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Il controllo e la restrizione dell’immigrazione cinese 1949-

3. IL CONTROLLO DELLA MIGRAZIONE

3.1 LE POLITICHE D’IMMIGRAZIONE ATTUATE DAL GOVERNO BRITANNICO DI HONG KONG

3.1.2 Il controllo e la restrizione dell’immigrazione cinese 1949-

La vittoria del Partito Comunista Cinese alla fine del 1949 diede un nuovo stimolo all’immigrazione cinese a Hong Kong e costituì la prima grande ondata migratoria dalla fondazione del nuovo Governo comunista cinese. La parte sconfitta assieme ai suoi sostenitori iniziò a lasciare la Cina in massa, dirigendosi verso Taiwan e verso la Colonia inglese.

Figura 21 - La prima stazione centrale di polizia di Hong Kong dove risiedeva il Dipartimento di Registrazione delle persone.

Fonte: tratto da Wikipedia, http://zh.wikipedia.org/wiki/ File:Old_Central_Police_Station.JPG, 31 agosto 2011.

In questo frangente l’amministrazione locale inglese intervenne subito per cercare di arginare il flusso di persone in entrata, emanò l’Immigration Control Ordinance.238 Questa proibiva l’accesso a Hong Kong di tutte le persone che non avevano ottenuto un

238 Immigration Control Ordinance, 1949, in Historical Law of Hong Kong, http://www.hklii.org/eng/hk/

permesso di entrata valido, emesso dagli ufficiali d’immigrazione. Tuttavia i cittadini cinesi che appartenevano alla regione del Guangdong furono esentati da questa misura.239

Nello stesso anno fu varato il Registration of Persons Ordinance240, tramite il quale s’impose a ogni persona residente nella Colonia di registrarsi e di seguire le procedure per l’emissione della propria carta d’identità. Prima del 1949 il governo non aveva il compito di registrare la popolazione, ma dopo tale data l’incarico fu assegnato alle Forze di Polizia di Hong Kong, con la creazione del Dipartimento di Registrazione delle Persone.

L’ordinanza aveva imposto l’obbligo di ottenere la carta d’identità poiché d’ora in poi senza di esso non vi era la possibilità di rimanere nei territori della colonia e di trovare un impiego.241

Figura 22 - La prima versione di carta d’identità di Hong Kong (fronte e retro). Fonte: tratto da News.gov.hk, http://archive.news.gov.hk/isd/ebulletin/en/category/

lawandorder/021206/features/html/021206e08002.htm#, 31 agosto 2011.

Per ottenere l’emissione di questo importante documento, l’individuo non doveva avere precedenti penali e possedere la volontà e la possibilità di lavorare. Queste

239 Helen F. Siu, Agnes S. KU, Hong Kong Mobile: Making a Global Population, Hong Kong, Hong Kong

University Press, 2009, pp. 156-157.

240 Registration of Persons Ordinance, 1949, in Historical Law of Hong Kong, http://www.hklii.org/eng/hk/

legis/HKHistLaws/1950/392.html, 1dicembre 2011.

241 Mark CHI-KWAN, “The ‘Problem of people’: British colonials, cold war powers, and the Chinese

condizioni basilari erano atte a preservare l’ordine e prevenire i crimini. Dopo un tempo ragionevole di residenza a Hong Kong, l’immigrato poteva ottenere il permesso di residenza perpetuo. Inoltre, il documento doveva necessariamente essere sempre a portata di mano del titolare per eventuali controlli. Qualora si fosse sprovvisti dei suddetti documenti si sarebbe incorso a un reato punibile giuridicamente.

Nell’anno successivo, il governo coloniale adottò unilateralmente un sistema di quote giornaliere (Quota System242, 1950) per limitare l’afflusso di persone. La misura prevedeva che ogni giorno il numero ammesso di persone entranti a Hong Kong dovesse essere pari al numero degli uscenti.243

Questa politica incontrò il dissenso del Governo cinese, indicando questo sistema come irragionevole e poco amichevole nei confronti della Repubblica Popolare e dei suoi cittadini. Inoltre, affermò che i territori di Hong Kong facevano parte della Cina, per cui i cinesi avevano la libertà di movimento nei territori cinesi, attribuendo al fenomeno un problema d’immigrazione interna. La parte inglese in quel momento aveva timore di un eventuale attacco militare da parte della nuova Repubblica Popolare Cinese, di conseguenza si apprestò ad accordarsi con la parte cinese.244

Fu stabilito che le autorità competenti cinesi avrebbero avuto il compito di emettere ogni giorno una quantità di permessi di uscita concordata con il governo di coloniale e Hong Kong avrebbe accettato l’entrata di tutti quelli che ottenevano l’autorizzazione. L’approvazione e l’emissione del One Way Permit, OWP245 a coloro che lo richiedevano era a discrezione delle autorità d’emigrazione cinese. Queste garantivano il permesso di entrata e di residenza a Hong Kong.

Nel 1956 il governo coloniale tentò di rimuovere il Quota System per sette mesi. In poco tempo il primo grande flusso di circa 56.000 immigrati giunse a Hong Kong e fu

242 出入平衡 [Chūrù pínghéng]

243 Helen F. Siu, Agnes S. KU, Hong Kong Mobile: Making a Global Population, Hong Kong, Hong Kong

University Press, 2009, pp. 162-163, WONG Siu-lun, Marketa MOORE, James K. CHIN, Hong Kong: Demographic Change and International Laor Mobility, PECC-ABAC Conference on “Demographic Change and International Labor Mobility in the Asia Pacific Region: Implications for Business and Cooperation”, 2008, pp. 11-12.

244 Helen F. Siu, Agnes S. KU, Hong Kong Mobile: Making a Global Population, Hong Kong, Hong Kong

University Press, 2009, pp. 156-157.

nuovamente reintrodotta.246 Questa politica per regolamentare i movimenti regolari d’immigrazione fu mantenuta fino al ritorno dei territori in affitto alla Cina e in seguito riadattata al nuovo sistema di migrazione interna.

Purtroppo l’aumento dei controlli e la successiva chiusura dei confini della Cina alimentarono il fenomeno degli immigrati cinesi illegali a Hong Kong.247 La Colonia cercò di contrastare questo fenomeno, ma in questo frangente è da notare che l’amministrazione di Hong Kong mantenne, in fin dei conti, un atteggiamento indulgente nei confronti dell’immigrazione illegale cinese, poiché una volta entrati nella Colonia vi era la possibilità di rimanere e di rimediare al loro status d’immigrato illegale ottenendo la carta d’identità. Questo approccio fu dovuto a due fattori principali: l’atteggiamento e le convinzioni del Governo di Hong Kong nei confronti del fenomeno immigratorio e la pressione esercitata dall’assetto politico internazionale.248

Alla fine degli anni Quaranta e inizio anni Cinquanta, il Governatore in carica, Sir. Grantham,249 confidava sul fatto che l’immigrazione cinese sarebbe stata un fenomeno temporaneo e che presto gran parte della popolazione avrebbe fatto ritorno in patria o sarebbe emigrata altrove. Quindi l’imposizione del Quota System sarebbe bastata a tenere sotto controllo la situazione demografica. Per gli stessi motivi, il Governatore non ebbe mai l’intenzione di investire denaro nella creazione di nuovi alloggi e di provvedere alla creazione di servizi essenziali per l’assistenza ai rifugiati.250

246 Mark CHI-KWAN, “The ‘Problem of people’: British colonials, cold war powers, and the Chinese

refugees in Hong Kong, 1949-62”, Modern Asian Studies, 41,6, 2007, p.1148, Helen F. Siu, Agnes S. KU, Hong Kong Mobile: Making a Global Population, Hong Kong, Hong Kong University Press, 2009, p. 157.

247 Disambiguazione: la parola migrante (移民) è la più generica e indica lo spostamento di uno o più

individui in un altro stato o in un’altra regione, gli si può accostare l’attributo clandestino o illegale (非法移 民), che indica il singolo che varca il confine di un altro stato senza seguire le modalità legali ed eludendo i controlli dello stato ospitante. Il migrante irregolare (逾期居留者), invece, indica un individuo che ha perso i requisiti necessari per rimanere nello stato ospitante, ciò non implica però che non possa riacquistare nuovamente i suddetti requisiti attraverso le procedure burocratiche pertinenti.

248 sul tema si veda: Louis ROGER, Hong Kong: The Critical Phase, 1945-1949, The American Historical

Review, 102, 4, 1997, pp. 1052-1084.

249 Alexander Grantham (1899-1978) fu un amministratore delle Colonie britanniche. Dal 1935 al 1938 fu

Segretario Coloniale delle Bermuda. Nei quattro anni successivi ebbe la medesima carica nella Colonia Jamaica e nel 1941 della Nigeria. Successivamente diventò Governatore delle Fiji dal 1945 al 1947. Nel 1947 diventò Governatore di Hong Kong fino al 1957. Durante il suo mandato, nel 1953 un devastante incendio distrusse molti alloggi di legno abusive nella zona di Kowloon, provocando numerosi morti e feriti, lasciando altrettanti cinesi senza tetto. Da questo episodio Grantham lanciò un programma di costruzione decennale di alloggi a basso costo e un programma di mutui per la popolazione meno abbiente.

250 Mark CHI-KWAN, “The ‘Problem of people’: British colonials, cold war powers, and the Chinese

In secondo luogo, la posizione di Hong Kong all’inizio degli anni Cinquanta non fu una delle migliori: da una parte dovette contrattare con la Cina per una pacifica convivenza; dall’altra, lo scoppio della Guerra di Corea segnò l’inizio della contrapposizione tra il blocco comunista e il blocca capitalista. Di conseguenza Hong Kong e la Repubblica Popolare Cinese si ritrovarono negli schieramenti opposti. In seguito, la Colonia dovette subire gli effetti dell’embargo imposto dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti sul commercio con la Cina.

La Guerra Fredda, inoltre, spinse i due blocchi contrapposti a ricercare i segnali, anche minimi, per affermare la propria superiorità sul nemico. In conformità a ciò, la grande fuga rappresentata dai cinesi alla volta di Hong Kong poteva solo significare che la popolazione aveva fatto la sua scelta correndo verso la libertà e verso il capitalismo, rifiutando il comunismo, ottenendo così una vittoria psicologica sulla Cina. In effetti, la maggior parte di questi immigrati erano reduci dalla guerra civile, appartenenti ai Nazionalisti, impossibilitati a rimanere in patria per il timore di essere perseguitati. Nella realtà questo elemento li rendeva dei rifugiati politici.251 In base a questa convinzione, gli Stati Uniti, massimo esponente del blocco capitalista, fecero pressione sul Regno Unito per evitare il rimpatrio di questi immigrati, cercando di mobilitare i fondi e gli aiuti sociali per far sì che i profughi252 potessero stabilirsi permanentemente e integrarsi con la popolazione locale. La Gran Bretagna, d’altra parte, era preoccupata per il sovraffollamento della popolazione, la carenza di strutture e un possibile problema d’integrazione. Infine, la questione fu risolta inserendo questi rifugiati nel programma del UNHCR (United Nations High Commisioner for Refugees), riaffermando i motivi umanitari e la particolarità di questi rifugiati cinesi.253

251 Rifugiato (难民) è una persona che si rifugia presso un altro paese per ragioni politiche o religiose, dopo

avere abbandonato il proprio e senza avere la possibilità di farvi ritorno, poiché esistono motivi fondati di persecuzione. Lo status di rifugiato lo si acquisisce in seguito all’approvazione della richiesta eseguita dall’individuo allo Stato ospitante e ottiene una serie diritti tutelati dalla Convezione di Ginevra (1951), ad esempio il principio di unità della famiglia e nei servizi welfare.

Si veda anche: Convenzione di Ginevra del 1951, in “UNHCR The UN Refugee Agency”, 2004, http:// www.unhcr.it/news/dir/13/convenzione-di-ginevra.html, 16 ottobre 2011, pp. 2.

252 L’espressione profugo, invece, non ha un corrispettivo termine in cinese e non ha valenza giuridica, di

solito viene usato per indicare coloro che non hanno ancora ottenuto lo status di rifugiato ma essendo molto generico, spesso viene usato come sinonimo di rifugiato.

253 A partire dal 1962 gli immigrati illegali cinesi non furono più riconosciuti come rifugiati. Agnes KU,

In questo contesto possiamo osservare quanto le ideologie e l’assetto internazionale abbiano influenzato le scelte e le politiche degli Stati nei confronti del fenomeno migratorio, possiamo, inoltre notare come una misura politica possa incidere sulla vita di molte persone. Questa regola non vale unicamente per la parte inglese ma, come vedremo in seguito, corrisponde ancor di più per la controparte cinese.

Nonostante questi provvedimenti nel 1950 la popolazione di Hong Kong aveva oltrepassato i 2,36 milioni di persone, la situazione stava diventando insostenibile a causa della mancanza di alloggi, servizi sanitari, strutture per l’educazione, l’igiene e la sicurezza pubblica erano compromesse.

L’embargo causò tra il 1952 e il 1954 un periodo di recessione commerciale, il che costrinse Hong Kong a trovare un altro sbocco economico.Gli immigrati dei primi anni Cinquanta portò con sé anche imprenditori di Shanghai e le loro attività. Gli immigrati poco qualificati erano bene accetti nella Colonia poiché rappresentavano la manodopera a basso costo per l’industria tessile intensiva che nel giro di poco tempo rese Hong Kong un importante centro industriale volto all’esportazione.254

Sul finire degli anni Cinquanta, era ormai chiaro che gli immigrati cinesi non avevano intenzione di far ritorno in patria e il flusso continuo di immigrati cominciò a creare grossi problemi. Al fine di regolarizzare al meglio il crescente fenomeno, venne sostituito l’Immigration Control Ordinance del 1949, emettendo nel 1958 l’Immigration

(Control and Offences) Ordinance.255 L’ordinanza mantenne la discrezionalità sul trattamento degli immigrati illegali da parte dei funzionari d’immigrazione nella selezione al confine, quindi erano i funzionari stessi a decidere chi sarebbe potuto rimanere nella Colonia e chi era escluso.

Questo atteggiamento indulgente fu mantenuto fino agli anni Settanta, fu fatta eccezione solo durante la seconda grande ondata migratoria del 1962, durante la quale entrarono legalmente 28.800 persone e più di 120.000 arrivarono illegalmente. A causa del

254 sul tema si veda HUANG Shaolun 黃紹倫, ZHANG Xiuli 張秀莉 (a cura di), Yiminqiyejia - Xianggang

de Shanghai Gongyejia 移民企業家--香港的上海工業家 (Imprenditori immigrati – Industriali di Shanghai a Hong Kong), Shanghai, Shanghai Guji chubanshe, 2003.

255 Immigration (Control and Offences) Ordinance, 1958, in 中华人民共和国香港特别行政区立法会,

grande numero di persone, per la prima volta furono introdotte le azioni di arresto e di rimpatrio, di conseguenza circa la metà degli entranti illegali furono rimandati indietro.256

Figura 23 - La seconda versione di carta d’identità plastificata introdotta negli anni Sessanta, con foto e impronta digitale dell’intestatario.

Fonte: tratto da News.gov.hk, http://archive.news.gov.hk/isd/ebulletin/en/category/ lawandorder/021206/features/html/021206e08002.htm#, 31agosto 2011.

Nel 1961 attraverso l’Immigration Service Ordinance fu nuovamente istituito il

Dipartimento di immigrazione,257 ed ereditò il compito di vigilare sui flussi di entrata e di uscita di persone sul confine marittimo e aereo, al fine di contrastare i fenomeni di immigrazione clandestina. Inoltre rientrava tra le mansioni dell’ente l’emissione di visti e documenti di viaggio per turismo. Nel 1977 il Dipartimento d’immigrazione si fece carico anche delle mansioni del Dipartimento di Registrazione delle persone, da allora ebbe il compito di registrare tutta la popolazione residente di Hong Kong e di emettere le carte d’identità plastificate.258

256 John P. BURNS, Immigration from China and the Future of Hong Kong, Asian Survey, 27, 6, 1987, p.

663.

257 sul tema si veda “Immigration Service Ordinance”, in Hong Kong Immigration Ordinance, tratto da Hong

Kong Legal Information Institute, http://www.hklii.org/eng/hk/legis/ord/331/, 6 dicembre 2011.

258 Annual Report 03-04 in “The Government of the Hong Kong Special Administrative Region -

Immigration department”, 2003, http://www.immd.gov.hk/a_report/ehtml/chapter03_40a.html, 1 settembre 2011.

Nei primi anni Settanta si verificò nuovamente un’impennata improvvisa dell’immigrazione legale ed illegale di cinesi, probabilmente legata della vicenda di Lin Biao come suggerisce il Prof. Burns, i cittadini di Hong Kong richiesero un controllo più stretto sull’immigrazione poiché questo grande flusso di persone si riversò in un momento di rallentamento dell’economia con la conseguente disoccupazione.259

Di conseguenza il 30 novembre 1974 l’amministrazione di Hong Kong attuò il “Touch Base Policy”260 per regolare questo flusso incontrollato di persone. La nuova misura consisteva nell’ammettere solo gli immigrati che riuscivano ad arrivare nell’area urbana (vale a dire l’isola di Hong Kong e la penisola di Kowloon) e aver trovato una valida sistemazione; se, invece, un immigrato clandestino veniva intercettato nei Nuovi Territori o nelle acque dell’ex Colonia, sarebbe stato immediatamente rimpatriato. Attraverso questa ordinanza, l’amministrazione di Hong Kong cercò di limitare i flussi dell’immigrazione clandestina ed eliminare i fenomeni di lavoro irregolare e di evasione fiscale. Grazie a questa nuova politica negli anni successivi il flusso di immigrati cominciò a diminuire sensibilmente.261