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Rural Community Development in India

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3) un inventario delle risorse economiche e demografiche, in particolar modo le istituzioni e le risorse della comunità che siano in grado di soddisfare i bisogni sociali dei diversi ambienti, e dati sulla « leadership » locale.

Benché sia chiara ed urgente la necessità di ricerche di questo tipo (ed anche di altre più approfondite) le risorse economiche ed intellettuali di cui disponiamo nel nostro paese non sembrano di incoraggiamento ad organizzarle, ancora per qualche tempo. Tuttavia qualsiasi program­ ma di risviluppo richiederà almeno brevi e semplici indagini che, senza troppi indugi, possano dare qualche indicazione sui problemi e sulla linea di azione più appropriata. Esse possono venire facilmente intra­ prese dai vari Istituti di Scienze Sociali delle nostre Università 7, che possono man mano lanciare ricerche piu comprensive atte a fornire dati psico-socio-economici sugli abitanti delle zone piu infelici e sulla qua­ lità degli alloggi, dei mezzi di trasporto e dei sei-vizi di comunità. Molte di queste indagini dovranno essere fatte da esperti e studenti di scienze sociali che avranno così la possibilità di fare accettare il metodo di svi­ luppo di comunità per il miglioramento delle condizioni di vita nei quartieri più squallidi. I ricercatori potranno spiegare alla gente con cui vengono a contatto quali dati stiano ricercando e come verrebbero utilizzati per formulare piani di ristrutturazione del quartiere. I ricer­ catori si varranno anche (per quanto e possibile) di incontri pubblici e gruppi di discussione airintem o delle organizzazioni di quartiere, per ottenere informazioni e partecipazione da parte dei « leaders » locali. Comitati consultativi dei cittadini, esistenti o creati appositamente, rela­ tivi al risanamento degli « slums » costituiranno pure un contatto ab­ bastanza comprensivo e vitale con la popolazione per comunicare e dif­ fondere nuove idee su modi di vita migliori e più sani: questo metodo è della massima importanza per ridare fiducia a persone vittime delle conseguenze sociali e psicologiche di uno sviluppo caotico e trascurato di certe zone cittadine. In questo modo, inoltre, si eviterà quella inutile aria di mistero che ha caratterizzato, in passato, i gruppi di ricerca ed ha influito sul morale degli abitanti degli « slums » fino a renderli ostili verso qualsiasi forma di risanamento del loro quartiere 8.

7 Come si è detto prima, il Comitato per la ricerca della Commissione di Pianificazione ha dato inizio a tali ricerche. L’oggetto di tali ricerche può certamente essere esteso inclu­ dendovi tutte le città con più di 100.000 abitanti. Inoltre tali Dipartimenti dovrebbero incoraggiare i loro studenti a scrivere le loro tesi di dottorato su qualcuno degli aspetti della società urbana che stanno emergendo in India.

e Skin ivas, «Need for Social R esearch., in » R u m i S o c io lo g y in I n d i a» , Desai (Ed.), Bombay, 1959. Si può anche fare riferimento al « Reperì o f t h è R e g io n a l S e m in a r on T e c h n iq u e s o f S o c ia l R e s e a r c h : P r o c e e d in g s a n d P a p e r s», Unesco Centre, Calcutta, 1959, e « P r o c e e d in g s o f S e m in a r o n S o c ia l P la n n in g », Institute of Social Science, Agra, 1960.

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Dinamica sociale del risanamento urbano

La classificazione cui si è fatto cenno e comunemente accettata come un punto di partenza per la formulazione di piani comprensivi per il risana­ mento delle città. A livello fisico ci si sforza sia di risanare che di prevenire i tuguri. Però ogni programma di risanamento implica non solo 1 eliminazione fisica di luoghi lugubri e tetri con la creazione di case moderne, di spazi aperti, di parchi, ma anche provvedimenti atti a promuovere la vita cultu­ rale, educativa, creativa, di individui, famiglie, quartieri, in modo da sgom­ brare anche dalla mente delle persone ogni tendenza alla arretratezza. E fuori di dubbio l’importanza della disposizione fisica della zona e di alloggi decenti, ma la possibilità che essi resistano al deperimento dipende dal modo di vita di coloro che vi abitano. Ciò porta ad incoraggiare la partecipazione della gente attraverso una presa di coscienza di un modo di vivere migliore, così da trasformare completamente la situazione di vita degli abitanti dei tuguri; altrimenti i problemi di fondo resteranno come una piega aperta nel corpo politico e non si riuscirà a prevenire il sorgere di nuovi tuguri.

I nostri « slums » sono abitati da persone molto povere che, per la maggior parte, lavorano in zone non molto lontane o in piccoli stabilimenti indu­ striali del quartiere stesso. Qualsiasi piano di risanamento implica la demo­ lizione di vecchi edifici e di quartieri sovra-popolati ed una dislocazione del tessuto socio-economico esistente. Però i trasferimenti per decongestionare la zona devono essere ridotti al minimo altrimenti le persone perderanno le loro fonti di vita con gravi conseguenze per l’intera popolazione della città. E’ perciò auspicabile che, in un paese dove non ci sono molte possibilità di lavoro disponibili, le persone toccate dai piani di demolizione siano ri-instal­ late nella zona o in zone vicine. Altrimenti, per quanto gli abitanti dei tuguri possano essere infelici, preoccupati ed ansiosi nelle loro condizioni attuali, la perdita del lavoro potrebbe creare in loro una insicurezza tale da portarli ad un collasso totale della loro personalità. La popolazione sradicata, in mise­ ria e disoccupata costituisce infatti un grave pericolo per l’esistenza di tutta la società9.

Nel nostro paese bisognerebbe insistere sul risanamento degli « slums » esi­ stenti e sul mantenimento di buoni vicinati contro la facile filosofia della distruzione totale dei tuguri. Bisogna raggiungere un buono standard di abitazioni, ma non al prezzo di una catastrofe sociale ed economica.

Inoltre, anche se le persone sono bene alloggiate, hanno un lavoro e buoni mezzi di trasporto per raggiungerlo, non possono lavorare fino al massimo della loro efficienza se non sono sane. La salute fisica e quella mentale vanno insieme. La vita nelle zone urbane è tormentata da problemi ed incertezze che portano alle tensioni, alla stanchezza ed all’irritabilità; il costo delle cure mediche è spesso proibitivo. La cattiva salute di uomini e donne che lavorano influisce negativamente sulla crescita dei bambini e queste ne sono le peg­ giori conseguenze. Le malattie sono spesso strettamente connesse a problemi

s India National Em plo y m e n t Service, U nem ploym ent in Urban Areas, New Delhi, 1959. Rapporti per specifiche città sono stati preparati sia da « Employment Exchanges » sia dagli Istituti di Scienze Sociali delle Università.

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personali di fallimento o di inefficenza. Non è facile misurare le conseguenze sociali di incapacità e di disturbi fisici. Una medicina preventiva, migliori servizi sanitari ed un controllo sugli alimenti riducono in una certa misura l’incidenza delle malattie ma è soprattutto attraverso un efficace programma di educazione sanitaria che le persone diverranno consapevoli dei pericoli della salute, sapranno meglio il valore di una cura tempestiva e saranno at­ tente ai bisogni della loro salute. L’educazione sanitaria della comunità costi­ tuisce perciò una parte integrante di ogni programma di ri-sviluppo che intenda salvaguardare la salute fisica ed emotiva dei nostri cittadini10. Anche il modo in cui gli abitanti della città spendono il loro tempo libero è uno dei criteri più importanti per giudicare i valori che essi hanno a cuore. Nelle comunità di tuguri i bambini ed i giovani sono abituati a trarre stimolo e soddisfazione andando ad un certo tipo di films, leggendo fumetti, vagando qua e là, fumando, bevendo, e giocando d’azzardo. I bambini sciamano verso le zone di periferia, dove si ammucchiano relitti di uomini e donne cocaino­ mani, alcolizzati, criminali, caratteriali. L’aspetto più triste della loro esi­ stenza sta nel fatto che sono schiavi di abitudini ed hanno sviluppato un insieme di atteggiamenti anti-sociali. Può un programma di risanamento risolvere problemi di questo tipo fornendo solo abitazioni decenti? Nella maggior parte dei casi il comportamento sociale è una conseguenza di un cattivo uso del tempo libero. Perciò possibilità comunitarie di attività ricrea­ tive ed educative per una migliore coscienza civica della popolazione, diven­ gono sempre pù importanti nella ristrutturazione delle città. Lo svago, es­ sendo un’attività spontanea, offre uno scopo costruttivo al tempo libero ed è una delle poche vie aperte alla creatività, alla soddisfazione personale ed allo sviluppo della personalità. Oggi più che mai la nostra società ha bisogno di offrire ai bambini ed ai giovani possibilità ricreative sane nelle città.

L’autogoverno locale unisce gli abitanti per l’azione

Lo scopo del risanamento urbano è non solo la sistemazione degli alloggi ma anche una forma di sviluppo di comunità essenziale per la creazione di un sentimento di vicinato, della fiducia e dell’orgoglio di appartenervi e del senso di responsabilità riguardo ai miglioramenti del quartiere. Per quanto buono possa essere un piano di ri-sviluppo, se le persone a cui si rivolge non sono adeguatamente preparate ad accettare il cambiamento, non avrà risul­ tati duraturi ed il quartiere potrà ricadere un’altra volta nel decadimento. La preparazione, l’impegno e la partecipazione dei cittadini sono necessarie in qualsiasi piano di ri-sviluppo urbano, per sensibilizzare sia gli amministra­ tori riguardo ai bisogni, ai desideri, ai problemi della popolazione, sia la popolazione stessa riguardo ai fatti ed agli scopi del piano e le possibilità che si aprirebbero mediante un miglioramento del quartiere e dei servizi della

w Colem an Woodburry, a cura di, T h e F u t u r e o f C it ie s a n d U r b a n R e d e v e lo p m e n t,

Chicago, 1953; United Nations, P ro c e s s e s a n d P ro b le m s o f I n d u s t r ia liz a tio n in U n d e r ­ d e v e lo p e d C o u n tr ie s , New York, 1955; Rodwin, a cura di, T h e F u t u r e M e tr o p o lis , New York, 1961; Woods, « Development of Urban and Regional Planning in India », in « L a n d E c o n o m ic s » , Novembre, 1958; e Ho se l it z, « Urbanization and Town Planning in India », in C o n f lu e n c e , estate 1958.

ZONE URBANE DELL’INDIA 103 comunità. Ciò è necessario anche perchè le migliori energie dei cittadidni

« leaders » siano portate ad accentrarsi efficacemente sui problemi che deri­ vano da un piano di risanamento. Questo metodo contribuisce anche allo sviluppo delle nostre risorse umane, apre canali di comunicazione tra indi­ vidui e gruppi che differiscono tra di loro e diminuisce i sentimenti di scon­ fitta e di apatia di cui soffrono in genere le masse della società indiana. La partecipazione dei cittadini diviene così lo strumento centrale per una creazione di vicinati migliori.

Questo metodo ha messo radici profonde negli Stati Uniti dove centinaia di comitati, consigli, commissioni di cittadini sono al lavoro per formulare ed eseguire piani comprensivi di ri-sviluppo di città11. In una società ricca, basata sul principio della libera impresa, è stato possibile per la popolazione organizzarsi al di fuori del governo in migliaia di consigli di comunità a livello locale, statale e nazionale per raccogliere fondi per soddisfare le proprie esigenze di servizi, risolvere problemi di quartiere, ed intraprendere persino progetti di abitazione. Naturalmente il ruolo degli Enti locali di auto­ governo, delle Agenzie statali e delle Commissioni federali è stato impor­ tante nei piani di ri-sviluppo, ma i consigli cittadini assumono una respon­ sabilità diretta al cambiamento fisico o sociale che interessa la popolazione del luogo. Questi Enti mancano del tutto in un paese meno sviluppato come l’India: in una economia di ristrettezze, dove le persone lottano per le neces­ sità fondamentali della vita e dove le condizioni sociali, economiche, religiose e politiche sono molto diverse da quelle americane, queste organizzazioni di cittadini non possono avere lo stesso peso che negli Stati Uniti nell’in- fluenzare la legislazione sociale e la politica nazionale. Coloro che ne sosten­ gono lo sviluppo in India dimenticano la base della Costituzione indiana che dichiara il paese come « Welfare State » (Stato Assistenziale), dove il governo ha accettato, a tutti i livelli dell’amministrazione, una responsabilità diretta nel promuovere programmi assistenziali. Il ruolo delle organizzazioni cittadine, in questo contesto, non è di fare una politica ma piuttosto di pro­ muovere una coscienza civica ed un interesse nella comunità per mobilizzare l’opinione pubblica in favore degli obiettivi stabiliti dai corpi elettivi, al livello locale, statale e nazionale del governo.

Come è risaputo, durante il regime britannico in India, lo stato ha raramente intrapreso una pianificazione sistematica della città e della campagna. Non si è mai cercato di prevenire lo squallore di molte città industrialili 12, nè di fornire una educazione sanitaria ai residenti, nè di stimolare la loro coopera­ li Esiste molto materiale su questo soggetto. Per una ottima trattazione vedere: a ) P r o c e e d -in g s o f t h è W o rk s h o p o n t h è S t a te o f S o c ia l W o r k -in U r b a n R e n e w a l D e v e lo p m e n ts , The New York School of Social Work, Columbia University, 1958; b ) Loring, Sw e e t se r, Er­ n e st, C o m m u n ity O r g a n iz a tio n fo r C itiz e n P a r tic ip a tio n in U rb a n R e n e w a l, Boston 1957; c) C itiz e n P a r t ic ip a tio n in U rb a n R e n e w a l, pubblicato dalla Commissione di Pianificazione dello Stato del Tennessee, 1957; d ) W o r k in g t o g e th e r fo r U rb a n R e n e w a l, National Asso- ciation of Housing and Redevelopment Officiai, 1958; e) D y n a m ic s o f C itiz e n P a r t ic ip a tio n,

U. S. Federation of Settlements and Neighborhoods Centers, 1958.

12 Per gli sviluppi storici cfr.: a ) Ac c a r w a l, I n d u s t r ia i H o u s in g in I n d ia , 1958; b ) Ac-

g a r w a l, T o w n I m p r o v e m e n t T r u s t in I n d ia ; c ) Shiva Rao, T h e I n d u s t r ia i W o r k e r in I n d ia , 1939.

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zione per migliorare le condizioni del quartiere. Gli Enti locali di auto-gover­ no non sono riusciti a dare un minimo di servizi civici e si è permesso alla gente di creare gli « slums » e di abituarsi ad una vita miserabile. Il flusso costante di immigranti dalle zone rurali ha continuato ad accentuare i pro­ blemi di alloggio, sanità, forniture idriche. L’assenza di pianificazione urbana, la crescita caotica delle industrie, le misere condizioni di vita e l’incuranza del benessere umano hanno completamente distrutto l’interesse, l’iniziativa e l’entusiasmo delle persone per un modo di vita migliore. E’ vero che la nostra gente si è così abituata ad una vita miserabile che oggi non solo non vuole cambiare ma in genere resiste alle possibilità di cambiamento. Sono così abituati a guardare ad Enti esterni per assistenza che hanno perduto l’interesse a migliorare essi stessi le proprie condizioni di vita e persino a chiedere dagli Enti locali un minimo di servizi civici.

Il compito più urgente di ogni piano di ri-sviluppo nel nostro paese è perciò quello di strappare una gran quantità di popolazione urbana dalle abitudini mentali in cui è sprofondata per lunghi anni, creare il desiderio di una vita sana e sviluppare le capacità di vincere l’inerzia e l’ignoranza. Lo spreco continuo di potenziale umano è enorme ed il problema di un ri-sviluppo della popolazione è colossale, in confronto alle mete di miglioramenti mate­ riali. Ciò costituisce una grande prova per le nostre istituzioni democratiche perchè l’energia sciupata di milioni di persone frustrate può diventare social­ mente e politicamente pericolosa come la dinamite, proprio mentre il paese è impegnato nel ricostruire interamente la propria economia ed ha partico­ larmente bisogno dell’appoggio attivo dei suoi cittadini.

Questo problema può essere risolto soltanto attraverso i metodi di sviluppo di comunità mediante i quali si assicurerebbe la mobilitazione della popo­ lazione urbana, in modo che essa apprezzasse i bisogni di cambiamento e cooperasse attivamente con gli sforzi governativi per un miglioramento eco­ nomico, sociale e culturale della vita di quartiere e di comunità 13.

Dal momento dell’Indipendenza il nostro governo nazionale ha assunto un ruolo di vitale importanza nella promozione del benessere di tutti e partico­ larmente dei settori della popolazione più deboli, poveri e trascurati, che abitano nei tuguri. Sono stati lanciati particolari programmi di ricostruzione e ri-sviluppo di città sotto il « Piano quinquennale » per lo sviluppo econo­ 13 II metodo dello sviluppo comunitario è stato recentemente introdotto nel lavoro in zone urbane di molti paesi, industrialmente sviluppati o meno. Cfr. : a) N eighb orhood G oals in a ra pidly ch a n gin g w orld, National Federation of Settlements and Neighborhood Centers, U.S.A., 1958; b) N eigh b orh ood C en ters T o -d a y: A ction P rogram s fo r a ra pidly ch a n g in g w orld , N.F.S.N.C., U.S.A., 1960; c) A pproaches to C om m unity D evelop m en t in Urban A reas: N otes o n r e cen t ex p erien ce in tw en ty -fo u r co u n tries and territories, United Nations, 1959; d) R eport o f th e Sem inar on C om m unity D evelop m en t and S ocial W elfare in Urban Areas, European Seminar, United Nations, 1959; e) Sa l im a Om e r, Urban C om ­ m u n ity D ev elo p m en t: th e ex p erien ce o f Pakistan, « International Social Service Review », Marzo, 1960; f) Sh a w k y, Urban C om m unity D evelop m en t in Pakistan: A stu d y o f a p p li­ ca b ility o f C om m unity O rganization P rin cip les to Urban C om m unity D evelop m en t in U n d erd ev elop ed C ountries, tesi di laurea non pubblicata, 1958, School of Social Work, Columbia University, New York.

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mico e l’elevazione dello standard di vita generale del paese; si sono create strutture amministrative (al livello nazionale ed anche in alcuni stati) per elaborare piani di demolizione di risanamento degli « slums » ed introdurre nuovi concetti di pianificazione urbana in generale. Il nostro governo ha sem­ pre più riconosciuto il bisogno di una pianificazione urbana e rurale, di un adeguato programma di alloggi, di restrizioni all’aumento di industrie in centri già sovrappopolati, di una ripartizione delle zone delle città, di servizi comunitari, e di sussidi ai proprietari per migliorie I4.

Mentre la politica governativa si è interessata ai problemi sia fisici che umani di risviluppo urbano ed ha creato strutture amministrative apposite, le istituzioni locali si limitano ancora, in generale, all’aspetto materiale e fanno ben poco per lo sviluppo di una vita sociale e culturale di quartiere, per la preparazione a migliori modi di vita e ad abitudini di maggiore puli­ zia ed igiene. E’ al livello locale che occorrono particolari dipartimenti di

« Sviluppo di Comunità Urbano », sia per suscitare un coordinamento tra le varie unità amministrative locali, che per sviluppare nella popolazione la coscienza civica di un miglior modo di vita ed una maggior cooperazione tra gruppi ed organizzazioni. Questi dipartimenti devono essere diretti da persone professionalmente preparate in scienze sociali ed, in particolare, nello sviluppo di comunità e devono motivare positivamente i cittadini verso cam­ biamenti che, pur alterando il loro modo di vita, manterranno od accre­ sceranno la coesione sociale. Il Dipartimento dovrà identificare la « leader­ ship » attuale o potenziale, comprendere credenze, tradizioni, « costumi », dei resistenti, aiutarli a conoscere migliori modi di vita e ad adattarvisi, favo­ rire la fiducia in se stessi di individui e gruppi, portarli a formare comitati di miglioramento del quartiere che ne impediscano il decadimento dopo che e stato risanato.

Indubbiamente lo sviluppo armonioso di industrie e città con migliori mezzi di comunicazione e servizi adeguati, richiede la collaborazione di una varietà di specializzazioni: esperti di condutture idriche, di autostrade, di fabbriche, di alloggi, architetti, disegnatori di istituzioni ricreative, economisti, consu­ lenti amministrativi, esperti di beni immobili, avvocati, specialisti di pro­ blemi di sanità pubblica, sociologi ed assistenti sociali di comunità sono chiamati a collaborare per rendere le città abitabili in vista del benessere fisico, sociale, emotivo e mentale della popolazione. In questo processo ge­ nerale la tecnologia indica i limiti fisici delle realizzazioni, mentre le scienze sociali forniscono i dati essenziali e gli approfondimenti che rendono le solu­ zioni possibili. Sfortunatamente nel nostro paese non si e sentito abbastanza il bisogno di ricerche sulla vita di comunità ed i suoi cambiamenti e non si 14 Al livello nazionale, per formulare la politica nazionale di pianificazione urbana nel paese, ci sono; un Ministero per gli Alloggi, un ufficio di Consulente per gli Alloggi, 1 Orga­ nizzazione Nazionale delle Costruzioni, il Commissario per gli Alloggi e il Comitato Re­ gionale di Pianificazione per gli Alloggi della Commissione di Pianificazione. Due anni fa 1 Organizzazione di Pianificazione della Città di Delhi e stata cambiata in Organizzazione di Pianificazione Centrale e Regionale per assicurare un approccio nazionale al problema dello sviluppo e del ri-sviluppo delle città. C’è anche una proposta di creare uno speciale Ministero per lo Sviluppo Comunitario Urbano, ma il suo destino è ancora incerto. L organizzazione dei dipartimenti di pianificazione urbana è diversa nei diversi stati. In

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è cercato di preparare individui, gruppi e comunità a nuovi modi di vita, nè di incoraggiare la capacità delle persone di adattarsi a situazioni di vita mutate. Occorre quindi sottolineare il ruolo della ricerca sociale 15 per cono­

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