6. Il giardino della stazione di Ripafratta:
6.6 Il giardino della stazione di Ripafratta nel tempo
Le analisi conoscitive si sono successivamente concentrate sulla ricostruzione dell’assetto e dell’aspetto che il giardino a della stazione di Ripafratta ha avuto nel tempo, a partire dalla partecipazione nel 1913 al concorso delle stazioni fiorite. Si è iniziato ricercando la struttura che aveva ad inizio Novecento, ma nessuno schema è stato trovato ne consultando gli archivi del Touring Club Italiano (Digitouring.it) ne quelli della Fondazione FS (FondazioneFS.it). Successivamente vi è stata la ricerca di immagini di Ripafratta relative al concorso delle “Stazioni fiorite”. Le varie stazioni partecipanti erano spesso fatte oggetto di almeno una rappresentazione fotografica, molto in voga all’epoca dato i progressi che avevano investito questo mezzo (Brunetti et al. 2005).
Purtroppo, nessuna fotografia afferente al concorso è stata reperita.
È stato anche cercato un testo manoscritto presente negli archivi del Touring Club Italiano intitolato “Stazioni fiorite, Concorso 1913-Relazione manoscritta del delegato Cav. Secondo Pezza, Ispettore
delle Ferrovie dello Stato” che traccia un quadro della situazione delle stazioni partecipanti nell’anno immediatamente successivo a quello dei primi concorsi, riportando con dovizia di particolari le condizioni degli allestimenti dei giardini. Il
documento sembra Figura 34- Foto aree del giardino della stazione scattate nel 1954 (sopra) e nel 1965 (sotto)). Si può osservare la
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però non essere reperibile attualmente.
Grazie all’Associazione Salviamo La rocca di Ripafratta, si è giunti in possesso di diverse immagini riguardanti la stazione che toccano decenni diversi.
La prima risale al 1927 e mostra una foto di gruppo davanti al fabbricato viaggiatori. Sulla sinistra si può intravedere un’aiuola che contorna l’edificio dei servizi igienici (Allegato 2-a). Non sono identificabili le specie vegetali presenti ma si può rilevare l’utilizzo di piante arbustive ed erbacee delimitate da una bordatura di pietre. Di certo non è visibile il giardino. La seconda risale agli anni Trenta del Novecento (Carboncini 1990) (Allegato 2-b).
Il complesso ferroviario è ripreso dal viadotto ed è possibile intravedere lo spazio del giardino. L’eccessiva distanza però non permette di comprendere appieno lo schema compositivo, né le diverse essenze presenti. Si possono però dedurre, comunque, alcune cose.
Considerando l’aspetto architettonico, l’assenza del locale tecnico dona al giardino una forma rettangolare più definita inoltre, vi è una recinzione posta a sud verso il magazzino
merci. Si può ipotizzare che tutto il giardino fosse dotato di una recinzione sui quattro lati che la separasse idealmente dal resto dello spazio. Sotto l’aspetto botanico, si possono osservare piante con una altezza esigua che può far pensare o a specie arboree di recente impianto o a piante che presentano uno sviluppo limitato. Di certo si possono individuare diverse piante rientranti sotto il generico termine di palme, molto in voga a quel tempo. Considerando le specie utilizzate in Liguria nello stesso periodo si può ipotizzare che potessero essere alcune tra Washingtonia filifera, Phoenix dactilifera, Phoenix canariensis, Chamerops humilis, Erythea edulis o Butia capitata (Ministero per i beni e le attività culturali 2009). Altre immagini in bianco e nero, collocabili nella prima metà del Novecento, riportate in fondo al testo (Allegato 2-c e 2-d), mostrano la stazione da altre prospettive ma in questo caso la posizione in cui è presa non permette di carpire informazioni a proposito del giardino.
Un ultimo passo è stata l’osservazione di foto aree reperibili nella fototeca online all’interno del portale webgis Geososcopio della Regione Toscana (Figura 34). Si è così avuto accesso ad
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un’immagine risalente ad una foto aerea effettuata nel 1954 che mostra il giardino dall’alto. Interpolando la foto b dell’Allegato 2, si è potuto elaborare una ricostruzione sommaria del giardino (Figura 35). Osservandola si riscontrano tutti gli elementi dell’impianto formale tipico del giardino all’italiana di inizio Novecento già osservato in fotografie di altri siti risalenti a quel periodo. Assi principali dotati di spazi circolari nel punto d’incontro degli stessi e disposizione simmetrica delle essenze. Seguendo questo percorso si è passati alla prima foto aerea disponibile in un periodo successivo, ovvero quella del 1965 ma lo schema osservabile risulta completamente diverso.
La conformazione quindi che persiste tutt’oggi, con qualche piccola variazione, è stata data in un periodo compreso tra il 1954 e il 1965. A conferma di quanto affermato è l’utilizzo di cemento per i cordoli delle aiuole e per le panchine, molto comune in quel periodo e ancora oggi ben visibile.
Dato che lo schema compositivo è noto, l’attenzione è stata spostata sulla descrizione delle essenze che vi dimoravano per avere un quadro completo del giardino in questa sua fase.
La prima immagine utile è la foto reperita nel sito delle Fondazione FS e mostra l’angolo sud-ovest del giardino dove è presente una giovane siepe (Allegato 2-e). La foto che ritrae la capostazione Antonietta durante il suo lavoro, mostra l’angolo a nord ovest del giardino in cui si vede una siepe ben conformata (Allegato 2-f).
Consultando invece il testo “Un treno per Lucca. Ferrovie e tranvie in Lucchesia, Valdinievole e Garfragnana funicolare di Montecatini” di Adriano Betti Carboncini, sono invece state rinvenute diverse fotografie risalente al 1988, di poco antecedenti le precedenti.
Le foto mostrano solo parzialmente il giardino avendo come obiettivo dell’immagine i treni in transito. Nuovamente si osservano siepi topiate, un cedro rosso occidentale (Thuja plicata) e le fronde dei cedri del Himalaya (Cedrus deodara) (Allegato 3).
Un grandissimo contributo si è avuto invece con le foto offerte dal Signor Lido Pardi alla Associazione Salviamo La Rocca di Ripafratta, che mostrano la stazione negli anni Novanta del
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Novecento (Allegato 4). Queste sono un elemento importante poiché rappresentano le prime immagini a colori del sito. Nella foto a (Allegato 4-a), sono riconoscibili sulla destra siepi topiate di lauroceraso (Prunus laurocerasus), un cedro rosso occidentale (Thuja plicata) e le fronde di un cedro del Himalaya (Cedrus deodara) site nello spazio del giardino mentre lungo la piattaforma d’imbarco sono presenti molte piante da fiore in vaso e non in cui si riconoscono ortensie (Hydrangea spp.) e una rosa (Rosa spp.).
Nelle foto b e c (Allegato 4-b e Allegato 4-c), più vicine rispetto alla foto precedente, si riconoscono invece vasi con gerani (Pelargonium spp.), un vaso con una camelia (Camelia japonica), mentre su supporti avvolti da edera (Hedera helix), vi sono vasi di geranio edera (Pelargonium peltatum). La finestra del fabbricato viaggiatori è addobbata sempre con un vaso di geranio edera (Pelargonium peltatum) mentre, in prossimità del cancello, sembra esservi una pianta rampicante avvolta ad una recinzione.
Le foto d e nella foto e (Allegato 4-d e Allegato 4-e), mostrano il lato a nord del fabbricato viaggiatori, dove vi è il bagno
pubblico. Vi è una aiuola bordata in linea al fabbricato viaggiatori in cui una pianta arbustiva, una ortensia (Hydrangea spp.) è accompagnata da una rosa (Rosa spp.) che la sovrasta. Dietro di essa si trova un albero di magnolia (Magnolia grandiflora) e lungo un palo in metallo si può osservare una bignonia (Campsis radicans). Sono presenti anche qui vasi di geranio edera (Pelargonium peltatum) posti nelle rientranze degli edifici e su supporti avvolti da edera (Hedera helix), mentre nell’immagine e, è interessante notare come vi siano delle piccole piante appena inserite tra il limite della stazione e lo spazio a nord del complesso.
Vi sono altre foto (Allegato 4-f) che riprendono gli stessi soggetti presenti nelle foto analizzate ma non offrono ulteriori informazioni.
Singolare constatare come diverse specie utilizzate siano indicate anche nel manuale offerto ai concorrenti del concorso delle “Stazioni fiorite” del 1913, su tutte il geranio edera (Pelargonium peltatum) e ortensie (Hydrangea spp.). Questo a dimostrazione dell’impatto che, malgrado i mutamenti
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avvenuti nel tempo, ebbe questo concorso sulla stazione di Ripafratta.
In conclusione, è logico dedurre, per quanto riguarda la conformazione del giardino visibile in queste immagini, che le essenze più longeve presenti nell’area, come il cedro dell’Himalaya e il lauroceraso, siano variate poco negli anni e la rigida struttura in cemento armato abbia contribuito a preservare lo schema impostole circa sessanta anni orsono. Anche in questo caso è stata eseguita una ricostruzione grafica del giardino che tiene conto delle informazioni raccolte e permette di avere una visuale su quello che era dal 1965 sino al momento dell’abbandono (Figura 36).
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