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Il fenomeno migratorio che cattura l'attenzione dell'opinione pubblica con un approccio principalmente rivolto all'ambito economico, geografico, sociologico e politico, non trova il giusto risalto con riferimento all'aspetto religioso. Le genti straniere che arrivano nel nostro territorio si distinguono, oltre che per tradizioni e cultura, anche per l'appartenenza a varie confessioni religiose. Gli immigrati cristiani manifestano diversità che si impattano con le Chiese locali autoctone, per la liturgia e per il modo di sentire la fede cristiana. I giovani fedeli stranieri che frequentano le scuole, i campi di gioco e gli oratori, responsabilizzano le Parrocchie ad accoglierli senza alcuna pretesa di 26 Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato dell’anno 2017 del Santo Padre Francesco Vaticano 8 settembre 2016.

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assimilazionismo, nel rispetto delle diverse tradizioni e culture. Una sfida per la Chiesa cristiana che deve essere aperta al forestiero come la sua storia e prima ancora la storia di Israele caratterizzano la tradizione di apertura ad accogliere il fratello errante. Ed è con Cristo che Dio stesso si fa straniero. La diffusione del Vangelo si espande anche per l'opera missionaria degli emigranti cristiani che per ragioni di lavoro si spostano in aree dove il

cristianesimo è sconosciuto, creando una interdipendenza all'evangelizzazione fra i popoli. Un ecumenismo mondiale che mira a

promuovere l'unità dei cristiani e a favorire un dialogo con i fedeli delle altre religioni evitando forme di intolleranza ed intransigenza e favorire al contrario un mondo che si basi sulla pacifica convivenza.

La parrocchia è il luogo dove approdano gli stranieri, dove avviene l'incontro con le famiglie delle comunità cristiane locali, dove maggiormente

si sente la necessità di una educazione all'accoglienza che non si limita ai soli servizi materiali di sopravvivenza. La parrocchia è la postazione che sta in prima linea per diffondere un sentimento di fraternità allontanando qualsiasi atteggiamento di chiusura e di discriminazione. La parrocchia diventa la Chiesa missionaria che dà ai migranti la possibilità dell'annuncio del Vangelo a popolazioni provenienti da ogni parte del mondo. Sono persone come noi ed hanno il diritto ad essere trattate al pari di tutti gli altri cittadini. Questo

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aspetto del migrante è la parte più difficile da curare e viene spesso trascurata dimenticando le tradizioni culturali e spirituali che animano queste persone. La irrefrenabile spinta alla immigrazione che interessa il nostro Paese diventa, pertanto, una opportunità per l'annuncio del Vangelo, una via alla fede. Lo ricorda Sua Santità Benedetto XVI che chiama le “Migrazioni : segni dei tempi” in occasione del messaggio per la giornata mondiale delle migrazioni del 2006. (27)

Il Pontefice ricorda l'insegnamento che interessa tutti i campi della vita ecclesiale, così come proviene dal Concilio Vaticano II, voluto dal Beato Papa Giovanni XXIII, riguardo la continua evoluzione della complessa realtà del mondo contemporaneo. In particolare uno dei segni più evidenti è il fenomeno migratorio caratterizzato, fra l’altro, dal fattore lavoro per effetto della spinta esercitata da un mercato che travalica i confini nazionali e diventa globalizzato. Un mercato che comprende, diversamente dalle epoche precedenti, anche le donne che si occupano di lavori domestici, di assistenza e cura agli anziani, nonché di servizi nelle strutture alberghiere spesso sfruttate e mal pagate. Purtroppo, in molti casi sono addirittura vittime inconsapevoli dell'industria del sesso. 27 Messaggio giornata mondiale del migrante e rifugiato del 2006 di Sua Santità Benedetto XVI dal Vaticano 18 ottobre 2005.

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Sarà, ancora, Papa Francesco nel Messaggio per la giornata del Migrante e del Rifugiato del 2014 a considerare un segno dei tempi l'arrivo del migrante :“Si tratta, allora, di vedere noi per primi e di aiutare gli altri a vedere nel migrante e nel rifugiato non solo un problema da affrontare, ma un fratello e una sorella da accogliere, rispettare e amare, un'occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire alla costruzione di una società più giusta, una democrazia più compiuta, un paese più solidale, un mondo più fraterno e una comunità cristiana più aperta secondo il Vangelo”(28).

Una visione rivolta alla persona umana che non sia limitata alle sue esigenze materiali, ma comprenda la dimensione spirituale; i migranti ed i rifugiati sono bambini, donne e uomini che hanno abbandonato o sono costretti ad abbandonare le loro case e chiedono la nostra attenzione per fuggire dalla miseria e dalle sofferenze in cui vivono. E' necessaria una cooperazione internazionale animata da un forte spirito di solidarietà tra i Paesi da cui partono e i Paesi in cui arrivano i migranti e adeguate normative aperte alla loro accoglienza e a quella delle loro famiglie. Un altro aspetto che il Santo Padre Francesco evidenzia nel Messaggio è riferito all'importanza di 28 Messaggio di Papa Francesco giornata mondiale del migrante e rifugiato del 2014 dal Vaticano 5 agosto 2013.

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una corretta informazione da parte dei mezzi di comunicazione per superare il formarsi dei pregiudizi nelle popolazioni locali all'arrivo dei migranti.

Le preoccupazioni ricorrenti interessano normalmente la perdita della propria identità e cultura, il mettere a rischio la sicurezza sociale, la concorrenza nel mercato del lavoro, l'incremento della criminalità, provocando paure e ostilità che si alimentano in assenza di una corretta informazione. E' necessario non cadere in facili luoghi comuni e predisporsi all'incontro con lo straniero, con un atteggiamento non di paura e diffidenza, ma di costruttiva interazione e di conoscenza fraterna.

E' una occasione che la Provvidenza ci offre per costruire una società più giusta e una comunità cristiana più aperta secondo il Vangelo.

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