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Scelte aziendali e rapporti con pianificazione paesistica e PSR

4 METODOLOGIA

4.4 Impatto degli interventi sul paesaggio a livello territoriale

5.2.4 Scelte aziendali e rapporti con pianificazione paesistica e PSR

Dal punto di vista delle scelte aziendali nella realizzazione degli interventi, le aziende intervistate hanno seguito modelli molto diversi, nonostante le prime due siano abbastanza simili per ciò che riguarda struttura e ripartizione delle superfici sotto impegno. Una sintesi delle risposte è riportata nella Tabella 38.

Tabella 38 – Sintesi dei principali elementi qualitativi per le aziende intervistate Az Strategia di

conduzione aziendale

Motivazione di adesione alle misure agro-

ambientali

Modalità di conduzione degli interenti Altri elementi 1 Ditta individuale, agricoltore aperto all’innovazione e a nuove opportunità di reddito Possibilità di trasformare facilmente i terreni aziendali con conseguenti ridotti costi di gestione.

Contributo visto come reddito integrativo.

In corpi aziendali diversi e distanti:

- Zone umide: su una antica risaia, semplice allagamento per la realizzazione.

- Macchia radura: realizzato a file e con possibilità di rimettere facilmente a coltura i campi utilizzati.

- Elementi paesaggio: mantenimento.

Integrazione con altri interventi realizzati da un comune (non prevista nel progetto iniziale). Zone umide e elementi paesaggio selezionati come buona pratica dalla valutazione ex-post del PSR. 2 Conduzione familiare (due conduttori pensionati e un salariato)

Passione del conduttore per la caccia e la fauna

selvatica, da qui la decisione di realizzare gli interventi. Contributo visto come possibilità di coprire i costi di realizzazione.

Integrazione in un unico corpo aziendale di habitat diversi, in particolare macchia-radura e zone umide, allo scopo di ottenere la massima

colonizzazione da parte della fauna selvatica.

Istituzione volontaria di Azienda Faunistica Venatoria per prevenire l’ingresso di altri cacciatori in azienda

3

Cooperativa di

grande estensione Opportunità di reddito e di differenziazione, con istituzione riserva di caccia e agriturismo.

Contributo visto come reddito integrativo.

Interventi differenziati, sparsi su ampie superfici e intervallati da colture.

Utilizzo di alcuni interventi come filtro rispetto a zone urbane e artigianali

Grandi superfici di boschetti azione 9 per possibilità di ottenere un maggiore contributo (rispetto ad es. a rimboschimenti 2080)

Az Strategia di conduzione

aziendale

Motivazione di adesione alle misure agro-

ambientali

Modalità di conduzione degli interenti

Altri elementi

4

Consorzio di

bonifica L’attività del consorzio come azienda agricola deriva dalla produzione agricola e dalla gestione delle oasi naturali. Opportunità di reddito agricolo ed extra-agricolo, con riduzione dei costi per la parte produttiva. Contributo visto come reddito integrativo

Interventi differenziati, sparsi su ampie superfici e intervallati da colture.

Uso degli interventi come cuscinetto fra le oasi gestite dal consorzio e la parte produttiva.

Ampia superficie di zone e prati umidi, importante la funzione di

collegamento ecologico con le oasi naturali. Farebbero altri interventi, i fattori limitanti sono i terreni disponibili nel cosorzio e la presenza dei contributi.

Su tutte le aziende sono state istituite, almeno parzialmente, zone della rete Natura 2000.

A livello regionale, l’istituzione permanente di queste aree su interventi dove il periodo di impegno è limitato a 10 o 20 anni, ha provocato il problema istituzionale descritto nel capitolo 3.3.3: con l’adesione al PSR gli agricoltori si sono assunti un impegno temporaneo, ma all’interno della rete Natura 2000 non è possibile eliminare gli interventi realizzati e rimettere a coltura i terreni interessati.

Da questo punto di vista, le aziende intervistate non hanno rilevato problemi, considerando l’area Natura 2000 non come un vincolo, ma come un’opportunità di mantenere in modo più sostenibile gli interventi realizzati e le popolazioni di fauna selvatica che li hanno colonizzati. Nel caso dell’azienda 2, inoltre, i conduttori hanno scelto un ulteriore vincolo volontario, rendendo l’azienda un’Azienda Faunistico Venatoria proprio allo scopo di recare meno disturbo possibile agli habitat, in particolare nei periodi di nidificazione degli uccelli.

L’azienda 4, pur essendo d’accordo con la migliori opportunità di protezione degli interventi in seguito all’istituzione delle aree protette, ha mostrato segni di preoccupazione per la gestione degli interventi alla fine del periodo d’impegno, in relazione a vincoli ulteriori (di protezione ambientale e urbanistici) imposti dalle amministrazioni locali.

Riguardo alla domanda: “Se l’impegno fosse stato permanente, avrebbe aderito ugualmente?”, tutti gli agricoltori hanno risposto affermativamente. In particolare le aziende 1, 3 e 4, più orientate all’integrazione di reddito originata dai contributi, lo avrebbero fatto solo in presenza di un contributo permanente. Tutte e tre le aziende avrebbero preferito un periodo di impegno più lungo di quello previsto dal PSR e magari la possibilità di ottenere aggiustamenti rispetto al disegno della misura, come un contributo minimo per il solo mantenimento o una rivalutazione dei contributi nel tempo.

L’azienda 2, al contrario, avrebbe realizzato gli interventi anche in assenza di un contributo permanente, essendo prioritario per il conduttore il buon mantenimento degli habitat realizzati, rispetto al reddito derivante dai contributi.

Riguardo alle caratteristiche tecniche degli interventi, tutte le aziende hanno realizzato connessioni con altri habitat esistenti e fra le proprie realizzazioni, anche se spesso queste modalità non erano previste nel progetto iniziale ma sono state casuali. L’azienda 3 ha utilizzato alcune delle formazioni come filtro fra i campi ed elementi territoriali potenzialmente inquinanti (strade, zone artigianali). L’azienda 4, che gestisce importanti oasi naturali, con gli interventi ha cercato il collegamento fra di esse e un effetto di area di rispetto nei confronti delle circostanti aree agricole. La localizzazione all’interno dell’azienda ha seguito in tutti i casi logiche di utilità gestionale: gli interventi sono stati realizzati in terreni adatti alla trasformazione (antiche risaie già contornate di argini nelle aziende 1 e 3, terreni soggetti al ristagno nell’azienda 4), più marginali come punte di campi difficili da coltivare (azienda 3), con problemi specifici di produttività agricola (suoli sabbiosi).

Alle domande sulla diffusione della biodiversità, in tutte le aziende sono stati riscontrati positivi miglioramenti per la colonizzazione degli interventi da parte degli uccelli selvatici e dai mammiferi tipici della pianura, con alcune specie che frequentano anche le zone circostanti agli interventi. Anche le specie vegetali spontanee hanno avuto modo di diffondersi, in particolare dell’ambito delle superfici riconvertite, dove di norma la vegetazione non viene più controllata dopo alcuni anni dalla realizzazione. Le specie naturali vengono normalmente controllate nelle superfici produttive, tranne nel caso delle aziende 2 e 4, più orientate verso i risultati naturalistici degli interventi, che hanno consentito una certa diffusione delle specie spontanee all’esterno delle superfici sotto impegno.

Tutte le aziende hanno realizzato altri interventi di tipo agro-ambientale o veri e propri investimenti specifici per gli habitat, non finanziati da contributi. In particolare, l’azienda 2 ha realizzato a proprie spese opere idrauliche di adduzione dell’acqua dai canali di bonifica, allo scopo di ridurre gli oneri di gestione del livello idrico nelle zone umide. L’azienda 3 ha effettuato altri interventi non finanziati in funzione della gestione della riserva di caccia, come mantenimento di elementi del paesaggio e realizzazione di pioppeti. Anche l’azienda 1 ha mantenuto elementi del paesaggio non finanziati e inoltre ha realizzato altri interventi agro-ambientali di carattere più produttivo, come riduzione degli input inquinanti nelle colture e inerbimento permanente dei vigneti. Infine l’azienda 4 ha realizzato altri interventi per il paesaggio non finanziati, finalizzati a costituire un filtro per corpi idrici come fiumi, canali e zone umide.

5.2.5 Elaborazioni economiche sugli interventi