• Non ci sono risultati.

IV. Elenco dei grafic

2. L’Alta valle del Volturno: Il contesto geografico

2.2 Idrografia: Il Fiume Volturno

Il territorio molisano è interessato da quattro bacini idrografici interregionali (il Trigno appartenente all’Abruzzo, Fortore e Saccione alla Puglia, il Volturno alla Campania) ed un solo bacino regionale, quello del Biferno, unico fiume interamente molisano. 44

44

Grillotti Di Giacomo Maria Gemma (a cura di), Atlante tematico delle acque d’Italia, Brigati Editore, Genova, 2008, p. 469.

L’Alta Valle del Volturno, nel comprensorio del bacino campano, prende il nome dal omonimo fiume che l’attraversa che nasce nei monti delle Mainarde presso Rocchetta al Volturno (la parte più meridionale dell’Appennino molisano) e presso Castel San Vincenzo riceve le acque provenienti dalle sorgenti di Capo Volturno (a circa 500 m s.l.m.) sfociando nel Mar Tirreno a Castel Volturno con una foce a delta.

Il fiume, con una lunghezza di 175 km e un bacino esteso per 5.550 km², è il fiume più lungo dell’Italia meridionale e il principale per portata, nonché uno dei fiumi sacri all’Italia. Il suo corso risulta essere causa di molti alluvioni e piene verificatisi ciclicamente nel corso della storia in quanto si snoda con correnti talvolta impetuose nell’area molisana e nella “Campania Felix” fino a sfociare nel Tirreno.

Ha una storia millenaria soprattutto per la sua vita idrogeologica avendo mutato molte volte il suo corso rendendo fertili terreni limosi o paludi quelli prima ubertosi.

Diverse sono le ipotesi in merito all’etimologia del nome Volturno. Il termine "Volturnus", poi Volturno, costituito dalla radice Vel e dal suffisso Thur, corrisponderebbe ad una divinità, precisamente al dio di tutto ciò che scorre con corso sinuoso e che, secondo la leggenda, ancora sopravvive nelle acque del fiume che ne conserva il nome. Secondo alcuni studiosi, l’origine del nome Volturno deriverebbe dall’etrusco, in quanto questo popolo prima dei romani si spinse nella pianura del Basso Volturno e dei capuani. L’esistenza del culto di questa divinità è testimoniata da un’iscrizione latina trovata nel 1667 a Sant’Angelo in Formis, frazione di Capua, il cui primo nome, prima ancora di Casilinum fu Volturno. Altri fanno derivare l’origine del nome da Olotrone, termine usato da Plutarco nelle descrizioni del Volturno nell’odierna Capua che viene confermato dal toponimo Ponte Latrone nei pressi di Roccaravindola (IS), punto di incontro nell’Alto Medioevo tra il Mar Tirreno e il Mar Adriatico e tra Nord e Sud. La Valle del Volturno, per tale ragione, ha goduto nel corso della storia ed ancora oggi, di una posizione fortemente strategica importante per i collegamenti con le regioni limitrofi Abruzzo, Lazio e Campania ed ha determinato sin dall’antichità il passaggio di diversi eserciti ed è stato teatro di significati avvenimenti storici tra cui la nascita del Corpo Italiano di Liberazione che ottenne dopo l’armistizio dell’8 settembre

1943 la prima vittoria sull’esercito tedesco. 45

Per la sua portata inoltre, viene ampiamente descritto anche nella letteratura latina da Caludiano e Lucano definendolo “Vulturnus rapax, Vulturnus celer”.

Le prime notizie riguardo la navigabilità del fiume sono presenti negli scritti di Tito Livio sulla seconda guerra cartaginese in cui viene descritto il Casilino come approdo per fornire di viveri l’esercito romano nell’assedio di Capua del 211 a.C. Vennero poi effettuate delle modifiche per facilitarne la navigabilità resa difficile a causa dei bassi fondi generati dalle torbide e spostati dalle correnti, diversi secoli dopo durante l’XI e XII secolo. Nel terzo libro della Cancelleria Capuana del 1471 si legge che il pubblico parlamento si riunì per restituire al fiume il traffico di imbarcazioni, il cui uso non fu dissimile da quelle del fiume Tevere, cioè mediante traino contro il corso delle acque a forza di remi o a mezzo di alaggi. Le imbarcazioni utilizzate poi nel 1700 erano a fondo piatto e nell’antico Casilino vi era la presenza di un piccolo porticciolo a forma di mezzaluna dove potevano entrare le imbarcazioni, caricarsi di vettovaglie e scaricarne.46 Nel Molise il bacino del Volturno si estende ad ovest fino alle pendici del Monte Greco (la cima più alta del gruppo dei Monti Marsicani, nell’Appennino abruzzese) ed ai Monti della Meta del PNALM. Procedendo verso est il confine attraversa il Massiccio del Matese, i Monti del Sannio fino ai Monti della Daunia, dove il bacino lambisce marginalmente il territorio del foggiano. Il fiume Volturno, come già anticipato, trae origine della sorgenti disposte a ventaglio delle pendici del Monte Azzone sulla piana di Rocchetta al Volturno (IS), da qui si unisce al torrente Rio dove confluiscono lo Iemmare, proveniente dalla displuviale del Sangro ed il Rio Colle Alto che dopo la gola di San Michele riceve il Rio Vigna Lunga. Dopo l’apporto di diversi torrenti, il Volturno si insinua nella stretta gola di Castel San Vincenzo conosciuta come la Foce San Mchele ed in questo punto si delimita una valle fluviale simmetrica tipicamente a “V” fino a Colli al Volturno; subito dopo il fiume cambia fisionomia aprendosi nella Valle Porcina dove si trova un’ampia area boscata idrofila, ricevendo le acque del Rio Chiave che nasce sulle Mainarde, tra Monte Mare e Monte Cavallo.

Nel settore meridionale di Valle Porcina, affluiscono poi i torrenti Mandra e Cavaliere

45

Ivi. 46

Netti S. (a cura di), Il Fiume Volturno, Ricerche di fonti bibliografiche del Museo Campano di Capua a https://web.archive.org/web/20101206081200/http://www.cittadicapua.it/volturno.htm

che raccolgono rispettivamente le acque del Carpino e del Sordo e incide nell’ultimo tratto nella gola di Fossatella, purtroppo interrotta dalla realizzazione di uno sbarramento fluviale. Nell’ultimo tratto molisano infine, il Volturno dopo aver ricevuto i primi contributi idrici dal Matese e attraversando i depositi alluvionali della Piana di Venafro, ripiega il suo corso parallelamente alla catena appenninica.47

Nonostante gli interventi dell’uomo, il fiume Volturno preserva ancora aree di pregevole valore e regala percorsi interessanti dal punto di vista naturalistico, adatti a piacevoli e rilassanti escursioni.

Nel bacino preso in considerazione, interessanti dal punto di vista morfologico, risultano essere le sorgenti di Capo Volturno. Situate alle pendici del versante orientale della dorsale calcarea del Monte Rocchetta, sgorgano a circa 548 metri s.l.m. formando un piccolo laghetto oggi recintato; hanno una portata complessiva di circa 6,6 m3 /s ed una temperatura di 10° C.48 Le sorgenti di Capo Volturno rivestono un ruolo importante nella genesi della Piana di Rocchetta costituita da una placca di travertino che contribuisce al tamponamento dell’acquifero carbonatico che sono presenti e visibili lungo il percorso che conduce alle sorgenti. Una parte delle sorgenti è oggi utilizzata dall’Enel per la produzione di energia elettrica, attraverso due centrali idroelettriche situate nei pressi dell’abitato di Rocchetta a Volturno.