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Identità parziale fra religione e filosofia: giudizio sul tomismo e in genere sulla posizione scolastica cattolica.

SECONDA PARTE

3 L'esperienza della Grande Guerra: ricostruzione culturale dell'Europa.

5.1 Identità parziale fra religione e filosofia: giudizio sul tomismo e in genere sulla posizione scolastica cattolica.

Il sistema della identità parziale è, secondo Scheler, quello che, da san Tommaso d'Aquino in poi, ha dominato nella tradizione scolastica e neoscolastica cattolica, sia filosofica che teologica154. Esso è indicato con tale denominazione in quanto identifica in parte l’oggetto della religione con l’oggetto della metafisica o teologia naturale. Sua tesi fondamentale è infatti che l’uomo, con la ragione filosofica, può raggiungere una conoscenza certa dell’esistenza di Dio, su cui fondare la religione naturale, ma non può conoscere l’intima essenza di Dio se non tramite la rivelazione di Cristo, che unicamente può fondare la religione rivelata positiva. Il sistema si contrappone sia al fideismo, per il quale unica fonte della religione è la rivelazione, sia allo gnosticismo e al tradizionalismo, che in modi opposti identificano religione naturale e religione positiva. Con il rifiorire del tomismo, avutosi con Leone XIII, la conoscenza certa dell’esistenza di Dio è normalmente ritenuta raggiungibile solo mediatamente, e cioè per deduzione, partendo dall’esistenza e dalle determinazioni fondamentali del mondo e ragionando in base al principio di causa. Coloro che

154 Scheler stesso riconobbe però nella prefazione alla seconda edizione di L’eterno nell’uomo

(cfr. Ibi, p. 116) che, come bene gli aveva fatto osservare K. Eschweiler (cfr. Religion und Metaphisik

Zu Max Schelers « Vorn Ewigen im Menschen », « Hochland », 19, [1921-1922], 308-313, 470-489), la

sua descrizione del sistema di identità parziale, e le critiche ad esso mosse, si applicano non tanto a Tommaso d'Aquino e al tomismo medioevale, quanto piuttosto all’apologetica scolastica sorta nel periodo illuministico, entrata nella teologia cattolica nell'ultimo terzo del secolo XIX per influsso, di alcuni teologi tedeschi della scuola wolffiana (ad esempio B. Stattler, Burkäuser, v. Storchenau, ecc.), e già criticata in campo cattolico e scolastico. Ai tempi di Scheler il sistema della parziale identità era però ben rappresentato in Germania in campo neoscolastico. Cfr., ad esempio, G. WUNDERLE:

Grundzüge der Religionsphilosophie, Paderbon, 1918, di cui si ha un buon esame critico, fatto dal punto

di vista scheleriano, in J. HESSEN. Religionsphilosophie, I, pp. 27-36. Dopo la pubblicazione dell’Eterno nell’uomo, il teologo gesuita H. Lennerz si sforzerà addirittura di dimostrare che il sistema di parziale identità circa i rapporti ragione e fede, quale Scheler lo espone a critica, è quello che la Chiesa cattolica ha definito nel Vaticano I. Cfr. H. LENNERZ: Schelers Konformitätssystem und die Lehre

parlano di una conoscenza naturale immediata di Dio, rifacendosi ad esempio alla tradizione agostiniana, sono genericamente accusati di ‘ontologismo’155.

L’errore fondamentale del sistema così caratterizzato, che è uno di quelli presi maggiormente di mira da Scheler in Probleme der Religion, è il non riconoscimento dell’indipendenza ed autofondazione della religione, già in quanto religione naturale, nei confronti della metafisica, fino a pretendere che anche le affermazioni religiose più fondamentali, come l’esistenza e la spiritualità di Dio, debbano fondarsi su affermazioni metafisiche, pena la loro infondatezza156.

Per Scheler invece, come già ampiamente egli aveva sostenuto in Ueber einige neuere Versuche einer natürlichen Religionsbegründung, la religione naturale è vera religione solo se non si riconduce ad un semplice procedimento filosofico, bensì vive e si radica nell’atto religioso stesso, al quale è dato di cogliere autonomamente e originariamente la natura e l’anima come i campi di quella manifestazione simbolica di Dio che si può chiamare rivelazione naturale157.

Se a questa critica si aggiunge la convinzione di Scheler che le dimostrazioni razionali, che partono dalla visione extrareligiosa del mondo e si basano sul principio di causa, non riescono da sole, anche se scientificamente condotte, a portare con evi- dente certezza a quell’unica e suprema causa creatrice personale del mondo a cui è necessario arrivare per fondare la religione, si ha un quadro completo delle critiche di fondo mosse da Scheler al sistema di identità parziale: esso sbaglia sia perché identifica, almeno in parte, la religione con la filosofia, negando l’originalità della religione naturale, sia perché, così facendo, pone a fondamento della religione ciò che è incapace di fondarla.

155 H. Lennerz (cfr. Schelers ..., op. cit., pp. 20, 50-51, 97-98) sosterrà di fatto, contro la critica di

Scheler al sistema di identità parziale, non solo che la dottrina cattolica sostiene la possibilità di una conoscenza naturale certa di Dio (cfr. Vaticano I), bensì anche (cfr. le esplicitazioni del Giuramento Antimodernista) il modo di tale conoscenza, e cioè la deduzione causale dal mondo visibile. In Die

Wissensformen und die Gesellschaft, p. 80 nota 1, Scheler commenterà amaramente la fredda reazione da

parte del mondo cattolico. Per una presentazione più equilibrata della dottrina cattolica al riguardo cfr., ad esempio, G. COLOMBO, La conoscibilità naturale di Dio nell'insegnamento del magistero ecclesiastico. «La Scuola Cattolica». 85 (1957), pp. 325-391. La dottrina cattolica non insegna certo che di fatto una parte della religione si identifica con la dimostrazione filosofica della esistenza di Dio, né canonizza alcuna dimostrazione filosofica. Gli interventi del Magistero intendono unicamente salvare la ragionevolezza della fede e la distinzione del piano naturale da quello soprannaturale. A tal fine si limitano ad affermare che strutturalmente l'uomo deve poter conoscere con certezza l'esistenza di Dio, anche indipendentemente dalla rivelazione soprannaturale, senza però sostenere che di fatto ciò avvenga con un particolare tipo di ragionamento filosofico, né quindi che di fatto la religiosità, anche solo naturale, si fondi esclusivamente, o anche solo necessariamente, su di un atto filosofico razionale originariamente spontaneo dell'uomo.

156 Cfr. L’eterno nell’uomo, op. cit., pp. 259-260 157 Cfr. Ibi, p. 248.