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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

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Academic year: 2022

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COMUNE DI QUINGENTOLE

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

08-040 PGT 6 COMUNI GENNAIO 2011 QUINGENTOLE_REL

Adozione con delibera C.C. n: --- Data: --- Pubblicazione: ---

Approvazione con delibera C.C. n: --- Data: --- Pubblicazione B.U.R.L.: --- n.--- Data: ---

IL PROGETTISTA: IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: IL SINDACO:

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COORDINATO DI 6 COMUNI DELL'OLTREPO

QUINGENTOLE QUISTELLO

PIEVE DI CORIANO

VILLA POMA SAN GIACOMO DELLE SEGNATE SAN BENEDETTO PO

COORDINATORE DI PROGETTO:

URBANISTICA:

ARCH. FRANCESCO CAPRINI

ARCH. FRANCESCO CAPRINI, ARCH. DANIELA GABUTTI, ARCH. SAMANTHA OLOCOTINO, ARCH. PATRIZIA PENITENTI

Adozione con delibera C.C. n.: 16 Data: 15/07/2010 Pubblicazione: 31/08/2010

Approvazione con delibera C.C. n: 5 Data: 25/01/2011 Pubblicazione B.U.R.L.: Data:

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Mantova INDICE

1 PREMESSA 3

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 5

2.1 Collocazione dei 6 comuni all’interno della Provincia di Mantova 5

2.2 Evoluzione storica del territorio 5

2.2.1 Territorio e paesaggio: una terra fra acque e cielo 5

2.2.2 Evoluzione del sistema infrastrutturale 7

2.2.3 Evoluzione del sistema insediativo 8

2.3 Analisi della situazione attualmente esistente 9

2.3.1 Il sistema agricolo e rurale 9

2.3.2 Il sistema paesaggistico e ambientale 10

2.3.3 Il sistema infrastrutturale 12

2.3.4 Il sistema dei vincoli 13

2.3.5 Impianti tecnologici 13

3 SISTEMA SOCIO ECONOMICO 15

3.1 Lo sviluppo demografico dei 6 comuni 15

3.1.1 Andamento della popolazione 15

3.1.2 L’età dei residenti 18

3.1.3 Il movimento anagrafico 18

3.1.4 La popolazione straniera 19

3.1.5 Possibili proiezioni future 19

3.2 Lo sviluppo socioeconomico 20

3.2.1 L’attività della popolazione 20

3.2.2 La struttura produttiva locale 21

3.2.3 Il settore commerciale 24

3.2.4 Il settore agricolo 24

3.2.5 L’allevamento di bestiame 26

3.2.6 Valutazioni di sintesi e prospettive di sviluppo 27

4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA 30

4.1 Il comparto residenziale 30

4.1.1 Il patrimonio abitativo 30

4.1.2 L’attività edilizia 32

4.1.3 Stima dei fabbisogni futuri 32

4.2 Il settore produttivo 34

4.3 Il sistema dei servizi 34

4.3.1 Servizi di interesse generale 34

4.3.2 Servizi per l’istruzione 34

4.3.3 Sistema del verde e attrezzature sportive 36

4.3.4 Valutazioni complessive 36

4.4 Gli insediamenti commerciali 37

4.5 Gli insediamenti rurali 37

5 LA PIANIFICAZIONE IN ATTO 38

5.1 Il PRG di Pieve di Coriano 38

5.1.1 Il sistema insediativo 38

5.1.2 I servizi 38

5.1.3 Il sistema del paesaggio e vincoli 39

5.2 Il PRG di Quingentole 39

5.2.1 Il sistema insediativo 39

5.2.2 I servizi 40

5.2.3 Il sistema del paesaggio e vincoli 40

5.3 Il PRG di Quistello 40

5.3.1 Il sistema insediativo 40

5.3.2 I servizi 41

5.3.3 Il sistema del paesaggio e vincoli 41

5.3.4 Il sistema infrastrutturale 42

5.4 Il PRG di San Benedetto Po 42

5.4.1 Il sistema insediativo 42

5.4.2 I servizi 43

5.4.3 Il sistema del paesaggio e vincoli 43

5.4.4 Il sistema infrastrutturale 44

5.5 Il PRG di San Giacomo delle Segnate 44

5.5.1 Il sistema insediativo 44

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Mantova

5.5.2 I servizi 44

5.5.3 Il sistema del paesaggio e dei vincoli 45

5.5.4 Il sistema infrastrutturale 45

5.6 Il PRG di Villa Poma 45

5.6.1 Il sistema insediativo 45

5.6.2 I servizi 46

5.6.3 Il sistema del paesaggio e dei vincoli 46

5.6.4 Il sistema infrastrutturale 46

6 PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI DI LIVELLO SOVRALOCALE 48

6.1 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE 48

6.2 Il PAI 49

6.2.1 Il Parco delle Golene di Secchia 49

6.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 49

6.3.1 Premessa 49

6.3.2 Gli obiettivi strategici 50

6.3.3 I contenuti prescrittivi e di indirizzo 50

6.4 L’IDEA DI SVILUPPO CONDIVISA PER L’OLTREPO’ MANTOVANO 56

6.4.1 Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti urbani 57

6.4.2 Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti produttivi 57

6.4.3 Obiettivi di qualità e sostenibilità del territorio non edificato 57

7 GLI INDIRIZZI STRATEGICI DEl PGT COORDINATO DEI 6 COMUNI 59

7.1 Ambiti ed elementi di rischio degrado e compromissione paesaggistica 59

7.2 Sistema paesaggistico e ambientale 60

7.3 Sistema insediativo e poli produttivi 61

7.3.1 Dimensionamento 61

7.3.2 Localizzazione 64

7.3.3 Elementi di qualità / sostenibilità ambientale 65

7.4 Sistema dei servizi 65

7.5 Infrastrutture e mobilità 66

7.6 Sistema agricolo e rurale 67

8 IL PGT DI QUINGENTOLE 69

8.1 Analisi dei dati locali 69

8.1.1 Dati demografi 69

8.1.2 Popolazione straniera 71

8.1.3 Attività della popolazione 71

8.1.4 Il settore agricolo 73

8.1.5 Il patrimonio abitativo 74

8.2 Prescrizioni di carattere generale 76

8.3 Il Documento di Piano 76

8.3.1 Lo scenario strategico di piano 77

8.3.2 Le determinazioni di piano 77

8.3.3 Le politiche di intervento per i sistemi funzionali 78

8.3.4 L’individuazione degli ambiti di trasformazione 79

8.3.5 Previsioni prevalenti di livello sovracomunale 79

8.4 Il Piano dei Servizi 80

8.4.1 Ambito territoriale di riferimento 80

8.4.2 Inventario dei servizi esistenti 80

8.4.3 Stato dei bisogni e della domanda di servizi 82

8.4.4 Confronto offerta / domanda 82

8.4.5 Individuazione di nuovi ambiti destinati a servizi 82

8.5 Il Piano delle Regole 82

8.5.1 Gli ambiti del tessuto urbano consolidato 82

8.5.2 Le aree di valore paesaggistico- ambientale ed ecologiche 83

8.5.3 Le aree non soggette a trasformazione urbanistica 84

8.5.4 Le aree e gli edifici a rischio di compromissione e degrado 84

8.5.5 Le aree destinate all’attività agricola 85

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Mantova

1 PREMESSA

La redazione di un PGT coordinato, esteso a sei diversi comuni, offre l’opportunità di affrontare i temi della pianificazione urbanistica partendo da un livello territoriale di area vasta, per arrivare poi al dettaglio delle previsioni di assetto urbanistico alla scala locale.

Questo tipo di lavoro, abbastanza unico nel suo genere, ha comportato la necessità di analizzare, discutere, elaborare e gestire nel tempo una serie di temi che solitamente per la predisposizione di un PGT indipendente non vengono toccati, o sono solo sfiorati, perché travalicano l’interesse, le competenze, le responsabilità e le possibilità di intervento di un singolo comune.

Sono temi che si ritengono, a torto o a ragione, di competenza della Provincia e della Regione, ma che possono oggi essere affrontati in termini di complementarietà e di sussidiarietà, seguendo un principio richiamato dalla stessa legge urbanistica regionale; anche i temi più propriamente locali, quali ad esempio quello dei servizi, si possono affrontare in un’ottica allargata di coordinamento e collaborazione intercomunale.

Per la predisposizione di un PGT coordinato non erano presenti, al momento della programmazione del lavoro, esperienze positive consolidate cui fare riferimento; per la progressiva messa a punto dei problemi da affrontare di volta in volta e per l’individuazione delle scelte di pianificazione si è quindi fatto costante riferimento a un coordinamento tecnico, formato dagli uffici tecnici e dai professionisti incaricati della stesura del piano, e a un coordinamento politico amministrativo; il tutto finalizzato alla elaborazione di indirizzi condivisi.

Si è pertanto messo a punto un metodo di lavoro articolato per fasi:

- Una prima fase, unitaria e condivisa, di analisi e individuazione degli indirizzi territoriali; la fase ha portato alla messa a punto del Documento di Inquadramento e della corrispondente proposta di Documento di Piano di livello territoriale. Su queste basi è stata sviluppata e conclusa la V.A.S. che, a partire dal documento di scoping per finire al Rapporto Ambientale è pure stata condotta a livello unitario e condiviso - una seconda fase, autonoma per ogni comune, è stata dedicata all’approfondimento

dei problemi locali, ed ha portato alla messa a punto dei singoli strumenti di pianificazione previsti dalla legge urbanistica regionale, “personalizzando” il percorso di ogni Comune senza svuotamenti dei contenuti di livello generale. Formalmente questa fase ha inizio con il “parere motivato” previsto dalla procedura ambientale di VAS, e si concluderà con la delibera di approvazione definitiva del PGT da parte dei sei consigli comunali

- una terza fase, infine, di nuovo unitaria, che dovrà essere dedicata alla gestione, al monitoraggio, alla verifica e agli eventuali aggiornamenti unitari dei Documenti di Piano.

In termini di contenuti, la fase unitaria è stata portata avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo di:

- definire un Documento di Inquadramento unico per l’intero territorio sovracomunale;

- definire un Documento di Piano coerente per l’intero comprensorio, sulla base delle linee strategiche condivise di livello territoriale;

- redigere un unico “Rapporto ambientale” con strumentazione di valutazione connessa;

- avviare un’unica procedura di VAS (da concludere con la predisposizione di un

“parere motivato” coordinato, anche se formalmente approvato dei singoli comuni);

- definire un Piano dei Servizi coerente per l’intero territorio, riguardante il sistema dei servizi di scala sovracomunale, compreso il sistema del verde; definire le linee

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Mantova

fondamentali del Piano delle Regole, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti agricoli, il paesaggio e l’ambiente e la normativa generale di riferimento

Analogamente gli elaborati predisposti a livello unitario (sia per la costruzione del quadro conoscitivo di riferimento, sia per le strategie, gli obiettivi e le proposte di piano) sono stati poi integrati con opportuni approfondimenti alla scala locale; questo vale per:

- la messa a punto dell’apparato conoscitivo, che è stato integrato con schede di approfondimento per ogni singolo comune;

- l’individuazione delle strategie e degli obiettivi di piano, specificati più in dettaglio nella fase di approfondimento individuale;

- la predisposizione, per ciascun comune, degli elaborati previsti dalla legge n.12/2005, necessari per l’adozione formale in consiglio comunale;

- l’inserimento in normativa di dettagli specifici per ogni comune (in particolare per il trattamento delle aree urbanizzate) che comunque hanno consentito di mantenere un corpus unico riferito ai fondamentali temi condivisi quali: le previsioni sovralocali, i beni vincolati, gli ambiti agricoli, il paesaggio e l’ambiente, le procedure, ed anche, entro ampi limiti, gli indici e i parametri

Nella fase di stesura finale, si è infine tenuto conto dei pareri espressi dai diversi enti competenti in materia ambientale a conclusione del processo di VAS; tali pareri sono stati per quanto possibile recepiti tramite aggiornamento e integrazione della cartografia di piano e integrazione delle Norme tecniche attuative.

Gli elaborati di PGT sono inoltre integrati dallo studio della componente geologica, idrogeologica e sismica elaborato dai tecnici di GEAS; analogamente le norme tecniche geologiche sono inserite (come parte integrante) in allegato nelle NTA del PGT..

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Mantova

2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

2.1 Collocazione dei 6 comuni all’interno della Provincia di Mantova

I comuni per i quali si stati predisposti i PGT coordinati fanno parte dell’area dell’Oltrepo’

mantovano; tutti sono collocati sulla riva destra del Secchia, tranne San Benedetto che si trova in riva sinistra.

Il corso del fiume Po corrisponde al confine settentrionale di San Benedetto e Quingentole, che risultano tra loro separati da una lingua di territorio corrispondente alla foce del Secchia, amministrativamente rientrante nel comune di Quistello; Pieve di Coriano si differenzia dagli altri perché il suo territorio si estende anche oltre il Po, fino a comprendere una parte di area golenale a nord del fiume; i territori di San Giacomo delle Segnate e Villa Poma non risultano invece interessati dai fiumi citati.

I comuni confinanti sono:

- Motteggiana e Pegognaga, a est di San Benedetto - Moglia a sud di San Benedetto e a ovest di Quistello;

- Revere a est di Pieve di Coriano e a nord di Villa Poma;

- Magnacavallo a est e Poggio Rusco a est e a sud di Villa Poma.

Il comune di Schivenoglia si insinua all’interno del territorio interessato, a sud di Quingentole, a est di Quistello e a ovest di Villa Poma, mentre San Giacomo delle Segnate confina a est con San Giovanni del Dosso e a sud con l’Emilia Romagna.

In questi 6 comuni risiedono, al 31.12.2009, 19.696 abitanti distribuiti su un territorio di 172,5 Kmq; rispetto all’intera provincia la popolazione qui residente rappresenta il 4,8%, mentre l’estensione territoriale è pari al 7%; questo porta a una densità media di 114,2 abitanti/Kmq contro i 172,6 dell’intera Provincia.

Si tratta quindi di un ambito di estensione contenuta, con una densità abitativa abbastanza rarefatta e una popolazione che ha un peso inferiore al 5% su tutta la provincia.

2.2 Evoluzione storica del territorio

Per documentare in modo immediato e evidente l’evoluzione storica del territorio si è proceduto attraverso il confronto delle carte topografiche redatte nel tempo; generalmente un’indagine attendibile viene desunta dalla lettura e dal confronto della cartografia alla scala 1:25.000 messa a punto in diverse soglie storiche dall’Istituto Geografico Militare (IGM) a partire dal 1885.

Vengono di seguito illustrate le trasformazioni rilevabili appunto dal confronto delle suddette carte storiche, sviluppando l’analisi svolta per sistemi territoriali.

2.2.1 Territorio e paesaggio: una terra fra acque e cielo

“Esiste una terra, dai riquadri in vario modo colorati a seconda della stagione, che appare piatta come il panno del biliardo, leggermente declinante da ovest verso est, con all’orizzonte il cielo che si tuffa nelle sue acque sapientemente governate dall’uomo, si stende sui prati o si intrufola tra i pioppi. Appoggiata all’argine del Po essa cambia nome di pianura occidentale in quello di pianura orientale allorché attraversa il fiume Secchia, per dare vita all’Oltrepo mantovano, che costituisce l’estremo lembo a sud del territorio lombardo confinante con l’Emilia. E’ una terra fertilissima costruita dal Po, dai suoi laboriosi affluenti appenninici e dall’uomo; questi, nel corso di due millenni, l’ha organizzata per ospitare un’agricoltura fra le

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Mantova

migliori d’Europa. Il lavoro svolto si è manifestato a tal punto paziente, tenace e collettivo da formare anche i caratteri distintivi di una plurisecolare eredità storica dei suoi abitanti; gli stessi caratteri che sono riconoscibili nelle contigue basse modenese e reggiana: lo stretto rapporto uomo-acqua-terra, la diffusione dell’associazionismo come grande idea-forza, il pragmatismo creativo nella pluralità dei protagonisti, un’economia che nel corso del Novecento si è mantenuta prevalentemente agricola, con un‘industria a questa correlata.”

(“Una terra fra acqua e cielo: bonifica e territorio nell’Oltrepo mantovano”: pag.1: testo a cura di Luigi Cavazzoli, Edizioni il Fiorino, 2008).

L’incipit della interessante pubblicazione che traccia la storia della bonifica, e quindi del territorio dell’Oltrepo mantovano, dipinge poeticamente la natura e l’immagine del paesaggio dei sei Comuni; e ripercorre e sintetizza la storia e la cultura di questa terra, inscindibilmente legata alle alterne fortune con cui i suoi abitanti hanno tentato di governare la natura e le acque che ne sono qui l’elemento dominante.

Il corso dei fiumi principali, dopo aver divagato nei secoli precedenti, lasciando traccia nei paleoalvei ancor oggi riconoscibili, dalla fine dell’800 ad oggi non subisce ulteriori trasformazioni, risultando “ragionevolmente” (anche se sempre “provvisoriamente”) stabilizzato.

Complementare e integrata ai corsi d’acqua naturali è poi la fitta rete di canali, frutto della secolare opera di bonifica avviata nel Medioevo dai frati benedettini, e compiuta solo nella prima metà del secolo scorso. Infatti rispetto al quadro che ci viene presentato dalla cartografia IGM della fine del XIX secolo l’idrografia artificiale risulta notevolmente trasformata.

In particolare non si ritrovano i due manufatti fondamentali: il canale “Sabbioncello”, che con andamento sud-nord parallelo al Secchia organizza il territorio immediatamente in destra Secchia; e soprattutto il canale della “Bonifica Mantovana” che, provenendo dal territorio di Pegognaga, procede per un tratto parallelamente al “Cavo”, sottopassa il Secchia (complesso di opere idrauliche di S. Siro), per proseguire poi sempre in direzione ovest-est attraversando, senza significativi scambi idrici, i territori di Quistello, Quingentole e Pieve di Coriano, per recapitare infine nel grande manufatto di Moglia di Sermide; altri canali minori conservano invece l’originario andamento sinuoso.

Sempre nella carta IGM si riconoscono numerosi terreni acquitrinosi (oggi definitivamente bonificati), in particolare nella parte bassa del territorio di San Benedetto.

La suddivisione dei fondi, quasi una tessitura a trama grossa del territorio costituita dai fossi e dalle strade, si riconosce facilmente nella attuale, poichè non sembra aver subito grandi trasformazioni: rispetto alla rappresentazione del XIX secolo risulta invece estremamente ridotto il patrimonio arboreo e la presenza della vite, originariamente molto diffusa a San Benedetto, Quistello e San Giacomo delle Segnate.

Determinante ai fini della organizzazione territoriale e della caratterizzazione del paesaggio si presenta comunque il poderoso complesso di opere di bonifica che “….iniziate nei primi del Novecento, durarono per alcuni decenni e terminarono, almeno come attuazione, alla fine dei successivi anni trenta.” (ibidem, p. 87).

La bonifica prometteva di risolvere la sicurezza del territorio rispetto ai fenomeni di piena e il drenaggio dei terreni ancora acquitrinosi, garantendo contemporaneamente il regime delle acque per uso irriguo.

Il sistema tecnico adottato fu quello “ …….. a scolo meccanico alternato, ovvero avente la possibilità di scaricare in vasi ricettori a gravità, in periodi più o meno lunghi, e/o attraverso le azioni di sollevamento esercitati da impianti idrovori quando il ricettore principale è interessato da eventi di piena.

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Questa sistemazione fa in modo che il territorio in destra Po mantovano sia contrassegnato e caratterizzato dalla presenza di tali impianti, quasi sempre costituiti da imponenti costruzioni come, ad esempio, il complesso di Moglia di Sermide, funzionali a garantire la sicurezza idraulica del territorio stesso, ed altri invece, nei comuni di Moglie S. Benedetto Po, più funzionali a garantire, più che il territorio mantovano, quello di ampie zone delle provincie di Reggio Emilia e Modena:” (ibidem, pag.88)

La cartografia allegata consente di verificare, anche se in termini abbastanza approssimati, le trasformazioni indotte sul territorio da questo vasto e complesso intervento di bonifica, che volta a volta si è sovrapposto, ha integrato, sostituito o radicalmente innovato rispetto alla situazione preesistente.

Più in dettaglio.

Nel territorio in sinistra Secchia il canale della Bonifica Mantovana e il nuovo corso del Cavo Spazzacampagne procedono parallelamente (anche se a distanze variabili) da sud-ovest verso nord-est, e costituiscono proprio per questo andamento parallelo un segno territoriale fortissimo, cui però si affiancano solo marginali interventi di integrazione/potenziamento della rete minore esistente.

L’ambito compreso fra la foce Secchia e l’immissione in Po del canale Sabbioncello rappresenta il nodo complesso e affascinante dell’intero sistema: tre manufatti di grande rilevanza consentono:

• al canale della Bonifica Mantovana di sottopassare il Secchia e riprendere il percorso verso est che si concluderà a Moglia di Sermide

• al Cavo Spazzacampagne di vuotare nel Secchia

• al canale Sabbioncello di vuotare in Po.

In queste tre opere le costruzioni delle chiaviche, così come i movimenti di terra delle arginature e delle controchiaviche, oltre a rappresentare veri e propri monumenti di ingegneria, costituiscono degli elementi essenziali di caratterizzazione e qualificazione del paesaggio.

In destra Secchia, infine, l’elemento di novità essenziale è rappresentato dal canale Sabbioncello, che corre in direzione sud-nord parallelamente al fiume, ed ha originato una serie di interventi di riqualificazione, razionalizzazione e potenziamento della rete minore, prevalentemente orientatala ovest a est.

Oggi questo complesso di opere risulta completamente integrato nel territorio e nel paesaggio, tanto da formarne uno dei tratti distintivi e qualificanti.

Anche alla vista lontana (soprattutto dalle strade d’argine che, seppur sopraelevate di poco, consentono allo sguardo di spaziare e divagare sulla campagna) il tracciato dei grandi canali, spesso sottolineato da lunghi filari di alberi, rappresenta il riferimento e l’elemento d’ordine della terra e delle attività agricole che vi si svolgono.

2.2.2 Evoluzione del sistema infrastrutturale

Alla soglia del 1885 risulta in costruzione la ferrovia Suzzara Ferrara; si riconosce il tratto che arriva da est, fino all’attraversamento del Secchia in prossimità di Quistello, mentre da ovest esce da Suzzara e si arresta a Pegognaga. Non c’è alcuna traccia invece della linea ferroviaria del Brennero.

Non è ancora stata realizzata la strada statale n.413, che collega Mantova con San Benedetto, Moglia e Carpi. In particolare non esiste ancora il ponte sul fiume Po, il quale risulta attraversabile grazie a un traghetto ubicato a nord di Gorgo; restano invece abbastanza invariati i tracciati della statale n.496, tranne che per l’attraversamento del centro di Quistello, e la

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Mantova

statale n.12, eccetto che per il ponte sul Po, che approdava direttamente di fronte la castello dei Revere.

Risulta inoltre rettificata, e affiancata al corso del canale, la strada di collegamento tra Quingentole e Pieve di Coriano, mentre da qui, per raggiungere Revere, è necessario dirigersi prima verso sud per collegarsi con la strada proveniente da Villa Poma.

Sono invece ancora riconoscibili diversi tracciati stradali che collegano i centri abitati in direzione nord sud, come ad esempio da Camatte, Brede, Mirasole, Sabbioncello, Quingentole, mentre sono meno riconoscibili i percorsi est ovest.

2.2.3 Evoluzione del sistema insediativo

Il sistema insediativo del territorio dei 6 Comuni è rappresentato da una fitta trama di centri abitati, di differenti dimensioni fisiche e demografiche, che fanno riferimento al sistema insediativo tradizionale tramandato dalla storia.

Confrontando la cartografia in data odierna con la cartografia IGM di “prima levatura” (1885) si constata immediatamente che i centri attuali coincidono esattamente con i nuclei preesistenti, ove si trascurino le espansioni registrate negli ultimi 50 anni.

E allo stesso modo gran parte dell’edificato disseminato sul territorio in forma sparsa e isolata si può ricondurre all’edificato preesistente che, pur essendo di evidente derivazione agricola, si presenta con caratteristiche “quasi urbane”, richiamate dal modello insediativo organizzato in forma lineare lungo la rete capillare di strade minori che “da sempre” servono il territorio e la edificazione rurale sparsa.

I sei centri abitati capoluogo di Comune costituiscono i nodi principali del sistema insediativo:

sono collocati a una distanza reciproca non superiore ai 5 Km, e si organizzano lungo tre direttrici che corrispondono ai principali percorsi esistenti sul territorio:

* S. Benedetto – Quistello – S. Giacomo (e più oltre S. Giovanni e Poggio Rusco)

* S. Benedetto – Quingentole –Pieve di Coriano (e più oltre Revere)

* Pieve di Coriano – Villa Poma (e più oltre Poggio Rusco).

Quistello, e soprattutto S. Benedetto, presentano un impianto urbano vero e proprio, anche se di dimensioni contenute; anche a Quingentole risulta già chiaramente leggibile l’impianto urbano impostato su una maglia ortogonale di strade; gli altri centri, che in termini semplificati si potrebbero considerare conclusi ognuno in un unico “episodio urbano”, possiedono comunque caratteri distintivi e rappresentativi di una propria identità, magari emblematicamente condensata in un insigne monumento, come nel caso di Pieve di Coriano e della millenaria pieve matildica.

A questi centri abitati “principali” si affiancano alcuni centri frazionali di dimensioni minori, ma anch’essi derivanti direttamente dal sistema insediativo tradizionale:

- Portiolo, localizzato all’estremità Ovest del territorio del comune di S. Benedetto - il sistema lineare appoggiato all’argine di Po, e costituito dalle frazioni di Gorgo –

Bardelle –Mirasole e S. Siro

- Nuvolato e S. Rocco, situate rispettivamente a Nord e Est del capoluogo Quistello

Soprattutto per queste frazioni risulta evidente e tuttora leggibile la struttura lineare del modello insediativo.

Al medesimo modello insediativo lineare si richiama pure una serie di insediamenti sparsi, di origine chiaramente rurale, che si diffondono in modo capillare sul territorio allineando, lungo la viabilità minore di riferimento, i piccoli insediamenti isolati costituiti dall’abitazione e annessi edifici agricoli della piccola proprietà contadina.

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Si tratta dei tradizionali “loghini”, molti dei quali oggi abbandonati, che rappresentano tuttora una importante testimonianza delle modalità di insediamento di questa parte della pianura padana, intimamente connesse alla attività agricola tradizionale ed al millenario processo di antropizzazione del territorio.

Completa il panorama degli elementi costitutivi del sistema insediativo una serie di “episodi isolati”, destinati a funzioni anche molto differenziate: si passa infatti dalla grande azienda agricola, allo stabilimento industriale, ai manufatti idraulici, a servizi quali cimiteri, ospedale, campi sportivi.

Si tratta in genere di elementi di dimensioni che non instaurano relazioni con altri episodi edificati più o meno prossimi; che spesso non hanno rapporti diretti con il sistema della viabilità di servizio; che non presentano caratteristiche tali da rendere evidenti i motivi della localizzazione; che (anche nel caso della nuova edificazione di edifici destinati alla produzione agricola) rappresentano elementi “fuori scala” rispetto al territorio.

Questi ultimi elementi possono costituire delle vere e proprie criticità del sistema insediativo:

anche se, come non di rado avviene, possono favorevolmente prestarsi a diventare opportunità per interventi di riqualificazione e valorizzazione, in grado di realizzare inversioni di tendenza per la costruzione di nuove polarità: si pensi, ad esempio, alle cave dismesse.

2.3 Analisi della situazione attualmente esistente

Le trasformazioni brevemente illustrate al capitolo precedente si sono consolidate nel tempo, fino ad arrivare ad una situazione del territorio che caratterizza questa parte dell’Oltrepo’

mantovano, ed è di nuovo leggibile procedendo per sistemi.

Alcuni degli aspetti di seguito illustrati sono state desunti dall’analisi delle informazioni fornite dai singoli comuni e dalle indagini sul campo; lo stesso PTCP della Provincia di Mantova, grazie al recente aggiornamento e alla sistematizzazione dei dati analitici, è risultato un’utile fonte di approfondimento dei diversi temi considerati per la messa a punto del quadro conoscitivo.

Si tratta chiaramente di una situazione in evoluzione, che subirà sicuramente ulteriori trasformazioni nel tempo, ma che interessa qui analizzare nelle sue caratteristiche attuali per fornire un quadro conoscitivo di riferimento in grado di costituire la base per le scelte di pianificazione urbanistica proprie di un PGT coordinato.

2.3.1 Il sistema agricolo e rurale

Il sistema territoriale dei 6 Comuni, come del resto quello della Provincia di Mantova, è caratterizzato dalla presenza storica di una attività agricola fiorente e bene integrata con il territorio, tanto da costituirne uno degli elementi paesaggistici fondamentali.

La progressiva antropizzazione del territorio, segnata all’origine dalla costruzione della rete dei collegamenti e degli insediamenti, e perfezionata con la sistemazione del regime idraulico e delle bonifiche (sostanzialmente completata entro la prima metà del secolo scorso) si è modellata in funzione delle esigenze della produzione agricola, registrandone nel tempo le evoluzioni che si sono intrecciate con il progressivo sviluppo della organizzazione sociale, produttiva, economica e politica.

Il territorio considerato, in base agli ultimi dati disponibili, risulta in gran parte coltivato a seminativo semplice; caratteristici sono inoltre i pioppeti, coltivati soprattutto nelle zone golenali;

a questi si aggiungono alcuni vigneti, in particolare a San Benedetto e Quistello, e frutteti, diffusi in tutti i comuni considerati.

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A San Benedetto, Quingentole e Pieve sono anche presenti colture orto-floro vivaistiche protette, oltre che a pieno campo.

In anni recenti gli equilibri sui quali si basava l’attività agricola e l’organizzazione territoriale conseguente sono stati messi in crisi per motivi sia interni che esterni al mondo agricolo: basti pensare da un lato alle trasformazioni dei modi di produzione, del mercato e della trasformazione dei prodotti agricoli, dall’altro alle prepotenti trasformazioni del sistema insediativo derivanti dalla realizzazione delle nuove infrastrutture e dalla massiccia e incontrollata espansione della urbanizzazione di tutti i centri abitati.

Altre informazioni sulla vocazione agricola e sul valore agricolo forestale dei suoli si possono desumere dall’Allegato D4 del PTCP; esso, tramite l’applicazione del metodo “Metland”, (per la cui illustrazione si rinvia all’allegato stesso) fornisce una classificazione dei terreni basata sulla valutazione della capacità d’uso agricolo del suolo e sulla destinazione d’uso agricolo–forestale;

tali dati sono stati quindi calibrati in riduzione tramite confronto con la destinazione agricola reale desumibile dal sistema informativo Dusaf.

Secondo questo tipo di valutazione l’ambito territoriale dei 6 comuni, grazie alla presenza di terreni di depositi alluvionali molto profondi, spesso argillosi, ma talvolta molto sabbiosi e di elevata fertilità, è contraddistinto dalla predominanza di zone con alto valore agricolo forestale intercalate a zone più ridotte con valore medio.

2.3.2 Il sistema paesaggistico e ambientale

Il territorio analizzato viene classificato dal PTPR come appartenente al sistema delle valli fluviali, in particolare alle Unità di Paesaggio della piana alluvionale (UDP5), della fascia fluviale del Po (UDP9) e della fascia fluviale del Secchia (UDP10); in questi ambiti è riconoscibile una omogeneità percettiva fondata sulla ripetitività delle combinazioni di fattori naturali ed elementi storico culturali.

Per le loro caratteristiche pedologiche, queste zone sono classificate come “Piane alluvionali inondabili con dinamica deposizionale, costituite da sedimenti recenti od attuali (Olocene recente ed attuale); la litologia dei depositi superficiali, strettamente connessa alla capacità di trasporto dei corsi d’acqua attuali, varia dalle argille più o meno pure alle sabbie fini e medie; la natura dei terreni condiziona poi le caratteristiche naturalistiche e ambientali.

Lo stretto legame con i fiumi, che ne hanno condizionato in modo incisivo l’assetto e il paesaggio, è testimoniato dalla presenza dei tipici dossi, aree blandamente rilevate, ad andamento sinuoso, corrispondenti ad antichi percorsi fluviali; tra queste emergenze locali si estendono le valli della bonifica.

Va qui ricordato che il corso del fiume Po si è progressivamente spostato nei secoli verso nord;

durante il Medioevo esso percorreva il Po Vecchio e l’attuale scolo Zara (presente ai margini del territorio di San Benedetto), in sinistra Secchia; in destra Secchia si ha notizia di numerosi rami, fra cui quello che andava da Quistello a Poggio Rusco, Dragoncello e Pilastri e quello poi occupato dal Secchia da Quistello alla foce.

Complessivamente, il paesaggio si presenta quindi ricco di risorse e di ambienti: dai paesaggi fluviali e golenali del Po e del Secchia, che includono i biotopi di più spiccato interesse naturalistico e faunistico, al “segno” degli argini, particolarmente alti e “presenti” in un territorio altrimenti piatto, all’accostamento e intreccio di colture agrarie diversificate, che connotano il paesaggio in modo diverso a seconda delle stagioni.

Vi è una straordinaria rete di canali e fossati irrigui che si associa ad una grande varietà di tipologie agrarie che caratterizzano i vari ambiti territoriali; l’idrografia attuale è composta da una serie di canali che confluiscono nel Po attraverso grossi collettori, frutto dell’opera

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Mantova

dell’uomo, che talvolta ha però seguito antichi percorsi fluviali; ad esclusione del Sabbioncello che attraversa i territori di Quistello e San Giacomo delle Segnate, questi collettori hanno un percorso orientato da ovest a est.

Il paesaggio agrario è tendenzialmente omogeneo, interessato prevalentemente dal seminativo irriguo (cereali, bietola, soia) e dalle colture foraggiere, diffuse nelle aree a più forte concentrazione zootecnica; gli elementi di difformità colturale presenti riguardano la vite, il frutteto, le colture orticole e quelle florovivaistiche; l’elemento verde caratteristico di questa zona è la “piantata padana”, forma originaria di allevamento della vite “maritata” ad alberi, di cui attualmente rimangono solo tracce sporadiche.

Il paesaggio è anche segnato dalla presenza del patrimonio edilizio rurale, con le classiche cascine a corte, i caratteristici “loghini” e “barchesse”, la ricchezza monumentale delle pievi matildiche, delle chiese e delle ville padronali.

Un fattore di pregio particolare di questo paesaggio è il suo carattere “aperto”, che si ritrova anche nella disposizione dei campi, nella trama delle strade, dei filari alberati e dei fossati irrigui e degli stessi nuclei di cascinali che, nella classica corte mantovana, rivela il significato di uno spazio delimitato da edifici con funzioni diverse che si presenta comune ma non isolato, aperto ma non separato dal paesaggio coltivato circostante.

I nuclei abitati, molti dei quali di origine storica, manifestano una presenza discreta ed equilibrata, sia per le limitate estensioni, sia per l’altezza delle masse edificate (normalmente a due, massimo tre piani) sulle quali spiccano i campanili che costituiscono il riferimento visivo più importante.

Accanto ai centri abitati si notano spesso delle formazioni di edificazione lineare lungo le strade e anche lungo gli argini di Po: la edificazione in questi casi è costituita da elementi isolati, posti a distanza reciproca alquanto variabile, ma comunque in grado di consolidare un rapporto di continuità che sposa le caratteristiche del nucleo abitato e dell’insediamento rurale.

Tuttavia anche questo paesaggio non è esente da criticità e da rischi che vanno dalla presenza in territorio rurale di edificazioni non congrue con il contesto, quali insediamenti zootecnici o produttivi e residenziali isolati di recente costruzione, dalla diffusione sul territorio di aree industriali situate ai margini dei centri urbanizzati di antica formazione, in ambiti di particolare pregio naturalistico e ambientale e lungo le arterie di maggior transito, alla presenza di allevamenti zootecnici intensivi, per i quali si ravvisa una particolare concentrazione a San Giacomo delle Segnate.

Gli approfondimenti di tipo conoscitivo forniti dal PTCP riguardano, all’interno di questo sistema, due componenti fondamentali: una di tipo naturalistico e l’altra di tipo storico culturale, che vengono dettagliate in due distinte cartografie di piano:

- la componente di valore fisico e naturale (Tav.1 a);

- la componente di valore storico culturale (Tav.1 b).

Tra gli elementi di valore fisico e naturale vengono specificamente individuati:

• il sistema idrico di valore provinciale, che nel nostro territorio individua lo Zara come canale di rilevante valore naturalistico -ambientale;

• le zone umide di rilevanza provinciale, che riguardano anche i bugni e laghetti di cava rinaturalizzati o da rinaturalizzare, per i quali viene fornita una individuazione di massima che è stata ulteriormente approfondita nella messa a punto dei PGT comunali;

• le emergenze vegetazionali comprendenti boschi, aree a vegetazione naturale rilevante, sistemi verdi lineari e alberi monumentali, puntualmente censiti;

(14)

Mantova

• le aree golenali aperte e protette ubicate lungo il Po e il Secchia per le quali viene richiesta la tutela idraulica, la salvaguardia della vegetazione, la eliminazione dei fabbricati impropri, il recupero delle cave dismesse;

• gli elementi geomorfologici di interesse provinciale costituiti dagli argini di Po e di Secchia, per i quali si prescrive la tutela idraulica e la salvaguardia come elementi costitutivi e caratterizzanti del paesaggio.

La componente storico culturale comprende invece:

• i siti archeologici, suddivisi in siti di valore archeologico (da D.Lgs 42/2004) presenti nella fascia più prossima al Po, tra San Benedetto, Quistello e Quingentole, e altri siti archeologici, con localizzazione più diffusa;

• il sistema insediativo di matrice storica, con evidenziati i nuclei di antica formazione, comprendenti oltre ai centri storici di San Benedetto e Quistello, le frazioni disseminate lungo il Po e la parte centrale dell’abitato di Quingentole, e i beni di rilevante valore storico culturale, con i luoghi della religione, dell’abitare, della produzione e spazi ed elementi di interesse civico , corti rurali e cascine, segni minori, parchi e giardini;

• il sistema della mobilità di matrice storica, comprendente per il nostro territorio la linea ferroviaria Suzzara – Ferrara, con stazione storica a Quistello e un piccolo tratto della SS 12 dell’Abetone e Brennero che attraversa l’abitato di Villa Poma

• il sistema irriguo di matrice storica, con numerosi canali dall’andamento sinuoso

• i luoghi della percezione e della memoria, di rilevanza paesaggistica quali alcuni bugni e laghetti di cava, e di rilevanza storica, per i quali è evidenziato il monastero di San Benedetto;

• i percorsi paesaggistici, ubicati lungo gli argini di Po e di Secchia

Il PTCP individua inoltre, tra i possibili fattori di degrado e compromissione paesaggistica, alcuni elementi detrattori, che nel nostro territorio, oltre alle diverse aree produttive e previste, comprendono in particolare l’impianto di compostaggio di Pieve di Coriano e due elettrodotti dell’alta tensione che attraversano da nord a sud i territori di San Benedetto e Villa Poma;

bisogna peraltro rilevare che non sono qui presenti ulteriori elementi detrattori, che caratterizzano invece altre zone della provincia quali centri commerciali o ambiti territoriali estrattivi.

Utilizzando questi temi e informazioni, sempre nel citato allegato D4 del PTCP, si è messa a punto una carta del valore paesaggistico del territorio provinciale, che individua diversi ambiti ed elementi di dominanza ambientale di rilevante valenza paesistica.

Vengono inoltre individuate le aree assoggettate a specifica tutela, comprendenti :

• i beni tutelati dal “codice dei beni culturali e del paesaggio”

• la rete dei Siti Natura 2000, presente nel nostro territorio con la ZPS IT0BO501

“Viadana, Portiolo, S. Benedetto Po, Ostiglia” con Ente Gestore la Provincia di Mantova

• il sistema delle aree naturali protette, già presenti con:

o il PLIS Golene foce Secchia, in territorio dei Comuni di Quistello (capofila), Quingentole, S. Benedetto;

o il PLIS della Golena del Po, lungo un tratto di sponda del Po, in territorio di Pieve di Coriano (Ostiglia capofila).

2.3.3 Il sistema infrastrutturale

Il sistema infrastrutturale è condizionato e riprende le giaciture geografiche fondamentali ricorrenti nella pianura padana, vale a dire l’andamento Ovest – Est del corso del Po e gli andamenti Nord – Sud (e viceversa Sud – Nord) degli affluenti di sinistra e di destra.

L’andamento Nord – Sud si può ricondurre al “corridoio del Brennero”, ed è rappresentato:

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Mantova

• dalla direttrice Verona – Ostiglia – Poggio Rusco – Bologna, costituita dalla linea ferroviaria (attualmente in corso di trasformazione per l’Alta Velocità) e dalla SS 12 (Abetone – Brennero) che corre parallela ed a brevissima distanza;

• più a Ovest dalla direttrice Verona – Mantova – Modena, costituita dalla linea ferroviaria regionale, dalle due statali n. 62 (Cisa) e 413 (Verona Mantova Moglia Carpi Modena), e soprattutto dalla A 22 (AutoBrennero).

L’andamento Est – Ovest è rappresentato:

• dalla linea ferroviaria interregionale Parma – Suzzara – Poggio Rusco – Ferrara

• dalla SS 482 (Mantova – Ostiglia –Ferrara) a Nord del Po

• dalle SS 413-496 (Mantova – S. Benedetto – Quistello – S. Giacomo – Poggio Rusco) a Sud del Po

• infine, in territorio emiliano, dalla nuova autostrada Cispadana (Guastalla – Reggiolo – Mirandola) in corso di realizzazione

Il sistema è più forte, riconoscibile ed efficace nella direzione Nord – Sud rispetto alla direzione Est – Ovest, probabilmente a causa degli attraversamenti del Po, che avvengono oggi ad una certa distanza uno dall’altro, e rafforzano di conseguenza le direttrici che convergono sui ponti.

Per altro verso il territorio delimitato a Nord dal corso del Po e compreso fra le due dorsali infrastrutturali (e quindi fra S. Benedetto e il nodo di Ostiglia-Revere) è inevitabilmente lasciato a margine rispetto alle dorsali stesse, come dimostra l’armatura urbana e la rete infrastrutturale minore.

Né questa marginalità viene mitigata dalla presenza di altri elementi portanti forti, che non esistono o sono intrinsecamente insufficienti per strutturare il territorio e costituirne riferimento:

e anche in prospettiva l’entrata in funzione dell’intera Cispadana (oggi agibile in modo discontinuo) non promette effetti risolutori, vista la consistente distanza dall’area in questione.

2.3.4 Il sistema dei vincoli

Indipendentemente dalle scelte di livello locale, le trasformazioni del territorio risultano condizionate da un sistema di vincoli riconducibili alla pianificazione e programmazione di livello sovralocale, compresi i progetti di nuove infrastrutture per la mobilità, a vincoli di tutela e salvaguardia delle bellezze naturali, quali l’individuazione di parchi e zone protette.

Sul territorio comunale gravano poi una serie di ulteriori vincoli puntuali, fra i quali qui si richiamano in particolare:

 vincoli di aree ed edifici della Soprintendenza per i Beni Culturali (Brescia)

 vincoli di aree ed edifici della Soprintendenza Archeologica

 fasce di rispetto dei corsi d’acqua (ex Galasso).

A questi si aggiungono vincoli di origine antropica, quali i tracciati degli elettrodotti o dei metanodotti, gli impianti di ricetrasmissione delle comunicazioni aeree (antenne radiobase e per la telefonia mobile), i cimiteri, i pozzi per l’approvvigionamento idrico e i depuratori delle reti fognarie con le relative aree di rispetto nonché la presenza di industrie a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.).

2.3.5 Impianti tecnologici

Il territorio è interessato dalla rete di distribuzione dell’energia elettrica; in particolare le linee dell’alta tensione impongono l’individuazione di fasce di rispetto al fine di evitare l’influenza di possibili radiazioni non ionizzanti, prodotte come noto dal passaggio di corrente a bassa frequenza nelle linee di distribuzione e trasporto della corrente elettrica.

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Mantova

Il tracciato della rete è riportato nella cartografia allegata; è da segnalare in particolare un elettrodotto da 132 Kv che interessa le zone residenziali di Villa Poma.

Sempre a livello di impianti tecnologici, al fine della successiva individuazione delle necessarie fasce di rispetto, sono stati localizzati i pozzi utilizzati per la fornitura dell’acqua potabile nei comuni dotati di acquedotto (tutti tranne San Benedetto) e i depuratori delle reti fognarie; altri tracciati che impongono distanze di rispetto sono quelli di adduzione e distribuzione della rete del gas metano.

Da ultimi sono evidenziati i cimiteri, all’intorno dei quali vengono individuate apposite aree di rispetto da sottoporre a normativa specifica.

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Mantova

3 SISTEMA SOCIO ECONOMICO

3.1 Lo sviluppo demografico dei 6 comuni

3.1.1 Andamento della popolazione

La provincia di Mantova, la cui popolazione al 31.12.2007 risultava essere di 403.665 abitanti, è costituita da 70 comuni con una dimensione media di 5.767 abitanti per comune; nel contesto provinciale i comuni di Pieve di Coriano (1.001 abitanti), Quingentole (1.210), San Giacomo delle Segnate (1.775) e Villa Poma (2.072) rientrano nella fascia dei comuni più piccoli;

Quistello (5.923) supera di poco la media provinciale, mentre San Benedetto Po (7.643) risulta nettamente superiore a tale media.

Anche le dimensioni territoriali di questi comuni differiscono nettamente: San Benedetto, con una superficie di 69,6 Kmq è quello più esteso, seguito da Quistello con 45,4 Kmq, San Giacomo con 16,3 Kmq, Quingentole, Villa Poma con 14,3 Kmq e Pieve di Coriano con 12,6 Kmq; come conseguenza di ciò il comune con maggiore densità abitativa risulta essere Villa Poma (145,0 abitanti per Kmq), seguito da Quistello (130,3 ab /kmq) San Benedetto e San Giacomo (109,0), Quingentole (84,6) e Pieve di Coriano (79,3).

L’andamento demografico, così come risulta dai dati dei censimenti generali della popolazione (dal 1871 al 1991 – v. Tab.1) si discosta, per i comuni analizzati, dall’andamento registrato per l’intera provincia: mentre infatti a livello provinciale la popolazione risulta in aumento dal 1871 al 1951, qui la popolazione registra il proprio apice nel 1931 (passando da 24.810 a 32.909 abitanti), da allora comincia a calare in maniera consistente (fino ad arrivare a 19.792 abitanti nel 1991).

T ab. 1 P opolaz ione res idente alle date dei c ens imenti

T otale

anni 6 C omuni

1871 1.268 2.701 6.546 10.399 2.056 1.840 24.810 292.737

1881 1.254 2.490 6619 10.484 2.079 1.749 24.675 300.311

1901 1.301 2.501 7191 10.908 2.149 1.902 25.952 315.448

1911 1.484 2.679 8495 12.192 2.548 2.295 29.693 353.006

1921 1.549 2.583 9054 13.121 2.712 2.538 31.557 380.802

1931 1.467 2.697 9596 13.578 3.145 2.426 32.909 403.422

1936 1.488 2.671 9404 13.573 3.229 2.504 32.869 407.977

1951 1.459 2.715 9261 13.127 3.127 2.583 32.272 424.753

1961 1.181 1.858 7786 10.651 2.740 2.024 26.240 387.255

1971 1.004 1.552 6885 8.788 2.245 1.934 22.408 376.892

1981 881 1.387 6442 8.148 2.029 2.167 21.054 377.158

1991 823 1.301 5982 7.696 1.858 2.132 19.792 369.630

2001 841 1.181 5651 7.206 1.691 1.975 18.545 377.790

T otale P rovinc ia P ieve di

C oriano Q uing entole Q uis tello S . G iac omo d/

S eg nate S . B enedetto

P o Villa P oma

S erie s to ric a d al 1871 a l 2001 T o ta le 6 c o mu n i

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000

1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Fonte: dati ISTAT

(18)

Mantova

Tale tendenza alla riduzione demografica registra una modesta inversione di tendenza negli anni successivi al 2001 ma, a differenza del dato medio provinciale che vede la popolazione totale in netta ripresa, nei comuni considerati, il livello demografico raggiunto nel 1991 non subisce consistenti variazioni; si discosta da questo trend solo il comune più piccolo – Pieve di Coriano - che registra un costante incremento, superando nel 2007 la soglia delle 1.000 unità, con un incremento del 21,6% rispetto al dato del 1991 (v. tab.2).

T otale

anni 6 C omun i

1992 837 1.303 5.937 7.625 1.831 2.134 19.667

1993 838 1.295 5.892 7.568 1.818 2.124 19.535

1994 820 1.256 5.829 7.522 1.826 2.082 19.335

1995 828 1.239 5.790 7.534 1.800 2.071 19.262

1996 839 1.233 5.827 7.558 1.774 2.064 19.295

1997 824 1.219 5.821 7.564 1.758 2.053 19.239

1998 834 1.231 5.830 7.556 1.761 2.035 19.247

1999 848 1.244 5.853 7.516 1.743 2.007 19.211

2000 851 1.233 5.901 7.534 1.715 2.022 19.256

2001 841 1.181 5.865 7.498 1.691 2.042 19.118

2002 862 1.239 5.846 7.519 1.704 2.034 19.204

2003 874 1.256 5.794 7.568 1.716 2.022 19.230

2004 910 1.267 5.847 7.607 1.745 2.057 19.433

2005 927 1.238 5.843 7.582 1.760 2.101 19.451

2006 998 1.220 5.897 7.550 1.756 2.047 19.468

2007 1.001 1.210 5.923 7.643 1.775 2.072 19.624

S . G iac omo d /

S eg nate V illa P o ma T ab. 2 P op olaz ione res id ente al 31.12

P ieve di

C oriano Qu ing entole Q uis tello S . B enedetto P o

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

P ieve di C oriano Quingentole Quis tello

S . B enedetto P o S . G iac omo d/ S egnate V illa P oma Fonte: Ufficio statistica della Provincia di Mantova

Considerando invece il numero di famiglie residenti, si può verificare che tale dato, in linea con la media provinciale, risulta comunque in aumento, con un numero medio di componenti per famiglia che passa da 3,06 nel 1991 a 2,49 nel 2007; tale tendenza non si manifesta in maniera omogenea per tutti i comuni: rispetto alle famiglie residenti nel 1991 l’incremento risulta essere del 15,9% a Quistello e del 14,4% a S. Benedetto (i comuni più grandi), seguiti da Villa Poma con il 12,95% e da Pieve di Coriano con il 9,8%; negli altri due comuni di San Giacomo e Quingentole il numero delle famiglie residenti risulta invece pressoché stazionario (v. Tab.3).

(19)

Mantova

T ab.4 - C o ns is tenz a dei nuc lei fam ig liari

P op olaz ione F amig lie C ons is tenz a

ann o res idente res identi media

1971 22.408 6.460 3,47

1981 21.054 6.671 3,16

1991 19.792 6.987 2,83

1996 19.295 7.316 2,64

1997 19.239 7.330 2,62

1998 19.247 7.362 2,61

1999 19.211 7.375 2,60

2000 19.256 7.410 2,60

2001 19.118 7.551 2,53

2002 19.204 7.575 2,54

2003 19.230 7.630 2,52

2004 19.433 7.703 2,52

2005 19.451 7.742 2,51

2006 19.468 7.764 2,51

2007 19.624 7.858 2,50

T ab . 3 F amig lie res identi

T otale

anno 6 C o mun i

1971 284 445 1.994 2.539 689 509 6.460

1981 292 479 1.989 2.570 678 663 6.671

1991 357 495 2.101 2.593 692 749 6.987

1996 355 492 2.260 2.691 751 767 7.316

1997 350 488 2.254 2.719 749 770 7.330

1998 353 488 2.254 2.739 758 770 7.362

1999 361 494 2.243 2.742 767 768 7.375

2000 364 497 2.268 2.788 708 785 7.410

2001 364 503 2.343 2.826 709 806 7.551

2002 366 503 2.304 2.827 748 827 7.575

2003 351 506 2.316 2.859 756 842 7.630

2004 359 508 2.360 2.902 711 863 7.703

2005 377 504 2.387 2.914 714 846 7.742

2006 388 496 2.407 2.928 707 838 7.764

2007 392 502 2.436 2.967 715 846 7.858

P ieve di

C oriano Q uing en tole Qu is tello S . B enedetto P o

S . G iac omo d/

S eg nate Villa P oma

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000

1971 1981 1991 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

P ieve di C oriano Q uingentole Q uis tello

S . B enedetto P o S . G iac omo d/ S egnate V illa P oma Fonte: Ufficio statistica della Provincia di Mantova

Se poi ci soffermiamo sull’andamento dell’ultimo decennio possiamo verificare che l’incremento medio annuo risulta essere pari a 25 famiglie a S.

Benedetto, 18 a Quistello, 7,6 a Villa Poma, 4,2 a Pieve di Coriano, 1,4 a Quingentole e addirittura - 3,4 a San Giacomo delle Segnate (v. Tab.4).

In quasi tutti i comuni, pur con singole variazioni, la maggior parte delle famiglie (intorno al 30%) risulta costituita da due componenti, con una tendenza all’aumento del numero di famiglie monocomponente; si discosta dagli altri Pieve di Coriano, dove le famiglie costituite da una sola persona hanno un peso maggiore, arrivando nel 2007 al 36,2% sul totale delle famiglie residenti.

Considerando poi la distribuzione della popolazione sul territorio, si rileva per tutti i comuni, in linea con quanto si registra a livello provinciale, una tendenza alla concentrazione di residenti e

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