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3 IL CASO DI STUDIO: LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

3.2 L’applicazione dello Sviluppo Rurale dal 2000 in poi

3.2.2 I risultati delle valutazioni istituzionali del PSR

La valutazione del PSR, richiesta dalla Commissione Europea dal 2000 in poi e condotta da valutatori indipendenti, ha l’obiettivo di verificare i risultati del programma in rapporto agli obiettivi e ai fabbisogni del territorio su cui viene attuato, la sua utilità, efficacia ed efficienza (Commissione Europea, 1999a e 2006).

Rispetto ai temi trattati nella presente ricerca, la Regione ha attivato proprie attività di valutazione sul Reg. 2078/92 già nel corso del periodo 1994-1999, in particolare per i monitoraggi della fauna nelle rinaturalizzazioni delle azioni 9 e 10.

Successivamente, i PSR 2000-2006 e 2007-2013 sono stati valutati seguendo le citate linee guida europee, con la produzione dei rapporti di valutazione intermedia ed ex-post del 2000-2006, l’ex- ante del 2007-2013 e il rapporto di valutazione intermedia al 2010.

Come attività effettuate su aspetti correlati alle tematiche della ricerca, nel periodo 2000-2006 sono continuati i monitoraggi della fauna nelle superfici impegnate in azione 9 e 10: la sintesi dei dati disponibili per i monitoraggi dal 1995 al 2005 è riportata in Marchesi e Tinarelli (2007). I monitoraggi sono stati eseguiti tramite estrazione di campioni rappresentativi delle superfici finanziate a livello regionale, con rilevazione delle popolazioni ornitiche frequentanti gli ambienti ripristinati tramite i contributi.

Sempre sul PSR 2000-2006 è stata effettuata anche una valutazione trasversale del paesaggio dove gli interventi di rinaturalizzazione sono stati fra le principali misure considerate. I risultati degli effetti sul paesaggio sono contenuti nel rapporto di valutazione intermedia del 2005.

Nel periodo 2007-2013, in seguito alla modifica del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (QCMV), per gli effetti sulla biodiversità si è passati da un tipo di valutazione focalizzato sugli interventi specifici, approccio usato fino al 2006, all’uso di un indicatore che tiene conto delle variazioni di popolazioni ornitiche per specie tipiche di superfici agricole, il Farmland Bird Index (Commissione Europea, 2006). Si tratta quindi di un approccio più globale che valuta l’insieme degli effetti del PSR sulla biodiversità anche nelle azioni “produttive” come produzione integrata, biologica e regime sodivo in cui l’effetto sulla biodiversità è meno specifico rispetto alle rinaturalizzazioni. I risultati di questa valutazione non sono ancora disponibili nei rapporti prodotti fino al 2010.

Di seguito sono riportati in sintesi i principali giudizi valutativi scaturiti dai vari rapporti prodotti dal 2003 in poi, riguardanti l’ambito di ricerca considerato.

Asse 2

• Negli interventi dell’Asse 2 l’approccio territoriale ha dato buoni risultati in termini di concentrazione degli interventi nelle aree territoriali con maggiori criticità o potenzialità ambientali, anche oltre le norme richiamate dai regolamenti comunitari, utilizzando la cartografia regionale come espressione delle sensibilità ambientali del territorio.

• Il PSR, in particolare 2007-2013, ha creato un raccordo “logico” fra fabbisogni ambientali, obiettivi specifici e disegno degli interventi relativi che rappresentano una risposta coerente ai fabbisogni stessi.

• La valutazione 2000-2006 ha indicato la necessità di rafforzare ulteriormente l’approccio territoriale, vista la rilevante influenza dei fattori di “contesto” (cioè di sensibilità ambientale) sulla qualità ed efficacia degli interventi. In particolare sono stati indicati ampi margini di miglioramento per la difesa della biodiversità, i rischi di inquinamento chimico e l’erosione.

• Le limitazioni di ammissibilità territoriale, rispetto alle caratteristiche di alcuni interventi (in particolare in relazione alle colture) e ad alcune tipologie di beneficiari sono state giudicate positive dal valutatore per concentrare le risorse sugli ambiti prioritari.

• Il ricorso alla selezione delle domande che avrebbe portato a finanziare prioritariamente interventi di migliore qualità è stato limitato in alcune misure (ad es 221) dalle richieste molto inferiori alle disponibilità, in altri casi (ad es. misura 214) dalla decisione regionale di incrementare le disponibilità iniziali dei bandi.

• L’approccio territoriale implica un maggiore raccordo con il decentramento e la pianificazione territoriale a livello locale, osservazione recepita nel 2007-2013 con la redazione dei PRIP e l’articolazione delle priorità locali al loro interno.

• Rispetto ad un’osservazione della valutazione 2000-2006 riguardante la necessità di favorire l’integrazione degli interventi per realizzare effetti sinergici in grado di aumentare l’efficienza dell’utilizzazione delle risorse, il rapporto 2010 rileva che nel 2007-2013 tale aspetto è stato preso in considerazione, incrementando il livello di integrazione fra misure e azioni dell’asse.

• Dalle analisi del 2000-2006 la concentrazione degli interventi nelle aree preferenziali si era realizzata solo in pochi casi in seguito all’attivazione di meccanismi gestionali specifici (ad es. gli accordi agro-ambientali e le priorità specifiche per le zone Natura 2000 e le aree vulnerabili ai nitrati). Nel 2007-2013 la concentrazione delle superfici in aree preferenziali è aumentata, ad es. nella misura 214 che ha registrato una concentrazione del 20% in Natura 2000 rispetto all’incidenza presente in media nella regione, del 10-12 %.

• In termini operativi è necessario potenziare gli strumenti/sistemi informativi a carattere anche geografico, con cui ampliare e rendere disponibili le informazioni ambientali integrandole con quelle sulla struttura e ordinamenti delle aziende agricole.

Valutazione degli impatti su paesaggio e biodiversità (solo per il PSR 2000-2006)

• Impatto generale positivo del PSR sul paesaggio a livello regionale, con buona integrazione fra gli interventi con impatto diretto (infrastrutture ecologiche, ritiro seminativi e imboschimenti) e quelli con impatto indiretto (produzione integrata e biologica, con effetti limitati sul paesaggio ma attuate su grandi superfici).

• Biodiversità animale: gli interventi del PSR hanno ricreato ambienti scomparsi nel passato, soprattutto nelle zone di pianura, fondamentali per la colonizzazione della fauna, in particolare degli uccelli.

• Biodiversità vegetale: positiva presenza di elementi naturali realizzati con le specie autoctone del territorio emiliano-romagnolo. Alcune criticità per la diffusione delle specie al di fuori degli elementi realizzati con i contributi.

3.3 Aspetti gestionali e legislativi delle misure con effetto diretto sul paesaggio