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Il credito al settore immobiliare: aspetti operat

3.1 - Il credito per gli investimenti nel settore delle costruzioni e dell’edilizia

In questo paragrafo verranno analizzate le dinamiche del credito nel settore delle costruzioni e dell’edilizia nell’ultimo decennio. Il credito e l’accesso a quest’ultimo, sotto forma di erogazioni di mutui, è un elemento decisamente importante per le imprese perché permette alle stesse di organizzare le proprie decisioni di investimento.

Negli ultimi anni, a causa della crisi, questo fattore è risultato ancora più significativo per la sopravvivenza delle imprese nel mercato. In un contesto di crisi e quindi di incertezza, sperimentare difficoltà di accesso al credito ha costretto molte imprese a rinviare o addirittura ad annullare, le proprie decisioni di investimento nel medio lungo termine.

Entrando nel dettaglio si scopre che l’ultimo anno nel quale le imprese hanno sperimentato una crescita del mercato del credito è stato il 2007. I finanziamenti alle imprese di costruzioni evidenziano infatti, una crescita nell’area non residenziale ma è soprattutto nell’ambito abitativo che si registra un aumento sostenuto rispetto agli anni precedenti. I dati del 2007 di Banca d’Italia e Ance affermano che nel comparto abitativo le banche hanno finanziato operazioni per 31 miliardi di euro mentre in quello non residenziale, le risorse messe a disposizione sono risultate pari a 21 miliardi di euro. La crescita rispetto all’anno precedente si attestava rispettivamente al 15% e al 5% circa.

Questo aumento del credito avvenuto nel 2007 non è stato un evento isolato, ma fa parte di una serie storica positiva che si riscontra nel settore delle costruzioni già a partire dai primi anni 2000. Dal confronto con il 2003 si scopre che l’erogazioni per investimenti sono sempre state in crescita sia per quanto riguarda l’area residenziale che per l’area non residenziale, e sono passati dai 18 miliardi di euro del 2003 ai 31 miliardi di euro del 2007 per la prima, e da 12 miliardi a 21 miliardi di euro per la seconda area.

Fig. 82 – Flussi di nuovi mutui per investimenti in costruzioni – elaborazione Ance su dati Banca d’Italia – Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Ottobre 2008 pag. 73

Dal 2008 però questo flusso positivo si interrompe. Già prima della fase più acuta della crisi, il flusso di mutui erogati nei primi nove mesi del 2008 aveva iniziato a registrare una contrazione

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sensibile, dovuta alle tensioni sui mercati a causa dei mutui subprime americani. Ma la crisi finanziaria che inizialmente riguardava i soli Stati Uniti d’America, ha poi contagiato il mondo intero creando i presupposti per una recessione globale molto severa, e identificando il settore immobiliare come altamente rischioso.

A livello italiano ciò si è tradotto in un deciso razionamento del credito da parte degli istituti bancari nei confronti delle imprese operanti nel settore.

Il 2008 è quindi il primo anno nel quale il settore delle costruzioni sperimenta una diminuzione dei mutui per nuovi investimenti che si attesta per l’area residenziale a circa 29,8 miliardi (-5% rispetto al 2007) e per l’area non abitativa a circa 18,7 miliardi di euro (-11%).

L’acuirsi della crisi negli anni successivi provoca però, nuove e maggiori difficoltà di accesso al credito.

I dati di Banca d’Italia sui finanziamenti alle imprese di costruzioni relativi al 2009, mostrano una flessione consistente dei flussi di mutui erogati per investimenti in edilizia. Diminuiscono infatti del 18% nel residenziale e del 11,6% gli investimenti nel non residenziale rispetto al 2008, attestandosi rispettivamente a 24,4 miliardi di euro e 16,5 miliardi di euro. Le imprese però soffrono anche del forte calo di mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di immobili. Considerando il valore totale dei prestiti concessi alle imprese di costruzioni, cioè la somma di tutti i tipi di finanziamenti, sia a breve che a medio lungo termine, si nota che complessivamente il risultato è però positivo. Ciò sta a significare che le banche hanno continuato a finanziare le imprese e le operazioni immobiliari con credito a breve termine.

Le difficoltà di accesso al credito per le imprese sono proseguite nel 2010, anche a causa delle nuove e più stringenti regole introdotte da Basilea 3. Nell’edilizia abitativa si era assistito nei primi nove mesi ad un lieve miglioramento nei flussi di erogazione di nuovi mutui, ma i dati di Banca d’Italia hanno evidenziato una netta contrazione nell’ultimo trimestre. Pertanto, complessivamente si registra una diminuzione dell’erogazione di nuovi mutui oltre il 3% rispetto al 2009, arrivando ad un valore erogato pari a 23.5 miliardi di euro, simile a quanto erogato nel 2005.

Fig. 83 - Flussi di nuovi mutui per investimenti in costruzioni –elaborazione Ance su dati Banca d’Italia – Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Giugno 2011 pag. 93

Risulta evidente che dal 2007, anno nel quale le erogazioni di nuovi finanziamenti hanno raggiunto il picco, al 2010 il flusso di finanziamenti per investimenti in edilizia abitativa si è ridotto di un quarto.

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Il comparto non residenziale complessivamente registra un andamento negativo anche nel 2010, con un calo del 11% e 14,6 miliardi di euro erogati, sintesi di un primo semestre decisamente negativo e un andamento positivo nel 4° e soprattutto nel 3° trimestre. Come per l’area residenziale, dal 2007 al 2010 la variazione negativa registrata in questo comparto è significativa, attestandosi al 30%.

L’Ance dal 2009 presso le imprese ad essa associate ha iniziato a svolgere delle indagini, dalle quali si apprende che più del 40% del campione di imprese intervistate ha sperimentato difficoltà di accesso al credito39. Le stesse hanno anche indicato le modalità con cui le banche hanno ridotto la

quantità di credito a medio lungo termine, rilevando principalmente richieste di maggiori garanzie, allungamento dei tempi di istruttoria, aumento dello spread, richieste di rientro e infine una minore quota di finanziamento sull’importo totale dell’investimento .

A ciò si aggiunge il fenomeno del cambiamento unilaterale delle condizioni contrattuali sui finanziamenti in essere, soprattutto sulle aperture di credito in c/c, sugli scoperti di c/c e nei finanziamenti a breve non finalizzati.

Dalle indagini in oggetto emerge altresì una maggiore dinamicità delle imprese nella scelta del partner finanziario: la quota di imprese di costruzioni che si è rivolta alle banche locali e di credito cooperativo tra l’inizio della crisi, 2008, e l’acuirsi della stessa, è aumentata. Questo perché le banche medio piccole risultavano essere meno coinvolte dal punto di vista finanziario e della patrimonializzazione rispetto ai gruppi e alle banche maggiori, e tale aspetto ha fatto si che le stesse siano state più propense a investire nel settore delle costruzioni. Si registra anche un aumento di imprese che a partire dal 2009 si rivolgono a più istituti contemporaneamente.

Bisogna notare però che di fronte al razionamento del credito operato dagli istituti bancari, dai dati che si ricavano dall’indagine di aprile 2011, quasi il 40% del campione intervistato ha evidenziato un aumento nelle richieste di affidamento, soprattutto per le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione. Questo è dovuto a molteplici fattori:

• coprire il fabbisogno finanziario che si è originato soprattutto a causa dei ritardati pagamenti della P.A. ma anche dalle controparti private;

• finanziare nuovi investimenti;

• compensare la diminuzione delle risorse provenienti dall’autofinanziamento.

A fronte di questo aumento nella richiesta di credito, nel 2011 l’andamento dello stesso ha continuato ad evidenziare una contrazione generalizzata.

Questo razionamento ha interessato sia le imprese impegnate nei lavori pubblici, peraltro già fortemente penalizzate dal drammatico problema dei ritardati pagamenti della PA, sia le imprese che operano nel settore residenziale e non, che, oltre alle difficoltà di accesso al credito da loro

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Ance – Indagini rapide di Settembre 2009 - Aprile 2010 – Aprile 2011 presenti all’interno dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni (2009/2010/2011).

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riscontrate, hanno dovuto fronteggiare un drastico calo nelle erogazioni anche verso la loro clientela finale.

Fig. 84 – Conseguenze del razionamento del credito per le imprese, settore pubblico e privato –Elaborazione Ance – Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Giugno 2012 pag. 84

Analizzando la figura n. 80 si scopre che il razionamento del credito, sia direttamente verso le imprese che verso i clienti finali, genera un “circolo vizioso”: per le imprese che operano nel settore pubblico, al noto problema dei mancati pagamenti della P.A. si affianca quello del mancato anticipo delle fatture da parte delle banche, che comporta l’entrata in sofferenza finanziaria dell’impresa, il peggioramento del rating, e tutto ciò si traduce in aumento del rischio della controparte con conseguente preclusione nell’erogazione di nuovi finanziamenti da parte delle banche; nel settore privato la mancata erogazione di mutui alle famiglie comporta delle problematiche finanziarie e di magazzino per le imprese, a causa degli immobili invenduti, che a sua volta si traducono in maggior rischio e peggioramento del rating con il risultato finale di diminuzione o preclusione di finanziamenti da parte delle banche.

Questi fattori risultano, come confermato dalla Banca d’Italia, più significativi per le imprese di piccola dimensione.

In sintesi quindi, questo meccanismo oltre a danneggiare in maniera significativa le imprese, finisce per peggiorare la stessa struttura patrimoniale/finanziaria delle banche, a seguito del proprio deterioramento del portafoglio crediti.

Complessivamente nel 2011 la diminuzione dei finanziamenti per investimenti nel settore residenziale si attesta al 17%, rispetto al 2010, e quantità di nuovi mutui erogati è pari a circa 19 miliardi di euro. Il settore non residenziale fa registrare un calo maggiore, pari al 20% rispetto all’anno precedente, con un totale di 11,7 miliardi di euro erogati.

A livello generale nel 2011 si assiste ad una domanda di credito, sia per le imprese che per le famiglie, dall’andamento crescente ma da 2012 tale tendenza si interrompe.

Questo calo appare, soprattutto per quanto riguarda le imprese, come una reazione al forte razionamento del credito che si verifica a partire dall’inizio del 2012.

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Fig.85 – Domanda e offerta di credito in Italia –Elaborazione Ance su dati BCE - Bank Lending Survey aprile 2013 - Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Giugno 2013 pag. 56

Dopo il primo credit crunch riscontrato tra il 2007 e il 2009, a metà del 2011 ha inizio un nuovo ciclo di razionamento del credito. Dai dati di Banca d’Italia si scopre che quest’ultimo ha colpito principalmente i prestiti a lunga scadenza, che sono quelli che riguardano direttamente gli investimenti in costruzioni.

Fig. 86 - Domanda e offerta di credito a Lunga scadenza in Italia –Elaborazione Ance su dati BCE - Bank Lending Survey aprile 2013 - Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Giugno 2013 pag. 56 La forte diminuzione dei prestiti a lunga scadenza che si verifica dalla fine del 2011, sia verso le imprese che verso i clienti finali delle stesse, a cui si aggiunge come conseguenza di quest’ultimo il calo della domanda immobiliare, ha ridotto la capacità delle imprese di autofinanziarsi. Questo ha comportato secondo Ance, un aumento delle imprese che hanno avuto esigenze di ristrutturazione del debito sia per prestiti a breve che per prestiti ipotecari di medio-lungo termine. Ma il fattore che più ha inciso sulla riduzione della capacità di autofinanziarsi è legato ai mancati pagamenti da parte della P.A.. Si registra infatti un aumento di imprese che si rivolgono nel 2012 alle banche per richiedere di finanziare i ritardati pagamenti della P.A. attraverso l’anticipazione bancaria.

Nel complesso quindi i mutui per investimenti in edilizia diminuiscono rispetto all’anno precedente del 17% per il comparto residenziale, 17 miliardi di euro erogati, e del 39% nel comparto non residenziale con un totale di 7,9 miliardi di euro erogati.

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A conti fatti tra il 2007 al 2012 la riduzione è stata del 45,6% per gli investimenti nell’abitativo e del 62,4% nel non residenziale, quantificabile in un diminuzione di finanziamenti erogati dalle banche pari a 42 miliardi di euro nell’ ambito residenziale e 35 miliardi di euro nel non residenziale. Un altro aspetto da considerare è che rispetto ad altri settori quello delle costruzioni risulta essere il più colpito dalla stretta creditizia. Il grafico mostra infatti un andamento non omogeneo tra i vari comparti, con la netta diminuzione dei finanziamenti indirizzati al settore delle costruzioni.

Fig. 87 – Andamento dei finanziamenti a medio lungo termine in Italia fra i vari settori –elaborazione ance su dati Banca d’Italia - Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Giugno 2013 pag. 62

L’Italia, con riferimento al comparto delle costruzioni e il settore immobiliare in generale, come confermato dalla Banca d’Italia, non rientra tra quei paesi nel quale si è verificata una bolla immobiliare (come ad esempio Spagna, Irlanda). Tale settore è sempre stato caratterizzato da una buona stabilità ma vista la significativa restrizione del credito si evince che il nostro paese ha subito lo stesso trattamento dei paesi nel quale invece la bolla immobiliare si è realmente verificata. Tale considerazione viene confermata dal bollettino di novembre 2013 della Bce, nel quale si evidenzia la forte restrizione che ha subito il comparto delle costruzioni e il settore immobiliare in generale italiano, ma allo stesso tempo si rileva che le politiche idonee per stabilizzare i mercati sono stati uguali per tutti i paesi40.

Le difficoltà di accesso al credito per le imprese non si arrestano al 2012 ma proseguono anche negli successivi. Nel 2013 e nel 2014 si registrano ulteriori flessioni nell’erogazione di nuovi finanziamenti per l’ edilizia abitativa, rispettivamente del 30% e del 18,5% in meno rispetto agli anni precedenti. Il 2013 per il comparto residenziale è l’anno nel quale si rileva il calo più importante dall’inizio della crisi, con un flusso di nuovi finanziamenti per investimenti pari a 11 miliardi di euro. Nel 2014 tale quota scende sotto i 10 miliardi di euro, attestandosi a circa 9 miliardi di euro.

Per quanto concerne il comparto non residenziale, dopo il significativo calo registrato nel 2012, si evidenzia un’ ulteriore flessione dei finanziamenti erogati, che si attestano a 5,5 miliardi di euro (- 20%). Ma è nel 2014 che per la prima volta dal 2007 si rileva un aumento delle erogazioni per investimenti, pari al 6,7%, variazione attribuibile soprattutto ai risultati positivi dell’ultimo trimestre dell’anno.

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Le maggiori difficoltà riscontrate dalle imprese in questi anni sono confermati dalle indagini rapide svolte da Ance tra il 2013 e il 2014, nelle quali si evidenzia un aumento delle imprese che segnalano difficoltà di accesso al credito. Per quest’ultimo aspetto, si rileva una percentuale in media oltre il 55% di imprese, valore ben più alto rispetto a quanto riscontrato nelle precedenti indagini. Dalle indagini emerge altresì, che tali difficoltà si sono manifestate principalmente per la richiesta di nuove garanzie (oltre il 65% delle imprese), allungamento dei tempi di istruttoria, aumento dello spread e richiesta di rientro (oltre il 50%). A tutto ciò, si aggiungono i noti problemi riguardanti i cambiamenti delle condizioni contrattuali (come il cambio del tasso di interesse o della quantità di credito erogato) dei finanziamenti in essere, soprattutto per i finanziamenti a breve termine (scoperto c/c e apertura di credito c/c).

Il 2015, ultimo anno oggetto dell’ analisi, conferma quanto già riscontrato nel 2014: il comparto residenziale risente ancora in maniera decisa della stretta creditizia, facendo registrare una perfomance negativa del 10,6% rispetto all’anno precedente con un quantità di nuovi finanziamenti per investimenti pari a 8 miliardi di euro; nel comparto non residenziale viene invece confermato il trend positivo rilevato nel 2014, dato che si registra un aumento nell’erogazione di nuovi finanziamenti del 67% rispetto al 2014.

Fig. 88 – Flusso di nuovi finanziamenti, confronto tra il 2007 e il 2015 - elaborazione Ance su dati Banca d’Italia – Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Luglio 2016 pag. 55

Effettuando un’analisi di lungo periodo, dal 2007 al 2015, e confrontando i diversi settori economici finanziati attraverso il credito bancario, si scopre che il settore delle costruzioni è stato quello che più di tutti ha subito la forte restrizione delle erogazioni di finanziamenti.

Fig. 89 – Finanziamenti oltre il breve termine erogati in Italia per destinazione - elaborazione Ance su dati Banca d’Italia – Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Luglio 2016 pag. 57

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Analizzando il diagramma, si rileva che nel 2007 venivano destinati al settore delle costruzioni circa il 30% dei finanziamenti erogati dalle banche (12% per investimenti in costruzioni e 18% per acquisto di immobili), mentre tale quota nel 2015 è stata solo pari al 18% (5% per investimenti in costruzioni e 13% per acquisto di immobili).

Complessivamente, confrontando i dati del 2007 con i dati del 2015, si rileva che la riduzione dei finanziamenti a cui si è assistito nel settore delle costruzioni è stata estremamente importante. Il comparto residenziale che dall’inizio della crisi ha sempre evidenziato un trend negativo, registra una diminuzione considerevole, dato che si è passati dai 31,4 miliardi di euro del 2007 agli 8 miliardi di euro del 2015 con una diminuzione totale del 74%. Il comparto non residenziale, che solo negli ultimi anni (2014 e 2015) ha fatto registrare un aumento dell’erogazione di finanziamenti per investimenti, evidenzia nel complesso una diminuzione del 53%, dato che si è passati dai 21 miliardi di euro del 2007 ai 9,9 miliardi del 2015.

Questa riduzione del credito che si è verificata all’interno del settore delle costruzioni ha sicuramente modificato le capacità delle imprese di programmare i propri investimenti, sia nel lungo che nel breve periodo, ma allo stesso tempo ha determinato per molte imprese i presupposti per uscire dal mercato.

3.1.1 - L’analisi territoriale

Di seguito verrà analizzato l’andamento del credito nelle regioni italiane41. Il dato da cui far partire

l’analisi è quello del 2008, anno nel quale si evidenziano i primi segnali di diminuzione dei finanziamenti per nuovi investimenti.

Dal confronto col 2007, ultimo anno nel quale viene rilevata un tendenza positiva per entrambi i comparti, per il comparto residenziale si riscontra nel 2008 un andamento negativo in quasi tutte le regioni italiane con i risultati peggiori in Toscana (-14%) e Liguria (-13%), mentre in Valle d’Aosta e in Basilicata i dati risultano essere molto positivi, rispettivamente del 30% e del 19%. Nel comparto non abitativo, che ha registrato una diminuzione media del 11%, in molte regioni il dato è stato negativo, tra queste spiccano il Piemonte e la Sardegna con percentuali intorno al 29%. Ma fanno eccezione i risultati positivi della Valle d’Aosta, il Molise, l’Abruzzo, e infine l’Umbria e la Liguria, quest’ultime rispettivamente del +26% e +22%.

Nel 2009 le erogazioni di nuovo credito nel comparto residenziale subiscono una decisa diminuzione, -18%, e tutte le regioni italiane evidenziano un calo generalizzato, con i risultati migliori (diminuzione entro il 5%) che si riscontrano nel Lazio, Trentino A. Adige, Liguria e Puglia, mentre i risultati peggiori (oltre il 20%) riguardano la Lombardia, il Veneto e la Calabria. Nel comparto non residenziale quasi tutte le regioni rilevano la diminuzione della quantità di mutui

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Le informazioni riguardanti questo paragrafo sono tratte e rielaborate dall’ Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance dal 2007 al 2016

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erogati, soprattutto in Umbria (-42%) e Liguria (-56%), ma si registra in controtendenza alla media nazionale, il dato positivo del Trentino A. Adige (+21%) e della Valle d’ Aosta (+70%).

Dai dati del 2010, per quanto concerne l’ambito residenziale e a fronte di un calo nazionale del 3,9%, emerge che il credito a livello regionale è diminuito in molte regioni italiane, ma allo stesso tempo altre regioni hanno registrato buoni risultati:

Fig. 90 - Italia 2010 = - 3,9% - elaborazione Ance su dati Banca d’Italia – Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni Ance Giugno 2011 pag. 95

L’analisi riguardante la categoria non residenziale, denota un andamento per molte regioni in linea con quanto rilevato in generale (-11%), anche se si rilevano alcune eccezioni come per la Sicilia, Molise e Marche con registrano un aumento di oltre 20 punti percentuali nell’erogazione di nuovi mutui erogati.

Nel periodo compreso tra il 2011 e il 2013 il settore delle costruzioni registra una significativa flessione del credito. Il comparto residenziale in questo periodo in oggetto evidenzia un importante diminuzione, che raggiunge il picco massimo nel 2013, dove si rileva un calo del 30.3%. L’analisi regionale denota, in questi 3 anni, un trend generale in linea con l’andamento medio nazionale, salvo alcune eccezioni:

• nel 2011, nella Valle d’Aosta e nel Trentino A. Adige si rilevano risultati positivi, rispettivamente del 3% e 5%, mentre i risultati peggiori si riscontrano in Basilicata (-31%) e in Sardegna (-42%);

• nel 2012, la Sardegna che aveva fatto registrare nell’anno precedente un calo significativo nella quantità di credito erogato, evidenzia un deciso aumento pari al 20%, a cui si aggiunge anche il Lazio con un dato positivo di un punto percentuale. I dati peggiori si rilevano in Liguria, Valle d’Aosta, Campania e Umbria dovei si verificano diminuzioni nell’erogazione del credito oltre 35 punti percentuali rispetto all’anno precedente;

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