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Identità Aziendale 1 Chi siamo

Teatro del Giglio: Bilancio Sociale

3.2 Identità Aziendale 1 Chi siamo

Il Teatro del Giglio è un Teatro di Tradizione ed è stato riconosciuto come tale nel 8 1985. Essere un teatro di tradizione significa aver dato prova di saper generare un particolare impulso alle tradizioni artistiche e musicali locali. Essere un teatro di tradizione significa avere il compito di promuovere, agevolare e coordinare attività musicali che si svolgano nel territorio delle rispettive province. Essere il Teatro del Giglio significa essere tutto questo e non solo. Significa essere il Teatro per e della città di Lucca e dei suoi cittadini, con uno sguardo vigile e attento verso e oltre i confini provinciali, regionali e nazionali. Significa essere la “casa teatrale” del Maestro Giacomo Puccini e portare quindi con sé il suo passato ancora così fortemente presente. Significa essere un punto di contatto tra tradizione e innovazione, in cui all’attenzione per le nuove produzioni non si trascura mai il riguardo verso le più grandi produzioni classiche. In ultimo, essere Teatro del Giglio significa essere un luogo di aggregazione e di incontro con una forte vivacità sociale e un’innata vocazione alla condivisione di idee e allo stimolo culturale, in cui un team professionale e specializzato opera giornalmente per far sì che ogni potenziale spettatore trovi nel Teatro del Giglio ciò che ricerca.

Giuridicamente, il Teatro del Giglio è un’azienda speciale , costituita il 17 9 Dicembre 1997 e denominata “Azienda Teatro del Giglio A.T.G.” . E’ perciò un ente, senza fine di lucro, strumentale del Comune di Lucca, dotato di personalità giuridica, istituito per la gestione e l’esercizio del Teatro Comunale del Giglio e disciplinato dalla legge n. 142 del 1990, dalle norme di legge vigenti in materia di servizi pubblici degli Enti Locali e dallo statuto del Comune di Lucca. Il comune, una volta assicurata l’autonomia imprenditoriale dell’Azienda, ne determina gli indirizzi generali, controlla i risultati, esercita la vigilanza e conferisce il capitale di dotazione.

L’azienda ha per oggetto la gestione e l’esercizio di impresa senza fine di lucro di servizi teatrali, di attività e di iniziative nel settore dello spettacolo e della comunicazione ed esplica funzioni di servizio culturale.

Disciplinati dall’ art. 28, legge 14 agosto 1967 n. 800.

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Un'azienda speciale, nell'ordinamento giuridico italiano è un ente pubblico senza scopo di lucro definito quale "ente

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strumentale" dell'ente locale dotato di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale e di proprio statuto, approvato dal consiglio comunale o provinciale ovvero dall'organo legislativo di una regione o provincia autonoma.

L’Azienda, nel rispetto degli indirizzi dettati dal Comune, instaura e sviluppa rapporti di collaborazione con lo Stato, la Regione, la Provincia, e altri enti pubblici e privati per stipulare convenzioni e accordi di programma.

La struttura architettonica del Teatro del Giglio è quella del teatro all’italiana, con una capienza di 749 posti, tra i quali 257 in platea, 247 sui palchi, 185 in galleria e 60 nel loggione. Il palcoscenico ha una larghezza di 14 metri e una profondità di 12 metri, il declivio è pari a 3,5 %. E’ presente una buca per l’orchestra in grado di ospitare 50 orchestrali.

3.2.2 Storia

La nascita del Teatro del Giglio risale al 1600 circa. In quel periodo, le più importanti attività teatrali si svolgevano nei "Teatri di Corte", sussidiati dal principe o dal duca. Spettacoli importanti venivano dati nei saloni dei grandi palazzi. A Lucca funzionavano da teatro due sale: quella del Palazzo Pretorio, detta Sala del Podestà e quella del Palazzo de' Borghi. Due sale erano poche e poco adatte: i crescenti sviluppi dell'arte teatrale e le crescenti esigenze del pubblico in una città come Lucca, fiorente di traffici, di commerci e di artigianato, fecero avvertire sempre più l'esigenza di un teatro. Con decreto del 19 agosto 1672, il Consiglio della Repubblica di Lucca incaricava una Commissione di cittadini di studiare la possibilità di costruire un teatro adattando l'antico convento dei Gesuati presso la chiesa di San Gerolamo (Papa Clemente IX aveva in quel tempo soppresso l'ordine). Gli architetti e gli amanti del teatro si preoccuparono di costruire un palcoscenico piuttosto ampio e particolari accorgimenti furono escogitati nella costruzione della sala, per permettere una buona visibilità al pubblico. Il 14 gennaio 1675 avvenne la solenne inaugurazione del "Teatro Pubblico", su progetto di Francesco Buonamici e su realizzazione dell'architetto Maria Giovanni Padreddio. Da un suo documento si apprende che il nuovissimo Teatro misurò "sessanta braccia di lunghezza, ventisette da mezzogiorno e ventiquattro da settentrione di larghezza, e sedici di altezza; ebbe prospettiva in muratura, il palcoscenico largo quanto la sala e lungo dieci braccia; due ingressi e tre ordini di palchi o stanzini, innalzati su colonne di pietra, tutti in ugual modo semplicemente arredati, tranne quello di mezzo che fu ornato con decoro per accogliere gli eccellentissimi signori di governo”. L'inaugurazione avvenne con l'esecuzione di due opere, l'"Attila in Capua" di Niccolò

Berengani e il "Seiano" di Niccolò Minato. Di regola si allestivano due stagioni liriche, in Carnevale e in autunno (che coincideva con le feste della Santa Croce); nel corso dell'estate il Teatro ospitava compagnie di prosa. Il 16 Febbraio 1688, per la sbadataggine dello scaccino prese fuoco ogni cosa, tant'è vero che del Teatro non rimase in piedi altro che i muri perimetrali. Nel 1692 il Teatro fu ricostruito sul vecchio progetto; il soffitto venne dipinto dal pittore lucchese Angelo Livoratti e il palcoscenico venne rifatto da Silvano Barbati, sempre lucchese. L'attività artistica del Teatro si protrasse a lungo nel corso del secolo diciottesimo e assunse tanta importanza nella vita della città da indurre il governo, nel 1754, a creare l'apposito Ufficio per la sua amministrazione e manutenzione; fu così costruita la "Cura sopra il Teatro", che operò fino a quando la Repubblica Lucchese rimase uno stato indipendente. Nel 1799 seguì la crisi del Teatro Pubblico, che vide prevalergli il Teatro Castiglioncelli in via del Moro, sorto per iniziativa privata. Senza manutenzione il Teatro andava dunque in rovina, ce ne voleva comunque uno nuovo; fu così che l'architetto Giovanni Lazzarini stese il nuovo progetto. I lavori furono iniziati nel 1817 e terminarono nel 1819. Maria Luisa di Borbone (sovrana di Lucca) ebbe l'onore di inaugurare il nuovo Teatro e sceglierne il nome tra: "Teatro S. Luigi", "Teatro Alfieri" e "Teatro del Giglio"; fu scelto quest'ultimo. Il 22 settembre 1819 il Teatro del Giglio divenne proprietà dello Stato e della sua "cura" fu incaricato il Marchese Antonio Mazzarosa.

Per tutto l'Ottocento il Teatro del Giglio ospitò le migliori compagnie della scena italiana, gli artisti più celebri e le opere più belle dei grandi protagonisti del melodramma italiano, da Verdi a Rossini, da Bellini a Mascagni. Il 17 settembre 1831 al Teatro si segnò l’epilogo della vocalità angelica tipica del belcanto. Durante il “Guglielmo Tell” di Rossini il venticinquenne tenore francese Gilbert Louis Duprez sfoggiò il primo do di petto. Il giovane tenore volle sperimentare l’eclatante novità in provincia e visto l’effetto elettrizzante sul pubblico, la esportò a Parigi.Non ci furono modificazioni, eccezion fatta per l'illuminazione; nel 1872 fu installata a gas e nel 1911 comparve per la prima volta la luce elettrica. Sempre nel 1911 vennero apportate al Teatro alcune modifiche: venne rifatta la pavimentazione in marmo, ricostruite le scale, consolidati il tetto ed i solai, intonacate le pareti, rifatte alcune decorazioni pittoriche nella sala, installati gli impianti igienico-sanitari e sostituite le poltroncine in platea. Chiuso nel 1917, durante la Grande Guerra, e trasformato in magazzino ad uso militare,

il Giglio riaprì i battenti nel 1919 con 3 opere dei compositori lucchesi Puccini, Catalani e Luporini.

Durante il periodo fascista il Teatro divenne per la città un punto di riferimento politico, ovvero luogo di "adunate solenni". In seguito, nel 1957, ci fu un nuovo ampliamento approvato dall'Ingegner Carignani: si ricavarono 400 posti in più. L'attività artistica del Teatro subì una brusca interruzione nel marzo del 1983: per sette mesi il Teatro del Giglio rimase chiuso al fine di renderlo rispondente alle norme di sicurezza previste dalla Legge per i locali di pubblico spettacolo.

Il 20 febbraio 1985 al Teatro venne riconosciuta la qualifica di "Teatro di Tradizione": alla città di Lucca e al suo Teatro venne così conferito non solo un prestigio superiore a quello di molti teatri italiani, ma soprattutto la meritata conferma di una secolare e luminosa tradizione artistica.

3.2.3 Il Giglio e la città di Lucca

Lucca, città natale di Giacomo Puccini, può vantare una tradizione musicale di tutto rispetto ed enumerare compositori come Nicolao Dorato, Francesco Barsanti, Filippo Manfredi, Alfredo Catalani e Luigi Boccherini. In tanti si sono domandati il perché di questa singolare concentrazione di talenti in una piccola città. Tale ricchezza può dipendere dal fatto che, nello stato lucchese gli eventi musicali sono stati da sempre considerati un importante “ornamento” della vita politica e sociale. Alla qualità e alla quantità degli eventi musicali si accompagnò costantemente un’attenzione particolare per l’istruzione musicale, che culminò nel 1842 con l’istituzione dell’Istituto Musicale, ad oggi ancora esistente e intitolato a Luigi Boccherini (Ravenni Biagi, 2009).

Lucca si è quindi da sempre distinta nel panorama nazionale per la sua attenzione verso la musica e l’arte in generale. Dal 1675 si nutre di tale energia anche il Teatro del Giglio, il quale, situato in una posizione centrale all’interno della città, intesse con essa importanti scambi e relazioni. Il Teatro, infatti, se da un lato è influenzato dalla “personalità” della città di Lucca, dall’altro è al contempo influenzatore della stessa. Molte delle principali manifestazioni culturali della città, da Lucca Comics a significativi eventi di tipo congressuale e economico, hanno nel Teatro il loro principale punto di riferimento.

3.2.4 Il Giglio e Giacomo Puccini

La prima documentata presenza di Giacomo Puccini al Teatro del Giglio risale all’aprile del 1878, in una recensione de “La Provincia di Lucca” viene scritto infatti che per il “Concerto vocale e strumentale a benefizio” di quattro artisti lucchesi, l’accompagnamento musicale di tutti i pezzi furono svolti al piano forte dal giovane Maestro (Ravenni, 2008, p.170). La consacrazione lucchese di Puccini operista ebbe inizio nel 1891 con l’allestimento di “Edgar” e culminò nel 1911 con il trionfo de “La Fanciulla del West”. Di seguito un elenco in ordine cronologico delle date dei debutti lucchesi:

Edgar, 5 settembre 1891;

Manon Lescaut, 3 settembre 1893; La bohème, 5 settembre 1896; Tosca, 3 settembre 1900;

Madama Butterfly, 8 settembre 1907; La fanciulla del West, 10 settembre 1911.

Altre rappresentazioni di opere Pucciniane si intercalarono ai debutti e proseguirono fino al 1924. Il Maestro Giacomo Puccini seguiva tutte le prove che precedevano la messa in scena dell’opera ed era presente alla prima di ogni recita, così come alle serate d’onore. Una partecipazione diretta e intensa, a dimostrazione di quel tenere in modo particolare al successo nella sua città. Il Teatro conserva un bassorilievo, opera dello scultore Francesco Petroni, inaugurato nel 1911, in occasione dell’allestimento de La fanciulla del West, che reca una dedica: «Lucca a Giacomo Puccini settembre MCMXI».