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5.1. Introduzione

Il programma HF è stato incoraggiato in Europa dai successi dimostrati dalle ricerche fatte in Nord America57, inizialmente a New

York58 e poi in Canada59.

Anche la valutazione che è stata fatta in Europa sul programma ha dimostrato come questo funzioni60. Si tratta del progetto di ricerca

Housing First Europe, portato avanti da Volker Busch-Geertsema61.

In Europa l’HF si diffonde a partire dal 2006 nell’ambito del “Programma PROGRESS”. Sono cinque le città che ne prendono parte: Amsterdam, Copenaghen, Glasgow, Lisbona e Budapest.

57 Pleace N., (2016), Housing First Guide Europe, Brussels, FEANTSA, www.housingfirstguide.eu.

58 - Padgett, D.K.; Heywood, B.F. and Tsemberis, S.J. (2015) Housing First: Ending Homelessness,

Transforming Systems and Changing Lives Oxford: Oxford University Press. 21.

- Pearson, C.L., Locke, G., Montgomery, A.E. and Buron, L. (2007) The Applicability of Housing First Models to Homeless Persons with a Severe Mental Illness US Department of Housing and Urban Development: Washington DC. http://www.huduser.gov/portal/publications/hsgfirst.pdf

59 Goering, P., Veldhuizen, S., Watson, A., Adair, C., Kopp, B., Latimer, E., Nelson, G.,

McNaughton. E., Streiner, D. and Aubry, T. (2014) National At Home/Chez Soi Final Report Calgary, AB: Mental Health Commission of Canada. http://www. mentalhealthcommission.ca/English/system/files/private/document/mhcc_at_home_report_nati onal_cross-site_eng_2.pdf 60 http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&ved=0ahUKEwjpj46Isf3XA hWLshQKHZvJCU4QFggyMAE&url=http%3A%2F%2Fhousingfirsteurope.eu%2Fassets%2Ffiles%2F 2017%2F03%2FHFG_IT.pdf&usg=AOvVaw3-CHuydQjfloMhotUzVuvz

61 Busch-Geertsema, V. (2013) Housing First Europe: Final Report -

http://housingfirstguide.eu/website/wp-content/ uploads/2016/03/FinalReportHousingFirstEurope.pdf

67

Queste città fanno parte della rete europea “Housing First Europe”62.

L’HF ha iniziato ad estendersi sempre di più nel 2016. Gli Stati europei che ad oggi hanno adottato il programma sono Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia. Anche questi Stati, singolarmente, hanno fatto una valutazione sui programmi HF63.

Nel complesso questi risultati mostrano che:

- In Europa, l’Housing First è più efficace dei servizi staircase nel porre fine all’homelessness di persone con disagio multifattoriale, incluse le persone che hanno esperienza di strada di lungo periodo o che hanno avuto ripetute esperienze di vita in strada (anche se intervallate da altro).

- L’Housing First può generare maggiore risparmio economico rispetto ai servizi staircase perché maggiormente efficace nel porre fine all’homelessness; inoltre può generare una riduzione di costi per quanto riguarda gli altri servizi. Per esempio può ridurre l’uso frequente di servizi di pronto soccorso, servizi psichiatrici, può prevenire lunghe e improduttive forme di “arresto” in altri servizi e abbassare il tasso di contatti con il sistema giudiziario.

62 http://www.fiopsd.org/housing-first/

68

- L’Housing First risponde ai quesiti etici e umanitari proposti dalle

operazioni messe in atto da alcuni servizi staircase64.

(http://www.feantsaresearch.org/IMG/pdf/ejh_vol1_article3.pdf, Pag. 21)

Nei paragrafi successivi verranno riportati tre esempi di valutazioni eseguite sui programmi HF. Gli Stati a cui verrà fatto riferimento sono Inghilterra, Danimarca e Portogallo.

5.2. La valutazione del programma Housing First in Inghilterra

La ricerca di cui si parlerà nei prossimi paragrafi riguarda la valutazione del programma HF nel quartiere londinese di Camden.

5.2.1. La ricerca

La ricerca di valutazione del programma HF di Camden (CAMHF) è stata fatta e finanziata dal Centro per le Politiche abitative dell’Università di York.65 A contribuire al finanziamento è stata anche

SITRA che sostiene l’eccellenza nell’edilizia abitativa, nella cura e nel supporto alla persone. 66

64 http://www.feantsaresearch.org/IMG/pdf/ejh_vol1_article3.pdf

65 N. Pleace, J. Bretherton, Camden Housing First. A Housing First Experiment in London. 2013. 66 http://www.sitra.org/home/

69

La ricerca consiste in un’osservazione su piccola scala attraverso cui è stato monitorato il programma dal 2012 per 14 mesi. Durante questo periodo lo staff ha svolto verifiche periodiche sul campo e partecipato a focus group per comprenderne il progresso. Lo staff ha poi assistito alle riunioni di briefing svolte tra SHP (Single Homeless Project) e il Camden Cuncil ed ha svolto interviste semi-strutturate agli alti dirigenti del SHP. 67

Più difficile è stato svolgere le interviste agli utenti per due motivi. Innanzitutto non c’erano risorse sufficienti per permettere al team di ricerca di soggiornare a Londra per lunghi periodi. In secondo luogo gli utenti avevano gravi problematiche e non sempre potevano presentarsi alle interviste. Il totale delle interviste svolte sono state sei.

Infine, l’ultima parte della ricerca si è concentrata sull’analisi dei dati raccolti.68

5.2.2. Il programma Housing First a Camden

In seguito alla decisione presa dal Camden Cuncil di commissionare un servizio innovativo a favore delle PSD, l’SHP ha implementato il CAMHF.69

67 Il Camden Cuncil è un’autorità eletta localmente che amministra un quartiere centrale di

Londra con una popolazione di 220.000 e con una superficie fisica di 21,8 chilometri quadrati.

70

Il programma ha impiegato due operatori per un massimo di dieci utenti. Gli operatori avevano una lunga esperienza con le PSD con gravi problematiche. Utilizzavano un modello ICM70 ed erano disponibili per 75 ore alla settimana nelle normali ore lavorative. Gli operatori erano comunque reperibili 24 ore su 24. Godevano del sostegno di un manager del SHP. Le risorse monetarie dedicate al progetto erano circa £90k.71

La ricerca delle abitazioni veniva fatta nel settore privato. Gli operatori supportavano gli utenti nella ricerca e nel mantenimento della casa ma erano quest’ultimi a firmare il contratto con i proprietari con un agente immobiliare che faceva da tramite. Ogni responsabilità riguardo al danneggiamento dell’abitazione, a fastidi e al mancato pagamento dell’affitto erano imputati direttamente agli inquilini delle case.

Mentre il modello classico di HF nasce per sostituirsi al modello a gradini, il CAMHF è considerato un modello innovativo in quanto lo affianca. Gli utenti del CAMHF erano persone “bloccate” all’interno

69 Idem

70 Intensive Case Management: l’ICM o “gestione ad alta intensità” si occupa di creare connessioni tra l’utente e i servizi esterni che si occupano di salute, accompagnamento e servizi sociali. Il supporto è fornito da un’unica figura professionale ed è rivolto a persone con problemi di salute mentale che possono soffrire o meno anche di dipendenze. L’operatore del progetto HF che si occupa di questo si occuperà anche del sostegno e della gestione della casa e del sostegno verso l’integrazione sociale. In Inghilterra questo modello è stato utilizzato in maniera flessibile.

71

del modello a gradini, questo vuol dire che non riuscivano a superare i passaggi necessari per poter ottenere la casa.

Per poter accedere al CAMHF erano necessari alcuni requisiti. I partecipanti dovevano aver usufruito continuativamente del Camden Hostels Pathway per almeno tre anni, oppure, averne usufruito

ripetutamente nei tre anni precedenti; dovevano avere gravi

problematicità; non dovevano essere nelle condizioni di vivere in maniera autonoma e non dovevano avere meno di 35 anni. Questo requisito era imposto dall’esterno in quanto l’Housing Benefit o Local Housing Allowance System in Gran Bretagna concedeva il pagamento per un’abitazione autonoma solamente alle persone che superavano i 35 anni.72

Mentre inizialmente l’avvio del CAMHF ha visto delle difficoltà a causa del ridotto numero di invii da parte del Camden Hostels Pathway, con la seconda visita sul campo, nel luglio 2012, è stato rilevato che queste difficoltà sono state risolte.

72

5.2.3. Le caratteristiche degli utenti del CAMHF

Gli utenti del CAMHF erano caratterizzati dalla grave multiproblematicità. Si trattava di problemi di salute fisica e mentale, dipendenza da sostanze e comportamenti antisociali.

La loro età media era di 45 anni. Per la maggior parte erano persone bianche di sesso maschile. Eccetto alcuni casi, non avevano rapporti con le famiglie di origine e non avevano partner e legami amicali. Non partecipavano alla vita comunitaria. Tutti avevano lavorato durante il corso della loro vita. I mestieri più tipici erano lavori presso case di riposo, elettricista, carpentiere e nella ristorazione. Una caratteristica comune era quella di non lavorare da almeno 3-4 anni.73

5.2.4. I risultati della ricerca

Dalla ricerca è emerso che grazie al CAMHF persone che vivevano in strada da tempo sono riuscite ad ottenere un’abitazione. Va sottolineato però che questa non è stata garantita a tutti gli utenti che hanno partecipato al programma e che alcuni di essi non sono riusciti a mantenere l’alloggio per più di due mesi.

Non essendo disponibili case nel settore pubblico sono state ricercate in quello privato. Due limiti particolari sono stati riscontrati nella

73

ricerca delle abitazioni: innanzitutto i proprietari, inizialmente, erano scettici nell’affittare le loro case a PSD. Per questo motivo il team si è trovato a persuadere gli agenti immobiliari a mettere a disposizione le abitazioni per il programma. Col tempo, però, i proprietari si resero conto che affittare le case a PSD non costituiva particolari problemi e divennero più disponibili. In secondo luogo non è stato semplice trovare affitti con prezzi accessibili. Per trovare abitazioni vicino al centro di Camden con un affitto non troppo alto è stato impiegato molto tempo.74

Un altro limite al programma è stato il periodo che intercorreva tra la consultazione tra staff e agenti immobiliari e l’ingresso degli utenti presso le abitazioni. Si trattava di 75/76 giorni in cui le persone continuavano a vivere in condizioni precarie. Questo andava contro i principi di HF secondo cui il passaggio dalla strada alla casa deve essere immediato.75

Dopo l’entrata nel programma gli utenti si sono iscritti ed hanno iniziato ad utilizzare il servizio del medico generico. Alcuni utenti, ma non la totalità, hanno visto migliorate le loro condizioni di salute fisica e mentale, le condizioni riguardanti l’uso di sostanze e l’abuso di

74 Idem 75 Idem

74

alcool, hanno ridotto i comportamenti antisociali e si sono resi capaci di una buona gestione delle proprie finanze.

Tab. 2.1. Risultati del supporto fornito agli utenti al 1° aprile 2013

L’aspetto su cui lo staff si è trovato a lavorare maggiormente ha riguardato l’autostima degli utenti e la loro autodeterminazione.

Il team ha lavorato molto anche sulla gestione dei confini. Gli utenti tendevano a considerare gli operatori come degli “amici” e

75

quest’ultimi hanno dovuto sottolineare i differenti ruoli all’interno del programma. 76

Per quanto riguarda l’aspetto dell’integrazione sociale il processo è stato lento e fragile. Gli utenti hanno dovuto imparare o re-imparare quei comportamenti adeguati opportuni per vivere nella comunità. Sono poi riusciti ad integrarsi nei quartieri in cui vivevano.

Sotto l’aspetto economico ci sono state più difficoltà perché gli utenti avevano una salute troppo precaria per poter trovare un’occupazione. Infatti dalla ricerca è risultato che nessun utente ha lavorato, anche dopo la partecipazione al programma.

Il CAMHF non era un servizio economico ma era comunque meno costoso degli altri servizi di bassa soglia. Essendo, poi, un programma volto al miglioramento delle condizioni di vita della persona ha fatto sì che gli utenti non usufruissero più di tutti quei servizi a loro necessari a causa delle loro gravi problematicità.

Nonostante questa ricerca, servirebbe una valutazione di lungo periodo per comprendere se il CAMHF è stato funzionale come il PH di New York. Questo tipo di valutazione, in Inghilterra, non è ancora possibile in quanto il programma è stato adottato da poco tempo.

76

5.3. La valutazione del Programma Casas Primeiro in Portogallo

5.3.1. Il Programma

Il programma HF in Portogallo prende il nome di “Programma Casas Primeiro”. È attuato nelle città di Cascais e Lisbona ed ha inizio nel 2009. Della gestione del programma si occupa l’associazione senza scopo di lucro AEIPS (Associazione per lo Studio Psicosociale e l’Integrazione). 77 Come per il modello originale di HF il Programma

Casas Primeiro separa l’alloggio dal trattamento. Le case vengono cercate nel mercato privato, nei quartieri centrali delle città in cui è semplice l’accesso alle risorse del territorio come fermate degli autobus, negozi, ecc. Le case cercate per il progetto sono monolocali o appartamenti veri e propri in cui gli utenti possono vivere da soli o con un amico o un familiare.

I servizi di supporto alla persona vengono attivati in base alle esigenze del singolo. Lo staff è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. È prevista una visita domiciliare settimanale da parte dello staff presso l’abitazione dell’utente. Sempre una volta a settimana è prevista una riunione di gruppo presso la sede AEIPS durante la quale i partecipanti discutono con i loro pari e con lo staff sull’andamento del

77 J. Ornelas, P. Martins, M. Zilhão, T. Duarte, Housing First: An Ecological Approach to Promotion Community Integration, in “European Journal of Homelessness”, n. 1, agosto 2014, 29-56.

77

programma. Queste riunioni sono importanti in quanto permettono il costante monitoraggio e miglioramento del programma.78

Il team, porgendo particolare attenzione all’integrazione comunitaria, accompagna e supporta gli utenti nella gestione dell’abitazione, nella regolarizzazione dei documenti, nelle questioni legali, nell’accesso ai servizi sanitari e sociali, nei progetti per l’occupazione e l’istruzione, nelle attività comunitarie e nelle relazioni con il vicinato.79

5.3.2. Metodo

L’obiettivo della ricerca, condotta dall’ISPA (Istituto Universitario per il Programma Casas Primeiro), ha l’obiettivo di comprendere l’impatto del programma per le persone anziane con doppia diagnosi di malattia mentale e abuso di sostanze. La ricerca pone particolare attenzione all’integrazione comunitaria e utilizza una metodologia qualitativa.80

Sono state intervistate 45 persone. Il 64,5% erano maschi e il 35,5% erano femmine. L’età era compresa tra i 30 e i 67 anni.

L’80% aveva una diagnosi di schizofrenia e il 26,6% soffriva di dipendenza da sostanze. Tutti i partecipanti avevano avuto un passato

78 Idem 79 Idem 80 Idem

78

da senza dimora. Il 51,1% era senza dimora da più di 5 anni; il 13,3% lo era da più di 15 anni. Tutti i partecipanti avevano una fonte di reddito, si trattava principalmente del reddito minimo di previdenza sociale o di una pensione di invalidità. Il 22,2% aveva un’occupazione e due partecipanti erano tornati a studiare.81

Agli utenti è stata sottoposta un’intervista semi-strutturata. È stata poi utilizzata la Scala di Integrazione Comunitaria (CIS) adottata dal programma At Home/Chez Soi in Canada (2010) per esaminare il grado di partecipazione alle attività della comunità da parte degli utenti, il grado di interazione con gli altri vicini e il loro senso di appartenenza alla comunità. Sei elementi hanno misurato l’integrazione fisica, due elementi hanno misurato il grado di integrazione sociale e altri due il grado di integrazione psicologica su una scala a cinque punti che vanno da “totalmente in disaccordo (1) a “del tutto d’accordo” (5).82

Le persone intervistate partecipavano al programma da più di un anno. Le interviste vennero svolte nei luoghi e nei tempi indicati dagli intervistati. Sono state svolte faccia a faccia e gli utenti sono stati informati sulla riservatezza delle loro risposte. Hanno firmato un modulo per il trattamento dei dati. Il team di ricerca ha chiesto

81 Idem 82 Idem

79

l’autorizzazione ai partecipanti per la registrazione audio delle interviste. Solo un utente non ha accettato e le sue risposte sono state scritte a mano. La durata delle interviste è stata di circa 60 minuti.83

Le informazioni ottenute con le interviste sono state trattate mediante il metodo dell’analisi tematica. L’analisi tematica è un metodo per identificare, analizzare e riportare schemi, permettendo di descrivere dettagliatamente i temi, che mira a catturare una prospettiva olistica.

Una volta raccolti i dati vengono trascritte le interviste e vengono discussi i temi e i codici emergenti. Per semplificare i dati e consentire una migliore comprensione delle differenze nella vita dei partecipanti dal passaggio dal vivere in strada al vivere in un’abitazione stabile, è stato utilizzato un display a matrice con due dimensioni: temi principali e tempi: la prima dimensione consiste in quattro temi più ampi: benessere, integrazione fisica, integrazione sociale e integrazione psicologica; la seconda dimensione è divisa in due tempi: il tempo passato da senza dimora e il tempo passato nel programma Casas Primeiro. Utilizzando questo framework di codifica i membri del team hanno codificato le interviste. Le celle della tabella sono state riempite con i temi emersi dall’analisi dei dati.84

83 Idem 84 Idem

80

5.3.3. I risultati

I risultati riportano le differenze riscontrate tra il periodo in cui gli utenti vivevano senza dimora e quello in cui hanno preso parte al programma Casas Primeiro.85 I risultati sono stati organizzati in base alle dimensioni dell’integrazione nella comunità: integrazione fisica, sociale e psicologica. I risultati riportano anche i cambiamenti nei confronti delle aspettative future.86

Tab. 5.1. Esperienze di vita prima e dopo l’accesso al Programma Casas Primeiro

85 Idem 86 Idem

81

Integrazione fisica

Per integrazione fisica s’intente la misura in cui i partecipanti sono stati coinvolti in attività comunitarie e hanno avuto accesso alle risorse che hanno contribuito al miglioramento delle loro condizioni di vita.87

I partecipanti prima di entrare nel progetto Casas Primeiro hanno vissuto in strada. Questo ha negato loro la privacy, la sicurezza e il poter custodire oggetti personali. Vivere in strada risultava molto difficile e le persone vivevano sentimenti di vulnerabilità.

L’abitazione ha significato per loro una svolta. Gli ha permesso di riprendere in mano la propria vita, hanno riportato elevati livelli di soddisfazione nell’avere uno spazio proprio di alta qualità in cui poter vivere, cucinare ed avere una dieta sana e curare la propria igiene personale.

Durante la vita da senza dimora gli utenti non potevano procurarsi i documenti in quanto non avevano una residenza e nessuno che li guidasse nell’iter burocratico. Con l’entrata nel programma la problematica è stata risolta. Oltre ai vantaggi legali, l’aver ottenuto i documenti gli ha permesso di sentirsi accettati e riconosciuti come veri e propri cittadini.88

87 Idem 88 Idem

82

La residenza e i documenti hanno permesso alle persone di ottenere i benefici per la previdenza sociale. Adesso hanno un reddito sicuro e sono in grado di affrontare le spese giornaliere.89

Anche l’accesso dei principali ai servizi sanitari e sociali, che sono rivolti a tutti i cittadini, ha rappresentato un passaggio importante verso l’integrazione nella comunità rispetto a quando frequentavano i servizi riservati alle PSD.

Quando vivevano in strada, i partecipanti, erano in grado solo di pensare a soddisfare i loro bisogni primari con scarse possibilità di coinvolgimento nelle attività comunitarie. Questo ha contribuito alla loro emarginazione. L’accesso all’abitazione gli ha permesso di integrarsi maggiormente all’interno della comunità. Adesso frequentano i bar del quartiere, le chiese, i negozi o semplicemente escono e parlano con i vicini. Alcuni utenti si impegnano nell’organizzazione di eventi locali come eventi sportivi o feste cittadine.90

Gli utenti raccontano delle difficoltà nel mantenersi un’occupazione durante la vita da senza dimora. Era difficile riposarsi dopo la giornata lavorativa e non avevano un indirizzo da fornire ai datori di lavoro. Avrebbero anche voluto perfezionare gli studi ma questo gli era

89 Idem 90 Idem

83

impossibile vivendo in strada. Dopo la partecipazione a Casas Primeiro gli utenti sono riusciti ad entrare nel mondo del lavoro. Il lavoro non solo ha aumentato la loro indipendenza economica ma ha anche migliorato la loro autostima e si sono sentiti più capaci di contribuire al benessere della società. L’entrata nel mondo lavorativo è stata anche un’importante occasione per incontrare nuove persone. Alcuni utenti sono tornati a scuola per completare l’istruzione di secondo livello o intraprendere un percorso universitario.91

Integrazione sociale

Per integrazione sociale s’intendono le interazioni sociali e i rapporti con gli altri che favoriscono il sostegno sociale.92

Durante la vita in strada gli utenti non si fidavano degli altri e sentivano che nessuno si preoccupava per loro. Non avevano amici, familiari e nessuno su cui poter fare affidamento.93

Vivere in un ambiente stabile ha permesso loro di creare nuove relazioni. I partecipanti hanno percepito queste connessioni sociali più positive e rassicuranti rispetto alle reti sociali in precedenza. Hanno riferito che spesso erano loro ad offrire sostegno ai loro vicini.

91 Idem 92 Idem 93 Idem

84

Mentre durante la vita da senza dimora le persone avevano perso i loro legami familiari, questi vennero recuperati una volta avuta una casa in cui vivere.94

Integrazione psicologica

Dopo l’entrata nel programma Casas Primeiro i partecipanti hanno migliorato la percezione di sé.

Prima si sentivano esclusi ed emarginati e provavano sentimenti di vergogna e stigmatizzazione. Ora si sentono accolti e rispettati, capaci

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