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Valutazione dell’impatto in relazione alle unità di paesaggio di pianura

4 METODOLOGIA

5.3 Impatti degli interventi sul paesaggio a livello territoriale

5.3.1 Valutazione dell’impatto in relazione alle unità di paesaggio di pianura

L’analisi dell’impatto sul paesaggio è partita dalla verifica dell’evoluzione dell’uso del suolo nella pianura bolognese in relazione al territorio delle sei Unità di Paesaggio (UDP) che la compongono. La caratterizzazione delle UDP così come indicata nel PTCP (Provincia di Bologna, 2004) è riportata nelle Norme di piano, all’allegato A. Ai fini del presente capitolo è stato studiato l’intero territorio delle UDP, compresi i comuni parzialmente classificati in collina.

Nelle figure 34 e 35 sono riportati i grafici sulla ripartizione del territorio delle unità di paesaggio in classi di uso del suolo accorpate in usi urbani, agricoli e naturali. Nel 1994, da considerarsi come la situazione ex-ante rispetto all’applicazione delle rinaturalizzazioni finanziate dal Reg. 2078/92 e poi dai PSR, il territorio agricolo è predominante in tutte le UDP: nella fascia altimetrica di pianura il territorio agricolo comprende l’88% della superficie, il 10% di urbano e il 2% di elementi naturali. E’ presente una forte differenziazione per l’unità della conurbazione bolognese che comprende il capoluogo e i paesi delle immediate vicinanze, con un territorio urbanizzato per oltre il 40%, mentre nelle altre unità l’urbano non supera mai il 10% del totale.

Gli elementi naturali raggiungono la maggiore incidenza nella Pianura delle bonifiche, dove sono rappresentati per il 5%, con valori non superiori al 3% nelle altre UDP.

Nel 2008, l’evoluzione dell’uso del suolo ha portato ad una sostanziale riduzione del territorio agricolo che diventa l’80% della fascia altimetrica di pianura e all’aumento degli usi urbanizzati (15%) e naturali (5%). L’urbanizzazione è aumentata con intensità diverse: la pianura della conurbazione bolognese è passata al 49% con un incremento dell’8%, la seconda UDP più urbanizzata cioè la pianura imolese, ha subito un incremento del 2% dal 1994 (10%) al 2008 (12%), mentre la pianura orientale è passata dal 6 al 12%. La pianura delle bonifiche si conferma essere la più rurale, in cui l’urbanizzazione è progredita ad un ritmo più lento, con valori del 3% nel 1994 e del 5% nel 2008. Si tratta anche del territorio dove la rinaturalizzazione ha dato i migliori risultati: la somma delle superfici naturali arriva al 12% nel 2008 con un incremento di oltre 7 punti rispetto al 1994. La tendenza all’aumento di questi usi del suolo è presente in tutto il territorio, ma con intensità molto più ridotte, attorno all’1-2%.

Figura 34 – Ripartizione percentuale delle tre macro categorie di uso del suolo al 1994

Figura 35 – Ripartizione percentuale delle tre macro categorie di uso del suolo al 2008

Dal punto di vista di una maggiore caratterizzazione del territorio agricolo delle diverse UDP è utile considerare la Figura 36 dove sono riportate le incidenze per UDP al 1994 e al 2008 delle due maggiori classi di uso agricolo, cioè seminativi e colture permanenti, che comprendono nella

provincia essenzialmente frutteti e vigneti. E’ evidente come la vocazione della pianura bolognese sia la coltivazione di seminativi, i quali costituiscono la classe prevalente in tutte le UDP e ad entrambi gli anni considerati. La pianura imolese si differenzia in modo sensibile per la presenza del 40% delle superfici a colture permanenti nel 1994, con una maggiore incidenza nel 2008 (49%) dovuta ad una maggiore specializzazione del territorio verso questa tipologia di coltivazione. Come richiamato anche dalle schede del PTCP questa UDP risente già della specializzazione frutticola tipica della Romagna.

Nelle altre UDP è presente una tendenza al mantenimento del rapporto fra seminativi e colture permanenti, con leggeri incrementi in alcune di esse. Anche in questo caso la pianura delle bonifiche si differenzia, con una sensibile riduzione del 4% dei frutteti nel 2008 (10%) rispetto al 1994 (14%): anche in questo caso potrebbe trattarsi di una tendenza ad una maggiore specializzazione produttiva verso le colture più vocate nel territorio considerato.

Figura 36 – Ripartizione del territorio ad uso agricolo fra le due maggiori classi per UDP e anno

La Figura 37 rappresenta l’elaborazione della superficie impegnata (SOI) per le azioni oggetto dell’indagine nel 2008, rispetto alla superficie rurale (esclusione dell’urbanizzato cioè somma degli usi agricoli e naturali) e alla superficie a elementi naturali ricavate dalla cartografia dell’uso del suolo al 2008 delle singole UDP.

La pianura delle bonifiche, come già evidenziato anche nel capitolo 5.2.1 in cui sono presenti le elaborazioni per la scelta dei casi di studio, ha raccolto la maggior parte della superficie sotto impegno, con un 6% sul territorio rurale e quasi il 50% delle superfici a elementi naturali, per un valore assoluto di oltre 2.500 ettari. Escludendo la pianura della conurbazione dove la SOI è minima (15 ettari), nelle altre UDP i valori si attestano fra 0,7 e 1% sul territorio rurale e attorno al 19-25% sugli elementi naturali. I valori assoluti danno ulteriori informazioni in quanto le percentuali, abbastanza simili fra le diverse UDP, sono influenzate dalla presenza degli altri elementi naturali del territorio, non legati a superfici finanziate dal PSR. Tali valori sono compresi fra 150 ettari nella pianura imolese e poco meno di 400 ettari nella pianura persicetana, con valori intermedi attorno ai 200 ettari nelle altre due UDP.

Figura 37 – Incidenza per UDP della superficie oggetto d’impegno (SOI) per le azioni sotto indagine nel 2008

In seguito all’analisi dell’evoluzione del territorio è possibile introdurre il calcolo dell’indice di Shannon-Weaver, che permette la caratterizzazione della qualità paesaggistica a partire dalla differenziazione degli usi del suolo: i risultati sono riportati nella Figura 38, mentre nella Figura 39 è presente la rappresentazione cartografica dell’uso del suolo 2008 e delle unità di paesaggio, allo scopo di facilitare un confronto visivo.

Come nota preliminare è utile ricordare che le elaborazioni seguenti sono state effettuate escludendo i territori urbanizzati, pertanto gli effetti sulla differenziazione sono relativi solo alla proporzione relativa delle diverse tipologie di uso fra territorio agricolo e naturale.

A livello dell’intera pianura bolognese è possibile verificare un incremento dell’indice in tutte le UDP, con valori medi di 0,53 nel 1994, 0,64 nel 2003 e 0,74 nel 2008. Il territorio tende quindi a differenziarsi in misura sempre maggiore, sostituendo alla matrice dominante costituita nella norma da ampie superfici agricole a seminativo, una maggiore articolazione di patches territoriali che aumentano la diversità paesaggistica.

Analizzando il dettaglio delle singole UDP, i maggiori valori dell’indice si ottengono per la pianura delle bonifiche, con un incremento da 0,66 nel 1994 a 0,89 nel 2008, e nella pianura imolese che passa da 0,73 nel 1994 a 0,89 nel 2008. L’interpretazione dei valori è però molto diversa fra le UDP, se si considera la differente evoluzione degli usi del suolo vista in precedenza: la pianura imolese presenta un territorio agricolo diviso in maniera equa fra seminativi e colture permanenti, con una presenza di elementi naturali che non supera il 3% nel 2008 e che è aumentata di poco dal 1994. Le superfici sotto impegno per interventi di rinaturalizzazione del PSR sono presenti nel 2008 per 150 ettari e risultano pertanto poco rilevanti nella dinamica territoriale rilevata dall’indice, costituendo meno dell’1% del territorio considerato.

L’evoluzione di questa UDP è quindi legata soprattutto alla differenziazione fra usi del suolo agricoli fra seminativi e frutteti che conferisce comunque a livello paesaggistico una certa varietà, evidente a livello cartografico per la forte e peculiare presenza di colture permanenti. Tale differenziazione è apprezzabile a livello visivo anche percorrendone il territorio per la maggiore eterogeneità strutturale complessiva, rispetto ad esempio alla contigua UDP della pianura orientale che appare molto più uniforme.

La pianura delle bonifiche è stata sottoposta ad un’evoluzione molto diversa, pur con valori di indice di Shannon simili: il territorio non urbanizzato si è ridotto meno rispetto alle altre unità, i frutteti sono diminuiti nel tempo e l’incremento di superfici naturali è stato il più alto, con valori assoluti di oltre 5.000 ettari nel 2008, di cui circa la metà rappresentati da superfici impegnate per le azioni del PSR, che hanno come obiettivo diretto il miglioramento del paesaggio.

Anche sulla cartografia i cambiamenti sono visibili: il mosaico territoriale di questa UDP è costituito da una matrice di base a seminativi in cui si inseriscono molte tessere a elementi naturali, rappresentate per lo più da zone umide, in parte naturali e in parte finanziate dal PSR, per lo più

interconnesse dai corsi d’acqua come il fiume Reno, i torrenti minori (Savena, Idice) e canali di bonifica.

L’unità della pianura orientale può costituire un utile, ulteriore paragone, considerando che confina con le atre due unità considerate, ma presenta l’indice di Shannon più basso in assoluto, con valori di 0,26 nel 1994 e 0,39 nel 2008. L’evoluzione di questa UDP è caratterizzata da un’urbanizzazione abbastanza intensa e concentrata nell’espansione dei piccoli centri abitati che la distinguono, con un’incidenza dell’urbano del 6% nel 1994 e del 12% nel 2008. Il territorio ha quindi subito una perdita di suolo agricolo, caratterizzato dal 95% da seminativi, mantenendo costanti le presenze di frutteti e con un piccolo incremento di elementi naturali (2%). La parte programmatica del PTCP ha infatti rilevato l’esigenza di incrementare la dotazione di elementi naturali di questo territorio individuando, nella tavola 5 della Rete ecologica provinciale, un ampio ambito di progetto denominato Area di potenziamento della rete ecologica (Provincia di Bologna, 2004).

Le altre unità di paesaggio presentano valori intermedi dell’indice di Shannon e sono infatti distinte da un livello più alto di elementi naturali e colture permanenti rispetto alla pianura orientale, con realizzazioni finanziate dal PSR anche significative, ma mai ai livelli presenti nella pianura delle bonifiche.

Figura 39 – Rappresentazione della pianura di Bologna con uso del suolo 2008 e unità di paesaggio