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Turismo Storico: sulle tracce della WinterLine

IV. Elenco dei grafic

2. L’Alta valle del Volturno: Il contesto geografico

4.2 Turismo Storico: sulle tracce della WinterLine

Il territorio dell’Alta Valle del Volturno, fu interessato da alcuni eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale di notevole interesse.

Come già accennato, il 22 marzo 1944 nel borgo di Scapoli nasce il Corpo Italiano di Liberazione, un’unità militare operativa dell’Esercito Cobelligerante Italiano impegnata nella Campagna d’Italia nel periodo tra 1943 e il 1945. In territorio molisano, i paesi di Rionero Sannitico, Castel San Vincenzo, Rocchetta al Volturno e le limitrofe Isernia e Venafro, in quel periodo, si trovarono sulla “linea invernale” propriamente conosciuta come Linea Gustav, una linea difensiva artificiale e naturale (ostacoli costituiti dalle montagne appenniniche) tedesca disposta da Hitler sul fronte dell’Italia Meridionale. Idealmente, la linea che si estendeva dalla foce del fiume Garigliano ad ovest fino ad Ortona (CH) ad est, divideva la penisola in due parti, l’una a nord sotto il controllo dell’esercito tedesco e la Repubblica Sociale Italiana, l’altra a sud in mano agli Alleati. L’area presa in esame fu teatro di episodi spiacevoli legati non solo agli scontri montani, ma anche alla perdita di numerosi soldati e civili tra cui il giovane partigiano Giaime Pintor, che morì a Castelnuovo a Volturno per una mina tedesca ed un gruppo di abitanti del posto avvenuta nel ’44.

Alle vittime è dedicato il complesso monumentale di Monte Marrone costituito dal Monumento ai Caduti delle Regioni d’Italia e dalla Croce in vetta manutenuto dal gruppo Alpini “Mainarde”. I reperti ritrovati nei boschi della Valle, sono conservati nel

Museo Storico della Memoria “Combat Road” di Cerasuolo mentre nel Palazzo Caccia,

nel cuore del centro storico di Scapoli, il Museo Storico Nazionale del Corpo Italiano

di Liberazione “Aldo Moro” con un’esposizione permanente, è dedicato alle fasi che

hanno portato allo sfondamento della Linea Gustav sulle Mainarde.

4.2.1 Monte Marrone, 31 marzo 194491

La battaglia di Monte Marrone fu una delle tappe della guerra di liberazione italiana e vide in combattimento il Corpo Italiano di Liberazione guidato dal generale Umberto Utili ed appoggiate da unità marocchine e francesi contro le truppe tedesche stanziate sulla cima di Monte Mare. Nel 1944 il generale Utili si insedia nel palazzo Battiloro di Scapoli dove nasce l’idea di un’azione militare italiana su Monte Marrone per costringere i tedeschi ad abbandonare la postazione. Nella vicenda con il C.I.L.92 erano schierati il 29° e 36° battaglione del 3º Reggimento bersaglieri ed il Raggruppamento Motorizzato Italiano, la prima compagnia di motociclisti del C.I.L. spostato nelle zone delle Mainarde alle dipendenze del Corpo di spedizione francese, che nell'occasione guadagnò una Medaglia d'argento al valor militare conferita al battaglione Goito. Vi prese parte inoltre il Battaglione alpini "Piemonte" ed i paracadutisti della Divisione Paracadutisti "Nembo". Nella notte tra il 30 e 31 marzo gli alpini del Battaglione “Piemonte” risalgono la Val Viata e si trincerano sulla cresta del monte non presidiato dai tedeschi. I paracadutisti della “Nembo” occupano la Val di Mezzo e il monte Castelnuovo attaccando così i tedeschi. Dopo l’attacco diverse furono le incursioni da parte delle truppe nemiche che più volte tentarono di scalzare gli alleati dalla vetta, ma il fuoco e l’abilità dei soldati addestrati specificamente per resistere alle condizioni climatiche molto rigide e cammini impervi, permisero agli italiani di avanzare lungo la direttrice Monte Marrone, Monte Mare attraversando la valle venafrana e giungere nel Lazio. Sulla croce alla vetta, una grande aquila di bronzo con il motto “tût per l’Italia” ricorda l’impresa del Battaglione alpino Piemonte.

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C. Massimo, 31 Marzo 1944: Monte Marrone, http://anpi.it/media/uploads/patria/2004/3/34- 36_Coltrinari.pdf

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4.2.2 La battaglia di Monte Pantano

La piccola frazione di Pantano, ai piedi dell’omonimo monte, fu protagonista di molti e sanguinosi scontri che causarono all’intera zona estese distruzioni e morte di tanti civili nei borghi limitrofi di Lagoni, Mastrogiovanni e Cerasuolo.

La battaglia di Monte Pantano si svolse dal 29 novembre al 16 dicembre 1943 e vide impegnati la 34° divisione americana Red Bull e la 30° divisione tedesca B Alkan che subì numerose perdite. Il monte durante la Second Guerra Mondiale diventa uno dei cardini delle linee difensive Barbara (15 chilometri a sud della Linea Gustav e stessa distanza a nord dal Volturno) e Bernhardt (Montecassino). All’inizio del novembre 1943 gli americani attraversano il Volturno ed attaccano la balconata di alture che collega la cittadina di Venafro a Montaquila. Dopo un primo periodo di fermo dovuto alle condizioni sfavorevoli per proseguire con le operazioni, intorno al Monte Pantano si cerca di riorganizzare le forze in campo: la zona del Monte è presidiato dalla 305° divisione tedesca di fanteria. Nella fattispecie il 577° reggimento si fortifica sul Monte Pantano, mentre il battaglione del 578° reggimento si posiziona al passo di Cerasuolo vecchio. Quando inizia la battaglia di Monte Pantano, il 29 novembre 1943, gli americani attaccano lungo la strada Atinense che dirige verso l’alta valle del Rapido ed Atina, nel tentativo di aggirare l’intero scacchiere di Cassino e attaccano il monte da est, partendo proprio dal borgo di Pantano, dove le case contengono trappole esplosive e i campi intorno sono minati.93 Dopo lunghe giornate di attacchi e contrattacchi sull’area sommitale le operazioni si interrompono il 4 dicembre dello stesso anno in cui persero la vita i comandanti, ufficiali e soldati da entrambe le parti. La fanteria marocchina del generale Dody stanziata a Filignano, sostituisce nei giorni successivi quella americana innescando nuovamente una serie ti attacchi che terminano definitivamente la notte tra il 16 e 17 dicembre, quando le truppe tedesche arretrano dall’intero fronte verso la Linea Gustav.

La maggior parte dei oggetti risalenti alle vicende, il cui ritrovamento impegna tutt’oggi un gruppo di giovani del posto, sono conservati nel Museo “Combat Road” così

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Finocchietti C., Il campo di battaglia di Monte Pantano, in A piedi sulla Linea Gustav – Itinerari escursionistici da Montecassino all’Adriatico,

chiamato dal nome che gli americani diedero alla strada che collegava il paesino di Montaquila a Filignano. La collezione rara del museo è composta non solo da utensili di uso quotidiano come gavette ed elmetti dilaniati dalle bombe, ma anche da frammenti di un aereo precipitato sul borgo di Filignano e cimeli storici come un elmetto inglese del Reggimento Reale del Lincolnshire.

Figura 13 - La Croce di Monte Pantano, Fonte: foto dell’autrice

In onore dei caduti ed in ricordo solenne degli spiacevoli eventi accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale una croce simbolica, in cui le molteplici schegge rappresentano le vittime coinvolte, è stata installata proprio su quell’altura dagli stessi curatori del museo a testimonianza di episodi storici di grande rilievo, molto spesso ai più sconosciuti.