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Il comparto residenziale

Nel documento PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (pagine 32-36)

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4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA

4.1 Il comparto residenziale

4.1.1 Il patrimonio abitativo

Utili indicazioni sulla consistenza del patrimonio abitativo possono essere desunte dai rilievi eseguiti in occasione dei censimenti della popolazione e delle abitazioni; sulla scorta di tali dati è possibile ricostruire la serie storica del numero delle abitazioni e stanze occupate, a partire dal 1971.

In tutti i comuni considerati, dal 1971 al 2001, il numero delle abitazioni e delle stanze occupate risulta in continuo aumento; tale fenomeno risulta particolarmente vistoso a Villa Poma dove nei trent’anni considerati le abitazioni occupate aumentano del 57,1% e le stanze del 70,2%; segue Pieve di Coriano, con un incremento del 30,7% delle abitazioni e del 39,0% delle stanze; a Quistello, Quingentole e San Benedetto Po tali percentuali non superano invece il 20% per le abitazioni e il 35% per le stanze; si discosta dall’andamento evidenziato San Giacomo delle Segnate ove l’incremento rispetto al 1971 è del 3,1% per le abitazioni e dell’11,8% per le stanze; se però si confrontano i dati del 1991 e 2001 si registra in dieci anni una riduzione di ben 77 abitazioni.

Per tutti i comuni si rileva inoltre una tendenza all’incremento delle superficie media per abitazione che passa da 90-100 mq a 120-135 mq per abitazione; aumenta anche il numero medio di stanze che nel 2001 risulta di poco superiore alle 5 stanze per abitazione in tutti i comuni; rispetto alla media provinciale si rileva, sempre nel 2001, una maggiore presenza di abitazioni dotate di un consistente numero di stanze: le abitazioni con più di 5 stanze superano in genere il 57% del patrimonio abitativo esistente, con l’unica eccezione di Quingentole che si attesta al 52,3% (50,8% a livello provinciale).

Se consideriamo invece l’epoca di costruzione delle abitazioni censite (v. Tab.16), si registra una situazione diversa da un comune all’altro:

- a Villa Poma, a partire dagli anni ’70, si è registrato un rinnovo del parco abitativo abbastanza consistente; dai dati del censimento 2001 emerge che il 46,8% delle abitazioni censite risulta costruito dopo il 1972 (di cui il 51,5% nel periodo 1972-1981), mentre quelle costruite prima del 1919 rappresentano il 16,4%;

- a Quistello, lo sviluppo abitativo è stato invece più lineare: prevalgono le abitazioni realizzate prima del 1919 (22,5% al 2001), ma sono abbastanza uniformemente rappresentate le altre epoche di costruzione, tranne quelle più recenti;

- una situazione abbastanza analoga si registra a San Giacomo delle Segnate, ove nel 2001 le abitazioni costruite prima del 1919 rappresentano ancora il 28%, e a San Benedetto Po, che però presenta un parco abitativo storico più consistente (32,3%

costruito prima del 1919);

- Pieve di Coriano è il comune in cui, a fianco di una buona presenza di abitazioni risalenti a prima del 1919, si registra comunque una forte tendenza all’incremento e al rinnovo del parco abitativo, con il 14,2% di abitazioni costruite dopo il 1991;

- la situazione di Quingentole si discosta nettamente da quella di tutti gli altri comuni:

qui le abitazioni costruite prima del 1919 rappresentano il 61,5% di quelle censite nel 2001; poiché rispetto ai censimenti precedenti tale dato aumenta si evidenzia in questo comune una forte tendenza al recupero del patrimonio edilizio esistente.

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n 1024 382 338 374 498 350 204 3170

% 32,3 12,1 10,7 11,8 15,7 11,0 6,4 100,0

n 31.460 12.745 18.842 29.644 28.643 17.797 18.769 157.900

% 19,9 8,1 11,9 18,8 18,1 11,3 11,9 100,0

La distribuzione delle abitazioni occupate per titolo di godimento non presenta invece grossi scostamenti; in tutti i comuni si è verificata la tendenza, registrata anche a livello provinciale, all’aumento delle abitazioni in proprietà, che risultano avere un peso più consistente (82,8%) a Pieve di Coriano e più ridotto a Quingentole (68,8%), ove permane una discreta presenza di abitazioni in affitto (20,4%) con una distribuzione più simile alla media provinciale.

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T ab.17 - A bitaz ioni oc c upate per titolo di g odimento D ati IS T A T 2001 impianti di riscaldamento e di fornitura di acqua calda sanitaria; la maggior parte delle abitazioni censite risulta dotata di impianto fisso di riscaldamento ad uso esclusivo dell’abitazione (dal 70 al 74% nei vari comuni, tranne Pieve di Coriano che raggiunge l’88%); esiste ancora una quota di abitazioni (dal 9 al 16%) in cui il riscaldamento è affidato a impianti fissi che riscaldano solo parti dell’abitazione, molto più ridotta risulta invece la presenza di impianti centralizzati ad uso di più abitazioni (3-4% con punte del 6 e 8% a Quistello e Quingentole).

La maggior parte degli impianti (con proporzioni variabili tra il 67 e l’80%) risulta alimentata con gas metano, ma è comunque presente una parte abbastanza consistente di abitazioni che utilizza la legna come fonte di riscaldamento (con variazioni comprese tra l’8% a Quistello e il 14% di Pieve di Coriano).

4.1.2 L’attività edilizia

I dati sull’attività edilizia relativa ai fabbricati residenziali di nuova costruzione sono rilevati tramite le schede ISTAT che vengono consegnate ai comuni al momento della richiesta di permesso di costruire; tali registrazioni sono state reperite per tutti i comuni per gli anni compresi tra il 1990 e il 2002; per Villa Poma e Pieve di Coriano è stato anche fornito l’aggiornamento al 2008.

L’attività edilizia che emerge da tali registrazioni risulta molto contenuta nei comuni più piccoli, ove la media annua delle nuove abitazioni costruite dal 1990 al 2002 varia dall’1,4 di San Giacomo delle Segnate alle 3,8 abitazioni/anno di Villa Poma, con un volume medio che non supera i 2.000 mc/anno.

Diversa risulta la situazione dei comuni più grandi nei quali l’attività edilizia ha una maggiore consistenza, pur rimanendo entro livelli molto contenuti: a San Benedetto Po, negli anni considerati risultano realizzate in media 16,6 abitazioni all’anno con una volumetria media di 9.722 mc/anno; a Quistello il numero di abitazioni realizzato è superiore (20 abitazioni/anno), ma il volume medio è più ridotto (8.619 mc/anno).

4.1.3 Stima dei fabbisogni futuri

Considerando il numero di alloggi occupati in rapporto alle famiglie residenti, non emerge la presenza di fabbisogni abitativi pregressi; il patrimonio abitativo oggi presente soddisfa in pratica le esigenze della popolazione residente, anche in termini di qualità e dotazione di servizi.

Il fisiologico aumento del numero delle famiglie residenti, che negli ultimi dieci anni sono incrementate di 528 unità, comporta comunque un fabbisogno insorgente di nuove abitazioni,

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parte delle quali dovrebbe derivare da interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente;

tale ipostesi trova conferma nei dati sull’attività edilizia illustrati al punto precedente.

La proiezione lineare dei dati sull’attività edilizia sopra riportati, per i 5 anni di validità del Documento di Piano, porta a un dimensionamento del fabbisogno abitativo di circa 50.000 mc per ciascuno dei comuni più grandi (Quistello e San Benedetto) e di 10.000 mc per quelli più piccoli (Quingentole, Pieve di Coriano, San Giacomo delle Segnate e Villa Poma).

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