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Nella presente sezione si vuole introdurre il concetto di case study come strumento di verifica dell’applicabilità del concetto di “ecosistema di servizi” ai casi empirici di fornitura di servizi con droni. Le seguenti sottosezioni spiegano, nel dettaglio, la metodologia utilizzata allo scopo.

4.2.1 L’analisi dei case study

Lo studio di caso è una strategia di ricerca qualitativa che investiga un fenomeno nel suo contesto reale. Con il termine qualitativo si identifica una tipologia di ricerca basata più sulle parole e sulle descrizioni che sull’utilizzo di numeri.

Yin (1989) definì un case study come: “uno studio empirico che indaga un fenomeno sociale entro il suo contesto di vita reale, quando i confini tra contesto e fenomeno non sono chiaramente evidenti e nel quale vengono utilizzate molteplici fonti per ricercare delle evidenze”.

Robert E. Stake (1995) rispetto allo studio di caso afferma: “lo studio di caso è lo studio della particolarità e complessità di un singolo caso, per arrivare a capire le diverse modalità

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che lo caratterizzano nelle diverse circostanze che possono presentarsi.” Secondo Yin (2003) “gli studi di caso sono la strategia di ricerca preferita quando vengono poste domande sul come e sul perché, quando il ricercatore ha poco controllo sugli eventi e quando il focus è su un fenomeno contemporaneo all’interno di vita reale”. Lo studio di caso può essere:

 di tipo esplorativo e preparatorio rispetto ad uno studio successivo;

 di tipo descrittivo rispetto ad un fenomeno;

 di tipo esplicativo.

Il disegno di ricerca in uno studio di caso può comprendere un singolo caso oppure casi multipli. Qualsiasi sia la tipologia di studio di caso, è necessario tenere in considerazione quattro aspetti:

1. le domande di ricerca: in uno studio di tipo descrittivo la domanda di ricerca è legata al come e al quando: in uno studio di tipo esplicativo, la domanda di ricerca è legata al perché e al dove analizzare una teoria formulata a priori.

2. Le asserzioni dello studio: riguardano le affermazioni specifiche sulla rilevanza di un certo elemento che orienta l’attenzione verso qualcosa che deve essere esaminato nell’ambito della ricerca.

3. L’unità d’analisi: il disegno di ricerca viene condizionato dalla definizione dell’unità d’analisi.

4. La logica che collega i dati alle ipotesi e i criteri per interpretare i risultati: in generale il criterio che dovrebbe guidare l’analisi dei dati e l’interpretazione dei risultati è la

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triangolazione, ossia la ricerca della concordanza tra dati ricavati da fonti diverse, strumenti diversi e ove possibile, da diversi ricercatori sul campo. (Lucidi, Alivernini, Pedon 2008) Uno studio di caso deve essere definito in tre steps principali:

1. Definizione del “caso”

2. Scelta della tipologia di Case Study (case study design) 3. Utilizzo di una teoria nel disegno di ricerca.

Un “caso” generalmente è un’entità limitata (una persona, un’organizzazione, un evento, un fenomeno sociale), ma il confine tra il caso e il contesto in cui viene studiato può essere sfocato. Le domande che il ricercatore deve porsi riguardano diversi aspetti, come: cosa rende un caso particolare?

Rispetto al secondo punto, occorre decidere se il caso studio in questione consisterà in un singolo case study o in un case study multiplo. Yin (2012) definisce quattro tipologie di caso studio:

1. Il caso studio singolo con una singola unità d’analisi, in cui viene studiato un singolo caso inserito in un unico contesto;

2. Il caso studio singolo con unità d’analisi multiple, in cui viene studiato un singolo caso in un unico contesto ma considerando due o più unità d’analisi diverse;

3. Il caso multiplo, in cui vengono studiati diversi casi studio in contesti differenti ma considerando sempre una sola unità d’analisi;

4. Il caso multiplo, in cui vengono presi in considerazione diversi casi studio in contesti differenti e per ogni caso vengono considerate diverse unità d’analisi.

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4.2.2 La metodologia di raccolta dei dati

Il case study non si limita all’utilizzo di una sola fonte di raccolta di dati, come avviene nelle ricerche quantitative con l’utilizzo di questionari, ulteriori fonti di raccolta dei dati sono rappresentate da:

1. Osservazione diretta: consiste nel raccogliere i dati osservando un contesto attraverso i propri sensi, nel prendere nota, e in ultimo, creare una narrazione su cosa è stato osservato. Ciò che viene presentato deve essere il più neutrale possibile, omettendo l’interpretazione soggettiva del ricercatore.

2. Focus group/Intervista non strutturata: quest’ultima è così definita in quanto è composta da domande aperte che possono assumere la forma di una conversazione, ma che risultano meno strutturate di altri strumenti (questionario). L’intervista è utile a comprendere come i partecipanti al caso studio costruiscono la realtà e cosa pensano in determinate situazioni.

3. Documenti d’archivio: ossia informazioni reperite attraverso diversi canali, come librerie, archivi cartacei ed elettronici, etc.

4. Osservazione partecipante: ossia osservazione di un fenomeno sociale nel suo contesto reale dove il ricercatore-osservatore è parte attiva di ciò che osserva.

Di seguito, sono descritti cinque casi aziendali, rappresentativi di sette tipologie di fornitura di servizio; l’intento è ravvisabile nella volontà di dare testimonianza delle principali applicazioni, ad oggi, realizzate mediante l’utilizzo di droni in Italia (ispezione di infrastrutture, agricoltura di precisione ed aerofotogrammetria per applicazioni di ingegneria civile) e delle differenti tipologie di fornitura del servizio.

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Nell’analisi ivi descritta, come metodologie di raccolta dati, sono state utilizzate la ricerca d’archivio e l’intervista non strutturata. I case study presentati sono di tipo esplorativo: le prime tre sono aziende fornitrici di servizi con droni, le ultime due sono aziende appartenenti al settore agricolo che hanno sperimentato l’utilizzo dei droni.

4.3 Il case study Topview S.r.l.