“L’équipe azuréenne”
3.3 Il calendario ciclistico della Costa Azzurra
In questo paragrafo ho scelto di analizzare “l’équipe azuréenne” tra il 1945 e il 1947 cercando informazioni sui giornali locali.
Per capire il peso e l’importanza che gli atleti italiani ebbero sulla Costa Azzurra è bene fare un piccolo passo indietro, precisamente alla domenica del 26 giugno 1938. A questa data a Nizza è prevista la finale del VI Critérium Cycliste des Italiens de France, gara ciclistica francese
242 «Nice Matin», 20 febbraio 1947.
243 Cfr. anche,
http://comunesanquirico.it/ASSOCIAZIONI/Etruria/primo_volpi/primo_volpi.html, per il palmares di Volpi.
riservata agli italiani migrati244. La gara nacque nel 1933. La prima edizione fissò quello che resterà in seguito il regolamento della corsa:
vennero prima disputate le eliminatorie nelle principali città francesi, mentre la finale di quell’anno si disputò a Parigi. In quell’occasione, come scrive «L’Eclaireur de Nice»: “L’Azuréen Filoni prenait la 16e place”.
Filoni, italiano, per il giornale nizzardo difendeva dunque i colori della Costa Azzurra. L’«Eclaireur de Nice» ripercorre poi tutta la storia della corsa.
Nel 1934 la seconda edizione vede gli “Azuréens” più competitivi:
Les Azuréens terminaient en bonne position: le regretté Maïano 11°, Ceccantini 18° et Valentini 20°.Nel ’35 la finale si disputa a Lione, altra città a forte immigrazione italiana. A 1’40” dal vincitore si piazzano Arnaldi, Succo e Lodino, di Cannes, mentre Fermo Camellini giunge 9°.
Nel ’36 Tesorini e Martini giungono 19° e 20°. Nel 1937 si corre a Grenoble, dove Les Azuréens se distinguaient une fois de plus, puisque Zanti prenait la 2e place, Rosso la 9e. Per quanto riguarda la finale del 1938 la riflessione del giornale è che
Gli Azuréens, che si sono sempre comportati brillantemente, si troveranno sul loro terreno ideale. Ma avranno a che fare con avversari
244 «L’Eclaireur de Nice», Le VIe Critérium Cycliste des Italiens de France, 21 giugno 1938. Cfr.quest’articolo anche per la storia della corsa.
tenaci che, a Parigi, a Bourdeaux, a Lione, a Nancy e a Lille hanno realizzato delle belle performance.
Dunque la testata nizzarda parla di questi italiani come se fossero dei difensori dei colori della Costa Azzurra. Tutti i ciclisti che il quotidiano cita sono italiani migrati in Costa Azzurra, ma sono comunque dei veri e propri Azuréens, dei corridori di casa, in opposizione ai corridori delle altre regioni di Francia. Questo dunque l’atteggiamento che un quotidiano delle Alpi Marittime teneva nei confronti degli italiani prima della seconda guerra mondiale. E dopo? Come cambia l’atteggiamento verso i ciclisti italiani, se cambia?
1945
Quest’annata segna il riavvio in tutta la Francia delle competizioni ciclistiche. Le vicende belliche non sono ancora terminate, dunque c’è ben poco spazio per le gare internazionali. Comunque nella zona di Nizza si riprendono a organizzare le gare che, prima della guerra, erano considerate delle classiche regionali. Analizzeremo per ora solo queste gare.
La stagione 1945 si apre in Costa Azzurra col Grand Prix de Cagnes-sur-Mer, a inizio marzo. La prova è nazionale e vi partecipano atleti provenienti in particolare da Parigi. A vincere la corsa è Lucien Teisseire (OGCN), davanti a Fermo Camellini (AS Monaco), Louis Thiétard, Amédée Rolland (AS Monaco), Pierre Molineris, Léon Paolini (OGCN) e
Joseph Martino (OGCN)245. In quest’occasione ad arrivare secondo è dunque l’italiano Camellini. Più volte viene ribadita l’origine di questo corridore, ma mai in tono ostile, tutt’altro. Il giornale «Libres» dimostra anzi simpatia verso questo atleta, tra i protagonisti della corsa anche in maniera un po’ comica. Infatti, a quindici chilometri dal traguardo sei uomini si trovano in fuga: Thiétard, Camellini, Rolland, Teisseire, Molineris e Paolini. Camellini, forte in salita, comprende che avrebbe poche chanches di vincere allo sprint; dunque scatta e riesce a prendersi una cinquantina di metri di vantaggio finché giunge in vista di uno striscione che sembra indicare il traguardo. Accelera, sprinta a braccia alzate e sorridente scende dalla bicicletta. La folla gli fa segno di continuare, ma è troppo tardi. Gli inseguitori lo riprendono e si involano verso il traguardo dove Teisseire trionfa.
Una settimana dopo si replica, sempre in Costa Azzurra, col Grand Prix de la ville de Nice. In testa alla corsa fino a metà gara si trova un gruppo di sette uomini. Fermo parte tutto solo, li raggiunge e li supera transitando primo sul traguardo di Nizza. In quest’occasione «Libres»
celebra la vittoria di Camellini davanti proprio a Teisseire, distanziato di 1’13”, mentre a seguire troviamo amcora Thiétard, Rolland, Molineris e
245 «Libres», Devant son public, à Cagnes sur Mer Lucien Teisseire bat Fermo Camellini et gagne la premièrs manche… mais l’Italien veut prendre sa revanche dimanche dans le Grand Prix de la Ville de Nice, 11 marzo 1945.
l’italiano Martino246. Dodicesimo un altro italiano immigrato, Giauna. Il giornale chiude l’articolo intimando a tutti i corridori di fare attenzione
“all’italiano di Monaco” che potrebbe fare bella figura alla Parigi-Roubaix.
Quello che è interessante notare è che la vittoria di Camellini, un italiano immigrato, non rappresenta per niente uno smacco per i giornali della Costa Azzurra che anzi simpatizzano con questo personaggio.
Per un po’ di tempo in regione non si corrono gare di rilievo, dunque l’interesse dei corridori si sposta verso le altre regioni francesi. In questi casi gli “azuréens” vengono seguiti in queste trasferte dai giornali locali e i loro nomi sono distinti rispetto a quelli degli altri corridori francesi in quanto sono evidenziati in neretto. A inizio giugno si corrono due prove:
l’Omnium de Paris, corsa divisa in tre parti di cui la prima è una tappa in linea, la seconda in salita e la terza è una cronometro, e il Grand Prix de Limoges. Il primo viene vinto dalla coppia bretone Robic -Le Guevel, il secondo da Dante Gianello. Tra tutti i partecipanti elencati quelli evidenziati in neretto, e dunque considerati azuréens, sono: Aimar (marsigliese), Camellini, Dante Gianello, Emile Rol, Teisseire, Otto, Joseph Magnani e Amédée Rolland. Camellini a Parigi è vittima di una foratura. Per quanto riguarda invece Dante Gianello «Libres» usa le seguenti parole:
246 «Libres», A Cagnes, A Cagnes, L. TEISSEIRE avait gagné une manche dimanche, CAMELLINI a gangé la seconde en enlevant le Grand Prix de la Ville de Nice, 18 marzo 1945.
A Limoges, il Grand Prix ciclistico di questa città, disputato su un percorso molto accidentato che da Limoges riportava a Limoges, passando per Bergerac, Bourganeuf, Guéret, La Souterraine et Bessines, permetteva al
“cannois” (di Cannes) Dante Gianello, divenuto ora “carcassonois” (di Carcassonne), d’ottenere il suo primo successo dopo la Liberazione in una prova dove ha battuto rispettivamente Massal, rivelazione della stagione, Mallet, Galliussi (italiano migrato in Francia) e Grimbert, suoi compagni di fuga247.
Agli atleti italiani, come Camellini o Gianello, o di origine italiana, come Magnani, i giornali nizzardi dedicano lo stesso spazio che agli altri corridori. Anzi, essendo ciclisti di rango godono di un’attenzione anche maggiore, cosa assolutamente non scontata visto che siamo ancora in periodo di guerra. Questi immigrati vengono in genere identificati, soprattutto durante le prove nazionali, con l’aggettivo relativo alla città o al paese di provenienza, come abbiamo visto ora per Gianello (cannense o carcassonense), quasi a rimarcare la loro origine “azuréenne”, cioè della Costa Azzurra.
Qualche settimana dopo Camellini vince ancora fuori casa, vicino Parigi, alla Paris-Reims, gara internazionale. «Libres» gli dedica un intero articolo celebrando la sua stagione nella quale è già arrivato al quarto
247 Tony Bessy, Dimanche se sont courues deux belles épreuves: l’Omnium de Paris et le Grand Prix de Limoges, «Libres», 1 giugno 1945.
successo. Al velodromo di Reims Camellini si presenta con due minuti d’anticipo sul bretone Goasmat e su Tassin.
La corsa dell’Azuréen stupirà senza eccezione tutti gli inseguitori […]
Ma questa grande forma che lui sa essere passeggera e che ha in questo momento, il piccolo Fermo vuole conservarla per la grande prova che vuole inscrivere nel suo palmarès, quella che fa sognare tutti i ciclisti del mondo:
il Tour de France. Questa corsa quest’anno non avrà ancora luogo, ma prima che termini la sua carriera vuole a tutti i costi se non vincerla almeno parteciparvi.
Ciò avverrà sicuramente, ma sotto quali colori Camellini correrà visto che, se è italiano di nazionalità, tutte le simpatie di Fermo, nizzardo d’adozione, vanno ora alla Francia?248
Camellini vince, ed è dunque nizzardo e quasi francese. Chiaramente il ciclista deve aver assecondato queste tendenze che, in regione, dovevano certamente aiutarlo ad integrarsi e a vivere meglio.
A fine annata un italiano, Dante Gianello, è costretto ad abbandonare l’attività ciclistica a causa di un incidente. La Costa Azzurra e la Federazione Francese Ciclistica non si dimenticano di lui: in ottobre a Marsiglia viene organizzato il Grand Prix Gianello, gara di inseguimento a squadre ed individuale di cinque chilometri. Il via alla corsa viene dato
248 Tony Bessy, Second du Grand Prix de Cagnes et du Critérium du Printemps, vainqueur du Grand Prix de Nice, du Critérium du Limousin, du Grand Prix de Provence et de Paris-Reims. Tel est cette saison l’éloquent palmarès de FERMO CAMELLINI… dont le but reste le Tour de France, «Libres», 22 giugno 1945.
dallo stesso Gianello. Dal ricavato della manifestazione di solidarietà, circa 267.000 franchi, 100.000 vengono ripartiti tra la vedova di Carini, ciclista scomparso, e lo stesso Dante, ormai ex ciclista professionista. «Libres»
saluta così quest’atleta:
Dante Gianello, che non tornerà più su una bicicletta da competizione, ma di cui il nome resterà negli annali del ciclismo, si è presentato a Marsiglia per presiedere al gala presso il velodromo. Già al 25° challenge di boxe degli amatori, sabato scorso, la folla gli fece un’ovazione così toccante che il piccolo campione cannense non ha potuto trattenere le lacrime. “Dite grazie a tutti”, ci ha detto semplicemente, “e grazie anche per i figli di Carini”249.
Da parte sua la FFC offre a Dante una sovvenzione di soccorso di 10.000 franchi250. Da notare che la decisione arriva direttamente da Parigi, a testimonianza di come questi atleti, grazie allo sport, possano considerarsi davvero ben integrati.
Prima di tirare le conclusioni su questa annata ci sono ancora due prove da segnalare: la vittoria della coppia Martino-Camellini sulla Promenade des Anglais in una prova di velocità, riportata da «Nice Matin»
in prima pagina251, e la corsa della Turbie, prova internazionale che si svolge nelle montagne tra Nizza e Monaco. A vincere questa gara è Paul
249 Paul Vezien, Le gala Carini-Gianello, «Libres», 18 ottobre 1945.
250 «Nice Matin», 16 ottobre 1945.
251 «Nice Matin», 6 novembre 1945.
Giacomini (OGCN) davanti a Louis Otto (OGCN), Fermo Camellini, André Nicolaï (AVAN), Kubler (Svizzera), Galliusi (Toulouse). Da notare che, per «Libres»252, in questa prova, agli svizzeri Kubler, Amberg, Kuecht, Claessens, Collart, al lussemburghese Mayèrus, ai parigini Caffi, Giguet e Mallet, il ciclismo ”azuréen” risponderebbe con Fermo Camellini, Louis Otto, Amedée Rolland, Emile Rol, Magnani e le rivelazioni Nicolaï, Giacomini, Falaschi, Chiassone, Magnand ecc. Anche quest’occasione dimostra che a un immigrato, per essere considerato un corridore di casa, e dunque un “azuréen”, è sufficiente abitare in Costa Azzurra, essere una persona rispettabile e riscuotere la simpatia del pubblico locale.
La stagione ciclistica 1945 è volta al termine. «Libres» traccia le fila dell’annata in un articolo del 29 novembre 1945253. L’introduzione si apre con la celebrazione della Costa Azzurra, terra eletta per il ciclismo e riserva di campioni nel passato, con Binda, Broccardo, Urago, Vietto, Lusueur, Giorgetti e Minardi, e ancora oggi, con Teisseire, Camellini ed Otto. Passi per Camellini e per Vietto, ma certamente un italiano al vedere il nome di uno degli idoli dei nostri nonni, Binda, inserito tra i corridori “azuréens”
storcerebbe di certo il naso. Eppure la realtà di una regione come le Alpi Marittime è proprio questa: essendoci tanti immigrati non è possibile discriminarli automaticamente. Se vivono in Costa Azzurra possono già
252 L. R. Massiera, Les vedettes n’étaient pas à l’arrivée et c’est Paul GIACOMINI qui enlève la course devant Louis Otto et Fermo Camellini, «Libres», 8 novembre 1945.
253 Jean de Monfaurd, Saison cycliste ’45, «Libres», 29 novembre 1945.
essere considerati del luogo, chiudendo un occhio sulla loro origine. Se in più sono bravi atleti bisogna valorizzarli, ricordando sempre qual è la regione che li ha lanciati dal punto di vista sportivo, cioè la zona di Nizza.
L’articolo continua elencando tutte le vittorie stagionali degli “azuréens”.
Tra i protagonisti dell’annata vengono elencati: Lucien Teisseire, Giorgetti, Paolini, Molinéris, A. Rolland, Camellini, Martino, Rol, Giacomini, Otto, Nicolaï, Emile Teisseire, Jean Lazaridès, Sordello, Giauna, Gauthier, Costa, Fricker, Falaschi, Da Ros, Joseph Magnan, Magnaud.
Infine «Libres» chiude l’annata reclamando per la nazionale francese che parteciperà al Tour del 1946 Vietto, Teisseire e Camellini che, secondo il settimanale, dovrebbe essere naturalizzato l’anno successivo.
1946
La stagione presenta in calendario importanti gare internazionali alle quali parteciperanno anche gli azuréens. Cominciamo ad analizzare quest’annata ancora da marzo, quando, coll’apparire del sole, si corrono le prime prove su strada.
Come ogni anno l’apertura della stagione ciclistica professionale francese viene data dal Grand Prix de la ville de Nice, organizzato dall’OGCN e da «Nice Matin». A vincere la gara allo sprint è Antoine
Giauna, “ce bel athlète français de Monaco”254. In verità Giauna gareggia sì per l’AS Monaco, ma è nato in Italia. Per la stampa locale è però perfettamente francese nonché “azuréen”, e dunque rappresenta l’ennesima vittoria degli atleti della Costa Azzurra. Giauna in volata avrebbe battuto i compagni di fuga Pierre Brambilla (Annecy), Joseph Tacca (Paris), Yvon Marie (Paris), F.Camellini, De Gribaldy Jean e Costa Louis (AS Monaco).
Una settimana più tardi il palcoscenico si sposta a Cannes, per il Grand Prix della città. La gara si risolve a trenta chilometri dal traguardo. Il gruppo è appena uscito da Saint Raphaël quando due uomini vanno in fuga:
si tratta di Quaglieri e del lionese Baratin. I due vengono raggiunti poco più tardi da Paul Neri, che poco dopo resta in fuga da solo con Baratin. Il vantaggio dei due rispetto al gruppo non supera mai il minuto, ma Paul Neri riesce a resistere fino al traguardo dove transita primo con un margine che si è ormai assottigliato a qualche centimetro. Il plotone degli inseguitori viene infatti cronometrato con lo stesso tempo del vincitore255. Anche Paul Neri è italiano, ma il pubblico e Mario Brun, il corrispondente della corsa per «Nice Matin», lo scopriranno solo dopo la sua perdita del titolo di campione di Francia.
Alla Milano-S.Remo l’équipe azuréenne si presenta con due dei suoi principali corridori: Camellini e Teisseire. Teisseire brilla giungendo
254 Emile Laurence, Notre outsider Antoine GIAUNA remporte au sprint le grand Prix de la Ville de Nice, «Nice Matin», 12 marzo 1946.
255 Mario Brun, Paul Neri a conservé de justesse dans le Grand Prix Cycliste de Cannes le bénéfice de sa fugue avec Baratin, «Nice Matin», 26 marzo 1946.
secondo alle spalle di un inarrivabile Coppi che gli rifila ben 14 minuti di distacco. «Nice Matin» rimarca anche il piazzamento finale di Camellini, ventunesimo256.
A inizio maggio si corre una grande classica francese, la Parigi-Nizza. A vincere questa prova è Fermo Camellini, che indossa la maglia verde di leader della corsa dalla prima all’ultima tappa. Questa vittoria, seguita giorno per giorno da «Nice Matin», vale al campioncino monegasco gli appellativi di campione ostinato e appassionato al suo mestiere257. Le pagine e le foto che il quotidiano nizzardo spende per celebrare Fermo aumentano di giorno in giorno durante lo svolgimento della gara.
L’équipe azuréenne viene esaltata ancora durante i giorni di Pentecoste, quando i ciclisti locali si affermano in diverse competizioni, con soddisfazione della stampa nizzarda e dei costruttori di biciclette della regione, che possono fregiarsi del merito di aver sostenuto gli atleti
“azuréens” nelle loro vittorie258. Tra i vincitori ci sono Louis Otto al Meeting de Menton, Louis Costa al Grand Prix de Cagnes, Camellini vince in Belgio una prova d’inseguimento mentre Lesueur si afferma a Parigi in una gara di mezzo-fondo.
256 Emile Laurence, Milan-San Remo est remporté par Fausto Coppi avec 14 minute d’avance sur Lucien Teisseire, «Nice Matin», 20 marzo 1946.
257 André Costes, En champion obstiné et amoureux de son métier, Fermo CAMELLINI (A.S. Monaco) a remporté Paris-Nice, la “Course au Soleil”, «Nice Matin», 7 maggio 1946.
258 Tony Bessy, Le cyclisme azuréen a brillé durant cette “Pentecôte sportive. VIETTO se retrouve – LAZARIDES s’affirme – MOLINERIS connaît sa première grande victoire de la saison, «Nice Matin», 12 giugno 1946.
Ancora Camellini si mette bene in mostra in giugno. Alla fine della quinta tappa del Giro d’Italia conquista la maglia rosa, con 1’05’’ di vantaggio su Ortelli e 2’56” su Coppi e Bartali. Nonostante il vantaggio ridotto «Nice Matin» ha grande fiducia in questo campione
perché, puro prodotto della scuola azuréenne di ciclismo, Fermo Camellini, in fondo, rappresenta un po’ la Francia in questo Giro d’Italia. E il suo eventuale successo finale ricadrebbe immediatamente sul suo club, sul suo costruttore e sui suoi educatori francesi. […] Dunque buona fortuna, Fermo…259
Sfortunatamente Camellini dovrà ritirarsi dal Giro in seguito ad una caduta e non potrà lottare per la vittoria finale. Curioso comunque il fatto che «Nice Matin» lo consideri come un portavolce della Francia. Camellini per gli italiani non è veramente italiano, ma per gli ambienti sportivi francesi non è certo del tutto francese. Solo nella regione nizzarda può davvero contare sul sostegno della folla, dei mass media e delle istituzioni.
La squadra ufficiale italiana non lo vuole per il Tour del ’48, quella francese non può convocarlo in quanto non è naturalizzato; solo la stampa nizzarda lo annovera “virtualmente” nella selezione “azuréenne”, della quale fa incontestabilmente parte.
259 «Nice Matin», Déjà vainqueur de Paris-Nice FERMO CAMELLINI peut-il enlever cette année le Tour d’Italie?, 21 giugno 1946.
Alla Marsiglia-Monaco, il 30 giugno 1946, vince Jean Lazaridès, corridore dell’ES Cannes, figlio di immigrati greci trasferitisi nel 1922 a Marsiglia. Riguardo questa prova «Nice Matin» sottolinea la brillante prestazione di un “azuréen”, Guerino Camellini, dell’AS Monaco, fratello del più celebre Fermo.
A fine luglio si corre la Monaco-Parigi, gara a cinque tappe organizzata da «Le Parisien Libéré» e «Nice Matin». Il quotidiano nizzardo si ostina a nobilitare questa corsa col titolo di Tour de France e, talvolta, più onestamente, di mini Tour de France. Questa corsa in realtà non viene mai inserita negli annali del Tour. Semplicemente riproduce il vero Tour, ma in forma molto ridotta. I ciclisti vengono comunque convocati per nazionalità. Tra i ciclisti della Costa Azzurra nella squadra francese vengono convocati Vietto, dato tra i favoriti per la vittoria finale, Teisseire, Lazaridès, gregario di Vietto, e Molineris. Camellini corre invece per la squadra italiana.
Nonostante gli azuréens siano dunque divisi in due nazioni diverse
«Nice Matin» li tratta come fossero un’unica entità, come testimonia il titolo del 24 luglio 1946 relativo a questo “mini-Tour”: “L’italien Learco baito enlève l’étape MonteCarlo-Digne du Tour de France. Vietto et Lazaridès devenu descendeur, Molineris et camellini ont marqué l’étape de plusieurs exploits”. Camellini sarà costretto al ritiro nel corso della seconda
tappa. Per la Costa Azzurra le cose non andranno comunque male, visto che a Parigi leader della classifica finale sarà, a sorpresa, Lazaridès.
1947
Questa stagione, con la riedizione del Tour de France, segna il ritorno alla normalità nell’organizzazione delle corse internazionali.
Vediamo ancora cosa succede in Costa Azzurra.
Se Camellini viene più volte descritto dalla stampa locale come tenace e ostinato, Dante Gianello riesce ancora a far parlare di sé per la sua grande forza di volontà. Infatti, vittima di un incidente, gli viene amputata una gamba all’altezza del ginocchio nel corso del 1945. Tornato alla vita civile e divenuto giornalista Dante non si perde d’animo e, con grande stupore di «Nice Matin», riesce a tornare in bicicletta! Il quotidiano dunque si augura vivamente di poterlo veder correre un giorno nelle gare ciclistiche come un tempo260. Questa storia dimostra come un immigrato, tramite lo sport, poteva anche commuovere il pubblico locale.
Fino al Grand Prix de Nice, a inizio marzo, non ci sono gare previste in calendario, ovviamente. La stampa locale non cessa comunque di parlare di ciclismo. Il 2 febbraio Luigi Leoni, ex campione del mondo amatoriale, viene visto all’Opéra di Nizza in compagnia di una giovane ragazza. Il giorno dopo Leoni sarebbe tornato ad Alassio, dove la Bianchi si sta
260 Benoit Pezzuto, Reverrons-nous Gianello en course?, «Nice Matin», 23 gennaio 1947.