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3. I modelli cumulativi L’approccio deterministico

3.5 Altri modelli deterministici

3.5.1 Modelli alternativi di scalogramma

3.5.1.1 Il modello diamante

Riordinando gli item rispetto ai totali di colonna visti nella loro presentazione (la nuova sequenza è

I3, I4, I1 e I2) è possibile osservare una certa interessante regolarità; il nuovo ordinamento ha tenuto

conto di una nuova caratteristica osservabile in senso verticale: la media dei ranghi delle posizioni

8 Un modo per esempio può essere quello di identificare e isolare all'interno del gruppo di profili più sottogruppi che

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dei successi (center of success):

Sequenza degli item 3412 Numero di performance positive 1111 0 2111 1211 1121 1112 1 2211 1221 1122 2 2221 1222 3 2222 4

1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 ⇐ Media dei ranghi delle posizioni dei successi

Per riprodurre ciascun profilo è necessario sia il punteggio di riga che quello di colonna; per esempio i punteggi 2 (di riga) e 3.5 (di colonna) consente di identificare solo il profilo 1122.

Tale configurazione è detta "configurazione diamante" o "diagramma diamante", la cui logica può essere estesa ad un numero superiore di variabili.

La generalizzazione può riguardare anche il numero di possibili categorie (1, 2, 3, ..); in questo caso è necessario fare specificazioni aggiuntive riguardanti i pesi relativi da attribuire alle categorie. L'ipotesi diamante, quando confermata dai dati, presenta potenti implicazioni teoriche e pratiche. Essa determina:

• la struttura dei concetti che sono misurati,

• gli strumenti di misurazione necessari per valutare completamente i casi rispetto a tali

concetti.

Tale scalogramma presenta aspetti radicalmente diversi da quelli molto rigidi dello scalogramma Guttman; quest'ultimo può essere considerato un caso particolare della configurazione diamante. Quando la stessa configurazione di profili ricorre in più applicazioni empiriche, aumenta la fiducia negli aspetti strutturali manifestati dai dati.

La logica interna della struttura e dei processi

Come abbiamo visto, tra i pochi concetti applicabili allo scaling Guttman vi è quello di "difficoltà"; nello scalogramma tipo diamante abbiamo notato come nella configurazione è possibile riscontrare un ordine tra gli item in modo tale che ogni profilo presenti una singola sequenza di performance positive (ovvero serie di performance positive non interrotte).

Un altro assunto che consente di stabilire il criterio di appartenenza di un profilo ad una configurazione diamante è il seguente: dato un particolare ordine tra gli item, se un caso ha superato due item deve aver superato anche tutti quelli posti tra i due in questione.

A partire da tale assunto diviene evidente un'interessante caratteristica della configurazione

diamante: ogni profilo presenta un primo item superato e un ultimo item superato. Nel profilo

"112221" il primo item superato è il terzo, mentre l'ultimo è il quinto.

E' possibile a questo punto definire una configurazione diamante sulla base di due punteggi: a. posizione nel profilo del primo item superato,

b. posizione nel profilo dell'ultimo item superato.

Osserviamo il seguente diagramma in cui è possibile realizzare contemporaneamente due forme di

3. I modelli cumulativi. L’approccio deterministico 53 6 211111 221111 222111 222211 222221 222222 5 121111 122111 122211 222221 122222 4 112111 112211 112221 112222 3 111211 111221 111222 2 111121 111122 1° punteggio di scala: posizione del primo

item superato

1 111111 111112

1 2 3 4 5 6 2° punteggio di scala:

posizione dell’ultimo item superato

Notare che nel 1° punteggio di scala, il punteggio più alto viene attribuito a quei profili in cui, lungo la sequenza di item determinata dalla configurazione diamante, il primo "successo" avviene presto. Analogamente nel 2° punteggio di scala, il punteggio più alto viene attribuito a quei profili in cui l'ultimo "successo" avviene tardi. Si fa questo in modo da poter associare punteggi alti in entrambe le scale con la situazione in cui il caso "supera" molti item. Quindi il significato generale delle due scale rimane lo stesso ("successo" o "tendenza al successo") mentre ciascuna di esse mantiene il proprio specifico e ben definito significato ("inizio" e "fine" dei "successi").

Utilizzando la rappresentazione cartesiana (anche in termini ordinali più che quantitativi) ha consentito di posizione (o riprodurre) i profili osservati; tali scale presentano una simmetria semantica nei loro significati, cosa che non era stata riscontrata con le due precedenti scale (numero

di performance positive e media delle posizioni dei successi). Tale caratteristica (condivisione di un

generale significato comune) estende la nozione di scaling a complesse configurazioni di profili, compreso quelle di alta dimensionalità.

Scaling che preserva l'ordine

Come abbiamo visto nel caso della configurazione diamante, studiando la struttura dei profili è stato possibile assegnare due punteggi ad ogni profilo: il primo item superato - l'ultimo item superato; tali punteggi sono determinati con riferimento ad uno specifico ordine tra gli item. Dato un insieme di profili che risponde al criterio diamante, l'assegnazione dei due punteggi consentono di riprodurre un unico profilo.

Un modo per estendere tale metodo di scoring a altre configurazioni più complesse è quello di aderire alla nozione di ordine tra gli item e di classificare i modelli di successo che possono apparire relativi ad un determinato ordinamento fisso. Un ulteriore elemento di complessità potrebbe essere quello di considerare i profili che contengono due sequenze di "successi"; tale situazione si presenta tridimensionale in quanto per poter riprodurre ciascun profilo sono necessari tre punteggi di scala. Non sempre però i ricercatori hanno una chiara idea della specifica struttura dei concetti utilizzati o dei meccanismi dei processi che studiano in modo da poter formulare un'ipotesi in termini di modelli attesi e di profili legittimi.

Prendiamo in considerazione i punteggi assegnati ai profili nel diagramma precedente. Risulta abbastanza chiaro come rispetto al primo punteggio, i profili che condividono lo stesso punteggio definiscono una scala Guttman. Tale scalabilità può essere chiamata scalabilità condizionale: il condizionamento riguarda i valori del 1° punteggio. In questo caso la scalabilità è indicata dai valori del 2° punteggio (ricordiamo che in questo caso i profili selezionati condividono lo stesso punteggio rispetto al primo). E' possibile procedere anche in senso inverso.

Quando due profili sono confrontabili (uno è maggiore dell'altro) anche i rispettivi punteggi di scala manterranno la stessa relazione, come si può osservare dalla seguente tabella:

54 punteggi 111111 1 1 111211 3 4 112211 4 4 112221 4 5 122221 5 5 222221 6 5 profili 222222 6 6 ⇓ ⇓

Punteggi di tipo Guttman

A questo punto è possibile definire la proprietà del diagramma: il diagramma converte ogni profilo

(composto da n item) in due punteggi di scala in modo tale che ogni coppia di profili confrontabili diviene una coppia di due punteggi confrontabili che conservano tra loro la stessa relazione d'ordine. Solamente profili confrontabili sono convertibili in punteggi di scala confrontabili. Tale

proprietà è associata ad un'altra: in studi ben disegnati le scale identificate condividono lo stesso

significato di un concetto esteso del quale rappresentano aspetti diversi.

L'obiettivo della rappresentazione di una configurazione diamante è non solo quello di economizzare l'informazione (obiettivo di scaling) ma anche quello di consentire l'identificazione di fattori sottostanti i concetti studiati. Un possibile criterio per definire molte scale può essere il seguente: dato un insieme di profili osservati, si potrebbe cercare di identificare uno spazio di coordinate cartesiane, con il numero più piccolo di assi, che consenta di rappresentare tutte le possibili relazioni tra i profili, compresa la "non-confrontabilità".

Il compito di identificare scale che preservino l'ordine può essere complesso e arduo anche nel caso bidimensionale. Le procedure automatiche POSAC (Partially Ordered Scalogram Analysis with

Coordinates) consentono di affrontare tale compito in modo più agevole.

Vedremo ora come sia possibile ottenere due punteggi di scala (valori di coordinate) per profili che sono strutturati da un meccanismo interno specifico.