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3. I prologhi autoriali: Ruiz Aguilera

1.2. Heine e le traduzioni:cronologia

Heine102 circolava in Spagna almeno dal 1848103, data in cui vennero pubblicate, a partire dal 15 luglio, le traduzioni di Gerard de Nerval in La Revue des Deux Mondes, mentre il 15 settembre usciva la sua versione dell’Intermezzo.104 D’altra parte, molte poesie tedesche giungevano a Madrid non grazie ad antologie francesi, ma attraverso le versioni musicate di Schubert e Schumann, diffuse in questo periodo nei salotti della buona società. La preferenza accordata a Heine, come già sottolineato precedentemente, deriva probabilmente dalla consonanza

LÓPEZ GÓMEZ, S., Antonio Arnao. Vida y obra de un poeta murciano del siglo XIX, Ed. Academia Alfonso X el Sabio, Murcia, 1987, p. 106.

101Sono gli stessi amici di Bécquer, che curano l’edizione postuma delle sue poesie, a dare alla produzione un’impronta heiniana, strutturandola secondo lo schema dell’Intermezzo del poeta tedesco. Non mancano, naturalmente, opinioni opposte, come quella espressa da Valera, che vede nella brevità delle composizioni l’unico elemento in comune tra i due poeti. (“La poesía lírica en la España del siglo XIX, con notas biográficas y críticas”, Obras completas, 1905-1912, t. XXXII, p. 173); anche Robert Pageard cerca di ridefinire il “germanismo” di Bécquer, facendolo derivare più dai primi romantici tedeschi, Novalis, Schlegel, Tieck, che da Heine (PAGEARD, “Le germanisme de Bécquer…, p. 100).

102 Heinrich Heine (Düsseldorf 1797 - Parigi 1856). Formatosi in un ambiente aperto alle istanze di rinnovamento della cultura illuministica, a stretto contatto con Schlegel, Fouqué, Chamisso e Hoffmann, si guadagnò una pessima fama in patria, ove era assimilato agli scrittori della “Junges Deutschland”, anche grazie ai suoi scritti politici e alle sue poesie satiriche. Si stabilì a Parigi dal 1831, facendosi mediatore fra la cultura tedesca e quella francese. Dapprima epigono del romanticismo, lo rinnegò in età matura. Le sue poesie, ora dolci ora sarcastiche o ironiche, ebbero una notevole influenza su tutta la produzione poetica dell’Ottocento europeo. 103 La data si riferisce alla circolazione dei testi poetici. Il nome di Heine era già comparso negli articoli di Larra nel 1835, in particolare in una delle cronache sull’ “Ateneo científico y literario”, mentre Andrés Fontcuberta aveva basato i suoi due articoli “La Alemania literaria”, pubblicati su El propagador de la libertad, sull’opera del tedesco Die Romantiche Schule.

104 Si veda il commento di Teodoro Llorente nel prologo della sua edizione dell’opera di Heine, pubblicata nel 1885: “Estas traducciones francesas, cuya deficiencia proclamaba el mismo autor, son las que le han dado a conocer en España, donde abundan poco los amantes y cultivadores de las letras que puedan leer su texto original. Pero aún así, sin poder aspirar todo el aroma de esas flores, tan frescas y lozanas […] han gustado tanto de ellas nuestros ingenios, que muchos se han dado a copiarlas y contrahacerlas.”

che i letterati spagnoli avvertivano tra le diffuse esigenze di rinnovamento e le caratteristiche tipiche dei poemi dell’autore tedesco, la concisione, l’espressione spontanea e chiara dei sentimenti, la vicinanza con i toni popolari e la sottile ironia105. Emilia Pardo Bazán, in un articolo pubblicato su La Revista de España106, dà conto di tale fenomeno, dilungandosi sui motivi che hanno determinato il successo di Heine: “Heine se nos ha entrado antes que por las puertas de la cultura literaria, por las del corazón y fantasía [...] más que en el Parnaso, vive en el alma”. La scrittrice sostiene che i suoi connazionali abbiano apprezzato l’elemento “femminile” del poeta, “suspiros, quejas y ternezas amorosas”, piuttosto che quello “masculino”, ossia l’ironia, la satira e i pamphlets. In definitiva, Heine seduce per la sua “artística brevedad”, la sobrietà e la concentrazione. Ciò che si imita maggiormente è il “tamaño”107.

Per quanto riguarda le traduzioni al castigliano108, la prima di cui abbiamo notizia è una “imitación de Heine” redatta da Don Pedro de Madrazo e pubblicata il 4 agosto del 1842 su El Pasatiempo, con il titolo “Sólo ella lo sabe”109. Le scarse

105 La concisione concettuale e formale dei poemi di Heine, il concentrarsi su un’idea momentanea, quasi sfuggente, ma vigorosa, coincide, d’altra parte, con la nuova idea che si sviluppa del cantar colto, così come sottolinea Ruiz Aguilera: “La concisión, la agudeza, la sencillez, lo natural y espontáneo del estilo y la sobriedad son tan esenciales como el sentimento y la idea” (in Ecos Nacionales y Cantares, Madrid, Imp. De la Biblioteca de la Instrucción, s.a., pp. 273-274).

106 La Revista de España, Giugno 1886, 110, pp.481-496

107 La Pardo Bazán insiste lungamente sulle cause dell’apprezzamento spagnolo per il poeta: “Un cantor como Heine [...] hijo verdadero de la edad en que vivimos cuyo mal le roe las entrañas [...], un cantor que entreteje con las rosas del deleite los azules no me olvides del ensueño ideal y funde en vaporosas y afilagranadas estrofas reclamo de sirenas y cántico de ángel, era para nosotros cosa presentida, necesaria y no disfrutada aún, y al dar con él le hemos abierto los brazos.”

108

Graham Orton sminuisce, in un certo senso, la portata delle traduzioni di Heine, supportato, in questo da Valera: “It is difficult indeed to imagine Heine in Spanish or any other non-Germanic language. Valera, who knew German and German literature perhaps better than any other of Spain’s distinguished men of letters […] hit the nail on the head long ago. Writing to Menéndez y Pelayo on 5 August 1883, he observed, ‘yo hallo el mérito de la poesía lírica de Heine tan dependiente de la forma que todo, o casi todo, se evapora traducido’. And again [...] ‘cierto hechizo peculiar, idiomático, castizo exclusivamente del alemán’.”. (ORTON, Op.cit.,p. 213).

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Citato da DÍEZ-CANEDO, E., “Heine en España” in Páginas escogidas de Heine, Madrid, Calleja, 1918. Il sottotitolo della traduzione è Imitación de Heinrich Heine; riporto il testo come esempio delle prime risonanze di un tono nuovo:

notizie che possediamo sia sul suo autore, che sulla versione, non ci permettono di avanzare ipotesi sulla provenienza da un originale tedesco, piuttosto che da una traduzione francese.

Si deve poi attendere la versione di La nueva primavera, firmata da Agustín Bonnat poco dopo la morte di Heine, nel 1856: si tratta di una traduzione in prosa poetica, di carattere letterale, che contribuì notevolmente a diffondere la poesia heineana nei circoli madrileni, di cui Bonnat era un conosciuto prosatore, soprattutto umoristico.

L’esplosione della “moda” di Heine si verifica, comunque, con le celeberrime traduzioni pubblicate da Eulogio Florentino Sanz nel 1857 su El Museo Universal, quindici Lieder volti in versi castigliani, dieci appartenenti alla raccolta dell’Intermezzo (3, 23, 26, 31,33, 47, 49, 51, 55, 61), due alla Neue Gedichte, Neuer Frühling e le tre restanti ai libri Verschiedene Gedichte, Die Heimkehr e Romanzen. La pubblicazione delle versioni di Sanz segna una vera svolta ed introduce, come si vedrà in seguito, un modello definitivo di Heine, cui tutti i poeti faranno riferimento o con cui dovranno necessariamente confrontarsi.

L’8 agosto del 1858, La América pubblica, insieme a sette composizioni originali di Dacarrete, una traduzione del Lied di Heine tratto dal volume Junge Leiden, Traumbilder, “Was tobt und treibt mein tolles Blut”, intitolato dal poeta spagnolo “La Boda”.

Nell’ottobre del 1858 La Crónica pubblica una traduzione della poesia 14 dell’Intermezzo, firmata ancora da Angel María Dacarrete, “¡Hice a tus ojos azules/tantas sentidas canciones!”.

¡Oh! ¡Si las flores supieran/cuál está mi corazón,/dobláranse al llanto mío/y vertieran su rocío/para curar mi dolor!/¡Oh! ¡Si las claras estrellas/supieran mi padecer/del alto cielo bajando,/a consolarme, rodando,/vinieran hasta mis pies!/Pero mi quebranto ignora/La estrella, el ave, la flor;/¡Sólo una hermosa traidora,/por quien amor me devora,/sabe mi inmenso dolor!

Lo stesso Díez Canedo riferisce di cinque traduzioni inedite di Heine ad opera di Don Enrique Lorenzo de Vedia y Goosens, console generale di Spagna a Gerusalemme, datate 1860, i cui titoli sono: Deseos, ¿Por qué están las rosas pálidas y tristes?, La hermosa pescadora, ¡Ay! Si supiesen las florecillas, Los granaderos.

Esiste un’altra traduzione dell’Intermezzo firmata da Mariano Gil Sanz, che muore prematuramente nel 1861. I suoi testi vennero effettivamente pubblicati solo nel 1867 su El Museo Universal, ma è probabile che fossero ampiamente noti nei circoli di letterati ben prima di quella data, come ipotizza José Pedro Díaz nel suo studio su Augusto Ferrán. Secondo Cossío110 la traduzione non è diretta, forse per la scarsa conoscenza del tedesco da parte dell’autore, ma è condotta sulla versione francese di Gérard de Nerval.

Pubblica le sue traduzioni nel 1861, Augusto Ferrán, poeta fondamentale, come già accennato, nell’evoluzione o rivoluzione della lirica spagnola del XIX secolo. Ferrán subisce l’influenza tedesca nelle sue poesie originali, e pubblica, inoltre, su El Museo Universal sedici composizioni raccolte sotto il titolo Traducciones e imitaciones del poeta alemán Enrique Heine. E’ più arduo, in questo caso, stabilire con precisione una corrispondenza tra le composizioni di Ferrán e i Lieder di Heine, dal momento che lo spagnolo spesso imita o rielabora contenuti, suggestioni e toni, senza attenersi ad una pura letteralità. Manuela Cubero Sanz111 ha provato a risalire alla fonte di ogni poema.. Le traduzioni di Heine si susseguono negli anni successivi: nel 1862 El Museo Universal (tomo IX, p.71) pubblica 3 fragmentos dell’Intermezzo tradotte da Julio Nombela, ovvero “Al confiaros mis amargas cuitas», «El azul de tus ojos cada día», «Los dos se amaban, y entrambos»; nello stesso anno inizia la sua attività il periodico di Barcellona La Abeja, che reca un significativo sottotitolo, Revista científica y literaria ilustrada, principalmente extractada de los Buenos escritores alemanes112. Nelle pagine di tale pubblicazione compaiono le

110 COSSIO, Op.cit., p. 346 111

CUBERO SANZ, M., Vida y obra de Augusto Ferrán, Madrid, CSIC, 1965

112 Merita un accenno il periodico di Barcellona La Abeja (1862-67) proprio per il suo impegno nella diffusione della cultura tedesca. Nella presentazione del periodico il redattore Antonio Bergnes de las Casas sottolinea la sua ammirazione per la cultura tedesca e spiega quali saranno i contenuti principali della pubblicazione, ovvero “pasajes, más o menos ampliados, de los escritores alemanes que, llevados de su amor a la humanidad, han echado sobre sus hombros la no fácil tarea de servir de intérpretes y mediadores entre la ciencia y los que apenas la han saludado”, ma anche “las obras más desinteresadas del pensamiento y de la poesía, las dotadas de aquella gracia moral, de aquella tranquilidad genuina de un pueblo que ha dado tantas prendas a la cultura intelectual.” Tra gli autori privilegiati si trova, appunto, Heine, uno dei pochi poeti a trovare spazio tra le pagine del periodico, insieme a Goethe, Uhland, Schiller e

traduzioni di Heine firmate da Juan Font y Guitart (Tomo I, p.78), in cui emerge chiaramente l’influenza esercitata da Eulogio Florentino Sanz.

Nel 1873 La Ilustración española y americana pubblica altre sette traduzioni di Ferrán, indicate come Recuerdos de Heine. Nello stesso anno anche Manuel María Fernández y González include nel suo volume Joyas Prusianas (Madrid, 1873) alcune versioni tratte dall’Intermezzo, da Regreso e dalla Nueva primavera. Notevole traduttore fu anche Teodoro Llorente, prima con ventidue composizioni incluse nella raccolta Amorosas, accanto alle versioni di altri autori tedeschi, nel 1876, poi con il volume Poesías de Heine, pubblicato nel 1885. Nel 1877 Ángel Rodríguez Chaves firma la traduzione integrale dell’Intermezzo, esponendo, inoltre, una peculiare teoria della traduzione, in cui afferma che “el mejor medio de conservar las bellezas de una obra poética no es trasladar a un idioma extraño todas sus palabras […] sino apropiarse en el conjunto y en los detalles el espíritu del autor que se traduce. [...] Imitando, no traduciendo una a una las estrofas del poema [...].”113. Non esiste una rassegna completa delle traduzioni di Heine apparse sui periodici a partire dal 1857; Pageard e Ribbans hanno stilato una lista esclusivamente per il Semanario popular degli anni compresi tra il 1862 e il 1865. La maggior parte delle voci riguarda il 1863, in cui vengono pubblicate alcune

Gessner. In totale furono ventitré le poesie tradotte, di cui ventuno firmate da Juan Font y Guitart, una, in prosa, anonima (“Don Ramiro” da Junge Leiden, La Abeja II, 431-32), l’altra di J. Fernández Matheu (“Los besos” liberamente tratta da Verschiedene Gedichte, La Abeja V, 472). Sette traduzioni di Font y Guitart furono pubblicate nel primo numero della rivista, le altre quattordici, nel secondo. Le versioni sono tratte prevalentemente da Die Heimkehr e dall’Intermezzo e si tratta di versioni assai letterali che, pur tradendo la lettura delle traduzioni di Florentino Sanz, risultano alquanto artificiose. Probabilmente, considerati gli intenti della rivista, lo scopo di Font y Guitart era più che altro divulgativo, un mezzo per far conoscere un poeta importante e “di moda”, senza nel contempo dar vita a creazioni poetiche originali. Esiste una certa confusione sulle date di pubblicazione della rivista, benché le più attendibili credo siano quelle stabilite da Dendle recentemente, ovvero 1862-67 (cfr. Infra). Pageard e Ribbans indicano, ad esempio, come data del primo numero il 1858 (PAGEARD, R.- RIBBANS, W., “Heine and Byron in the Semanario Popular (1862-1865)”, Bulletin of Hispanic Studies, XXXIII, 1956, p.84)

canzoni dell’Intermezzo già comparse su La Abeja e firmate da Font y Guitart. Una buona percentuale, però, risulta non firmata114.

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