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L’Azienda Vitivinicola Tempere, nasce nel 1997 dai fratelli Pica ed è situata nel paese di Sant'Arsenio, nelle colline del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. L’azienda, a conduzione familiare, ha incentrato il suo business nella produzione di vino di qualità: l’aglianico “Tempere”. La Mission è quella di riportare alla luce i grandi vini autoctoni che una volta venivano prodotti in quelle terre. L’intervento di giovani menti, come quella di Filippo, nipote di uno dei fondatori, ha permesso l’innovazione dei processi aziendali a vantaggio di una qualità superiore del prodotto finale. Da tali interventi ne sono derivati diversi riconoscimenti come Oscar Green 2014 vincendo la fase regionale del concorso con cui Coldiretti premia le imprese giovanili più originali e innovative. Questo traguardo è stato raggiunto grazie all’innovativa sperimentazione di droni e sensori multispettrali che ha permesso la precisa mappatura dei terreni e la classificazione delle vigne in base ad indici di vigore.

La caratteristica principale di quest’azienda è il territorio. Il Vallo di Diano, dove è situata l’azienda, è diverso dal resto del Cilento sotto diversi aspetti quali morfologici, orografici, climatici e paesaggistici. È un ampio altopiano che supera i cinquecento metri, non ha

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sbocchi sul mare ne consegue un clima con marcate escursioni termiche e inverni molto rigidi. Tali condizioni pedoclimatiche del terreno lo rendono simile a quelle dell'Irpinia, del Sannio e del Vulture. Nonostante i nomi illustri delle terre appena citate da dove sono nate aziende produttrici di vino di successo, il Vallo di Diano non ha mai ricevuto l’attenzione giusta tale da permettere di esprimere le proprie eccellenze vinicole. La consapevolezza delle potenzialità del territorio ha spinto la famiglia Pica ad investire e a credere nella loro azienda. Dalle tradizioni e dalla passione di chi lavora e crede in questa terra è nato un vino che ripropone il carattere e il profilo della terra d’origine. L’azienda ha come intento di preservare e proiettare nel futuro il sogno del suo fondatore che già dalla fine dell'Ottocento aveva intuito la vocazione di quei terreni a produrre un vino dotato di forza e personalità. Oggi, alla realizzazione di quel sogno sta lavorando con grande tenacia la quarta generazione.

Business e situazione di mercato

L’ 80% del fatturato è coperto dal mercato domestico. Negli ultimi anni, grazie anche all’aumentare della fama dei vini italiani all’estero, l’azienda ha instaurato rapporti di vendita oltre confine, in particolare in Germania e in Francia dove sono state esportate diverse migliaia di bottiglie. Le prospettive future mirano ad un’apertura verso il mercato USA e del nord America dove l’azienda ha iniziato ad istaurare i primi contatti. Il vino Tempere non è e non vuole essere un vino di massa, ma è orientato verso un target di appassionati e cultori, persone che vedono il prodotto come un’esperienza. Questo al fine di maturare un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza attraverso gli elementi quali: caratteristiche uniche del prodotto, localizzazione, innovazione e reputazione aziendale.

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4.6.2 I servizi forniti dai droni all’Azienda Vitivinicola Tempere

Nel 2013, attraverso il Vinitaly (Salone Internazionale del vino e dei distillati) ed il circuito Coldiretti, l’azienda è venuta a conoscenza dell’utilizzo dei droni in campo agricolo e, spinta dal costante obiettivo di miglioramento del prodotto, ha deciso di adoperarlo nelle proprie vigne. Grazie all’innovativa sperimentazione di droni e sensori multispettrali che ha permesso la precisa mappatura dei terreni e la classificazione delle vigne in base ad indici di vigore, l’azienda ha vinto la fase regionale del concorso “Oscar Green 2014” con cui Coldiretti premia le imprese giovanili più originali e innovative.

L’impiego dei droni ha permesso di ottimizzare i processi aziendali e minimizzare i costi derivanti dall’uso di risorse per l’irrigazione, la concimazione e i trattamenti fitosanitari. Infatti, la possibilità di scattare dall’alto foto multispettrali ad alta risoluzione, dalle quali è stato possibile controllare l’umidità del terreno e costruire mappe tematiche del vigore vegetativo della cultura, ha consentito la valutazione del ciclo di vita della pianta e avere indicazioni sul suo stato di salute. Partendo da tali informazioni, sono stati attuati interventi mirati, quali la concimazione selettiva a dose variabile che hanno esaltato la qualità del prodotto in un contesto di sostenibilità delle risorse.

Per la prevenzione delle malattie delle viti (es. peronospora, tignola, etc.) prima dell’utilizzo dei droni, l’azienda Tempere adoperava tecniche agricole che prevedevano un largo uso di anticrittogamici (come verderame e zolfo) applicati con macchine agricole tradizionali come irroratrici e atomizzatori il cui impiego non è sempre agevole per le caratteristiche del territorio in cui si trova il vitigno. Nell’intento di coprire l’intera area coltivata (2,5 ettari), tali pratiche richiedevano notevoli carichi di lavoro. Con l’utilizzo dei droni, si è sperimentato un notevole risparmio nei tempi di esecuzione del lavoro e una razionalizzazione nell’uso delle risorse.

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Nel caso presentato, l’applicazione dei droni come strumenti rientranti nel framework di Agricoltura 4.0 non ha portato ad una crescita del quantitativo di vino prodotto, bensì un miglioramento della qualità della materia prima constatata attraverso i controlli effettuati sui parametri dell’uva e del vino.

4.6.3 Discussione

I vertici aziendali vedono l’utilizzo dei droni come la fase di avvio di un progetto più ampio di trasformazione dell’azienda verso un’agricoltura 4.0 dove l’agricoltore avrà un ruolo sempre più smart grazie all’impiego e all’implementazione delle nuove tecnologie affiancate a quelle tradizionali. Tuttavia, nonostante i risultati positivi, l’azienda Tempere ha dovuto sospendere momentaneamente l’impiego dei droni a causa della loro scarsa economicità in rapporto alla ristretta dimensione aziendale; la produzione complessiva (ottenuta da appena 2,5 ettari di vitigni) non è riuscita a coprire completamente i costi legati a tale processo tecnologico, anche se in fase di sperimentazione, l’azienda Tempere ha incrementato, in media, il prezzo di cinquanta centesimi di euro per bottiglia. L’applicazione efficiente di tale tecnologia potrebbe trovare un’ideale collocazione in grandi realtà aziendali, consorzi o cooperative, che raggiungano almeno 50 ettari di estensione. La superficie di coltivazione più estesa e la relativa produzione ottenuta, permetterebbero di ridurre notevolmente i costi legati al trattamento fitosanitario della vite incidendo in maniera irrisoria sul prezzo del prodotto finale.

La forma consortile in tale comparto dell’agricoltura, è ancora poco diffusa nella zona del Vallo di Diano, e comporta un danno per le numerose piccole aziende che credono in questo territorio. In aggiunta alle considerazioni di carattere economico, l’azienda Tempere ritiene

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che le complesse regolamentazioni poste dall’ENAC fungano da elemento dissuasivo all’utilizzo dei droni, in considerazione dei numerosi requisiti da rispettare.

Il caso dell’azienda Tempere evidenzia il potenziale di una piccola azienda agricola che, pur essendo proiettata all’innovazione ed orientata ad avere un prodotto di qualità, incontra problemi scaturenti dalla mancanza di reali politiche innovative regionali, che non agevolano la nascita di cooperative o consorzi, che invece permetterebbero di riconoscere il meritato valore al territorio.