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5. Impianto “La Filippa”

5.1. Tipo di impianto e contesto ambientale

5.1.1. Inquadramento territoriale

5.1.1.5. Idrologia e idrogeologia

La zona oggetto del presente studio si situa sul versante in destra idrografica del F. Bormida di Spigno; in questo ambito il reticolo idrografico, in relazione all’assetto morfo-topografico e ai caratteri meteo-climatici, presenta uno sviluppo limitato con una serie di impluvi scolanti bacini con superficie di pochi chilometri quadrati e assenza di corsi d’acqua di rilievo.

L’impianto si localizza nel sottobacino del Rio Filippa, la cui asta principale dopo un percorso di circa 1,5 km confluisce nel Rio delle Ferrere. Il bacino considerato nel suo complesso raggiunge la quota massima di 688 m s.l.m., mentre il punto di recapito finale, nel F. Bormida al margine settentrionale dell’abitato di Cairo Montenotte, è posto a circa 320 m s.l.m..

Nell’area di diretto interesse per l’impianto l’unica asta drenante significativa è rappresentata dal Rio Filippa. Il regime, strettamente connesso alla distribuzione degli apporti meteorici, risulta fortemente variabile e solo nella parte inferiore dell’alveo si riscontrano deflussi, sia pure molto limitati, per gran parte dell’anno. Nel suo sottobacino non sono presenti sorgenti. L’alimentazione allo scorrimento deriva in parte prevalente dalle precipitazioni dirette; nei settori di fondovalle prossimi al livello di base, un modesto apporto proviene anche dallo scorrimento idrico sotterraneo ospitato nei depositi delle coperture. Tale contributo è praticamente inesistente nella parte alta del bacino, dove l’alveo è modellato direttamente nelle marne del substrato. Gli impluvi maggiori confluenti nel Rio Filippa (lunghezza nell’ordine dei 500 m) costituiscono aste drenanti con deflussi occasionali durante i periodi di prolungate precipitazioni, mentre la maggior parte delle incisioni secondarie rappresentano solo dei solchi di erosione lineare sede saltuariamente di deflussi liquidi per brevissimi periodi (ore – pochi giorni), a seguito di apporti meteorici particolarmente rilevanti.

La carta di inquadramento idrogeologico regionale, redatta in scala 1:25.000 (Figura 10), consente di visualizzare l’estensione regionale dei complessi idrogeologici (Celico, 1986-1988; Civita, 2005 a,b) scarsamente permeabili costituenti la struttura del rilievo, la sporadica presenza dei complessi a maggiore permeabilità relativi ai terreni delle coperture e i rapporti tra circuiti idrici sotterranei e corpi idrici superficiali. L’ampiezza dell’areale considerato consente di localizzare cartograficamente anche le litologie relative al basamento alpino e alle sequenze carbonatiche, i cui affioramenti si collocano a distanza rilevante e sempre idrogeologicamente isolati dalle unità litologiche dell’area di studio.

Figura 10 : Inquadramento idrogeologico regionale di area vasta. Riduzione dell’elaborato originale in scala 1:25.000.

Nell’ambito territoriale di riferimento sono state individuate, sulla base dell’assetto geologico-strutturale, 4 principali serie idrogeologiche ed i relativi complessi:

Serie idrogeologiche del substrato locale - Serie del basamento alpino:

o Complesso basale indifferenziato: Calcescisti, micascisti, filladi, serpentiniti e metagabbri, generalmente a debole grado di fessurazione. Permeabilità di tipo secondario per fessurazione. Valori relativi da bassi a bassissimi, localmente maggiori in corrispondenza degli orizzonti a maggiore grado di fessurazione. Presenza di acquiferi di estensione limitatissima coincidente con le principali zone di disturbo tettonico.

- Serie Triassica:

o Complesso calcareo-dolomitico: Calcari, calcari dolomitici e dolomie. Permeabilità prevalente per fessurazione e carsismo. Valori relativi variabili da medio-bassi ad elevati. I litosomi in continuità idraulica e correlati a bacini di alimentazione sufficientemente estesi ospitano una rilevante circolazione sotterranea.

- Serie Oligo-Miocenica:

o Complesso arenaceo-conglomeratico: Corrisponde alla Formazione di Molare. Arenarie, sabbie e conglomerati. Spessore variabile da alcune decine di metri a circa 150 m. Permeabilità per porosità e subordinata fessurazione. Valori relativi da medi a bassi. La presenza di piccoli acquiferi a sviluppo locale è subordinata agli intervalli con minore cementazione e scarsa matrice limosa. Le potenzialità idriche non sono rilevanti.

o Complesso argilloso-marnoso: Comprende la sequenza tipica della Formazione di Rocchetta-Monesiglio (RTM). Marne e marne argillose con intercalazioni arenacee nettamente subordinate. Permeabilità per porosità e, localmente, fessurazione, con valori relativi molto bassi. A scala del rilievo collinare il complesso è privo di circolazione idrica sotterranea. La quasi totalità dell’intero bacino del Rio Filippa risulta compresa nell’areale di affioramento di questo complesso.

o Complesso arenaceo-marnoso: Corrisponde ai corpi lenticolari arenacei e arenaceo-conglomeratici di maggiore importanza intercalati nella sequenza marnosa tipica. Fitte alternanze arenaceo-marnose con netta prevalenza della componente granulare, intervallate ad orizzonti arenacei di spessore plurimetrico. Permeabilità prevalente per fessurazione, nell’insieme con valori relativi bassi o, localmente, medio-bassi. Lo stato di fratturazione e lo spessore degli intervalli arenacei determina una certa variabilità nella permeabilità, con l’esistenza di piccoli corpi idrici con sviluppo locale.

Serie idrogeologiche delle coperture - Serie idrogeologica Quaternaria:

o Complesso alluvionale: Depositi fluviali relativi al reticolo principale incentrato sui corsi del F. Bormida di Spigno e di Millesimo. Sabbie e ghiaie con ciottoli, limi sabbiosi. Costituiscono con spessori variabili da 4 ÷ 5 m a 8 ÷ 9 m il colmamento dei fondovalle maggiori. Permeabilità di tipo primario per porosità, con valori variabili da medi a elevati. Ospitano una falda libera superficiale in connessione idraulica con l’alveo e costituiscono il recapito finale dei circuiti ospitati nei lembi del complesso detritico-colluviale in continuità giaciturale.

o Complesso detritico-colluviale: Accumuli di frana, depositi torrentizi relativi al reticolo idrico minore, coperture detritico-colluviali. Sabbie limose, limi argillosi, ciottoli e blocchi di marne e arenarie inglobati in sabbie argillose. Assortimento granulometrico fortemente variabile e,

generalmente, con rilevante presenza di una matrice fine. Spessori variabili, compresi generalmente nell’ordine di pochi metri, ma che possono superare la decina di metri negli accumuli di frana di maggiori dimensioni o in corrispondenza dei corpi di conoide. Permeabilità di tipo primario per porosità con valori relativi variabili da medi o elevati (accumuli di frana, depositi torrentizi) a medio-bassi (coperture detritico-colluviali). Presenza di circuiti idrici prettamente locali, spesso a deflusso stagionale; per la posizione morfo-stratigrafica del complesso, la circolazione sotterranea costituisce piccoli circuiti idrici sospesi al di sopra dei complessi del substrato locale.