• Non ci sono risultati.

IV. Elenco dei grafic

2. L’Alta valle del Volturno: Il contesto geografico

2.4 Il Settore Mainarde: caratteri generali

Con il nome Settore Mainarde viene indicato formalmente il comprensorio montano della riserva del PNALM che comprende i comuni di Acquaviva d’Isernia, Castel S. Vincenzo, Cerro al Volturno, Colli al Volturno, Filignano, Forlì del Sannio, Fornelli, Montenero Val Cocchiara, Pizzone, Rionero Sannitico, Rocchetta al Volturno, Scapoli ed i borghi adiacenti.

La dorsale delle Mainarde, ubicata in contiguità con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e con l’Appennino abruzzese-laziale centrale dei Monti della Meta si estende da nord-ovest verso sud-est e le sue creste delimitano il confine tra le province di Frosinone ad ovest e di Isernia ad est. L’orogenesi che risale al Mesozoico e Terziario antico e le diverse sedimentazioni verificatesi nel corso dei millenni, hanno determinato la formazione della barriera di roccia calcarea dall'aspetto aspro e selvaggio, che si innalza bruscamente con pareti e strapiombi. Proprio in questa area infatti, si trovano le vette più elevate oltre i 2000 metri, come la Metuccia (m 2105), Monte a Mare (m 2160), Monte Mare (m 2020), Monte Ferruccia (m 2005) ultima della catena verso sud; altre cime di rilevante importanza sono Monte Cavallo (m 2039) e Monte Forcellone (m 2030) sul versante laziale, Monte Marrone (m 1805) su quello molisano.

Caratteristica fondamentale dell’area delle Mainarde è l’armonica integrazione tra patrimonio paesaggistico-ambientale e naturalistico, in cui l’azione antropica è pressoché scarsa e lì dove presente si fonde in un insieme paesistico suggestivo. Dal punto di vista naturalistico, la Vallata del Pantano di Montenero Val Cocchiara riveste un ruolo fondamentale in quanto costituisce la tappa di sosta per gli uccelli migratori

che si dirigono dall’Africa al nord Europa. Sebbene il territorio analizzato si possa definire montano non solo per i paesaggi di cui gode, ma anche per la presenza di vette elevate, denota una presenza rilevante di aree boscate che rivestono circa il 30% della superficie media dell’intero territorio che si registrano più cospicue nel comune di Pizzone, con folti boschi di faggete, cerreti, roverelle ed aceri. Le aree pianeggianti, sono caratterizzate da uliveti e vigneti tipici della campagna “Volturnense” che si affiancano a terreni in alta quota utilizzati per il pascolo nudo e piccole zone di seminativi.

Come si vedrà in seguito, le vicissitudini storiche, soprattutto il sistema feudale che per molto tempo ha controllato le civiltà stanziate nell’area, hanno condizionato lo sviluppo dell’utilizzo del suolo, conseguentemente all’abbandono e la trascuratezza dei centri abitati particolarmente dediti alla transumanza. Quest’ultima inoltre, interessata da una progressiva crisi ha compromesso lo sviluppo sociale e il sistema colturale del territorio. Nonostante le condizioni non proprio favorevoli, i borghi dell’Alta Valle del Volturno si distinguono per i panorami idilliaci ed incontaminati, in cui si respira ancora un aria che permette ai visitatori di fare un tuffo nel passato rimanendo fermi nel presente che, in virtù della bellezza dei luoghi, sorprende e rasserena.

2.4.1 La storia

Il lungo iter che vede la catena delle Mainarde annoverata nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise scorre indietro nel tempo all’anno 1969 ( il Parco nasce ufficialmente nel 1923) quando solo una ristretta porzione nel comune di Pizzone di circa 400 ettari ne faceva parte. L’anno successivo, il Parco creò intorno ai 30000 ettari già tutelati, un’ampia zona di protezione esterna di circa 70000 ettari comprendente le Mainarde. In seguito a diverse azioni e campagne locali e nazionali mosse dagli ideali ambientalisti, nel 1977 viene presentato ufficialmente il “Progetto Mainarde” presentato nel Notiziario n.15 del PNALM con il duplice scopo di recuperare e vitalizzare i centri abitati, fondati sul godimento della natura che ancora costituisce una promettente natura da un lato, dall’altro quello di creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo socio economico delle Mainarde e dell’Alto Volturno attraverso la fruizione del territorio in relazione alle peculiarità naturalistiche, storiche, archeologiche dello stesso.50

50

Il piano d’intesa di assetto territoriale, elaborato dall’Ente Autonomo del PNALM con la Regione Molise, la Comunità Montana del Volturno, il Consorzio per la valorizzazione turistica delle Mainarde e dell’Alto Volturno ed otto comuni della provincia di Isernia, si fonda sulle risorse naturali dell’area, sul collegamento con l’adiacente Parco Nazionale e sulle possibilità offerte dalla Legge regionale del 30 maggio 1975 n.39 intitolata “Norme sull’utilizzazione del territorio a scopo turistico” ed avente per oggetto la valorizzazione per le aree omogenee, turismo, pianificazione, redazione e procedure che avrebbero contribuito alla valorizzazione e sviluppo dell’area considerata. Dopo un periodo silente di circa dieci anni, nel 1989 il Parco rielabora il vecchio “Progetto Mainarde” anche grazie all’impulso dei comuni della Valle che avevano seguito la rinascita del viaggio di Civitella Alfedena, nel cuore del PNALM. Da quel momento, un anno di intense attività e supporto di associazioni ambientalistiche come il WWF portarono al coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente. Nell’autunno 1989 poi, il Consiglio Regionale del Molise, sulla delibera unanime dei comuni di Acquaviva d’Isernia, Castel San Vincenzo, Filignano, Forlì del Sannio, Fornelli, Montenero Val Cocchiara, Pizzone e Rionero Sannitico, accoglie la proposta del Ministero dell’Ambiente che si conclude con il decreto dell’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga del 10 gennaio 1990 dal titolo “Ampliamento del Parco

Nazionale d’Abruzzo con il comprensorio delle Mainarde”, 51

sancendo così l’ampliamento del settore di circa 4000 ettari del Parco nel versante molisano.

Le azioni messe in atto da quel momento sono state molteplici e coinvolgono oggi tutti i centri dell’area come ad esempio i Centri di visita a Scapoli (Area faunistica del Cervo e Centro Italiano della Zampogna), il Museo della Fauna Appenninica a Castel San Vincenzo, il Centro visita dell’Orso Marsicano a Pizzone, il Giardino Botanico a Filignano.

E

2.4.2 La natura

« Proprio ai margini del Parco Nazionale d’Abruzzo, tra le Valli del Volturno e del Melfa, sta la catena delle Mainarde... Sulle montagne circostanti feriscono l’occhio strade rovinose e invadenti, preparate per

51

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, D.P.R. 10 gennaio 1990 –

Ampliamento del Parco Nazionale D’Abruzzo con il comprensorio delle Mainarde (G.U. Serie generale 22 gennaio 1990, n.17), http://www.minambiente.it/sites/default/files/dpr_10_01_1990_pn_abruzzo.pdf

l’aggressione al Parco... preludio di un'orgia di cemento, villette, costruzioni e impianti che è sul punto discatenarsi. Eppure la vocazione di questo territorio, dove tutta la fauna preziosa dell'Appennino vive ancora, non può essere che quella di una conservazione accorta e razionale. Il viaggiatore se un giorno accorrerà a visitare le Mainarde, non lo farà certo per ammirare una qualsiasi dozzinale stazione sciistica, ma per ritrovare una natura non offesa, abitata da animali e rallegrata da foreste, un autentico ambiente di vita a misura dell’uomo». Guida alla natura del Lazio e dell’Abruzzo, 1972

L’area presa in esame si articola in varie realtà geografiche, tra cui spiccano le principali Falde della Catena delle Mainarde, Monte Meta e Monte Metuccia, di Monte Mare e di Monte Marrone, il Complesso forestale di Valle di Mezzo, il Complesso forestale di Monte Mattone del Bosco Casamara e del Bosco della Pagliarona, il Complesso del Bosco di Feudo di Val Cocchiara e del Monte Pantano, Complesso forestale del Bosco Falascoso, Bosco Ricinoso e di Monte S. Paolo, le aree di pascolo e di praterie.

Come si è già accennato, la struttura montuosa della catena delle Mainarde, costituisce la dorsale appenninica e confine tra il Molise e l’Abruzzo. Le falde, caratterizzate da pendici aspre e imponenti fanno da panorama all’anfiteatro naturale di Valle Fiorita ricoperte per lo più da boschi di faggio, con presenza sporadica di pioppi ed aceri. La mitezza del clima, l'esposizione a mezzogiorno e la vicinanza di sistemi montuosi e sistemi fluviali tipici del meridione inoltre, hanno favorito la penetrazione di essenze più termofile e di elementi di macchia mediterranea, come il leccio (Quercus ilex) sulle pendici più favorite delle Mainarde. L’area sottostante invece è caratterizzata dalla presenza vegetazionale di ampi boschi di cerro, con aceri campestri e biancospini nei boschi Casamara e Pagliarona che si alternano, nelle zone più soleggiate, alla roverella, il carpino nero ed il nocciolo, vegetazione tipica del bosco appenninico. Il sottobosco, particolarmente fitto nel territorio della Valle di Mezzo è ricco di vegetazione e costituisce l’habitat naturale di molte specie animali. Proprio in quest’area dove le acque del fiume Volturno precipitano nelle Cascate della Cartiera, attraverso il bosco si giunge alla forra di San Michele che ospita l’Eremo di San Michele Arcangelo, la cui costruzione si colloca intorno all’anno 1000 d.C..52

52

Filocamo F., Amato V., Rosskopf C.M., L’itinerario “Le Mainarde - Alto Volturno”:

un percorso geoturistico alla scoperta della geologia del settore molisano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Memorie descrittive della Carta Geologica d'Italia, ISPRA Vol. 102/2017, p. 140

Nei complessi boschivi di Val Cocchiara e Monte Pantano, oltre alla presenza delle specie sopracitate, nelle zone inferiori dei pianori intermontani di Pantanello e Val Maturi presentano la caratteristica delle praterie e dei pascoli che occupano vallette e depressioni del terreno costituendo un ambiente particolarmente umido e fresco favorendo la vegetazione di manti erbosi molto compatti. Interessante è nelle zone limitrofe, l’area a pascolo del Monte Pantano, caratterizzato da un sottosuolo di torba la quale per effetto delle piogge invernali, lascia spazio alla formazione di un’area umida unica nell’Appennino costituendo l’habitat per le rotte migratorie degli uccelli acquatici verso l’Africa. Nel fondovalle, i piccoli corsi d’acqua, alimentati soprattutto nel periodo invernale, è stata rilevata la presenza di fauna acquatica di trote e gamberi. Diverse inoltre sono le aree interessate da rimboschimento artificiale modellato dall’esercizio delle attività colturali soprattutto nel Comune di Rionero Sannitico costituito dai rimboschimenti di Colle “il Monte”, San Mariano e Colle della Guardia.

Fig.6 Monti della Meta, https://www.passaggilenti.com/monti-della-meta-trekking/

Lungo i greti dei vari corsi d’acqua sono state riscontrate formazioni igrofile molto diverse tra di loro in quanto la corrente del fiume rende particolarmente notabili i biotopi ad esso legati, stimolandone la continua trasformazione nel tempo.53 Presenze di

53 Regione Molise, Dalle Mainarde all’Alta Valle del Volturno,

canneti si riscontrano soprattutto lungo il corso del fiume Vandra, mentre le specie arbustive ed arboree sono presenti nella zona più aperta. Il corso medio del Volturno, nelle aree alluvionali ghiaiose e collocate più in alto rispetto al livello medio della corrente, sono caratterizzate da varietà floristiche tra cui le orchidee selvatiche dai colori vividi in primavera.

Uno degli elementi che contraddistingue il settore delle Mainarde è la popolazione faunistica ricca in specie e numero di individui esistenti. Protagonista e dominatore incontrastato del superbo scenario montuoso è sicuramente l'orso bruno marsicano nomade nel PNALM, la cui presenza nell’ultimo anno ha visto un significativo incremento della popolazione, monitorato dal personale del Parco impegnato costantemente nella protezione e salvaguardia della specie, nonché simbolo dello stesso. Da segnalare inoltre è la presenza del lupo, spesso segnalato in branchi in continuo movimento nei boschi delle Mainarde che offrono un habitat ideale anche per il camoscio d'Abruzzo , cervo ed il capriolo che si spingono spesso indisturbati nei centri abitati. Differente caso è quello del cinghiale, la cui cospicua proliferazione, che secondo stime ammonterebbe a 13 000 esemplari per una popolazione di circa 300 000 abitanti, attribuibile ad un passato ripopolamento con una specie non autoctona (razza ungherese), ha provocato seri danni alle colture della zona e disagi per l’intera popolazione, tanto da istituire una Task Force per attuare un piano di gestione e controllo della specie. Sono da segnalare alcune specie volatili come l'aquila reale, il nibbio reale ed il falco pellegrino. In ultimo tra i numerosi rettili va ricordata la piccola e rara vipera dell'Orsini, trovata sulle pendici della Meta, mentre tra gli anfibi la delicata salamandrina dagli occhiali.

2.5 I SIC, le ZSC e le ZPS

La conservazione della biodiversità è uno degli obiettivi prioritari per garantire la salvaguardia e miglioramento del territorio. A tal proposito, Natura 2000 è il principale strumento di politica dell’Unione Europea che mira a tale scopo. È una rete ecologica