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6. CASO STUDIO: LA CITTA’ DI NORCIA

6.3. Il terremoto

6.3.1. I terremoti storici di Norcia

Ponendo la lente di ingrandimento sopra la città di Norcia, il fil rouge che affiora costantemente nel corso dei secoli e che nel bene o nel male è entrato a far parte della sua identità, è rappresentato dall’azione distruttiva e allo stesso tempo ricostruttiva dell’evento sismico.134 Viene ora proposta una breve indagine ma esplicativa dei principali terremoti che nel corso della storia hanno colpito il comune nursino. A tal proposito gli eventi sismici storici presi in considerazione sono quelli che hanno registrato le conseguenze peggiori, relativi al 1328, 1703, 1730 e 1859. Tali dati saranno tratti da un fondamentale lavoro di studio e raccolta dei terremoti avvenuti nella regione Umbria pubblicato nel 2013 da Paola Pagana135.

Il terremoto del 1328

Il primo terremoto di cui si ha testimonianza risale al 1328, quando all’alba del 4 Dicembre le ripetute scosse provocarono la distruzione della quasi totalità dell’edificato. Tra le testimonianze dell’avvenimento, quella che ci fornisce maggiori dettagli appartiene a Moshe ben Daniel, un ebreo che viveva a Ripatransone, il quale percepì le scosse ed ascoltò diversi racconti da cittadini scappati da Norcia rifugiati nella sua città:

133 Galgano, M., postfazione a Norcia città sismica. La basilica di San Benedetto paradigma di rinascite., di Gigliozzi, M.T., Campisano Editore, Roma, 2019.

134 Gigliozzi, M.T., 2019.

135 Pagana, P., Sismicità storica in Umbria. Ricostruzione e studio dei principali terremoti verificatisi a partire dal III secolo a.C., 2013, Web Dic. 2019, Fonte: http://www.binapg.it/wp-content/uploads/2013/11/Sismicità-storica-in-Umbria-e-legislazione-in-materia-di-terremoti.modifica-7-novembreottobre-.20135-copy.pdf.

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“Un terremoto devastante, come mai ci fu dai tempi di Uzzjau, Re di Giuda. Era il primo giorno del mese di Tevet dell’anno 5089 dalla creazione [4 dicembre, 1328]. Ci trovavamo nella città di La Ripa [Ripatransone], appartenente alla regione delle Marche, quando si scatenò un devastante terremoto. Sul far del mattino, prima del sorgere dell’alba, il terremoto si scatenò, le fondamenta delle pareti tremarono dall’impatto del sisma ed i pavimenti delle case vibrarono come una capanna. […] In quel dì. Lo stesso terremoto manifestava la sua intensità nella città di Norcia, regione di avocati [Arquata], nelle vicinanze di Aspoliti [Spoleto] e l’immagine era difficile. […] In quei giorni giunsero dalla città di Norcia, rivoltata in un attimo, alcuni e riferirono quanto i loro occhi avevano visto: case caddero, cortili rovinarono e mura cittadine crollarono completamente”136.

L’uomo appare notevolmente provato e colpito da questa situazione tanto che, scrive ancora Paola Pagana, si recherà di persona a Norcia nei giorni successivi per appuntare su un libro di preghiere le sue impressioni e documentare lo stato in cui verteva la città, in cui nel frattempo erano già iniziate le prime opere di ricostruzione.

Il terremoto del 1703

Il terremoto fu definito come uno dei terremoti più devastanti della storia, per danni provocati e per l’estensione geografica. Circa duemila persone morirono in Umbria, delle quali 800 nella sola Norcia. Tra i danni all’edificato si registrò il crollo del tetto della Chiesa di S.Maria, di parte della residenza del prefetto chiamata “Castellina” progettata dall’architetto Jacopo Barozzi da Vignola, i magazzini pubblici e il Monte di Pietà, mentre la Chiesa più iconica e simbolo della città di S.Benedetto subì anch’essa gravi lesioni. Per quanto riguarda l’edificato residenziale in tutti i quattro rioni in cui era divisa la città si riscontrarono notevoli danni, e in modo particolare il rione di San Giovanni fu quasi totalmente raso al suolo.

Questo terremoto non ebbe solo gravi effetti sul tessuto edilizio ma causò anche una pesante crisi economica tanto che le risorse non erano sufficienti per le opere di ricostruzione. Il Papa Clemente XI inviò nei luoghi colpiti dal sisma l’architetto Bufalini per valutare i danni e stimare la rimozione delle macerie: solo a Norcia la cifra ammontava a circa seimila scudi, una somma decisamente alta per l’epoca. Alla fine si decise di intervenire solamente nelle zone colpite maggiormente, tanto che cinque anni dopo a Norcia soltanto un quarto della città era stata ricostruita

136 Moshe ben Daniel, Libro di Preghiere, traduzione in Chiaverini, Saverini 2003, pp.36-37, nota 14.

111 Il terremoto del 1730

Il terremoto che durò dal 12 al 27 Maggio 1730 viene tristemente ricordato non solo per l’impeto con cui si verificò e i danni che causò, ma anche perché avvenne nel momento in cui si stava svolgendo il conclave per l’elezione del nuovo pontefice che avrebbe preso il posto di Papa Benedetto XIII.

Il terremoto fu di una forza inaudita e Norcia fu una delle città maggiormente colpite insieme alla città di Cascia. Il patrimonio ecclesiastico è quello che subì i danni più ingenti: crollò il campanile della Chiesa di San Benedetto distruggendo parte del complesso sottostante; danni notevoli li subirono anche i monasteri di S. Chiara, S. Lucia, SS. Trinità, S. Caterina, S.

Antonio, S. Pace e la Castellina in cui abitava il prefetto.

La situazione sia a Norcia che nella altre città colpite dal sisma era veramente drammatica e il tutto era complicato dal fatto che in quei momenti era in corso il Conclave per l’elezione del nuovo Papa, fattore che rallentava l’invio di aiuti. Queste città non erano ancora riuscite a risollevarsi completamente dalla crisi scatenata dai terremoti precedenti del 1703 e 1709, che si vedevano costretti nuovamente ad affrontare momenti di angoscia. La popolazione fu costretta ad abbandonare le proprie abitazioni per un tempo indefinito, ed alloggiare in tende allestite per l’occasione. I morti furono circa duecento e si contavano altrettanti feriti.

Figura 57: Rappresentazione dei danni a seguito del terremoto del 1703 sugli edifici di Piazza S.Benedetto. Disegno a matita di un autore anonimo

Fonte: Archivio Storico Comunale, Norcia.

112 Il terremoto del 1859

Qualche giorno prima del 22 Agosto 1859 nel territorio nursino si verificarono alcune scosse di assestamento; solo in seguito si capì che fossero il preludio di un evento catastrofico in cui persero la vita 101 persone, mentre per gli edifici si può affermare che nulla fosse rimasto in piedi.

La popolazione di Norcia ha sempre saputo convivere con questa triste realtà ed ha saputo continuamente rialzarsi con l’obiettivo di riprendersi quello che il sisma aveva portato loro via.

Fu così infatti che la commissione allora incaricata di rilevare i danni fece un’attenta analisi dal punto di vista sia ingegneristico che geologico, riscontrando numerose irregolarità costruttive negli edifici più recenti, utilizzo di cementi scadenti e in molti casi le murature delle abitazioni erano troppo sottili. Sulla base di questo rapporto fu varata una prima legge edilizia, divisa in 33 articoli, volta a fornire le norme corrette per la ricostruzione in un territorio a forte tendenza sismica nonché a vigilare sull’utilizzo di materiale di ottima qualità. A causa di divergenze politiche la legge incontrò l’opposizione dell’allora Consiglio Comunale che ritardò la sua entrata in vigore e questo comportò una ricostruzione degli edifici approssimativa e inadeguata.

La Legge divenne effettiva solamente in un secondo momento, il 15 Maggio 1860, data che segna un traguardo storico in quanto il Regolamento Edilizio approvato a Norcia rappresenta il primo esempio di pianificazione post-sismica.

Figura 58: Immagine che raffigura il Palazzo Comunale di Norcia e la Chiesa di S.Benedetto dopo il terremoto del 22 Agosto 1859.

Fonte: Foto di R. Macpherson (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Fondo Becchetti, Cartella A).

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