosso di ormesino, corona, e due teste di angelo, di

legno dorato, da mettersi sopra il nicchio della statua di san Pietro in coro, fatto l’anno 1869.

130. Fascia di velluto in cotone per il corniccione interno intorno alla chiesa.

131. archi per li altari n. otto, di ormesino rosso, con tocca into oro, ed analoghi veli di color celeste con tocca into argento. 132. Pezzi di velo color rosa n. quattro pei cantoni interni della chiesa.

133. Velo bianco con stelle samis-oro per padiglione sopra l’altar maggiore. 134. damasco con tocca into oro per la cantoria.

135. Pezzo di seta celeste ornato con iori e frangia into oro pel mezzo della cantoria.

136. Portiere di damasco rosso con toccadina uso oro n. 4 per le porte che dalle tribune si entra in chiesa. 137. Portiere di cotone rosso n. 2 per la divisione del presbitero dal coro.

138. Portiere di cotone per le porte della chiesa n. 2.

139. Padiglione di cotone rosso con stemma di legno per la porta grande della chiesa esternamente, nei giorni di solennità. 140. Canopeo di seta bianca con fornimento uso oro, con teste di angioletti di legno dorato.

141. Canopeo samis-oro, festivo. 142. Canopeo di seta rossa, feriale. 143. Canopeo di stofa bianca, feriale. 144. Canopeo di seta viola, feriale. 145. Canopeo di seta viola, feriale.

146. Piccole sotto tovaglie di cottone rosso con tocca into oro n. 8 per metter sotto le tovaglie bianche sulle pietre laterali delle capelle degli

altari.

147. Panni verdi con frangia uso oro da porre sotto le tovaglie dei cancelli e delle tribune all’altar maggiore, nei giorni solenni. Pezzi n. 5. 148. Panni verdi allo stesso scopo nei giorni feriali. Pezzi n. 2.

149. tapetto tessuto in lana fabbrica di lintz per l’altare maggiore. 150. tapetti di lana stampata n. 4 per li altari minori.

151. Strato mortuario di velluto in cottone ricamato in samis oro, bisognoso di riparazioni. 152. Parapetti di altar di samis-oro, vecchi, e deperiti.

153. Sopra tovaglia di bombace verde con frangia verde per l’altar maggiore. 154. tre pezzi di damasco verde in seta per fornire i banchi nei giorni solenni. 155. due angeli dipinti sul legno pel padiglione all’arco dell’altar maggiore. 156. due angeli dipinti sul cartone per padiglione in coro.

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157. tendine per coprire li altari nella Settimana Santa, di tela color turchino, n. 4.

158. Coperte per i croceissi nella Settimana Santa, di tela colorata, tra grandi e piccole n. 12.